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lunedì 16 settembre 2019

Time Commando (Seconda Parte)

Nella scorsa puntata del blog dell'Ex Videogiocatore! 

Viaggi nel tempo!

Realtà Virtuale!
 
Sfigati eternamente astinenti che tramano vendetta contro chi ha successo nei rapporti umani
Esperti di geopolitica!


Ammonizione per simulazione!
 Ed ora, la conclusione!


Cari amici! Che piacere vedervi. E bentornati all'articolo su questo capolavoro minore del weird in quello che è un periodo di transizione dell'estetica videoludica! L'ex videogiocatore tira un sospiro di nostalgia di quell'estate del 96 in cui provò questo gioco, un'estate in cui non c'erano preoccupazioni se non appunto come farsi passare i pomeriggi. Dopodiché il sospiro di nostalgia diventa subito un sospiro di sollievo pensando alla sfiga debordante che lo avvinghiava, e al fatto di essere riuscito a cambiare rotta in tempo per non diventare uno di quelli che stanno tutto il giorno a rimpiangere di essere nati nel secolo sbagliato, perché in un passato idealizzato sarebbero stati fighissimi. Ho fatto un periodo lunghissimo, spero che abbiate capito. Se non avete capito fatemelo sapere vi faccio uno schemino.

Insomma, la sfiga è uno dei motori dei misfatti di questo gioco, come spesso succede, in realtà: un grande sfigato si sente messo in secondo piano dal resto del mondo e cerca di imporsi causando il male agli altri. I bambini piccoli hanno crisi di collera quando sono arrabbiati e non sanno come esprimersi, e cercano di far male a se stessi e agli altri quando necessitano attenzione. Questo è perfettamente comprensibile in una fase della vita intorno ai due anni, in cui l'essere umano subisce il più grande trauma secondo Lacan (l'inizio della padronanza del linguaggio), e si sente frustrato per non essere in grado di tradurre il "brodo primordiale" che è il suo pensiero nell'incasellamento discretizzato che è un set limitato di parole (parliamo di qualche centinaio attorno ai 30 mesi). 

Bella vez

Quindi, come si esprime il bambino? Tenendo il fiato, gettandosi per terra, mordendo cose pestando i piedi. Tutto normale, l'importante è imparare a gestire questa frustrazione e a venire a patti con i propri sentimenti, senza reprimerli e soprattutto senza che qualche vecchio di merda cazzii il bambino perché non è in grado di esternalizzare quello che ha dentro in maniera razionale e ordinata, anzi costringendolo a reprimere tutto e fare finta che vada tutto bene, tutto per tenere buono il vecchio. Praticamente è il bambino a dover fare l'adulto reprimendosi, perché l'adulto vero non è capace di prendere il ruolo che gli spetta.

Porco cazzo papà ci hai 40 anni e giochi ancora con He-Man, ma io faccio un macello

Poi il bambino represso cresce, nasconde sotto il tappeto la rabbia e l'incazzatura contro chi lo ha costretto a reprimere tutto, si sente in dovere di dirigere la rabbia verso qualsiasi persona che non sia la figura genitoriale idealizzata a sproposito, e finisce che diventa un sesquipedale sfigato che porta i virus a forma di squalo in uno Iomega Zip che tiene nel calzino e infetta un computer geopolitico potentissimo. Tutto perfettamente correlato, no? No eh? Ok.

Insomma, per colpa della sfiga succedono casini e c'è sempre qualcuno che deve andare a sistemare le cose. Chi? Noi, ovviamente, sennò che giochiamo a 'sto gioco a fare? Nella fattispecie, impersoniamo il tecnico manutentore di questo centro di studi di realtà virtuale applicata, e andiamo idealmente e virtualmente e ciustamende* indietro nel tempo in modo da cancellare il virus. Via che si riparte!

*Per qualche ragione, certe introduzionit tonte che scrivo risuonano nella mia mente con l'indimenticabile inflessione del mago Gabriel.


Abbiamo passato la preistoria, e ripulita quest'area dal virus Stanley ha una visione del tempo che verrà, e nei suoi occhi bovini e poligonali si riflettono immagini di eserciti in marcia. Che vorrà mai dire? Stiamo entrando in un'epoca di eserciti appiedati e muniti di arma bianca. Avete capito di che si parla? Eh? Eh? Ebbene sì, diamo sfogo al bovarismo storico dell'ex videogiocatore giovane tornando a...


...l'impero romano! E come prima cosa c'è una tizia con le tette grosse. Bene così! Ne ho già parlato a proposito della Roma pulita da peplum che abbiamo visto qualche tempo fa in Centurion, ma per l'ex videogiocatore bambino questa sarebbe stata la figata massima. Per l'ex videogiocatore di 14 anni, beh... un po' meno. Ma le tette sono sempre gradite.

A proposito di Antica Roma e di tette, comunque, sto provando solo ora a immaginare quanto mi sarebbe piaciuta, al tempo, la serie tv della HBO chiamata "Roma" (ci avete presente? è di qualche anno fa). Certo, la Roma del telefilm è sporca ed è tutto tranne quella vista in Ben-Hur, ma ci sono le tette bene in vista, e copulano senza economie. Che altro si può volere? 

Peraltro, la fontana di acqua calda che esce da un mascherone simile alla ben nota bocca della verità, di cui agevoleremo tra poco una diapositiva, mi ha causato un ulteriore ricordo d'infanzia ben seppellito nella melassa. Nella località di mare in cui villeggiavo c'era questa riproduzione del noto mascherone con dentro un computer, che generava a caso una specie di oroscopo in cambio di due monete da 500 lire, e lo stampava con una stampante ad aghi. La cosa più inquietante era la voce registrata che diceva "ATTENDI IL MIO ORACOLO" mentre la lista di banalità basate sul ben noto "effetto Barnum" veniva riprodotta su carta.

ATTENDI IL MIO ORACOLO
Beh, che c'entra, direte voi? In realtà non sarei in grado di dire se era ancora lì in quell'estate del 1996: in realtà in quell'estate al mare il mio gruppo di amici si era decisamente ridotto (il povero M.B. aveva abbandonato la compagnia per gente più figa) e non ricordo nemmeno se ci avevo provato a sacrificare mille lire per 'sta cacata. Però mi è venuta in mente e devo dire che mi fa piacere che questo blog sia un utile esercizio di riscoperta. Utile a cosa, non lo so. Ma magari in mezzo a tutta 'sta palta che è la memoria ci trovo qualcosa che mi aiuta a capire meglio chi sono. Questo è utile, no?


Vabbè. Ci avete presente la tettona di prima? Ci attacca e la meniamo, vedendo di allungare un po' le mani per soppesarle le pocce. Pocce che non avevo mai toccato in quell'estate e che comunque, ero convinto, di lì a poco avrei soppesato volentieri perché al liceo, fuori dal Vecchio Paese, si tromba fisso. Della sfiga dell'ex videogiocatore in quegli anni ne ho già parlato ai tempi di "In Vacanza Con Sylvia"e almeno per oggi eviterei di tornarci sopra. Posso? Me lo concendete? Grazie. 

Più tardi.


Alla poppea sabina di prima abbiamo ciulato un pugnale (molto ironico, visto il fisico della tizia e visto che pugnale ai tempi era anche un sinonimo per avete capito) e dopodiché ci prendiamo un gladio con cui menare la guardia cittadina. Ora, se ricordiamo bene, questa realtà virtuale è stata fatta all'interno di un istituto per lo studio delle tattiche militari. Che cosa c'entra aggirarsi per delle thermae con le tattiche militari? Boh! Cosa ci fanno dei soldati romani nelle terme? Doppio Boh! Un po' deludente questo viaggio a ritroso nell'antica Roma, preferivo la storia "Pippo e l'introvabile Amburgus" in cui Pippo torna indietro nel tempo, stavolta non accompagnato dall'odioso topo forcaiolo, per ritrovare il professor Marlin che nell'antica Roma ci è finito per sbaglio e si trova nella merda perché ha dato un hamburger all'imperatore e questo vuole mangiarne in quantità industriale e chiaramente nell'antica Roma gli ingredienti per fare un panino di McDonald's non ci sono. Alla fine riuscivano a tornare nel presente (in qualche modo) e quando Zapotec chiede al cane oppiomane se è stato attento agli anacronismi Pippo risponde che non ne ha mangiato neanche uno. Classico caso di "fame chimica".


Vabbè. Usciamo dai bagni ed ecco una speie di centurione, o meglio un coglionanzzo vestito male da centurione tipo quelli che trovi fuori dal colosseo e pagano per farsi una foto. Ma si riesce a campare così? Non è una critica, è pura curiosità. Quanto raggranella al giorno uno di quelli? Non sono interessato a un cambio di carriera, eh. Giusto per cuirosità, giuro.

Poco dopo.


Oh. Entro in una porta e c'è una specie di Asterix coi pantaloni a quadri. Che c'entra? Pensavo di essere nella periferia di Roma, che c'entra un gallico ? Ah, dimenticavo, la Adeline Software è francese, e l'immagine dei gallici a torso nudo coi baffoni e le trecce e i pantaloni a quadretti (fantasia "vichy") risale a Napoleone III più che ai documenti storici. Sì, ne ho già parlato a proposito di Centurion. Oh beh, accatamoci un'altra vita. Mi rendo conto che la modalità molto facile a cui sto giocando è veramente MOLTO facile. Ma sono pigro, imbranato, e soprattutto sto giocando per la madeleine prima ancora che per la sfiga.


Altra sezione: una piazzetta. La nebbiolina sullo sfondo fa molto "Dragon Lore" e la statua è una specie di Statua della Libertà in posa plastica con le pocce di fuori. L'architettura dello sfondo è a metà tra De Chirico e le irreali "Città ideali" che andavano tanto di moda nel Rinascimento Urbinate. Mi spiace, ma questo pastiche con l'antica Roma non c'entra una fava, e se proprio dobbiamo fare un'antica Roma finta, allora facciamola in stile Peplum, come appunto ha fatto Centurion. Svogliatamente Stanley mena un centurione a cavallo ed è bellissimo come i soldati semplici che stano correndo verso il nostro "tennico" della manutenzione abbiano un algoritmo di pathfinding inesistente e per aggirare la statua ci saltino contro sperando che il loro movimento stile "Alone in the Dark" per grazia divina prima o poi li faccia atterrare su un punto in cui non c'è alcun ostacolo. Che palle ragazzi, speriamo che almeno il boss finale sia decente.

Più tardi.


Un simil-Colosseo dei poveri! Forse davvero siamo in Gallia. Questo anfiteatro pare abbastanza realistico, e recuperato un arsenale da gladiatori che è misto tra il tridente del retiarius e lo scudo del secutor, facciamo fuori un tizio vestito da dignitario dell'esercito che agita un'ascia molto pesante. Boh! Ok. Era questo il mostro finale?


No. È un toro. Nell'antica Roma andava di moda la tauromachia?

Prevedibile.

No, e in effetti l'uso del colore rosso sullo sfondo in Full Motion video in pausa fa molto più cretese che romano. È un peccato: stavano andando così bene con una preistoria in cui uomini e dinosauri non convivevano, cavolaccio. Vabbè, facciamo un po' di fiorentine e passiamo avanti che 'st'antica Roma qui mi ha già bello che rotto i coglioni.


La mano rugosissima di Stanley atraversa le pieghe del tempo (virtuale) mentre sullo sfondo intravediamo figure di samurai. Comunque è incredibile l'assenza di manicure nel futuro. Alla fine hanno vinto i falliti su Facebook che esaltanto il lavoro fisico dall'alto delle loro poltrone tutt'uno con il loro culone, e il vero uomo fa un lavoro manuale. Oh, intendiamoci, a me piace tantissimo il lavoro manuale, però cazzarola, trasformando i pallet in mobiletti non riesco ancora a camparci.


E vabbè, cominciamo con il medioevo giapponese! Il primo avversario è un karateka vestito con un karate-gi, che risale al diciannovesimo secolo, e quindi non c'entra un sushi con il medioevo giapponese. Notare anche come prima di attaccarci, il giapponesino ci dia il "namasté". Idee un po' confuse, direi, ma oh, sono gialli, una faccia una razza. Poi vabbè, gli indiani sono sporcaccini. Ma insomma, non sono gloriosi discendenti della stirpe gallica, non ci hanno la grandeur, che cazzo vogliono sti senzadio cagariso?

parlez avec la main
Vabbè. Almeno salta come un grillo il nostro karateka, e devo dire che le animazioni fanno molto meno schifo di Alone in the Dark. E ti credo, direte voi: sono passati 4 anni da allora. E non ci avete torto.


Salta che ti salta, comunque alla fine Stanley ha la meglio con una serie pulita e molto semplice di calci in da la fazza. Visto? Perché studiare arti marziali quando è sufficiente prendersi a pedate? Scommetto che da qualche parte il fantasma di Gianni Brera approva, perché è un ubriacone stupido come la merda.

Giammai!

Stai zitto. 


Ponticello e giardino zen con i ciliegi in fiore. Ma che banalità, ragazzi. Cosa manca? Lo so io cosa manca! Un ninja! E in effetti ecco un ninja vestito di nero (che in pieno giorno è visibilissimo, ma ok) che ci zompa dietro con rumorosissime capriole. Ah, ma penso che il ninja in realtà sia UNA ninja, ho visto le tette. O magari ha problemi di ginecomastia come un corrispondente del mio amico Ivano, che lo cazziò perché il plugin del suo vecchio MSN Messenger mostrava l'MP3 che stava ascoltando in quel momento. Il brano si chiamava "Manboobs (Gynecomastia)" ed era stato composto dall'ex videogiocatore in persona. È una strana storia.


A proposito di ginecomastia, ci prendiamo una katana. Che c'entra? Dai, su, lo sapete meglio di me. Già Stanley ha la barba incolta sul collo, manca che gli spuntino le tette e la panza perché è diventato un'entità unica con la sua "gaming chair", un paio di bermuda "cargo" e via che andiamo. Quando questo gioco uscì ero lì lì per diventare un neckbeard anch'io, davvero. Da un lato un certo senso di responsabilità mi invitava a tenermi pulito, dall' altro lato certi membri della famiglia d'origine eccessivamente preoccupati dal mondo esterno facevano sì che alzare il culo dalla sedia e andare a prendere aria fosse una roba che richiedeva più sforzo del dovuto, ed essendo io molto pigro, perché andarmene fuori e dovermi sorbire i sospiri d'ansia e i "perché?" e infine gli "stà attento a tutto" che mi arrivavano ogni volta che dicevo "beh io esco eh", quando in cambio si poteva starsene chiusi nell'heimat virtuale che era quel sottoinsieme del Vecchio Paese costituito dal mio PC?


Altro avversario: la geisha! Sbaglio o la maggior parte degli avversari qui è donna? Mi sa che il programmatore di questa fetta di realtà virtuale è il ciccione con il dischetto nel calzino che abbiamo visto nell'intro, il quale ha creato questa simulazione in cui può entrare e menare le donne. Però sapete che c'è? Nutro fiducia che, se la star del deep web Fabrizio Piludu ha abbandonato l'odio irrazionale per le donne in seguito alla sua cotta per una cubista, possa farcela chiunque. Oddìo, l'ultimo che iniziava le frasi con "Nutro fiducia" non ci ha portato su una buona strada. Ok, fate finta che non abbia detto niente.


Visto? Altra donna, stavolta con cappellone di paglia, credo sia una specie di mondina. No, in realtà il cappello di paglia era "multi-purpose" in tutta l'Asia, ma viste le conoscenze pressoché nulle della Adeline in termini di antropologia, cappellone di paglia = raccolta riso. Secundum non datur.



Allora, abbiamo avuto il karateka, il ninja, la geisha e la mondina giapponese, chi manca? "Il samurai!" direte voi. E avreste ragione (anche perché lo avete visto nella schermata introduttiva) ma c'è pure il lottatore di sumo. Tatuato! Ma siamo pazzi? I tatuaggi sono qualcosa di tabù in giappone, associati alla yakuza, e i rikishi sono figure originarie della tradizione scintoista! Ma quando mai un sumoista può esibire un tatuaggio, se la gente tatuata non può manco andare in piscina? Possiamo immaginare che questo sia un lottatore che ha violato la legge ed è stato tatuato come punizione e come avviso alla popolazione del fatto che è un criminale, ma tutto ciò è più esplicabile con il fatto che i programmatori dell'HTC, che dovrebbero riprodurre fedelmente periodi storici passati, sono in realtà stupidi come la merda. E in tutto questo l'Espedito Honda dei poveri fa capriole impossibili. Bah.


Vabbè, fatto fuori anche il lottatore di sumo, leviamoci dalle palle! Con grande leggiadria Stanley corricchia al rallentatore nella speranza che prima o poi succeda qualcosa. Sospiriamo.

Più tardi.


Siamo passati alla seconda parte del livello e ora c'è un monaco buddista fluttuante che pare più indo/tibetano che giapponese, ma ok, ormai ci siamo rassegnati al mischione, e la cosa più realistica di tutta questa approssimazione in un istituto di studi geopolitici è che lo stesso grado di faciloneria lo trovate nelle cazzate traboccanti che dei buoni a nulla come Ian Bremmer ragliano sui giornali sedicenti "sul pezzo" ma che in realtà sono solo fosse biologiche del clickbait. Con titoli di merda come "Il medioevo giapponese, SPIEGATO BENE" quella specie di folletto con le occhiaie da ipsatore furioso che è Bremmer ci spiega bene che "nel giappone del medioevo succedevano cose spesso le persone erano favorevoli a volte no ma non sempre lo dicevano perché era un impero e l'imperatore era una figura forte ma spesso c'era instabilità". Scritto esattamente così perché non sa manco usare la punteggiatura quel fallito. E tutti che si spellano le mani per le sue analisi approfondite. Andatevene affanculo, ve lo meritate tutto il virus.


Ed ecco finalmente il samura, con la sua bella armatura per incutere timore nel nemico. Ricorda un po' quella di Tom Cruise nel noto film, quella che gliela mette la moglie del samurai che lui stesso aveva ammazzato all'inizio e che guarda caso ha pure l'aspetto di quel discreto pezzo di figliola che è la fotomodella Koyuki. 

"Se hanno la moglie cessa non li ammazziamo" questo è il mio motto
Comunque è un bel film, a dispetto dell'insopportabile narrativa del "white saviour" di cui ho già parlato altrove. E poi Tom Cruise è più odioso del solito nei panni di un weeaboo. Fanculo pure lui.


Altra location, una casa con tatami e due karateka dentro. Quando un uomo a mani nude incontra un uomo con la ōdachi, l'uomo a mani nude è un uomo morto. Anche se 'ste spade giapponesi hanno più la forma di uan sciabola occidentale. Ma oh, come ho detto, siamo nell'ambiente della realtà virtuale dell' Approximate Stereotypes Study (A.S.S.)


Altro samurai, stavolta in borghese e con due katana. Noto anche come i colpi che gli diamo con la spada non taglino nulla ma siano praticamente delle mazzate. Un po' come combattere con la spada di legno o con uno iaito, ovvero la katana spuntata per praticare lo iaido, ovvero l'arte dello sguainare la spada in maniera armoniosa. E in tutto questo Tom Cruise osserva e dice banalità sul fatto che questi musi gialli sono ossessionati dal fare tutte le cose alla perfezione.


Mostro finale! Mostro finale? Forse. Un drago! No dai.  Che poi ha pure l'aspetto occidentale, sto drago. No dai. No dai. No dai. Oh, è un drago, non è un daino! Ah ha hah! Capita ? Buona questa eh? No, dai.


Apparentemente non è il mostro finale. Ci sto 5 minuti fermo qui ad aspettare che capiti qualcosa...


...dopodiché magicamente una porta si apre dietro la statua di Buddha e scendo in una stanzetta buia a menare un po' di ninja. Finisce il livello, fatto questo?


No, finisce quando metto i piedi in un pixel esatto tornando su. Stanley, forte della sua tutina gialla à la Bruce Lee (che è di origine cantonese), si mette in posa da arte marziale e finalmente usciamo da 'sto incubo di livello. Maronn' che discesa di coglioni ragazzi. E sì che a sto gioco ci ho rigiocato esaltatissimo per quanto ricordavo fosse figo al tempo. Sarà stata la sfiga intrinseca di allora? che si traduceva in eccesso di ingiustificato entusiasmo per la materia? Non ne ho idea, ma se c'è un minimo di proporzionalità tra l'entusiasmo ingiustificato e la sfiga allora ero veramente tanto, tanto sfigato. Non sono felice di quantificare grandezze non misurabili come la sfiga, eh. Però per approssimazione lo ero proprio tanto.


Prossimo livello! Stanley indulge nei piaceri dell'asfissia autoerotica mentre sullo sfondo vanno silhouette che paiono prese da Robin Hood: Principe dei ladri. Dove saremo finiti?


Medioevo europeo, ovviamente, altro luogo di grande bovarismo storico, con castello, ponte levatoio e massiccio guerriero armato di mazza ferrata che viene steso a càvici da un tecnico della manutenzione. Sentite, non lo so: io mi sarei stufato e quindi se nel prossimo screenshot non ci sono tette, io chiudo tutto.


Niente tette, ma solo Stanley che ingaggia una specie di nano a duello di mazza chiodata. Siccome mi piace mantenere le promesse, ove possibile, direi che è ora di chiudere tutto. Datemi qualche minuto che mi lascio morire d'inedia...

Più tardi.


Voilà! Stanley si decompone in un tripudio di poligoni ed è Game Over! Basta così, orossimo gioco! La delusione è talmente forte che non posso proseguire oltre. Questo è lo spirito del blog dell'ex videogiocatore: roba per cui mi esaltavo in gioventù è ora inconfondibilmente, inequivocabilmente, palesemente...

...merda? Sì! E di gran lunga! Non so se fosse stata la grafica che per il 1996 era effettivamente spettacolare, ma unite la ripetitività ai controlli idioti di Alone in the Dark e Little Big Adventure, all'inaccuratezza storica, e condite tutto col fatto che sto gioco coi viaggi nel tempo non c'entra un cazzo, e onestamente non riesco a trovare alcuna qualità che possa in qualche modo redimerlo dalla zona marrone. Merda! E mi accorgo anche che ho usato troppi avverbi di modo.
Ci rigiocheresti? No, che magari mi torna addosso la sfiga del tempo.

4 commenti:

  1. Hai citato un'altra storia cult di Topolino della mia infanzia :D, amavo quella storia perché Pippo era protagonista, mattatore, con Topolino retrocesso in panchina, anzi in tribuna!
    Immaginavo arrivassi al giudizio di "merda".
    Praticamente è un gioco noiosissimo, con le stesse dinamiche (il combattimento) ripetuto all'infinito. E un gran "mescolone" di personaggi.
    Ma la Gheisha?? Che nemico è mai, ahah!
    Il toro poi, il lottatore di sumo tatuato.
    Fammi però dire "W i bermuda cargo".
    Solo quelli eh, non tutto il resto!

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    1. Il gioco è un'accozzaglia di stereotipi. Era partito bene non mettendo i dinosauri nella preistoria, ma poi è degenerato nell'approssimazione spacciata per approfondimento (come del resto qualsiasi sedicente "esperto di geopolitica", quindi alla fine tutto torna). I bermuda cargo, beh, hanno senso per il turismo. Nel resto dei casi, no comment.

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    2. Turismo, cazzeggio per il paese e lavoro, se non si lavora in un ufficio "serio" :)

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