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lunedì 8 luglio 2019

One Must Fall 2097

C'era un periodo in cui i picchiaduro "a incontri" andavano di moda. C'era Street Fighter 2, al cui bootleg coreano ho già giocato su questi pixel, c'era Mortal Kombat, a cui non ho ancora giocato su questi pixel ma che avevo ben consumato a suo tempo, c'era altra robetta inguardabile shareware (ne ricordo uno con gli omini disegnati con delle lineette, e prima o poi lo ritrovo, promesso). C'era roba grottesca, cruenta e con una grafica volutamente brutta a cui mi rifiutavo di giocare, perché ero impressionabile, e in fondo ero un gran cacasotto. Poi c'erano giochi di arti marziali più o meno serie, c'erano i giochi di boxe, ma non è che fossero così interessanti (o disponibili per noi videogiocatori pezzenti). C'erano i giochi di wrestling legato alla WWF, e ricordo che uno volevo quasi prenderlo perché tutto sommato trovavo divertenti quei coglionazzi pieni di anabolizzanti che si vedevano in tv e i cui pupazzetti i miei compagni di classe portavano a scuola. 

Brusqueta en el ojo!
Ma di roba decente come se ne vedeva in sala giochi, per il pc, poco e niente. 
Vorrei poter dire che di tutto questo ne soffrivo molto, e magari è pure successo, ma diciamo che mancava quel quid pluris che in sala giochi c'era e a casa no. E no, non parlo del fatto che in sala giochi girava la droga, stando a quello che diceva mia nonna. Dico che nei giochi arcade (e sì, l'ho detto più volte su questi pixel, perdonatemi) si sentivano veramente le sberle che arrivavano all'avversario, tra effetti grafici e sonori questo era quanto di più vicino ci fosse al fare realmente a botte senza farsi male. E volete mettere anche il fatto che c'era sempre la possibilità che qualche sconosciuto si aggiungesse alla partita e si prendesse una marea di noci in testa? Fantastico.

Noci.

Ma appunto, anche ignorando la parte dello sconosciuto (piuttosto improbabile su un PC privo di modem) i giochi per PC non avevano la soddisfazione della sensazione della sberla ben data. Era un enorme coitus interruptus se vogliamo. Si tirava il pugno, si vedeva il nostro pugno sovrapposto alla faccia del nemico, e sì, vedevamo la barra dell'energia scendere, ma finiva tutto lì. Devo tirare di nuovo fuori Kung fu Louie per spiegarvelo? Spero di no. Una volta vedo in edicola dal solito Biondo una rivista più o meno sconosciuta che riporta sulla copertina lo screenshot di un demo in allegato:





E lì per lì pare una roba fighissima. Mi riprometto di prenderlo ma per qualche ragione non lo riprendo, o mi passa di mente, o semplicemente mi convinco a non buttare via i soldi in qualcosa che probabilmente è una cagata pazzesca per il semplice fatto che la deplorevole stampa di settore mainstream non ne parla proprio. E quindi lascio perdere tutto e dimentico ogni cosa tranne il nome che, ammettiamolo, è piuttosto fico: One Must Fall.

Qualche mese dopo sono al mare (credo si parli del 1995). La sala giochi mi mette un po' tristezza, di "trovare da far bene" (nel senso del coito s'intende) non se ne parla neanche, le edicole hanno un'offerta diversa dal solito Biondo (che nel frattempo è andato in pensione) e quindi trovo per caso una rivista con CD allegato che porta il nome fichissimo che ricordavo. One Must Fall 2097. Ora, io ho una memoria incredibilmente efficiente ma estremamente selettiva, il che mi torna utilissimo per certe cose, tranne quando la selettività della memoria mette il pilota automatico e decide di focalizzarsi su puttanate. Per farla breve, vedo il 2097 alla fine del titolo e dico "Eh no eh, hanno cambiato titolo e quindi non va più bene" e insomma non so perché ma ci rimango incavolato perché già so che non sarà la roba tipo Street Fighter 2 ma per PC e senza bachi. Insomma alla fine delle vacanze (il mare era davvero una disintossicazione tecnologica, al tempo) torno a casa e installo il gioco, e sì, hanno cambiato tutto. Che palle. Lì per lì mollai tutto, deluso. Lo so, sono un grandissimo cagacazzi. Sigla!




Epic Megagames! Quelli di Xargon e di Heartlight! I grandi rivali della mia software house preferita, la Apogee! Che sì, un po' mi stavano antipatici per via della suddetta rivalità ma in realtà non potevo di certo lamentarmi perché i giochi li distribuivano shareware, e shareware significava gratis! Nulla da dire.


Ed ecco il titolo! Quasi retrofuturistico, ma non troppo retro, e i fulmini che incidono l'aggiunta 2097 sono molto anni 90. Questo mi fa venire in mente un aneddoto divertente che circola presso i nerd finlandesi, in cui un ragazzino su IRC chiedeva a espertoni di photoshop di decorare la sua foto con dei fulmini, che in finlandese si dice salamia. Indovinate un po' che cosa hanno messo sulla foto gli altri membri del canale? Ecco, questo è umorismo finlandese.


Ah! Ma questo è un robottone gigante! Porca miseria, hanno cambiato proprio tutto! Ora io, non essendo particolarmente fan della cultura giapponese figlia del loro complesso di inferiorità nei confronti degli occidentali, dei robottoni me n'è sempre fregato molto poco, e forse era anche per questo che avevo un po' lasciato perdere il gioco a suo tempo. Va anche detto che era possibile selezionare solo il robottone qui presente tra i vari possibili, il che era un po' limitante. Sta di fatto che come certi miei coetanei sarebbero venuti nei calzoni al solo pensiero di un picchiaduro con i mecha usciti dai tokusatsu. Probabilmente sono gli stessi che hanno piagnucolato quando è uscita quella cagata di Pacific Rim nei cinema, dicendo "È il film che ho sempre sognato di vedere sin da piccolo". Boh, io da piccolo sognavo tante cose, ma vedere un film del cazzo tutto buio in cui non si capisce niente non era tra le mie priorità.


Ah beh, basta con le reprimende, andiamo con la modalità un giocatore e scegliamoci il nostro pilota di robot. Ora, già non sono un grandissimo fan dei manga e dello stile giapponese. Se poi a disegnare la roba in stile manga sono degli occidentali, mi scendono i maroni ancora di più. Vabbè: spulciando qua e là nella storia scopriamo che i robottoni in realtà si chiamano HAR, Human Assisted Robot, e le statistiche dei piloti contano perché sono collegati mentalmente ai veicoli. Tutto molto originale, noteremo.


E insomma, la storia (che è scritta nel README.TXT) è che tutti gli HAR sono costruiti dalla multinazionale WAR (World Aeronautics and Robotics) e che grazie alla tecnologia con cui collega la testa del pilota al robot è diventata potentissima e ha preso il posto dei governi mondiali in quello che è un po' il sogno di Mark Zuckerberg. Tutti pensavamo che grazie ai romanzi cyberpunk che ci avevano avvisato saremmo stati in grado di opporci alla privatizzazione degli stati da parte delle multinazionali, e invece abbiamo reso facebook potentissimo dandogli nostra sponte tutti i nostri dati in cambio di un mi piace. Teste di cazzo che non siamo altro. Ma sto divagando. Dicevamo, la WAR oltre a fare i robot fa pure le stazioni spaziali e vuole creare il primo avamposto umano su Ganimede, la luna di Giove. C'è un dubbio tra le alte sfere della WAR: a chi diamo la gestione della nuova colonia? Presto detto! Organizziamo un torneo di sberle tra robottoni e lo mandiamo in TV, così facciamo soldi con la pubblicità intanto, e poi chi vince diventa amministratore delegato della colonia di Ganimede. Sì, ora dovrei dire qualcosa "un po' come se il presidente del consiglio venisse scelto tramite il Grande Fratello" e poi intristirmi perché un po' è davvero così, ma:

1) tavò
2) questi tentativi di sarcasmo passivo-aggressivo non servono a nulla e non fanno ridere.


Abbiamo scelto a caso il pilota, Cossette, che è una pilota veterana che però è rimasta paralizzata ai tempi in cui si combatteva fisicamente dentro i robot, e quindi ce l'ha a morte con tutto e tutti e trova sé stessa solo tirando sberle all'interno (soltanto mentalmente) di un robot. Beh, battiamoci per i diritti dei disabili e diamo a Cossette l'opportunità di rifarsi conquistando Ganimede. Per quanto riguarda il robot, hanno tutti un design interessante (e dei nomi del cazzo). Noi scegliamo Katana perché viene reclamizzata come l'arma definitiva e perché magari i coRtelli che ha al posto delle mani ci danno qualche vantaggio.


Cossette, a bordo del Katana, combatte contro "Milano" (sic!) che leggo essere il figlio del fondatore della WAR e che combatte per riprendersi la WAR che è stata strappata a suo padre da un consiglio d'amministrazione senza scrupoli. L'idea è quella di riportare la WAR alle intenzioni del genitore. Non so quale fossero le intenzioni originali, ma chiamare la propria azienda WAR non è proprio di buon auspicio.


E via che si parte. Tra la musica in formato MOD che pompa fortissimo e i sonori "CLONK" dello scontro tra metallo, la sensazione di sberle, c'è, ed è una cosa molto bella. Certo, non sono sberle sulla carne viva, ma il fatto che la schermata tremi e il gioco rallenti quando tiro un pugno ben assestato dà una sensazione di grande soddisfazione per via del potentissimo cozzo.


A proposito, sentite questa. Ci sono due in camporella che stanno scambiandosi effusioni spinte quando a un certo punto nella strada lì vicina due macchine si schiantano. Lei dice "Oh, che cozzo!" e lui tutto contento "Ti pioce, eh?"

Raccontando sta barzelletta Milano tira un "facepalm" talmente forte che si mette K.O. da solo. Primo round vinto!


Sì, è al meglio dei due round, ma fortunatamente il ragazzino viziato e il suo robot che si chiama come il cattivo delle tartarughe ninja vanno giù subito dopo con poco sforzo. Coadiuvata dagli F16 dal grilletto facile che svolazzano per il campo di battaglia, Cossette tira il colpo di grazia...


...e nel notiziario seguente il Marco Betello del futuro ci fa il riassuntino dell'incontro. Notare che ho nominato Betello senza parlare degli strafalcioni che lo hanno reso famoso da quella merda di Striscia la Notizia. Cazzo, uno va in diretta alle 4 di mattina, è già tanto che riesca a parlare, e Antonio Ricci è un pezzo di merda.


Il prossimo incontro è contro Shirro, capo delle pubbliche relazioni della WAR, che ha ideato l'idea del torneone come forma di entertainment lucrativo. Praticamente ha visto il noto film di nicchia "Robot Jox", in cui hanno abolito la guerra sostituendola con incontri di menarsi tra robottoni, e ha detto "Ehi, che bella idea!" e ha rifatto tutto quanto uguale. Essendo il capo P.R. ovviamente, è molto diplomatico e ha tanto tatto, e infatti la prima cosa che fa è insultare Cossette per la sua disabilità.


Pessima idea! La nostra progettista di stazioni spaziali (perché questo fa Cossette) prende a pedate il vecchio pelato a bordo del robot incendiario. Fuori uno!


E rapidamente ci liberiamo del coglionazzo pure per il secondo round. Lì per lì mi chiedevo come fosse possibile che i robot hanno hanno il momento di stordimento con la testa che gira, ma effettivamente se pensiamo al link mentale tra la macchina e l'uomo, tutto ha più senso. Ci sta. Non ho veramente nulla da dire a tal proposito. So che non c'entra niente ma la pallina che segna quanti round abbiamo vinto ricorda il logo del vermut "Punt e mes". Cioè, metà del logo. Avete capito a cosa mi riferisco, no?


Il prossio avversario è Ibrahim, che è un noto ex triatleta nonché disegnatore di HAR. Come al solito lo scambio di insulti pre-incontro va sempre a parare al solito posto: l'incidente di Cossette. "Ecco, siamo sempre lì. Tutto gira sempre intorno alla tua morbosa storia con le tue gambe. Vivi completamente nel passato"  dice Ibrahim. "Puoi scommetterci le palle che voglio vivere nel passato!" risponde Cossette, ma non fa in tempo a finire la frase che prende numerose noci...


...che le faranno perdere il primo round. Ci consola il fatto che a finirci è stato uno spuntone uscito dal nulla. Ibrahim fa battute su Cossette e il suo amore per gli spuntoni, un sacco di gente ride. Un sacco di gente non capisce un cazzo.

Più tardi.


L'incazzatura col mondo di Cossette fa sì che trovi la forza d'animo necessaria a far fuori Ibrahim e il suo Gargoyle che, diciamocelo, visivamente fa decisamente cagare. Il senso estetico del pubblico è soddisfatto e il nostro speaker la applaude. Cossette manda tutti affanculo tra i denti.


Prossimo incontro: Christian! Ingegnere genetico della WAR e fratello gemello di Crystal, un'altra combattente. Ora, sarà che sta roba del Christian/Crystal mi ricorda quella roba agghiacciante che è l'autore del noto fumetto di outsider art chiamato "Sonichu", ma i maroni mi son scesi a un livello talmente basso che con una combo infinita riesco a fare un "perfect". Gli highlights mostrano il Katana che tira una rasoiata all'altezza del cavallo dell'Electra di Christian, in un'esibizione che renderebbe gelosa Lorena Bobbit. Al tempo dell'uscita del gioco la storia del caso Bobbitt aveva ancora una grandissima risonanza mediatica perché oh, diciamocelo, gli aveva tagliato l'uccello! Comedy gold!


Tocca a Raven! Che nel 1994, tra il corvo e l'arrivo della moda darkettona nel mainstream, grazie anche ai cataloghi di ciofeche per corrispondenza "Carnaby Street", Raven era un nome fighissimo. Beata ingenuità diremmo ora, e ai tempi si diceva "beata ingenuità" pensando ai paninari. Tutto questo perché vediamo il pasto appiattito in un unico pinzimonio culturale strettamente a due dimensioni.


Raven cavalca il Chronos, che è un robot dall'aspetto ridicolo, con quei pugnetti da micronauta a cui son saltati via i pezzi, ma ha la proprietà di teletrasportarsi e di fare cose PaZzErIeLlE piegando lo spaziotempo e robe simili. Com'è come non è, prendiamo una bella ripassata da Raven, non senza che Marco Betello si congratuli per la prova decente. Quindi? E quindi questo è un arcade, facciamo finta di inserire una monetina nel drive del floppy (ma non fatelo sul serio, anche perché non li avete i drive del floppy) e via che si continua...


...contro Steffan, giovane addetto vendite della WAR che incarna lo stereotipo del ragazzino giapponese che si allena come un pazzo per diventare il migliore nel suo campo, magari mettendosi una striscia di stoffa in testa in modo da mostrare al pubblico il suo commitment. Beh ciccio vaffanculo và. Ok che sono io il primo a essere contrario a quei vecchi di merda che trattano come dei bambini incompetenti da non prendere sul serio tutti quelli più giovani di loro, ma ci hai 17 anni. Almeno pigliati la patente oh! Non dico mica che devi aspettare i 50 anni (perché oramai pure a 40 anni si è ragazzi) ma almeno, chessò, 23. 23 anni, ecco dai. Intanto prendi un po' di sberle.


Oh bene! Siamo arrivati al mostro finale, il maggiore Kreissack, che è pure il presidente della WAR! Peccato solo che il livello fosse quello facile, e quindi non possiamo sfidarlo. In realtà (e qui c'è lo spoiler) Kreissack ha fatto tutta sta pagliacciata del torneo in modo da testare il progetto Nova (il robottone grosso che vedete sulla destra) nel cui corpo avrebbe dovuto trasferirsi definitivamente. Solo che battendo il Nova con Kreissack dentro, il robot esplode, il maggiore muore e noi alla fine diventiamo capi della WAR. Bah! Tutto piuttosto prevedibile. Andiamo nella parte più interessante: il Tournament Mode.

Se qui c'era una storia degna di un film di fantascienza da poco (o di qualche cartonaccio giapponese) nella modalità torneo impersoniamo un pilota di HAR che delle beghe politiche della WAR se ne sbatte e combatte per i soldi e per il prestigio, acquistando potenziamenti e pompandosi le statistiche. Sapete chi è questo pilota? Certo che lo sapete!


Andreotti! (applausi scroscianti dal pubblico) Che One Must Fall è uscito in piena Seconda Repubblica, è vero, ma al tempo non ricordo di aver giocato a 'sta modalità e dubito che nello shareware ci fosse. E poi al tempo il Divo Giulio era comunque senatore a vita.


Il nostro HAR di partenza è il blando robottino di default, il Jaguar. D'altra parte i soldi sono quelli che sono, e se vogliamo fare più soldi dobbiamo iscriverci a un torneo, che però richiede altri soldi per iscriversi. Insomma, un gran circolo vizioso. Andreotti non è uno di quei numismatici che collezionano moneta corrente, e quindi con i pochi (anzi, Q.B.) soldi a disposizione si iscrive al North American Open. "Ogni due mesi l'ambasciatore USA Richard Gardner veniva a trovarmi e mi raccomandava: attenti a non scivolare verso il comunismo. Mi scocciava un po'." dice Giulio, e quindi ne approfita per fare un salto in Nord America a far presente ai capi del signor Gardner di star tranquilli e non rompere i coglioni (detto chiaramente in maniera molto più diplomatica, s'intende).


Siccome il robot pesta tanto duro e si muove tanto in fretta quanto lo fa il suo pilota, allora è ora che il Divo Giulio faccia un pochino di palestra. "Tutti i miei amici che facevano sport sono morti", fa notare lui ricordando la propria scarsa propensione per il moto. Eppure, qui si ha da lavorare, e con grande gioia dell'amata madre Rosa Falasca, il Divo sviluppa potenza muscolare.


Potenza muscolare che viene traslata sul nostro giaguaro meccanico, che mediante una serie di calci rotanti massacra lo Shadow di Cossette.


E voilà, l'ultimo pugnetto proprio delicatissimo stende la nostra avversaria. Incontro finito! Round unico, non è al meglio dei due. Stavolta i punti acquisiti si traducono in soldi guadagnati, da cui verranno scalate le spese per la riparazione.


Ecco infatti la riparazione! Il vecchiaccio tecnico del nostro HAR commenta con una frasina a caso. Giulio risponde: “La politica non può mai esaurirsi nella tecnica. Essa è innanzi tutto un moto ideale, umano e sociale”. E nel frattempo conta i soldi: 933.000 dollari. Giusti giusti per allenarsi nella resistenza.  Ma c'è una cosa che dovremmo cambiare...


...i colori! Il color giallopaglierino tipico della minzione e un verde acqua abbastanza inabbinabile vengono sostituiti con il bianco e il rosso dello scudo crociato della DC. Ora sì che ci siamo, no? Andiamo subito a combattere Milano!


Ma ahimè, Milano è un feudo del PSI, e forte dell'appoggio del sindaco Pillitteri, la DC viene sconfitta sul filo di lana con una scivolatina di Milano, che subito festeggia bevendo un Ramazzotti. Il tecnico non è felice, che siamo costretti a vendere un potenziamento del nostro HAR per pagare le spese di riparazione.


Vabbè, proviamo a combattere di nuovo, contro una personaggia che non è parte dello "story mode". La dottoressa Lynn Yarr, che peraltro è pure disegnata in stile lievemente diverso dagli altri. Chi è? La dottoressa aziendale della WAR? Una seguace d'Ippocrate con l'hobby delle sberle simulate? Questo il gioco non sembra volercelo dire. Non che noi siamo interessati. Ci colpisce solo il colore innaturalmente verde degli occhi della dottoressa. "È vero - commenta Giulio dietro i suoi occhialoni Luke McCabe - La signora ha due occhi splendidi; specialmente uno." 

L'osservazione fa talmente incazzare la dottoressa Yarr che ci fa a pezzi. Per senso di pietà verso Giulio ho preferito omettere lo screenshot.

Più tardi.


Ah, ecco Steffan! Dopo diverse sconfitte caliamo di graduatoria (credo) e ci vengono assegnati avversari più brocchi, presumo. In ogni caso, il giovane studentello perennemente fuori corso è prontamente messo a tacere da Andreotti, che già prepara una rivincita sulla dottoressa.


Eccola qua! Lynn è prontamente fatta fuori, ma proprio per un pelo: tant'è che anziché esultare immediatamente, il robot del Divo Giulio resta lì, ballonzolante, con una forte emicrania, ed è qui che casca l'asino: purtroppo il Tedax per i robot non è disponibile. Belzebù gioca nervosamente con la fede al dito lanciando occhiatacce al cardinale Angelini.


Tocca a Shirro, con l'inguardabile robot "Thorn", che oltre a essere un tizio di Beautiful è un coso abbastanza fastidioso alla vista. Nessun problema, prontamente ce ne liberiamo dando una bella umiliazione al propagandista ufficiale della WAR. Così impara a sostituirsi alla Democrazia Cristiana, che diamine! Parafrasando uno dei noti slogan coniati da Shirro, Andreotti chiosa: "Tra un giorno da leone e cento anni da pecora, vi è tutta una gamma di età da viversi placidamente" e in tutto questo usa uno degli spuntoni di Thorn come stuzzicadenti.


Jack. Chi cazzo è Jack? E Soprattutto, chi lo ha disegnato così di merda? Non ci importa, soldi facili. Prossimo!


Urca! Siamo arrivati a Raven, che è il detentore del titolo nordamericano. È a bordo del Pyros, la cui abilità dovrebbe essere piuttosto intuibile da chi se lo trova di fronte, no?


La cosa bella è che praticamente il fuoco che subiamo viene principalmente dallo schema, e non dal Pyros stesso. Ma d'altra parte Andreotti non si scompone: il Corriere della Sera esce al mattino, e i treni più lenti si chiamano "rapidi". Noi però veniamo battuti e scendiamo in classifica...


...ma prontamente recuperiamo la posizione di secondo in classifica stracciando Ibrahim e Thorn in questo match che vedete a velocità doppia. Noterete anche che Ibrahim è completamente imbranato e ci è sufficiente prendelo a calci in da la fazza per farlo cadere. Perché alla fine uno deve cadere, no? Lo dice pure il titolo. Che ne pensa Andreotti di tutto questo? "Fondamentalmente, mi annoio." Io devo dire che mi diverto abbastanza.


E via, di nuovo contro Raven, e stavolta, complice l'aviazione (non dimentichiamo che Andreotti è stato Ministro della Difesa per otto volte) è Raven a cadere, e l'edizione serale del TG1 apre con la nomina del nuovo campione nordamericano: Giulio! (La folla applaude estasiata).


Mentre la porta dell'hangEr (sic!) si chiude, non puoi smettere di pensare all'ultimo combattimento. Il cuore ti batte fortissimo e le tue mani tremano per l'adrenalina. Ti senti invulnerabile! Il combattimento è stato duro, ma ce l'hai fatta. Sei il campione del nordamerica! Trovi difficile camminare, respirare e tutto quanto perché sei sempre lì a pensare alle prossime sfide. Oh, beh, ma insomma godiamoci un po' di vacanze, no? No, sempre sta cosa giapponese dell'inseguire sempre le sfide e non rilassarsi mai e non sorridere mai perché sarebbe disonorevole. Bah! Noi che crediamo al ruolo benefico della gente senza grinta ma capace di sorridere, la chiudiamo qui...


...non prima dei credits, molto cinematografici, molto top class. Il fatto è che sto gioco, per essere shareware, è estremamente "pulito" sia dal punto di vista della qualità grafica (con tutto che a me lo stile manga fa cagare) che dal punto di vista del sonoro che, soprattutto, dal punto di vista dei controlli. Porca miseria, i controlli. È così difficile fare una roba in cui la gente si muove esattamente come vogliamo noi, senza troppa inerzia, senza troppa latenza, e soprattutto che si senta quando le sberle arrivano in faccia ai nostri nemici? Chiedo così tanto? Boh. Comunque, il gioco in sé apparentemente non ebbe un grande successo: sinceramente non ne so la ragione. Un commentatore di questo blog ha fatto notare tempo fa come OMF fosse stato completamente ignorato dalla fecale stampa di settore mentre i redattori si facevano in quattro per trovare lati positivi al il coevo (e mediocre) Rise of the Robots, che aveva riempito le riviste di pubblicità. Voi la vedete una connessione tra le due cose? Mah! Così va il mondo, o meglio così andava nell'anno millenovecentonovantaquattro. Prossimo gioco!

È merda? No, alcuni punti sono discutibili, la trama è abbastanza ignorabile e la grafica è in uno stile che non mi fa impazzire, ma non si può dire che non sia giocabile. Anzi, è proprio carino e pulito. Non mi sono rotto le palle neanche una volta. E direi che questo è una cosa estremamente positiva, no?
Ci rigiocheresti? Penso di sì.

6 commenti:

  1. Coefficiente di difficoltà e di rischio incidente diplomatico altissimo, sono corso (non lo faccio mai) per prima cosa a leggere il responso finale. Che adoravo e adoro tuttora OMF2097 l'ho già scritto l'altra volta credo, ma ormai l'ho ripetuto per non ripeterlo, quindi amen. Come già hai osservato, i controlli del gioco sono sensazionali, soprattutto con un parco mosse abbastanza variegato e comunque completo con solo uno (o due?) pulsanti di attacco, laddove la concorrenza ne richiedeva 4/5/6.
    Ciliegina sulla torta aveva già all'epoca le Fatality a fine incontro (anche se non sbandierate come facevano in Mortal Kombat), la prima volta la scoprii per caso pigiando a caso i tasti a fine round, di ben due tipi, se ricordo bene c'era la SCRAP (che faceva felice il carrozziere, abbozzando solo l'avversario) e la DESTRUCTION che lo polverizzava, a favore del concessionario.

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    1. Ma và! Non è che mi offendo se sei in disaccordo col mio responso finale. Anzi, ogni dissenso è il benvenuto, se ben argomentato. Tanto, come si suol dire presso gli ipocriti albionici, we agree to disagree e sticazzi. Sì, devo dire sinceramente che a suo tempo il gioco mi aveva preso il giusto, ok, c'era qualcosa, ma complice il fatto che potessi tenere solo il jaguar e complice anche la grafica in stile manga (che odio) non mi aveva esaltato fino in fondo. Devo dire che prima di riprovarlo consideravo che c'era una buona probabilità che gli dessi "merda". E invece, sorpresona, i controlli sono veramente sensazionali se paragonati al già menzionato Rise of the Robots o anche ad altra roba della stessa "fascia di mercato", tipo un altro shareware che mi è venuto in mente solo ora, Xenophage della rivale Apogee, che al tempo mi aveva abbastanza esaltato, ma temo che fosse perché al tempo tifavo Apogee. Ero un coglione.

      Le pseudofatality non me le ricordavo e non le ho commesse durante la mia giocata, ammetto, ma ho una vaga rimembranza di qualcosa del genere, o forse mi confondo con il già menzionato Xenophage? Ora mi hai fatto venire il dubbio e temo che dovrò metterlo in lista della roba da farsi e ti ringrazio anticipatamente perché so che sarà l'equivalente videoludico di una martellata nelle palle.

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  2. Un gioco figherrimo e bellissimo, mi piaceva molto la mossa con la quale ribaltavo alle mie spalle l'avversario.
    Personaggi e robot "segreti", tra i quali personaggi una coniglia Eva Earlong(!) e suo marito Jazzy (!!)
    La Earlong aveva come motto "I came here to eat carrots and kick butt, and I'm all out of carrots!" che ricorda molto la battuta (in originale) di Essi vivono...

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    1. Ah, del cameone di Jazz Jackrabbit e consorte mica lo sapevo! Tipica autocitazione un po' autofellaziante di una software house. Ma a Jazz Jackrabbit ci giocasti?

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  3. la grafica non era eccellente, ma la giocabilitá era imho fenomenale, l'ho consumato, sto gioco. penso che sia il gioco che ho usato piu'di tutti

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    1. È anche una di quelle rare istanze in cui nello scontro epocale tra Apogee e Epic Megagames, la casa di Tim Sweeney stravince senza appello (vogliamo ricordare il picchiaduro della Apogee? Dobbiamo proprio?)

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