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lunedì 15 luglio 2019

Executive Suite

La corsa al successo. La grande chimera dell'obiettivo da raggiungere a ogni costo in modo da dimostrare qualcosa. A chi? A noi stessi, è la risposta che ci si dà in genere. È la risposta più intuitiva e più semplice, e non sono sicuro al 100% che, in ottemperanza alla legge del rasoio di Ockham, sia anche quella giusta. È una bella tentazione chiamare la corsa al successo con il suo nome americano, "the rat race", la corsa dei topi, e dichiararsi superiori a questo girare in tondo senza una vera meta che non sia l'autopromozione. È facilissimo a dirsi. La prima volta che sentii dire cose del genere fu quando qualcuno cercò di coinvolgermi nella grande truffa del multilevel marketing. L'indipendenza economica! Uscire dalla rat race! Tutte idee fantastiche, peccato che il MLM stesso fosse di per sé una corsa dei topi a cercare di prendere il più gente possibile sotto di sé in modo da fare più soldi possibile (e nel frattempo non fare bancarotta acquistando i prodotti truffaldini venduti dal MLM). 

Poi magari uno dice, facendo pure un po' di vittimismo: "Ah ma io non ho nulla e sono povero quindi non ho nulla da perdere e quindi mi chiamo fuori da tutto questo". Beh, a questo proposito vorrei ricordare l'episodio del diciottesimo libro dell'Odissea, in cui Ulisse, travestito da vecchio mendicante, entra nella sua reggia occupata dai Proci suscitando la gelosia di Iro, il mendicante "ufficiale" del palazzo. Visto quanto mangiavano (e sprecavano) i pretendenti al trono, uno penserebbe che ci sarebbe stato cibo a sufficienza per i due accattoni. E invece finì in rissa.

Meeting annuale rappresentanti Herbalife, 1174 a.C.

Meglio di me la racconta Luciano de Crescenzo in "Nessuno": la sua gradevolissima versione dell'Odissea, che ovviamente vi consiglio.

Molti pensano che solo in politica ci possano essere scontri di potere. Niente di più errato: la nostra società prevede la competizione a tutti i tipi di livello, e, per rendersene conto, basta avventurarsi di notte a Roma in uno dei viali del Parco Olimpico o semplicemente su una delle due sponde del Tevere. Lottano tra loro i polacchi per chi deve lavare vetri alle auto, lottano all'ultimo sangue gli albanesi per garantire il posto di lavoro alle loro protette, lottano i viados brasiliani e lottano perfino i venditori ambulanti di accendini, di fazzoletti di carta, di ombrellini e di qualsiasi altra cosa sia possibile vendere per strada. Mi dicono che, nelle grandi città, anche i posti ai semafori vengono messi all'asta tra gli aspiranti extracomunitari, come se fossero dei normali esercizi commerciali.

Soltanto chi ha nella vita reale della gabola dei soldi infiniti può dirmi che del successo se ne sbatte i coglioni, avrei detto un tempo. Ora anche lì ho i miei dubbi. Più vado avanti, più mi rendo conto che partecipiamo alla corsa dei topi un po' per soddisfare il nostro personalissimo bisogno narcisistico di riconoscimento, ma in parte anche perché tutti noi, specie noi figli di una generazione piena di aspettative, abbiamo interiorizzato una figura genitoriale che è un po' un mostro di frankenstein di tutte le figure di autorità che hanno permeato la nostra infanzia, le quali hanno investito tanto su di noi (sia economicamente che emotivamente) e in cambio si aspettano niente meno che il meglio. Ha senso per voi? Per me sì.

Di fatto, oggi parliamo di un gioco antico e molto oscuro, che trovai, non sono in grado di ricordarmi come, diversi anni fa. Il che è molto strano perché apparentemente è uscito solo negli Stati Uniti, ma oh, io ricordo di aver giocato a qualcosa del genere. Magari era un'altra roba. Non so. Però, com'è come non è, ce l'ho presente, quindi ci devo aver giocato. E sì che c'è tanta altra roba a cui giocai illo tempore che è completamente irreperibile al giorno d'oggi, e me ne dolgo molto (relativamente a questo contesto, s'intende). Ma ok, sto divagando. Dicevo. Gioco antico e molto oscuro, in cui si tenta la scalata alla gerarchia aziendale secondo una logica molto anni '80 (il gioco ha la mia età) di Greed is Good, in cui il rampantismo tagliagole è celebrato. In realtà anche al giorno d'oggi, ma con una mascherata di umiltà ipocrita e di aziendalismo di facciata in cui "sì, posso sembrare un grandissimo leccaculo azzerbinito a una gerarchia imbelle e narcisista, ma lo faccio per la CAUSA! Voi non lo capite, ma sto rendendo il mondo un posto migliore!". E non è che lavorando in proprio le cose migliorino, se pensiamo alla cultura del burnout performativo promossa da merda come WeWork, in cui negli spazi comuni si è invitati a sfidare la morte per karoshi. Stakanovismo privatizzato! E la medaglia "Eroe del lavoro socialista" è sostituita da una manciata di "like". Non è che si si applica soluzionismo ed efficientismo a un modello non funzionante allora questo migliora, eh. Semplicemente diventa non funzionante più rapidamente. Bah. Un secondo che mi faccio passare l'inacidimento.

Ok. Fatto. Sigla!


Executive Suite! Creato dalla sconosciuta e da mò estinta Armonk Corporation, sotto la linea "Gray Flannel Fun", che prende il nome dal film "L'uomo dal vestito grigio (The Man in the Gray Flannel Suit)" in cui Gregory Peck viene vessato dalla moglie per non essere sufficientemente ambizioso sul lavoro, tra le altre cose. Armonk, invece, è il villaggetto nello stato di New York in cui ha sede la IBM, che nel 1982 era un colosso dell'informatica e non la patetica società di consulenza che è adesso. Perché parlo di IBM? Semplicissimo!


Perché in questo gioco scaleremo le gerarchie della MMC, Mighty Microcomputer Corporation, una chiara parodia della IBM, con un reparto interno bello massiccio di ricerca e sviluppo (non come ora in cui le grandi società dell'informatica semplicemente acquistano ricerca e sviluppo fatta da altri) e una leadership dinastica (Malcolm Farnsworth III, presidente della MMC, è la risposta di fantasia a Thomas Watson Jr., patron "storico" di Big Blue). Oggi è un giorno speciale: un nuovo impiegato si presenta al reparto delle risorse umane della MMC.


E come prima cosa gli chiedono se vogliamo iniziare una nuova carriera o riprendere una carriera predcedentemente messa in pausa. Ho detto nuovo impiegato, quindi iniziamo da zero no? E che cazzo! E siccome non abbiamo un CV già depositato in azienda, facciamo il primo colloquio.


Con una bella grafica ASCII a simulare i fosfori verdi, il capo del personale Simon Woodstock ci dà il benvenuto.Ora, pur non lavorando nelle risorse umane io ho fatto un sacco di colloqui (lato intervistatore) e in effetti ho un metodo molto poco ortodosso, ma efficace, stando a quanto dice mia moglie, che nel settore della gestione del personale ci è veramente. Oh, io le ho proposto di dare al candidato un puzzle tridimensionale da risolvere mentre mi spiega come mai dovremmo assumerlo. Ora, vediamo un po' come funzionavano i colloqui negli anni 80, vi va?

Prima domanda: Qual è il tuo nome? Risposta:

Ma ciao!
(Applausi scroscianti dalla folla).


Simon Woodstock è un gran viscidone e riempie il Divo di complimenti. "Che bel nome, Giulio, come hai cominciato bene questo colloquio, e quale sarebbe il tuo cognome, Giulio?" "Questo suo atteggiamento mi pare più che altro speranza di favori futuri" risponde Giulio che già si vede in cima alla gerarchia.
"Giulio Questosuoatteggiamentomiparepiuchealtrosperanzadifavorifuturi. Che nome inusuale!" controbatte Simon, che è un coglione.

Una volta chiarito il tutto (Simon non si è mai tolto dalla faccia il sorriso da coprofago), proseguiamo l'intervista. Da che parte del paese vieni? Uhm, non c'è l'opzione "Segni", quindi diciamo "Midwest".


"AHHH! IL MIDWEST! Ci facciamo un sacco di affari lì! Bellissimo! Fantastico! Favoloso!" insiste Simon con la sua paresi facciale che gli dà una perenne espressione da sesquipedale idiota. "Che città?" Ah, benissimo, ora possiamo rispondere Segni (RM). Che Università hai fatto, amico Giulio? prosegue il nostro coglionissimo intervistatore. "Oh, un'università statale, niente di che." risponde Giulio.


"Ti prego, amico Giulio! Non tenermi sulle spine! Che università hai fatto? Che cosa hai studiato?" chiede il lumacone con il suo sorriso violaceo. "La Sapienza" risponde Giulio, e siccome tra le caselle da crocettare non c'è il diritto canonico, Il Divo sceglie la cosa che più gli si avvicina: Business Administration. "Ah ah! Che gagliarda simpatia, Giulio! Alla fine l'annullamento del matrimonio è un grande business, vero? Eh? Vero?" Il Divo Giulio resta impassibile di fronte al tentativo di fare amicizia di Simon. Un rivolo di sudore percorre la fronte dell'intervistatore mentre diversi capillari gli esplodono nel cervello.


"Altre esperienze di studio, Giulio amico mio? Io l'avevo detto sin da subito che tu eri studiosissimo! Un vero secchione! Eh eh eh! Giusto? Giusto?"

"Sono stato nella Fuci" dice Giulio. "È andata benino."


"Ho studiato diritto canonico business anche negli anni della Fuci, anni di grande apprendimento. Si può dire che mi sia laureato con lode" dice Giulio freddamente. "GIULIETTO MIO, NE ERO CERTO! LAUREATO CON LODE ALL'UNIVERSITÀ DELLA VITA! Già sento di amarti! Ma dimmi, Giuliuccio del mio cuore" prosegue Simon con il suo tono falsamente ossequioso "Studiare è importante, ma del lavoro, del lavoro eh Giulietto? Eh? Che mi dici dell'esperienza di lavoro? Quanti anni hai lavorato eh giù? Per quanti anni hai deliziato il mondo del lavoro della tua augusta presenza Giulio mio?" 

Andreotti è nervoso. Almeno Evangelisti è sincero nel suo leccaculismo. "69" risponde Andreotti sperando di farsi cacciare. Ma niente, tutto serio Simon segna "69 anni di esperienza", nonostante Giulio ne abbia 18. Ma Simon ha studiato materie umanistiche e non sa fare una sottrazione.


Dopo aver dato l'età a Simon, Giulio si sente chiedere quale sport ama praticare. "Tutti i miei amici che facevano sport sono morti" risponde il Divo. "Prego?" "Golf. Gioco a Golf. Non si suda e non è necessaria prestanza fisica, e tra una buca e l'altra converto alla DC almeno due avversari e tre caddy parlando di carciofi."


"E ora Giulio, altra domanda personale che forse potresti trovare imbarazzante. Di che sesso sei?" Giulio alza un sopracciglio incredulo e risponde a Simon che non ha ancora deciso.

"EH NO, FARESTI MEGLIO A SBRIGARTI E A DECIDERE IN FRETTA SENNÒ SEI FUORI. Apprezziamo il senso dell'umorismo, Giulio, ma ci sono limiti."

Fortunatamente con i miei articoli lunghi tengo lontane da 'sto blog le teste di cazzo, altrimenti avrei collezionato i commenti indignati dei falliti che prendono troppo sul serio internet, in cui avrebbero scritto che ai bei tempi andati era giustamente inconcepibile che una persona fosse indecisa sul suo sesso ignorando che la disforia di genere esiste da sempre e chi ne soffre ha sempre dovuto reprimere tutto vivendo una vita di merda. La tragica realtà è che sta gente ci ha più di trent'anni ed è ancora vergine.

"Beh, sono maschio, cattolico, romanista, e sposato con Livia Danese, a cui mi sono dichiarato al cimitero del Verano. Contento?"

"Molto meglio, Giulio. Malcolm Farnsworth III non tollera uranisti nel suo ufficio." 


"E giusto per sapere, quanti figli avete tu e Livia?" "Quattro. Lamberto, Stefano, Marilena e Serena." "QUATTRO FIGLI! WOW GIULIO, NON SI DIREBBE MA CI HAI DATO CHE CI HAI DATO EH? EH?" insiste Simon dando di gomito al Divo sulla gobba. Giulio non reagisce.


"Ma insomma Giulio, per concludere, perché dovremmo prenderti? Insomma, dimmi una frase con cui tu ti descriveresti" "Il potere logora chi non ce l'ha" risponde Giulio e Simon, deglutendo, mette la crocetta su "Ambizioso". L'intervista è finita e Simon ci propone una lista di posizioni "entry-level" nella MMC, e io resto soddisfatto perché ai bei tempi non facevano domande idiote come "Quali sono i tuoi punti di forza e i tuoi punti deboli?"  Sono cose che apprezzo e che non ho mai chiesto personalmente. In realtà a volte chiedevo alla gente che soprannome gli davano i colleghi, per capire quali fossero le sue debolezze senza avere risposte idiote e paracule tipo "Eh, sono troppo preciso" o "mi prendo troppo a cuore gli impegni". Uno mi rispose che il suo soprannome era "Emmanuel", come Macron, che al tempo era stato eletto da poco ed aveva ancora un livello di apprezzamento, e la ragione era perché come il neopresidente francese era assertivo e vincente, proprio come lui. Il soprannome che io gli diedi, coincidentalmente, era "Herbalife". Fake it til you make it!


Fermo restando che tutti sti schemi piramidali per ragioni personali li odio (e non perché ci sono finito dentro, ma perché ho lavorato per una di queste truffe in qualità di fornitore di sistemi informatici, scoprendo tutte le gabole dietro), cerchiamo un bel lavoro serio nella MMC. Basandoci sul nostro eccellente CV possiamo partire da lavori di secondo, massimo terzo livello. Non oltre perché l'economia è depressa e quindi l'azienda ha una scusa per pagarci meno. Applichiamo per il posto di "Customer Service Clerk"...


Evviva! Giulio è stato assunto. Praticamente lavora nell'helpdesk, a 22.000$ del 1982 all'anno. Facciamo un rapido calcolo di inflazione e convertiamo, e otterremo - cazzarola! 51.000 Euro lordi l'anno! No dai. Immagino che nel 1982 lavorare nell'helpdesk di IBM fosse un privilegio. Al giorno d'oggi IBM ha tutti gli sviluppatori in Romania e l'helpdesk sinceramente non ho idea di dove sia situato, perché una volta ho sentito dire che ormai delocalizzare in India non conviene più (molte certificazioni IT in India sono un po' "creative"). Ho paura a chiederlo, in realtà. Cominciamo a giocare sul serio.


Il gioco è un grandissimo test attitudinale, per la precisione un "Situational Judgment Test". Al giocatore viene presentata una situazione ipotetica di lavoro, e deve decidere cosa fare. Ora, io che ho partecipato a un sacco di selezioni di SJT ne ho fatti diversi. E il mio punteggio medio è decisamente alto perché uso una strategia infallibile. Prendo quello che si farebbe all'interno del mio lavoro reale, e scelgo la soluzione che è l'esatto contrario. In questo caso, però, non credo che funzioni. Però, vediamo che si può fare. Bucky Carter, un venditore senior, chiede al Divo di trovargli un dossier mentre Giulio se ne sta andando a cena con l'amata moglie Livia. Io personalmente me ne sbatterei le palle e direi a Bucky di arrangiarsi, ma il Divo Giulio, affaticato dal lavoro e dall'emicrania, scambia Bucky per De Gasperi e decide di aiutarlo. Realizzando la fregatura tiratagli dall'astinenza da Tedax, si scusa con Livia con un regalino, ma intanto Bucky è schierato dalla nostra parte.




Un cliente incazzato nero sta telefonando all'helpdesk di Andreotti. "HO INSERITO IL DISCHETTO CON IL DOS NEL MIO MMC PS-2 E HO ACCESO, E ORA QUI MI DICE ATTENDERE PREGO ED È UNA MEZZ'ORA CHE ATTENDO!" "Chi è chiamato al ministero, vi attenda" risponde serafico Giulio, mentre il viceprsidente del Marketing, Sam Danger, arriva alla scrivania di Andreotti chiedendo il report settimanale. Io in genere faccio copia e incolla dal precedente report, ma magari nel 1982 non funzionava così facilmente, e magari nel 1982 la dirigenza i report settimanali li leggeva. Quindi mandiamo lo stacchetto musicale al cliente e prepariamo il rapporto. Sam Danger vede Giulio che impassibile spruzza dell'acqua sulla cornetta per lavare le parolacce, e se ne va via dicendo tra sé e sé "Questo ragazzo è talmente capace a tutto che diventerà capace di tutto".


È il compleanno della signora Livia. Sta a noi scegliere se dedicarci a lei oppure se partecipare a ipocrite e inutili attività di socializzazione tra il posto di lavoro. Vaffanculo. Io non vado al lavoro per trovare amici, io vado al lavoro per essere pagato, e poi giunti a un certo punto mi levo dai coglioni e non penso al lavoro fino a domani. Non siamo una catena di montaggio, porco cazzo, e la produttività non è direttamente proporzionale al tempo sciupato.


Beh! Un anno in trincea e ora il Divo è pronto per un nuovo lavoro. La valutazione della dirigenza è buona e l'economia è in ripresa. Possiamo aggredire il quarto livello di CCNL! Dove andremo?


Senior Accounting Clerk! Dall'helpdesk alla contabilità è un bel passo avanti. Completamente incoerente, ma chi ha mai chiesto coerenza nella vita? 29.000$ annui e non facciamo in tempo a collezionare valuta corrente subito abbiamo il primo problema. Bucky Carte,r il nostro amico Bucky, torna dalle Industrie Dynamic con un ordine gargantuesco per il nuovo computer della linea m&m III (quello con dentro le noccioline, evidentemente) che porterebbe il bilancio di questa linea in attivo. Fighissimo! Chiaramente i furboni della Dynamic vogliono comprare a credito, ma sono lievissimamente indietro coi pagamenti. Che facciamo?


Si fa escalation, ovviamenten, a Cary Hoffman, Vice Presidente della Finanza. Il quale, come tutti i manager, casca dal pero, si caga addosso e ci chiede "COME MAI È SUCCESSO QUESTO?" Semplice, perché chi aveva la responsabilità prima che Giulio prendesse il posto era troppo intento a farsi metaforiche autofellatio per fare i dovuti controlli. Chi era questa persona? Ah, Cary Hoffman! Ma tu pensa un po' le coincidenze della vita! "MA NON È QUESTO IL MOMENTO DI PUNTARE IL DITO CONTRO UN COLPEVOLE, SIAMO COSTRUTTIVI E TROVIAMO UNA SOLUZIONE". 

Più si va in alto, più si cagano sotto. Tenetelo sempre a mente.


Bucky Carter ci chiede 8.000 dollari di budget in più per fare cose strane coi clienti della Dynamic.  Lui dice che gli servono per concludere la vendita, ma Il Divo Giulio sa che Bucky è un cazzaro. E quindi rifiutiamo gli 8.000. Intanto un altro anno è passato e noi puntiamo al posto di Assistant Product Manager. Fortunatamente la gente si ricorda del Divo solo per cose positive, e fortunatamente il resto della gente non ha il grande archivio di Andreotti, quello che una volta nominato tutti tacciono. E quindi continuiamo con la scalata alla gerarchia.


Taac! 37.000 dollari l'anno, con persino il nostro cubicolo. Succede che una botta di culo fa sì che in un bar semisconosciuto il Divo Giulio veda alcuni concorrenti intenti a tramare, che però dimenticano un faldone sul tavolo. Andreotti se ne appropria e anziché aggiungerlo illegalmente al suo archivio, preferisce restituirlo, perché è sempre meglio non lasciare tracce. Il concorrente arrossisce e ringrazia, ma Belzebù risponde "la riconoscenza è sempre speranza di favori futuri. Quelli che mi farai tu". e così facendo tiene per le palle un concorrente presso cui attingerà preziose informazioni. È così che si fa la politica, cari amici, mica "asfaltando".


Altri due problemi. Un venditore prende tangenti dai concorrenti. Che si fa? Beh, nello stato nulla si distrugge e molto si crea, ma la MMC non è lo stato. Il venditore viene allontanato in un drammatico confronto. Dopodiché, un project manager chiede a Giulio un briefing che probabilmente venderàai concorrenti giapponesi. Giulio non dice niente, ma porta Sigmund a mangiare il sushi. Sigmund magicamente intende e se ne va via con la coda tra le gambe. Fantastico. A me una cosa del genere non riuscirebbe mai. Non so se è perché sono io che non sono sottile come Andreotti o perché sono circondato da imbecilli.


Altra buona performance ed economia favorevole! Dove puntiamo! Assistente a vicepresidente esecutivo. Che sì, è un pure assistente, ma certi assistenti di direttori hanno un potere incredibile. E Andreotti non si fa problemi per salire la scala del potere, quindi ben venga lo stigma dell' Assistente. Tanto, ricordiamo, il Divo ha solo 21 anni. Io a 21 anni ero ancora a quell'atelier culturale del cazzo che è l'università e non avevo la più pallida idea di come scrivere un CV.


Prossimo impiego: prendiamoci una pausa!  Il Divo riesce a farsi mandare in prestito alla United Way, un'associazione filantropica che fa cose. No, onestamente non ho idea di come piazzare un dirigente in un'associazione caritatevole possa aiutare un'azienda che glielo presta. L'unica cosa che posso pensare è che la United Way sia estremamente ben connessa con agenzie governative. Sì, forse sì. Infatti come prima cosa il Divo riceve una chiamata dall'IRS (il fisco americano) che indaga sui contributi alla United Way da parte di certe compagnie, compresa la MMC. "MMC? Io non ricordo di aver mai sentito parlare di quest'azienda" dice Giulio.


Intanto che siamo alla United Way, una patetica rivista di setre vuole fare un articolaccio su di noi e sulla MMC. Il Divo non si mette di traverso, ma chiede di leggere l'intervista prima della pubblicazione, offuscando e diluendo tutto finché la storia perde ogni interesse e la fecale rivista di settore non pubblica l'articolo inchiesta sulla MMC. In cambio, Giulio si offre di fare un articolo in cui parla di carciofi.


Basta con la United Way! Cerchiamo di diventare Regional Sales Manager! Anche con l'economia depressa noi... *pollice verso* ... oh. No, niente, Il Divo non ha abbastanza esperienza in termini di vendite, quindi posizione rifiutata. Oh beh, ci perdono loro.


Si chiude una porta, si apre il portone: ottavo livello, asssistente del Presidente Malcolm Farnsworth III! 77.000 dollari l'anno a 25 anni, qualcosa come centottantamilaeuro di oggi. Ma è un lavoro sporco, e subito Farnsworth chiede ad Andreotti di andare a prendere la signora Farnsworth all'aeroporto, e nel frattempo di correggere una bozza di discorso. Ma questo è multitasking, Giulio! Garanzia di un lavoro di scarsa qualità! "Meglio tirare a campare che tirare le cuoia" risponde Giulio.


Una volta arrivati in aeroporto, scende dall'aereo la signora Farnsworth completamente ubriaca che inizia a fare delle avances a Giulio. Giulio la schiaffa su un taxi, non tanto perché Farnsworth, quanto per timore dei pizzicotti gelosi dell'amata moglie Livia.


Grazie anche a un disturbatore di conferenze messo a tacere a suon di sberle, Giulio viene promosso al nono livello! Vice Presidente addetto alle Pubbliche Relazioni. 28 anni, 101.000 dollari l'anno (sui 230.000 euro odierni). Io a 28 anni avevo il mio secondo tempo indeterminato e arrivavo sì e no ai 30.000 euro l'anno. Un mondo difficile.


In quanto capo comunicazione Giulio deve gestire un discreto padulo, con l'equivalente americano della Gabanelli che vuole fare a pezzi Farnsworth in diretta TV. Il bello è che Farnsworth si vuole pure prestare all'intervista che lo farà a pezzi. Cerchiamo di allungare il brodo chiedendo più tempo, ma tempo non c'è. Machiavellicamente l'intervista si farà, ma Andreotti (dopo essersi consultato con Forlani, grande esperto in materia) la renderà così noiosa che la Gabanelli deciderà di non mandarla in onda.

Più tardi.


Eh niente. Purtroppo abbiamo voluto scalare troppo in fretta bruciando la nostra candela dai due lati, e grazie anche a un'economia così così siamo retrocessi all'ottavo livello, Group Product Manager. Risorgeremo!

Ancora più tardi.


E rieccoci qua, al nono livello, Vice presidente addetto al marketing! Un comizio sui carciofi e Giulio sarebbe capace di vendere tessere DC agli eschimesi, o qualcosa del genere. Tanto per stare in argomento di eschimesi, il primo compito della MMC è di vendere più computer, dato che la produzione è aumentata. "E voi producete di meno" dice Giulio, ma quella non è un'opzione. Ergo, dobbiamo scegliere tra una autarchia avvilente e incostruttiva ed una vera e propria soggiacenza alle altrui esperienze e fenomenologie. Sticazzi, apriamo dei nuovi mercati all'estero! Il gioco consiglia Giulio di vaccinarsi per bene perché là fuori dalla sfera d'influenzza della MMC, hic sunt leones.


E infatti a forza di girare per il mondo, ci pigliamo una brutta epatite. "Lei ha sei mesi di vita" dice il medico aziendale della MMC. Anni dopo Giulio lo cercherà, volendo fargli sapere che è sopravvissuto. Ma sarà morto il medico. "È andata sempre così: mi pronosticavano la fine, io sopravvivevo; sono morti loro". E siccome lo stakanovismo è una roba che lasciamo ai sovietici, ci prendiamo sei settimane di riposo totale, in modo da non fare la scenetta della vittima sacrificale che lavora troppo e vuole essere premiata. Al lavoro da me ne ho viste diverse di persone così: era tutta una posa. Non concludevano un cazzo. Meglio uscire alle 5.30 concludendo le cose piuttosto che stare fino alle 2 di notte in ufficio a grattarsi le palle perché a casa non c'è nulla se non il vuoto. C'è sempre tempo per fare l'agnello sacrificale: tipo quando ci sono slittamenti nel progetto e da bravo vicepresidente esecutivo ci prendiamo tutta la responsabilità, dando un bell'esempio di come dovrebbe essere un manager, e tutti i cagasotto del consiglio di amministrazione iniziano a dire MA NON È QUESTO IL MOMENTO DI PUNTARE IL DITO CONTRO UN COLPEVOLE, SIAMO COSTRUTTIVI E TROVIAMO UNA SOLUZIONE" perché sono dei mediocri del cazzo e vedere la loro mediocrità li scioglierebbe come i nazisti nel finale di indiana jones.


E il Divo Giulio, per essere rimosso, viene promosso a Senior Vice President. Decimo livello, 171.000 dollari l'anno e un sacco di benefit. Tiè!

Più tardi.


Executive vice president! Undicesimo livello! 40 anni, 270.000 dollari l'anno, e Malcolm Farnsworth ama Giulio. Beh, è lapalissiano: TUTTI amano Giulio.


Intanto, i rivali della Behemoth Systems stanno cercando di acquisire la MMC, e Giulio deve difendere il fortino. Potremmo andare in pensione anticipata, o giocare sporco, ma la MMC in questo universo per il Divo Giulio è la DC, e il suo Degasperi è Malcolm Farnsworth III. Quindi lealtà, lealtà lealtà, e decliniamo persino l'offerta dei maledetti extraparlamentari della Behemoth che vogliono assumerci come vicepresidente. La lealtà di Giulio gli permette una visita alla titolare "Executive Suite" l'ufficio top della MMC attualmente occupato da Malcolm Farnsworth III, e Giulio, guardandola, pensa "Questa un giorno sarà mia". Un po' come col Quirinale prima del 1992.


E voilà, ecco l'opportunità di diventare presidente! Farnsworth cerca di spedire Giulio in Inghilterra a capo della divisione internazionale, ma qui c'è un posto di presidente (12mo livello) da aggredire, perdincibacco!


E inizia così l'assessment prima della promozione finale. Il consiglio di amministrazione decide di cominciare col tessere le lodi di Giulio, e tutte le cose meravigliose per cui è ricordato (e sono tante)...


...e anche, come rovescio della medaglia, tutti i "punti di miglioramento", ovvero, per dirla in non politichese, tutte le cose che non sono tanto piaciute. Mancanza di etica, coinvolgimento indiscreto nelle politiche dell'ufficio (ma d'altra parte c'è solo la politica) il suo tirare a campare e rimandare le decisioni, e tante altre cose che Giulio, sistemandosi la fede al dito nervosamente, conserva nel suo cuore meditandoci su.


Ma prima, l'ultima tentazione dopo i 40 giorni nel deserto! Il Maligno, che qui si chiama Alfred, porta Giulio in cima a un monte e gli mostra la National Transport e il posto da Vice Presidente Esecutivo, con salario raddoppiato. "Vade retro, Alfred!" risponde Giulio, e prosegue indisturbato verso la Executive Suite, qui resa in una magnifica grafica ASCII.


Ebbene sì, Giulio Andreotti è presidente della MMC, e Farnsworth decide di andare in pensione a guardare i lavori stradali. Il nome sul cavalierino dell'ufficio esecutivo viene cambiato e la contabilità ci riporta il net worth del Divo Giulio. 3.125.000 dollari del 1982! Poco più di sette milioni di euro odierni. Mah, pensavo di più, no? Oh beh, Giulio ha 41 anni ed è capo supremo della MMC, la vita ci sorride! E come se non bastasse, è ora di andare in Europa a fare il team building della dirigenza!


Persino il Wall Street Journal parla della nuova nomina. Ci fosse "Il Sole 24 Ore", Giulio sarebbe soprannominato "Paperone", come tutti quelli che hanno un capitale superiore a una certa aliquota. Che stronzata. Lo sanno tutti che Paperone era in realtà un vescovo umbro

Cala dunque il sipario su una MMC avviata verso la gloria sotto la ferma e decisa guida del Divo Giulio.  Ma spostiamoci ora in un universo parallelo in cui il Divo Giulio si comporta come il mediocre middle manager e si caga addosso di fronte alla responsabilità dando la colpa ai suoi superiori in un'intervista pubblica.


"HIT THE ROAD, JACK!" La MMC è spiacente di informarci che le nostre strade si separano (in un'azienda meno "people-oriented" si direbbe quasi dire che siamo licenziati!) Dopo il papiro con tutte le ragioni per cui il Giulio dell'universo specchio è cacciato via a càvicinculo, viene calcolato il nostro valore netto, che è di 683.000 dollari del 1982. Non male direi, ma per ottenere il cash mi sa che è necessario vendere qualche organo, no? In ogni caso, l'articolo è finito, timbriamo il cartellino, usciamo dalla mentalità lavorativa e non pensiamoci più. Prossimo gioco!

È merda? No, in realtà mi rendo conto che ho un "bias" dovuto alla mia abilità con i Situational Judgement Test, e per quanto l'ambientazione sia obsoleta e le situazioni siano sempre le stesse per ogni posizione lavorativa, il gioco è divertente. Quindi no, il gioco non è merda, e il mio debole per la grafica ASCII è ovviamente una ragione aggiuntiva.
Ci rigiocheresti? Penso di sì, è molto rapido.

4 commenti:

  1. Simpatico giochino, grazie per avermelo fatto conoscere. Mi ricorda molto i titoli della Choice of Games, la prosa è più scarna ma ritmo e ambientazione sono molto ben scelti. Come tipico per i giochi di questo genere, diverte molto per qualche partita, ma purtroppo dopo un po' le situazioni cominciano a ripetersi e conoscendo le risposte esatte vincere diventa facile.

    A costo di violare la politica antinostalgica del sito, mi permetterò di rimpiangere i tempi in cui De Crescenzo scriveva buoni libri (il confronto fra le opere degli anni Ottanta e Novanta rispetto a quelle dal 2002 in poi è impietoso). Aggiungerò poi che la lista di benefit aziendali ricorda inevitabilmente la famosa ascesa di Fantozzi nella megaazienda: https://youtu.be/7EJ3VyM12qM

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    1. Su de Crescenzo, beh, è fatto evidente che dopo il 2002 ha ha avuto un crollo verticale associato alla sua discesa nella senilità. Un buon 60% delle sue opere recenti, peraltro, è frutto di copia e incolla da scritti precedenti. E il caffè sospeso, e gli uomini d'amore e gli uomini di libertà, tutto molto bello eh, però ecco, mi dispiace davvero che il povero De Crescenzo (o quel che ne resta) sia spremuto fino all'osso dall'avidità delle case editrici. Un po' tipo Tupac che sono più gli album che ha rilasciato dopo morto che quelli fatti quando era ancora tra noi.

      Riguardo il gioco (e sì, senza dubbio la scalata di Fantozzi è ispirata all'importanza dei benefit aziendali che veniva data nei rampanti anni 80, e infatti Fantozzi alla Riscossa è del 1990), direi che di bello ha che è abbastanza variabile e quindi rigiocabile: ogni posizione aziendale ha intorno alle cinque domande, ma la cosa ottima è che le posizioni aziendali sono tante. Quindi sì, è un passatempo che non ha un'aspettativa di vita eccessivamente lunga, ma è divertente.

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    2. Beh, per una triste coincidenza scopro solo ora che Luciano De Crescenzo ci ha lasciati oggi all'età di 90 anni. Mi dispiace sinceramente per uno scrittore che ho apprezzato tantissimo (e da cui ho imparato molto), resta comunque valido il mio commento su quanto sia stato spiacevole vedere come la Mondadori continuava a sfornare libri di un autore ormai troppo anziano per mantenere quella straordinaria lucidità, facendo fare arditi lavori di copia e incolla al suo esercito di ghostwriter. Peccato davvero. Confidiamo comunque che, pur passato a miglior vita, Lucianone abbia mantenuto qualche dubbio, perché, come era solito scrivere lui, la fede incondizionata è violenza

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  2. Sottoscrivo tutto! Ho letto i libri di De Crescenzo principalmente durante l'adolescenza e ancora oggi constato che alcuni aspetti della mia visione del mondo sono stati in qualche modo influenzati dalle sue opere. Riposi in pace.

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