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lunedì 23 settembre 2019

Macadam Bumper

A volte, nella vita, ci sono certi dubbi che ti restano addosso per anni. Prima della mia vita da PCIBMcompatibilista, c'era un gioco "educativo" per il mio vecchio Olivetti PC 128s in cui ero arrivato alla fine e mancava giusto di inserire una parola chiave per vincere. E Per quanto mi ci sforzassi, la parola chiave non compariva, nonostante i suoi pezzi fossero comparsi durante il gioco. Ma per capire quale fosse la parola ci ho messo almeno 15 anni e ci sono arrivato per caso. Ovviamente il problema è stato cercare di ritrovare quel gioco (emulato, ovviamente) e mettere quella cazzo di parola d'ordine. Risultato: grandissima delusione. Certi misteri è meglio che restino tali. Il gioco di oggi, ad esempio, è legato ad un eterno mistero irrisolto: che cazzo c'entra il flipper con la pavimentazione stradale?

Vecchio Paese, via A. (incrocio con via B.)
Non che quando mi fu passato questo gioco sapessi che il macadàm con l'accento sull'ultima "A" è un processo per fare strade che prevede la mescolanza di massicciata e collante (acqua, bitume o asfalto) e che spesso e volentieri in caso di pioggia diventa una specie di palude. Però "macadam" è una bella parola, suona bene ed è quasi palindroma, all'incontrario si legge "Madacam" che è fonesteticamente gratificante, secondo me.


Lo è molto di più di quella che è considerata la più bella espressione della lingua inglese, sto ovviamente parlando di "cellar door" secondo Tolkien e secondo quel film sopravvalutatissimo per emo piagnucolanti con Jake Gyllienhaal e quel tizio vestito da coniglio. "Cellar Door" non solo mi lascia indifferente dal punto di vista eufonico, ma ragionando per sinestesie come potrebbe fare una versione light di Daniel Tammet (quello di "Nato in un giorno azzurro", che ha il cognome quasi palindromo), l'espressione Cellar Door mi fa venire in mente un tizio obeso, sudaticcio e sporco, con le orecchie a sventola e gli occhi sgranati che parla con eccessivo entusiasmo di qualcosa di ordinario usando una vocina acuta e stridula.

panzone maledetto
Per me l'espressione più bella della lingua italiana viene da "Io speriamo che me la cavo" in cui il bambino inventato da Marcello d'Orta scrive "QUANDO IL NAPOLI A (sic) VINTO LO SCUDETTO, A TORINO SI SONO MANGIATI IL CAZZO". Poesia.


Sto divagando. In realtà forse i francesi della ERE Informatique (quelli di Bubble Ghost, che poi sono diventati Cryo, e che hanno fatto anche Captain Blood, che ancora non ho toccato) la pensavano come me, che Macadam è una bella parola ed è sufficientemente onomatopeica da ricordare una pallina che sbatte qua e là, quindi vaffanculo, lo chiamiamo Macadam e non rompeteci le palle. Oh, rispetto totale. Un po' come il mio ex compagno di classe Calzo che aveva comprato il cellulare ultimo modello (penso fosse Ericsson, e questo la dice lunga su quanto siamo vecchi) e aveva messo la suoneria con "Jingle Bells" (era maggio). Lo aveva fatto perché, parole sue, così la gente gli avrebbe chiesto come mai le canzoncine di Natale dandogli l'impagabile soddisfazione di rispondere "Ma tu, una tazzina di cazzi tuoi, mai?" Fu tragico per lui quando solo un paio di mesi dopo, qualcuno gli fregò il cellulare in discoteca. Probabilmente qualcuno che la risposta sulla tazzina di cazzi suoi l'aveva presa un po' male. Sì, sto di nuovo divagando. Che vi devo dire? Tutto quello che potevo tirar fuori sui flipper già ve l'ho detto con Pinball Dreams 1 e 2. Sigla!



Ehm. Che gli informatici francesi degli anni 80 avessero il gusto del weird l'ho già detto, vero? Apparentemente Remi Herbulot, deus ex machina della ERE, ha voluto mettere la sua faccia pixellata in EGA con un pesce che scoppia d'amore per lui. Beh, ne so quanto voi. Spostiamoci un secondo nell'universo Amstrad CPC, ovvero nel primo sistema per cui Macadam Bumper fu rilasciato...


Ah beh. Già più normale, un punk al bar che ha un amplesso con il tavolo da flipper, come già ci raccontò Stefano Benni in Bar Sport. Che inquietante comunque il faccione di Rémi Herbulot. Macadam Bumper mi fu passato da uno dei miei pusher di fiducia (il gestore della palestra in cui facevo judo) e quindi molto probabilmente non avrò avuto più di 9 anni, e per quanto l'idea di un flipper sul pc mi ispirasse, iniziare con quella faccia da pervertito e il pesce che gli sbava addosso, beh, non sembrava del tutto a posto. Questo gli americani, molto attenti a non urtare nessuno (per questioni squisitamente di marketing) lo hanno intuito, e hanno cambiato la schermata introduttiva. Spostiamoci un secondo nel patetico continentucolo al di là dell'oceano...


...ecco. Oltre che la schermata (con un robot che beve olio, perché un uomo che beve alcolici potrebbe offendere i mormoni, presumo) hanno cambiato il nome, chiamandolo... come la canzone degli Who che è associata a qualsiasi cosa relativa al flipper. Che originalità ragazzi, davvero. Mi immagino il ciccione viscido e unticcio che associo a "Cellar door" che con la sua vocina stridula mi spiega la genialata di usare "wizard" come riferimento al fatto che il flipper qui lo si può pure costruire, come nei "wizard" delle utility, capito? E allo stesso tempo citiamo gli who, capito? *risatina con voce tremante* E a questo puntomi viene una voglia fortissima di tirargli un pugno, ma siccome è molliccio la panza assorbe tutto e non c'è nemmeno gusto a menarlo. Oh beh.

Ma torniamo nel Vecchio Continente su PC IBM Compatibile con scheda grafica EGA (o superiori).


Voilà! Si comincia in medias res, con la schermata di game over che ci presenta quattro opzioni: inserisci monetina, aggiungi giocatore (per un totale di 4), inizia a giocare e passa alla sezione della costruzione. Una cosa che ho sempre apprezzato dei francesi è che il fatto che anche a livello di videogiochi non siano affatto sessuofobi, e anzi se possono metterci fanciulle (e fanciulli, ma non in questo gioco) di bella presenza a guarnire la grafica. Qui abbiamo una ragazza con vestitino ben scollato, un enorme "afro" e un'espressione che...insomma, a me suggerisce una certa costipazione. Signorina, ha provato con la dolce Euchessina? Capisco la limitazione dell'EGA, però, insomma. 

Torniamo un istante nel mondo Amstrad CPC.

La ragazza è molto più stilizzata e i colori sono quelli che sono, ma almeno l'espressione è meno contrita, o ricorda meno lunghe sedute sul WC in cui tutto è completamente intasato (non parlo del WC). Esiste anche una versione del gioco in cui la ragazza sullo sfondo è completamente nuda. Non metto lo screenshot perché se sbavate per la versione ignuda di una donna pixelata forse questo non è il blog che fa per voi.

Ok basta, torniamo al PC  IBM Compatibile.


Via, giochiamo al tavolo fornito di default. Il fatto che ci siano ben sei palette lo rende diverso da tutti i flipper per computer che io ricordi, e anche il fatto che il tavolo non scrolli ed occupi circa due terzi dello schermo è, come dire, riduttivo. Ma stiamo parlando della conversione del 1987 di un gioco uscito nel 1985. C'erano dei vincoli hardware un po' diversi. Poi i vincoli hardware sono stati tolti e i programmatori hanno disimparato a fare nozze coi fichi secchi e sono diventati irrimediabilmente pigri. Ma m i sa che ne ho già parlato.


Per muovere una paletta si usano i due shift (e per questo va disabilitato l'accesso facilitato su Windows) e per tirare la molla in modo da lanciare la pallina si premono i due shift tutti assieme. Insomma, ci facciamo un'idea di come funzionano i vari bumper, a mò di tutorial. Ecco, tipo il fatto che la roba tonda bianca con la croce rossa non è un respingente, ma se la pallina ci finisce sopra acquisisce punti prima di capitombolare nell'inevitabile fine. Buono a sapersi!


I robi gialli tondi fanno girare la palla in direzione abbastanza a random, ok. Dai, diciamo che bene o male abbiamo capito come funziona il tutto, e possiamo passare alla parte divertente, no?


Ovvero il vero e proprio "wizard". Con la freccina possiamo selezionare il componente da trascinare sul tavolo, e notate come non dica "con il mouse" perché, mannaggia alla merda, sto gioco accetta soltanto il mouse seriale. Ho provato a inviare l'input del mio trackpad (che alla fine è un mouse PS/2) alla porta COM1 virtuale di Dosbox, ma niente. In effetti anche allora il mouse non funzionava. Era anche per questo che avevo costruito pochi tavoli al tempo. Anzi, forse manco uno. No, dai, almeno uno sì. Ma al tempo non avevo da dimostrare a me stesso e ai miei 11 lettori che sono disposto a inzaccherarmi in un mare di merda per provare che l'infanzia non è quell'idillio perfetto che un esercito di frustrati cerca di dipingerci (chi si ricorda il "Voglio tornà bambinoh!" di un comico di Zelig troppo intento a ridere da solo per riuscire a far ridere gli altri?). Ora sono motivato. Almeno un tavolo ve lo faccio, a costo di consumare i tasti cursore.


Intanto prendiamo ispirazione. Abbiamo visto il tavolo Standard (piuttosto inutile) il tavolo "Flipper (idem) Apriamo il tavolo Scooter, ed ecco un robottino con due bumper al posto dei capezzoli, e lo sfondo disegnato. Eh sì, lo sfondo è disegnabile! E per quanto i comandi dell'editor non abbiano descrizione, sono abbastanza intuitivi e non mi danno quella sensazione che ho chiamato ripetutamente "aporiomorfismo". Un po' mi rincresce che questa espressione non sia diffusa. È un concetto molto presente nella società odierna. No?


Nonostante la configurazione moto particolare, il tavolo "Scooter" fa abbastanza cagare, dal punto di vista della giocabilità. Penso che un mio amico che faceva judo con me e che aveva usufruito del pusher avesse modificato il tavolo in modo da mettere una paletta a mò di genitali del robottino. Chiaramente l'idea era che la paletta si alzasse guarndando la tizia sulla sinistra, che nel frattempo non è ancora riuscita ad andare di corpo. Oh, ad ognuno il suo feticcio.


Vabbè basta, iniziamo la grande fatica e cominciamo un tavolo da zero. Come prima cosa mettiamo un bello sportellino alla fine del canale di ingresso, in modo che la palla una volta uscita non torni dentro. Notate la lentezza della freccetta? Notatela, notatela, mettetevi nei miei panni e ringraziatemi. La faccia della tizia dell'intro continua a stringere i denti disgustata nella parte in rilievo del tavolo, intanto.


Sapete che c'è? La canaletta d'ingresso è troppo lunga, decidiamo di cancellarla. Eh sì, è possibile disegnare lo sfondo della tavoa come se fosse un paint, non ci limitiamo solamente a piazzare ostacoli precotti di qua e di là. È questa la figata, e per il 1987 non è affatto male, non trovate? Se pensate che io nel 1987 avevo 5 anni e a Natale di quell'anno ebbi un Olivetti PC 128S (sì, erano tempi di vacche grassissime) che cose del genere se le sognava. Però il PC128S aveva il mouse, e il PCS 86 di qualche anno dopo il mouse in principio non ce l'aveva. Provate a immaginare di stare senza mouse al giorno d'oggi. Provateci, su. In realtà stare senza mouse a me dava una certa sicurezza, perché sapevo che ogni azione era perfettamente ripetibile. Il mouse introduceva quell'elemento di indeterminazione che mi metteva un po' d'agitazione, perché una delle sensazioni costanti era quella dell'ansia di rompere tutto.


Ma non è questo il caso: ci limitiamo a rompere la canaletta mettendo un altro sportellino all'uscita, sempre per evitare che la palla torni indietro. E via anche con le palette, che questo è un flipper e di certo non un "pachinko". E in mezzo alle palette, ci mettiamo una fossa che cattura la palla e la spinge via dopo un po'.


Onde evitare di fare una fila infinita di palette, sarà meglio disegnare un ostacolo fisico che faccia un po' di simmetria con la tizia costipata e infastidita dalla vita sulla sinistra. Sempre con il rosso vermiglione (Stabilo 68/38, credo) allunghiamo la canaletta e facciamo una barriera. Bello che si possono tirare le righe e fare il floodfill, esattamente come in un qualsiasi paint. Certo, il colore solido senza uno straccio di effetti è proprio brutto a vedersi, un po' come la fidanzata di Ken nell'orrido finale di Street Fighter 2, che graficamente non ci stava a dire un tubo.


E quindi facciamoci il bordino giallo come avviene per il resto del tavolo, ed è già tutto molto meglio, ma all'interno del bordino resta tutto troppo piatto. Ci vuole dell'arte, qui, amici! Bisogna disegnare qualcosa! Ma cosa? Io non è che sia sto grande artista, e manco di ispirazione, ci vorrebbe... ci vorrebbe...Ahia!

niii niii niii niiii niiii!

Oddìo, che è questo male alla guancia?  Sembra uno di quei buffetti che tiravano rotolini di carne umana come era solito farci il mio amico Alessandro C. per farci incazzare...

Proprio così, o furioso deglutitore di verghe, dal tuo subconscio emerge un pezzo (e che pezzo!) di ricordi associato a un'era che con questo videogioco non c'entra un'armoniosa fava di niente, e compare qui per darti un'ispirazione! *Rutta fortissimo in faccia all'ex videogiocatore*

Senti, è molto bello (e allo stesso tempo assai inquietante) che una tua versione che ho in qualche modo interiorizzato riemerga dalle nebbie della memoria, ma ora sei diventato un uomo serio con lavoro di responsabilità, ti sei pure sposato! Questo tuo intervento mi pare un po' fuori tempo, non trovi?

*Facendo segno con la testa di sì* No!

E quindi? Cosa vorresti dirmi con questa apparizione? Stai  forse cercando di dirmi che sotto sotto riesco persino ad essere nostalgico nei confronti dell'epoca del liceo, che per me era l'epoca della sfiga massima? Forse sono stato traumatizzato dai graffiti fallici con cui decoravi banchi e libri altrui (non ultimo il mio)? Oppure il tuo umorismo situazionista/vaudevilliano mi fa auspicare un ritorno a tempi più semplici in cui bastava disegnare una minchia dove meno ce lo si aspetta per scoppiare a ridere di gusto e con sincerità? Non capisco. Giuro che non capisco.

Scusami, cicciobello, non ti stavo ascoltando, ero eccessivamente preso dalla contemplazione della mia nerchia! E ora, lascia che prenda il controllo del gioco e che ti dia ti dia la mia ispirazione!
Credo di sapere come andrà a finire.


Ecco! Abbiamo un Uni Posca, e - ma che dico! - abbbiamo... un bel pennarello antigraffio Arexons e facciamo finta che questo sia il banco / il diario / l'Abbagnano-Fornero dell'ex videogiocatore. Sì, un bel pennarello Arexons bianco, perché il viola "polvere di luna" della mia Ford Puma l'ho usato tutto!  Sì, un bel pennarello dall'odore tossico merdosamente buono! Dopodiché incidiamo con un cutter le linee da seguire e riempiamole con questo inchiostro! Una bella linea dritta e un paio di palle perfettamente simmetriche...


Senza dimenticare la punta! Guarda mò che sfogo artistico! Sono il Michelangelo del fallo! Facciamo pure una parte di riflessi e di colori...


...e pure gli impianti follicolari. Là, là, là. Capolavoro. CA-PO-LA-VO-RO! BELLISSIMO. Basta, tavò, mi sono piallato la uallera, che marone! Uccidetemi. Ciao, torno nel tuo subconscio. 

Grazie. Suppongo di essere costretto a tenere l'emblema anche se la cosa mette a rischio censura il blog. Che volete che vi dica! Almeno la deviazione del mio subconscio non ha disegnato lo schizzetto sul davanti. Ora comunque l'effetto è che la tizia dall'altro lato del tavolo guardi il capolavoro di arte peniena con un'espressione schifatissima. Oh beh, è sì vero che è un mito maschile sul femminismo l'idea che le donne odino il coito, ma è anche vero che la vita non è un film porno. La situazione è sempre più complicata.


Con il nostro nuovo acessorio decorativo, cominciamo a mettere dei "cosi rimbalzini in cima al tavolo, sperando che la pallina tirata con suficiente forza ci vada a sbattere contro...


...e proseguiamo con un po' di robe sbrilluccicose e rimbalzose. I cosiddetti "bumper", che danno il nome al gioco. Insisto che "Macadam" sia completamente fuori luogo, ma ok, me ne sono fatto una ragione. Piazzo un bumper sulla sinistra in modo che la pallina scivoli in un respingente se mai dovesse incastonarsi lì...


...bah, non è che mi piaccia tanto.Vabbè, ci torniamo dopo. Prendo delle striscioline che danno punti e creo un blocco centrale in modo che la pallina ci passi atraverso con grande soddisfazione...


...e voilà, un altro piccolo ritocco e direi che si può provare a a giocarcisi. Notare che ho tolto il bumper sulla sinistra e ci ho messo una sbarra di metallo molto meno pesante. Così facendo taglio via un intero pezzo di tavolo, magari tolgo la donna costipata e ci metto la faccia di Andreotti, che sono sicuro commenterebbe con una battuta delle sue il fatto di trovarsi un pene di fronte.


Beh! È ora di provare il nostro nuovo tavolo. Via che partiamo! La pallina esce, non caca minimamente i respingenti in cima, e poi scivola mestamente per andare a incastrarsi tra l'argine penieno e la paletta. Wah wah wah waaaah. Si torna al tavolo da disegno!


Bene. Per non saper né leggere né scrivere mettiamo un respingente sulla traiettoria prevista della pallina, qualche bumper qua e là e soprattutto spostiamo la paletta più in basso.


E via che si riparte. Il respingente in cima sposta la pallina in verso il basso e quindi tutta la parte di sopra ce la dimentichiamo. Non va bene! Mi faccio la nota mentale di fare una bella simil-canaletta fatta con le rampe come nei flipper veramente fichi. Poi che accade? Ah sì, la pallina finisce nel respingente di sotto e va in loop eterno lì. Dunque? Eh, si tira una sberla al tavolo. Ma in teoria questo non dovrebbe mai succedere, quindi torniamo a modificare il tutto.


Via! Facciamo la rampa in modo che la pallina arrivi alla fila di respingenti tondi in cima. Voi direte: "Ma non potevi tenere la canaletta com'era? Io rispondo "Non avete torto, ma tavò di rifare tutto."


E via che proviamo! Funziona... molto male. La rampa fa rimbazare la pallina, che torna giù, scende sullo sportellino e si va ad incastrare su di una paletta. In tutto questo sbuffo e nuovamente mi chiedo: "Ma che c'entra con la pavimentazione stradale delle vie di campagna?"


E va bene! Togliamo la parte sopra della rampa! Immaginate dover fare tutto questo con i tasti freccia e senza mouse. Ve lo ricordo per farvi capire lo sforzo fatto. Sto principalmente facendo un favore a me, sappiatelo, che devo ravanare nei ricordi d'infanzia per attuare la decostruzione che poi è il senso di questo blog. Beh, proviamo a far partire e va abbastanza bene, ma è un po' scarno il tavolo, non trovate?


E quindi spostiamo una paletta in giù e ... ci mettiamo un paio di palle sotto. Oh, ormai il ricordo delle malsane abitudini artistiche di Alessandro C. nei confronti del mio banco ha preso il sopravvento, quindi siamo in ballo e balliamo, rigorosamente con la mossa chiamata "Cabbage Patch" in cui si uniscono i pugni e li si fa girare in circolo, proprio come Alessandro C.. La mossa di "Walk like an egyptian" invece era solita farla l'altro mio amico che aveva messo la paletta come cotonno* al robot "Scooter".

*"Cotonno" era un sinonimo di organo genitale maschile che usavamo in massa alle elementari. Era diventato un "meme", se vogliamo, ed era tutto nato dal modo in cui il mio avvocato (ovvero mia sorella, che al tempo aveva poco più di un anno) storpiava il nome di un muratore che ci rifaceva il tetto di casa, chiamato Gaetano. Come questo soprannome fosse stato traslato nella scuola elementare del Vecchio Paese, mutandone il significato in "cazzo", non ne ho idea.


Ok, riproviamo. Che dire? La pallina va su, torna giù, scivola scivola e sarà che soffro di palettamento precoce viene sbattuta in maniera poco soddisfacente. Non so, non mi piace. Proviamo a migliorare. È tutto un trial and error qui.


Aggiungiamo una serie di pinzillacchere luminose e cose su cui mandare la boccia a sbattere, soddisfando così il nostro horror vacui. Notare anche come le 9 palline colorate siano perfettamente allineate. Sfido chiunque a farlo con un mouse!


Riproviamo. Bah, che giocata moscia, esattamente come prima, con in più un loop eterno tra due respingenti. Ok, si torna al  tavolo da disegno! Ammetto che è molto meno frustrante farlo che descriverlo. Questo è il secondo grande mistero e mi chiedo se sia collegato alla pavimentazione stradale, o alle noci di Macadamia, che costano un casino.


Piccola modifica onde evitare che la pallina si incastri. Mi piace dire "onde evitare che". Fa molto "italiano da verbale dei carabinieri", no?


E via che si riprova! Stavolta la pallina va su, i respingenti la ributtano giù e con le palette laterali riesco a fare anche un po' di giri carucci. Non male! Il tavolo inizia ad avere un po' di senso. Sono quasi tentato di fare un'altra partita.


Oooh, mi piace. Zompa qui, zompa là, fai la giravolta, falla un'altra volta, le robe da colpire con la palla che vanno giù quando le colpisci (sì, non ho un nome migliore) vengono abbattute, i respingenti respingono, frullini frullano, i cazzi vari cazzivariano, e quindi ci avviciniamo sempre di più all'idea di flipper funzionante. Siete felici, amici?


Bah, comunque i due respingenti tondi sotto alla paletta sulla destra non erano abbastanza fallici, quindi vediamo di fare un'altra bella cosa per fare indignare il tizio del centro culturale che trova messaggi subliminali a scopo sessuale ovunque e li attribuisce a un piano di genocidio della razza ariana mediante sterilizzazione da parte della famigerata lobby ebraica (quando in realtà i messaggi sessuali servono a sollevare il livello di eccitazione in modo che le inibizioni calino e il prodotto venga acquistato).


Voilà, una nuova mazzancolla d'acciaio! in mezzo al nulla! Quasi pornografico questo post, eh! Peccato che 'ste barriere interrompano il flow del gioco quindi lasciamo perdere.


Teniamo i due respingenti/frullini tondi e mettiamo una fila di lucine da accendere, giusto per eliminare un po' il vuoto. Ora sì che ci siamo! Proviamo?


Bello. Parte un infinito ping-pong, anzi un "Pinci Ponci" nelle immortali parole di Nino Frassica, tra un respingente di sopra e la fossa con molla respingente di sotto, che colpisce la fila di lucine e i frullini in mezzo. Questo va avanti per un periodo che sembra durare secoli, finché non decido di tirare una sberla al tavolo in modo da deviare la pallina. Ecco, questo non dovrebbe capitare.


Oh che bello, ma ci sono pure le impostazioni generali! Abbassiamo la velocità, magari il calcolo della fisica del gioco ha più tempo per dare maggiroe varietà, che ne dite? No eh? Ok. Intanto abbiamo messo un'altra fossa con molla respingente nella canaletta centrale, per evitare il "pinci ponci"...



...e via che si va! Un solo momento morto, e per il resto collezioniamo ben 16mila punti! In genere ben sapete che di punti me ne importa pochino, ma qui sono un buon indicatore della funzionalità del tavolo da me disegnato. Dei KPI, praticamente, e insomma vedete che ogni tanto alle regole si può fare un'eccezione?


Io intanto sto iniziando a stufarmi. Basta! Che marone. Tavò! Mi sono scartavetrato la motozappa maronaia. Uccidetemi. (scusate) Quasi trentasettemila punti e direi che la possiamo chiudere qui, no? 40 screenshot e manco una volta che compaia un riferimento alla pavimentazione stradale. Direi che questo mistero lo dichiariamo irrisolto. Mica si può sempre vincere. Prossimo gioco!

È merda? Oh, che ci crediate o no, non l'ho trovato proprio merda. Fossero stati i tre tavoli di default sì, senza dubbio, ma sapete come funziona il cosiddetto "Effetto IKEA" (ne ho già parlato) un tavolo fatto da me fa molto meno cagare proprio perché l'ho fatto io, per quanto faccia oggettivamente cagare! Lo so. Quindi non so se sono sotto l'influsso dei messaggi subliminali che mi sono autoinflitto, ma Macadam Bumper non è merda. 
Ci rigiocheresti? Non lo escludo, ma priorità bassissima.

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