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lunedì 30 settembre 2019

Budokan - The Martial Spirit

Ah, le arti marziali.Quasi tutti noi figli degli anni 80 ne abbiamo praticata una. Già diverse volte l'ho detto, e d'altra parte con il Giappone seconda potenza mondiale dal punto di vista economico era inevitabile che ci sentissimo tutti attratti verso quel paese di pervertiti senzadio che producevano gli orridi mostri* che infestavano il palinsesto televisivo della TV dei ragazzi. 

*"Orridi Mostri" era una definizione squisitamente estetica volta a criticare l'aspetto grottesco dei personaggi degli anime, non la loro violenza. Sono nato nell'82, non nel '73.

Ah, ma chi sto prendendo per il culo, a noialtri ci esaltava l'idea di tirarci delle sberle. E stranamente in famiglia erano pure d'accordo perché la mia totale sedentarietà aveva suscitato qualche preoccupazione, visto che la mia totale "imbranatisia" richiedeva di sfidare il grande spauracchio, il sudore, in modo da rendere il fanciullo meno incantato. Così, viste le prime istanze di nonnismo/bullismo, avrei saputo difendermi, e nel frattempo imparare a muovermi non come se fossi un totale imbecille. Certo, per la seconda parte sarebbe bastato smetterla di dire "stai fermo che sudi!" ogni volta che superavo i 4 km/h, ma oh.

"Me, aiò più pòra dal sudaur che dal dièval" - mia nonna

Insomma, un po' per questo e un po' per la parte in cui non ci si fa troppo male (come ad esempio nel karate) che mi fecero fare judo. 



Non ci si mena sul serio, ci si lancia e basta, ma almeno si acquisisce uno straccio di coordinazione nei movimenti, che al giorno d'oggi viene chiamata "psicomotricità" al tempo era chiamata "'sto bimbo ha un diavolo per capello, devo legarlo per tenerlo fermo" che svariate madri si dicevano tra loro lanciando ai figli occhiate trasudanti odio. C'è chi questa mentalità obsoleta l'ha superata, e poi c'è la madre di una compagna di asilo di mio figlio, che vedendo il figlio maggiore fare l'acrobata su una barra d'appoggio dell'ascensore diceva "Questo non è un bimbo, è una scimmia" con espressione schifata e imbarazzata, come se io giudicassi lei perché il figlio era vivace come è giusto che un bambino di quattro anni sia. Mi ha fatto una pena incredibile quel bimbo.  Ma sto divagando: insomma inizio a fare judo con i miei migliori amici Ivano e Porro e le nostre madri sono felici che i figli si staccano un po' dal PC (o nel caso di Ivano dalla console).  Poi il gestore della nostra palestra, Beppe M., non solo è uno dei principali smanettoni informatici del Vecchio Paese dell'anno 1989 D.C. ma è anche ben disposto a condividere i dischetti contenenti, tra le varie cose, videogiochi, diventando così uno dei nostri pusher di fiducia.

Se vabbè
 E dunque? Voi vi immaginerete che il gioco di oggi, che parla di arti marziali, per coerenza mi sia stato passato dal gestore della palestra in cui facevo arti marziali. Ebbene no! Se aveste letto l'ottimo saggio "Il senso della fine" di Frank Kermode, sapreste meglio di me che adattare la vita reale alla fiction è una sesquipedale cazzata, e che la peripezia come lasciapassare per il lieto fine (che manco esiste) è una bufala estremamente nociva. Non c'è mai la fine, lieto o no, neanche con la morte, dice Kermode: la vita in ogni caso continua con o senza di noi e noi siamo tutti di passaggio. Pensare, come succede in numerose sette millenaristiche, che il mondo finisca con noi è segno di estrema arroganza e vanità. Sì, sto divagando, il fatto è che 'sto gioco è sì di arti marziali, ma con il nostro pusher della plestra in cui facevamo judo non c'entra una fava. Sigla!


In realtà Budokan mi fu proposto durante una cena di classe alle elementari, da un mio compagno di classe che aveva il fratello ammanicato coi club pirati (era quello che aveva Populous 2, Civilization e altra roba fichissima che condivideva con grande difficoltà). Quando mi presentava il listone di roba che aveva (e che difficilmente avrebbe condiviso) ci sbavavo sopra un casino. Poi tra le varie cose aveva menzionato "Budokan" e io avevo detto "Ma cos'è! Budocan? Allora Budogatt! Ma che pena!" Sapevo essere un piccolo stronzo da giovane. Com'è come non è, non me lo feci passare e lo riscoprii anni più avanti, credo in un cd di roba vecchia o sui proto-siti abandonware. La reazione forse fu "Oh, ma che cosa mi sono perso!"? Scopriamolo!


Beh, ci avete presente Kings of the Beach, no? Se ne parlò durante la glaciazione precedente o giù di lì, ma questo è stato per un po' il modello dei giochi sportivi della Electronic Arts, prima che diventasse EA SPORTS (tzinneggheim). Una mappa vista dall'alto in cui si va a visitare diversi stabili che corrispondono a una sezione del gioco. Vengono in mente Ski or Die, Skate or Die e... boh, basta così. Andiamo nell'edificio centrale e c'è il solito maestro di arti marziali che ci spara banalità sotto forma di biscotti della fortun..ah no! Che cosa rinfrescante! Smettila di pensare, è ora dell'azione! Vai ad allenarti. Oh, una cosa così la rispetto.


"The power of mind is infinite, while physical strength is limited" dice anche il maesto myiagi di stocazzo, che è un po' la solita americanata da programmazione neuro-linguistica con le solite menate "credi in te stesso! volere è potere!". Bah! Anch'io vorrei andare in pensione a 47 anni come il mio maestro delle elementari scaricando la responsabilità sulle generazioni successive, però se ci provo a fine mese non mi arrivano manco le briciole (e non sono nemmeno più sull'INPS). Già sono contento che il mio capo non mi dice più che è perché non sono abbastanza convincente se i nostri fornitori sono degli incapaci stupidi come la merda, come se si potesse far diventare uno stupido intelligente a suon di atteggiamenti cazzuti. Ma insomma 'sta cagata del volere è potere (a cui spesso e volentieri si aggrappava mia nonna per dirmi che ero un buono a nulla) andrebbe un po' messa da parte.


Oh beh. Andiamo ad allenarci. Con cosa? Boh! Ed è presto detto, si va a combattere con il bastone (Bo)! Questa battuta già la feci a proposito di Ninja Rabbits, ne sono ben conscio. Capite però che si può fare un numero limitato di battute su certi argomenti. Comunque l'allenamento è un kumite (combattimento contro persona reale) e scegliamo "sankyu" come livello di abilità del nostro avversario. Sankyu è giapponese per "pisquano", credo.


Il nostro pisquano è ... un vecchio di merda. Oh beh, io sono sempre favorevole al menare i vecchi di merda eh! O meglio, lo sarei se fossi in grado di tirare le bastonate. Niente. Il mio fulvo protagonista si agita e si mette in varie pose ma il vegliardo gli tira una bastonata sullo stinco. Ahia!  Ma come cazzo si fa a menare oh?



E niente, si salta, si para, e in tutto questo la barra della stamina si abbassa. Ah! Che bei tempi quando stamina era la resistenza fisica nei videogiochi e non una stupida pseudoscienza con cui dei truffatori spalleggiati da una trasmissione di merda proscugavano il protafogli di persone disperate. Bello comunque che non abbiamo la solita barretta dell'energia ma sia la resistenza fisica che il Qi, quella che i nerd chiamano "La Forza", la forza vitale, il flusso d'energia secondo la medicina tradizionale cinese che ha prestato anche il nome alla ricarica dei cellulari senza spinotto. Sì però intanto qui le sberle non volano. Un secondo che faccio qualcosa di contrario alla mia natura.

Poco dopo.


Ok! I controlli sono quantomeno ridicoli: devo tener premuto il tasto 5 del tastierino numerico, premere un tasto direzionale sempre sul tastierino numerico e quando lascio andare, forse, il mio personaggio tira una mazzata. Forse. Sarà che sono stato fermo un casino e il Qi mi si è caricato al massimo, ma la sberla che tiro quasi dimezza lo stamina del V.d.M. contro cui mi batto, e subito lui inizia a lamentarsi che non ho rispetto per chi ha più esperienza di lui. Dopodiché si accende un sigaro con una banconota da 50 euro di pensione che gli ho pagato io.

Va detto comunque che questo gioco soffre della sindrome di tanti picchiaduri, in cui non si sentono le sberle che atterrano sul nemico. In che senso?


Nel senso che tiriamo le bastonate sul plesso solare del vecchio di merda e questo non si smuove di un centimetro ma fa volontariammente un passo indietro dopo che il bastone lo sfiora di lato. Capisco che disegnare le collisioni sia difficile e capisco che nel 1989 la VGA sia già tanto, ma la soddisfazione qui è inesistente.


Beh insomma il vecchiaccio finisce la stamina, si inchina rispettosamente e finiamo l'allenamento. Bene così!


"You show the precision of a master" dice il gioco, perché abbiamo tirato poche sberle ma molto efficienti. Bene! Il Qi ci passa attravers come una cascata. Benissimo! Facciamo affidamento su troppo poche tecniche. Vaffanculo. Se il gioco avesse un set di controlli più semplice avrei usato più tecniche! Colpa tua, gioco. Declino ogni responsabilità, e che cazzo. Che passo otto ore al giorno a prendermi responsabilità per chi non vuole farlo e almeno quando gioco mi si deresponsabilizzi un po'. Oh.


Karate! Quello lo ha fatto mia moglie quando era all'università e non era più di moda presso gli adolescenti italiani, e quindi ne sa molto più di me in proposito. Si è anche causata una microfrattura al naso a causa di un colpo a vuoto non calcolato bene dal suo avversario, ma suppongo che tutti quanti abbiano fatto arti marziali abbiano qualche storia più o meno cruenta da raccontare, no? Al di là di certi miei compagni di corso che ogni tanto sbroccavano e cercavano di mordere gli altri perché nello judo le botte non si sentivano bene come in certi film di ninja, io per esempio una volta mi insaccai il collo per via di una caduta riuscita male.


Praticamente quello che era successo era che il maestro (un supplente, in realtà) ci aveva chiesto di saltare sopra un asticella tenuta da lui atterrando con capriola. Io lo feci, ma atterrai sul cranio che ero perfettamente in posizione verticale e mi piantai il mento nella fossetta sullo sterno tra l'inizio delle due clavicole. Ora non so se mi schiacciai qualcosa nell'apparato respiratorio, ma di fatto non riuscivo più a espirare. Nel senso che riuscivo a prendere aria nei polmoni, ma non ero capace di sputarla fuori. Uno dei miei compagni disse che pensava che stessi facendo il cretino cercando di imitare un gatto che vomitava una palla di pelo che gli era andata di traverso. Ce ne vuole di fantasia, eh! In ogni caso, ora io e il vecchiaccio (che è a un livello superiore al pisquano di base) ci prendiamo a calci volanti, cosa che non è proprio una buona idea perché a furia di zompare mi cala la stamina.

A tale proposito, sapete cosa dice un samurai che si è rotto i coglioni? "Oh basta vez, mi scende la katana" (Al Vecchio Paese si suol dire "mi scende la catena" per dire che ci si è stufati, come a dire che la catena della bicicletta si stacca dagli ingranaggi e casca per terra. Ok, non era un granché).


In realtà se vogliamo ha senso da un punto di vista strategico questa cosa: bisogna conservare l'energia senza fare troppe sboronate. È comprensibile, fa molto arte marziale. Ma questo è un videogioco in cui ci si prende a noci, che cazzo! Qui ci si basa sulla sospensione dell'incredulità! Io voglio menare uno e non solo quando cerco di tirare un calcio questo idiota salta, ma oltre a saltare si fa del male da solo che si affatica (e suda) !


E niente. Cerco di tirare il calcio ma il calcio non parte e il mio omino solleva la coscia come se fosse un cane che sta pisciando. E piscia che ti piscia la stamina finisce, rei e ci vediamo un'altra volta.


Almeno però i miei colpi accurati mostrano che ho una buona capacità di controllo. Sì, dai, mi ricorda un po' Inzaghi quando il Bologna perse 4 a 0 con il Frosinone e come se niente fosse in conferenza stampa Pippo continuava a dire "Ma io ci credo, i ragazzi hanno mostrato rabbia e penso che possiamo farcela ma dobbiamo crederci e combattere e dare tutto e LASCIATECI LAVORARE GUFI" In genere quando si arriva al "lasciateci lavorare gufi" si è all'ammazzacaffè, manco alla frutta. Ci tengo anche a dire che a differenza di certe trascurabili figure della politica italiana, Andreotti non ha mai detto "lasciateci lavorare gufi". Piaccia o no, lo stile era di un'altra categoria.


Passiamo al kendo! Che sta al combattimmento con la spada degli antichi samurai come la scherma olimpica sta al duello all'arma bianca. L'armatura costa anche un casino.Oh beh, combattiamo contro Shodan, che non è l'intelligenza artificiale cattiva di System Shock a cui prima o poi rigiocherò (forse) ma è il grado più basso di cintura nera...


...che peraltro non sono manco sicuro se nel kendo ci siano le cinture colorate. Però i gradi Kyu e Dan ci sono, quindi è corretto. Iniziamo a menare con la spada di bambù il nostro avversario, e anche lì ci tocchiamo senza toccarci in realtà. È come se i due kendoki stessero menandosi con addosso delle tute da realtà virtuale immersiva, in cui agitano il bastone ma capiscono che si toccano solo perché viene scritto qualcosa nel display del caschetto.


Sì, tipo la nota interfaccia "VIRTUALITY" che al tempo era il futuro (ne parlarono pure a "Big!" con il coloured Carlo Conti) ma dietro al caschetto magico c'era un Amiga 3000 e il mondo virtuale in cui ci si interfacciava era piuttosto spoglio e favorevole al conàto di vomito. Ma ovviamente per noialtri era qualcosa di meraviglioso e avremmo tutti dato via un dito per provarlo. Il mio amico M.B. che non c'è più e che da bimbo era un gran cazzaro mi raccontò che aveva provato il Virtuality, chiaramente il programma di simulazione sessuale. "Si vede il letto" mi disse "e poi arriva la donna che ti dice ah si dai ancora ed è proprio come la cosa reale." Come facesse a saperlo non ne ho idea visto che aveva 11 anni e non credo fosse così precoce da aver già provato "la cosa reale" ma chi lo sa.


Intnato a furia di sesso kendo virtuale ho la stamina bassissima e rischio grosso. Meglio allontanarsi un attimo, approfittando del fatto che l'avversario è uscito dai limiti del tatami...


...e no niente. Lui recupera la stamina, io no, e me lo fa anche notare il ventaglio che scialacquo l'energia in cose inutili. Di per sé non sarebbe male come idea eh, davvero. Ma ci vorrebbe un sistema di controllo decente.


Ultima disciplina: il nunchaku, che al tempo chiamavamo "Uinciaghl" e che aveva Michelangelo delle Tartarughe Ninja, ma se non sbaglio la chelonia preferita di noi giovani era Raffaello, quella con la benda sugli occhi rossa. Perché? Boh. Suppongo fossero i pugnali "Sai" (che immagino venissero prodotti assieme a una polizza Unipol contro i danni causati in combattimento) oppure il fatto che era quello più tenebroso dei quattro. Giusto? Non ricordo.


Devo dire che il sistema di controllo piuttosto fecale rende meglio con il nunchaku. Le collisioni sono sempre inesistenti, ma l'impressione della sberla è molto più presente. Non so perché, ma ne prendo atto. Facciamo fuori il vecchio di merda e ci prendiamo una reprimenda sul fatto che scialacquiamo troppe energie e così facendo rischiamo di sudare...


...dopodiché ci dedichiamo alla pratica. Qui è l'unico punto in cui si può giocare contro un amico, ma siccome non ho amici gioco contro il computer...


...e possiamo decidere che arte marziale far praticare sia a noi che al nostro speculare avversario. Bello! Un po' come quella valvola di sfogo per reazionari dal cazzo microscopico che sono le MMA , abbiamo il Bo contro il karate.


Dovremmmo essere in vantaggio a causa del fatto che se un uomo senza armi incontra un uomo col bastone l'uomo senza armi è un uomo KO, giusto? Beh, non teniamo contro del pessimo sistema di controllo.


E invece no, anche col pessimo sistema di controllo riusciamo a fare agilmente fuori (quasi) il nostro avversario che intanto sta fermo a pensare al culo della tizia che ha incrociato stamattina venendo al dojo in modo da farsi venire duro il Qi...


...ma è tutto inutile, perché con un paio di bastonate alla bocca dello stomaco il nostro nemico cade. Bah, basta così!  Andiamo a parlare col maestro per dirgli che siamo pronti ad andare al titolare Budokan, il torneo di arti marziali! Via!


Oh che graficona. Avessi ricevuto Budokan al tempo dal mio compagno di classe, penso che questa chermata avrebbe ben compensato all'inguardabile sistema di controllo, almeno per 10-15 minuti, visto che sono certo che mi ci sarei incartato bestemmiandoci sopra come accadde per la mia incapacità di piazzare delle rotaie in Railroad Tycoon. Oh beh, vediamo il nostro primo avversario...


...Goro Suzuki. Non ha 4 braccia, né vive sul delta del Po, ma è un karateka un po' cazzaro che piuttosto che allenarsi come un pazzo preferisce ingozzarsi di sushi. Però ha un buon pugno (che non serve a nulla perché nel karate si combatte a mani aperte) e un calcio potente. Beh, che dire, continuiamo.


E scegliamo la nostra arma! Anche qui siamo in un torneo di arti marziali miste e possiamo scegliere con che arte marziale combattere. Abbiamo un numero limitato di tentativi per ogni arte marziale, e quindi visto che abbiamo un karateka scrauso andiamo di karate pure noi, per livellare il campo da gioco.


Lo sfondo è quello di un palazzetto dello sport. Una volta noi di judo facemmo una specie di gara al palazzetto dello sport. Io volevo fare la lotta a terra, perché me la cavavo bene e riuscivo pure a bloccare gente più grande di me. Invece no, mi dissero che ero troppo piccolo e magari avrei dovuto fare il percorso a ostacoli. Vaffanculo. Dovetti aspettare ore prima di partire e intanto il mio amico Porro mi raccontava dei giochi che erano sui dischetti del "Club della Rana" che mi sarei fatto passare a breve.


Intanto Goro ci ha fatti fuori e quindi sticazzi, tiriamo fuori il bastone! *Parte musichetta da film porno in sottofondo* Ma no, cosa avete capito, sto parlando del Bo! Come sempre, il bastone pasa attraverso Goro penetrandolo e *parte musichetta da film porno in sottofondo* Oh basta vaffanculo ci rinuncio.


Per un pelo, ma proprio per un pelo Goro è sconfitto *parte musichetta da film porno in sottofondo* e no, non ne abusiamo mentre è a terra, perché decide semplicemente di dargliela su, saluta e se ne va. Ok, prossimo avversario!


Eiji Kimura, detto "Kamikaze Kid" un kendoka dalla filosofia sacchiana per cui la mgilior difesa è l'attacco, che cerca subito di chiudere il match perché si vede che è impaziente, oppure è incontinente e deve scappare al cesso e pisciare con la hakama è un casino bestiale. Il mio maestro di kenjutsu (che non è un'arte marziale moderna quindi qui non c'è) mi consigliava di tirarmi la gonna su per una gamba e far uscire il crescimmano di lato e orinare così, perché il nodo è un grandissimo casino.


Vabbè, prendiamo a colpi di nunchaku il kamikaze kid, che è molto comodo da manganellare così. Magari avremo poco stile, ma il fine giustifica i mezzi, diceva Jigoro Kano estraendo il cuore ancora pulsante dal petto del suo nemico.


E via che il kamikaze kid viene rapidamente fatto fuori a mazzate. Noioso, molto noioso, quasi come Tozi Fan in Superfantozzi che fa il kamikaze e manda a cagare tutti quelli che lo invitano a schiantarsi, andando a rifugiarsi a Hiroshima. Erano ormai i tempi in cui i film di Paolo Villaggio avevano smesso di far ridere (salvo qualche rarissima ecezione che comunque non valeva il costo del biglietto)


Jimmy Doran! Un karateka americano che però bara, nel senso che usa il tonfa, che è una specie di manganello simile a quello dei poliziotti americani. È anche in mutande e col cappellone di paglia di cui parlavo ai tempi di Time Commando.


E lo sfidiamo vestiti da kendo, perché se Jimmy è nudo noi almeno copriamoci tutti perché magari se un uomo nudo ci tocca rischiamo di diventare gay. Penso che fosse una delle distorsioni delle leggi che governano il mondo che ci inventavamo ai tempi in cui il gioco uscì, un po' come quando ti toccavano l'orecchio e contavano fino a 10 e dovevi toccarti la fronte prima del 10 sennò eri gay. Un po' come "Spalla ginocchio se ti muovi sei finocchio solo io ti posso liberare".


Sì, ma alla fine quando 'ste cose si dicevano io Budokan o Budogatt che dir si voglia non lo avevo e quando me lo procurai successivamente l'umorismo era soltanto lievissimamente meno greve. Intanto Jimmy Tonfarelli è a terra.


Roberto da Crema? Marino Bartoletti? No, Shigeo Kawahara, che è un autodidatta del nunchaku. Siccome siamo animati dalla pulsione di morte andiamo contro di lui a mani nude...


...e prontamente veniamo menati. Faccio cagare nel karate, forse avrei dovuto chiedere a mia moglie a cui fortunatamente la microfrattura che aveva riportato non ha rovinato il suo bellissimo nasino. Ecco, se avesse giocato a budokan anziché fare il kumité dal vivo, magari, ah ma che minchiate vado dicendo. È il vecchio sendentario ex videogiocatore che preferisce diventare quasi obeso non facendo niente perché è pigro e perché se prova a muoversi serpeggia il terrore del sudore presso la famiglia d'origine. Ok, principalmente perché è pigro. Proviamo col Kendo?


Kendo Kendo e tutto in faccia me lo prendo. Niente! Proviamo col nunchaku, che vi devo dire. A nunchaku, nunchaku e mezzo.


Close, but no cigar. Tre sconfitte di fila e torniamo indietro a Jimmy Doran. Mi sono rotto le palle. Sbirciamo in avanti e vediamo chi ci sarebbe capitato in un incontro futuro?


"Arnie Gustafson". Certo, è il 1989 e parodiare la Quercia Austriaca è praticamente d'obbligo. Bah. Torniamo al dojo.


Voi lo sapevate che nascondendosi dietro un albero e premendo "B" si può giocare a Breakout/Arkanoid? Beh, ora lo sapete. Ecco, uno magari va in un cespuglio a cagare e per caso si trova teletrasportato in un universo in cui deve far rimbalzare una palla su di sé per sfondare un muro! Non so. Per parafrasare un mio ex capo di diverse vite fa,  "è utile come un culo senza il buco" (se avevamo soprannominato quell'uomo "il suino" un motivo c'era). Ho finito la stamina, ragazzi. Prossimo gioco!

È merda? Sì. Impressionante l'uso della VGA per il 1989 ma il sistema di controllo è incagabile. Sì, è vero, non è un arcade puro, ma è irritante come ci sia una componente apparentemente stocastica nell'esecuzione delle mosse. E sì, mi andava di scrivere "stocastica". Mi spiace, eh. No, in realtà non mi spiace affatto. Fanculo a sto gioco. Avevo fatto bene a quella cena di classe.
Ci rigiocheresti? Magari solo se qualcuno mi dice che il controllo è molto meno stocastico di quanto sembri e se me lo vuole spiegare, e se avessi tempo infinito, allora forse.

7 commenti:

  1. Mi ricordo la sofferenza nel giocare a Budokan a causa di quell'ingovernabilità chiaramente voluta non appena iniziava a calare il Ki, che finiva per ammazzare gran parte del divertimento.
    Vincere il torneo era anche una questione strategica nel capire quali fossero le arti marziali giuste contro ogni avversario e giocarsele bene perché ognuna potevi usarla solo un numero limitato di volte.
    Tecnicamente stava una spanna sopra al resto quando uscì, audio digitalizzato pure col PC Speaker e la grafica VGA (io però avevo la EGA) invogliavano lo stesso a perseverare insieme alla curiosità di vedere gli ultimi avversari, tutta gente con discipline strane tipo ninjutsu, kusarigama ed altre stranezze orientali.

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    1. Sì, immagino sia voluto come parte del gioco la gestione del Ki. Il risultato, però, coniugato con il fatto che non si "sentono" i colpi che affondano sull'avversario, è che il gioco sia, come dici tu, ingovernabile. Secondo me, ma potrei dire una cavolata, sarebbe bastato un minimo di rinforzo positivo (chessò, la schermata che si scuote, o anche una velocità lievemente maggiore) per renderlo non fecale (sempre secondo la mia opinione, s'intende) anche al giorno d'oggi. Ma immagino avessero voluto puntare tutto sul realismo. Realismo che va a puttane quando si arriva alla ninja che diventa invisibile e al "mirror match" alla fine. Non so, un po' più di sospensione dell'incredulità e sarebbe stato un bel giocone invecchiato bene, perché in effetti, tecnicamente si difende benissimo. Peccato.

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  2. Ciao Ex-Vid,

    Mi permetto cortesemente di riassumere Budokan dal mio umile punto di vista.

    Sei un ragazzino vestito da ninja che va in giro in un paesello. In ogni casetta ci stanno diversi esercizi con le armi (il piu' pauroso e' quello con la catana). Prima fai a botte con l'aria poi con un tizio. Ogni tanto vai nella casa grande in alto, dove c'e' un vecchio che spara stronzate senza senso. SIccome non parli inglese, dopo un po' ti scocci e torni alle casette. Finche' un giorno, vai al laghetto e scopri che stanno facendo una gara: si fa a botte con tipi strani e c'e' un sacco di gente a guardare. Dopo un po' capisci che tutte le armi delle casette sono untili, ma ti sale il tavo' e sticazzi di fare la gara. Ti stufi e te ne vai. Dopo un altro po' di casette torni dal vecchio che dice le stesse identiche stronzate. In un momento di noia, vai a pisciare dietro un albero ma arkanoid non salta fuori. Per cui decidi di aver finito Budokan per eccesso di tavo'. Questa e' la mia esperienza con budokan.

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    1. Molto autoesplicativa e molto plausibile: si può dire che Budokan sia stato, per i ragazzetti non albiofoni che lo ricevevano scopiazzato da amici senza manuale, un grandissimo catalizzatore di tavò.

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  3. Era il mio gioco preferito quando nel finale dei anni 80. Mi ricordo de avere vinto il torneo - c’erano ancora una gueisha con l’alabarda, un Ninja (Match 9 ou 10), um Samurai e la ultima lota contro te stesso. Dopo nel 1991 é uscito Street Fighter II e non l’ho più giocato :)

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    1. Beh, comprensibilissimo. Ma per quale conversione domestica di street fighter II hai accantonato il gioco?

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  4. All'epoca non era malaccio... ci giocavo spesso, mi piaceva la grafica, era uno dei pochi a sfoggiare la vga. E poi aveva una sorta di audio digitalizzato, pur usando lo speaker del PC, era una cosa quantomai singolare. Giochi di combattimento per PC non mi viene in mente nulla nell'89, quindi non aveva rivali. Ricordo che riuscii a terminarlo, alla fine erano sufficienti un paio di mosse per disciplina. Ho rigiocato dopo aver letto il tuo articolo, ed effettivamente il sistema di controllo era lacunoso e poco funzionale. Non so se le versioni per altri sistemi (A500 in primis) risultino migliori.

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