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lunedì 18 marzo 2019

Road Rash

Detto tra noi, Road Rash non me lo sono mai cagato più di tanto. Quello originale, intendo dire. Già le moto non è che mi esaltino più di tanto (ed è per questo che ho un tavò incredibile di fare l'articolo su "The Cycles"). Una delle ragioni principali, almeno penso, è che il motorino non ce l'ho mai avuto. Prevedibilissimo: se prima dell'età da motorino bastava un po' di sudore per mandare in paranoia il ramo matriarcale del'albero genealogico, figuratevi dopo i 14 anni, con i telegiornali che si sperticavano nel voyeurismo necrofilo della dettagliata descrizione di incidenti che costavano la vita a tanti giovani virgulti per via della loro avventatezza.

我们来自那不勒斯,我的朋友


Voi direte: ma a 14 anni magari si può iniziare ad essere più indipendenti? Forse, e ammetto di avere tergiversato un po' su quel fronte, ma in ultima istanza c'era sempre la questione del portafogli, sul quale né io né numerosi miei amici avevamo l'ultima parola, e quindi non se ne faceva niente. Per quanto riguarda la bicicletta:  non so ora come stiano le cose, ma al Vecchio Paese era abbastanza umiliante essere presi per il culo dai fighi di tutte le compe, che vivevano praticamente con il culo che era tutt'uno col sellino del loro cinquantino (andava molto di moda il Phantom Malaguti, ma i veri fighi avevano l'Enduro), il tutto rigorosamente senza strozzature, perché che senso aveva spendere milioni di lire per un coso che poteva toccare i 100 km/h e che a causa di una rondella piazzata nella marmitta non riusciva a fare più dei 45 (peraltro, subendo danni irreversibili nel motore con l'utilizzo prolungato)?

Ovviamente questi non erano problemi miei, ma un mio compagno di classe delle medie, Francesco S., che era originario di Napoli (stereotipato, lo so), sapeva tutto di 'ste cose e aveva una vera passione. Cambiava anche motorino ogni mese, e talvolta veniva a scuola a bordo di un'Ape Piaggio, tra l'apoteosi generale e l'invidia di molti. Di certo a invidiarlo c'ero io, che questo pigliava e usciva di casa quando gli pareva e io ero dipendente dai mezzi di trasporto privati (l'indimenticata e rumorosissima Mini Innocenti di mia mamma) o successivamente pubblici.

Insomma, sarà volpe-e-uvismo, ma delle moto io proprio sticazzi. E infatti al gioco di oggi ci giocai non tanto perché mi pareva fico un gioco di moto, quanto per il fatto che sul CD in allegato con una fecale rivista di settore c'era il demo, era per Windows 95, avevo Windows 95 da pochissimo, e andava da sé che ogni cosa su Windows 95 era per me completamente nuova, e 'sto Road Rash non mi suonava nuovo come nome, quindi via andare. Sigla!


Ah che bello, il menu di partenza con Windows 95 sullo sfondo. Era un avvio meno choc rispetto alla schermata nera, sapevamo che c'era dietro sempre qualcosa che andava e il fatto che si fosse multitasking ci rassicurava sulla possibilità che il computer andasse meno in palla e che si potesse fare ALT-TAB nel caso un'immagine sconveniente fosse comparsa quando qualche parente rompiballe entrava in camera senza bussare. Allo stesso tempo, però, veniva a mancare l'immersione: perché non è che abbandonavi il DOS per entrare in un altro ambiente: semplicemente si apriva un nuovo ambiente con sotto il solito noiosissimo Windows che tirava innanzi. Beh, non mi aspetto che capiate la sensazione.


Road Rash esce per la prima volta per il Sega Mega Drive, nel 1991. Poi, negli anni successivi, esce per diverse altre console e computer (PC escluso). Le cose cambiano nel 1994, quando esce una console destinata a rivoluzionare l'intero mercato (almeno stando a quanto dice la fecale stampa di settore): il 3DO! Tutti abbiamo avuto il 3DO, dico bene? No? No! Perché a differenza di quello che ci dicevano, il 3DO non se lo è cacato nessuno! Questa gente sta ai videogiochi come gli "esperti di geopolitica" stanno al mondo reale: non capiscono un cazzo! Quando al lavoro mi scendono i coglioni perché sento di stare facendo sforzi inutili cerco sempre di ricordarmi che almeno non sono un redattore di una ricita (o meglio, di un sito) di settore! Ecco, mi sento già meglio. Sto divagando. Dicevo: arriva la versione 3DO e due anni dopo la conversione per Windows fatta dai Papyrus, quelli di Indhy 500 e altri giochi di corsa. Bellissimo, ma il fatto che questo gioco sia la conversione di un gioco vecchio di due anni su una console che nel frattempo è morta mi fa sentire un po' puzza di bruciato. Ma sono io che sono sospettoso, eh. Via con l'intro, và.


Brum brum! Nella mia testa parte la bellissima "Round D Minor" di Augusto Martelli (di cui ho già parlato a proposito di Need for Speed) ma qui la EA ha scelto tutta un'altra musica: dei gruppi musicali veri e propri, tra cui una band relativamente "underground" chiamata Soundgarden (magari ne avete sentito parlare) che subito dopo l'uscita del gioco per 3DO divenne famosa con l'album "Superunknown" e insomma la EA, che manco pagò tanto i diritti, fece il jackpot. Che culo, ragazzi, è proprio vero che piove sempre sul bagnato. Anzi, sapete che c'è? La presentazione ce la guardiamo tutta.


Taaac! Senti come pompano i Soundgarden in sottofondo, e guarda come si menano tra loro i corridori! Uomini veri, cresciuti a birra e salCiccie, esultano saltando come dei nani ubriachi, sollevano coppe e schiaffeggiano culi qua e là e ... ehi! Ma la valletta della corsa è Lorella Cuccarini!


La cucina più amata dagli italiani.

Che fine ha fatto la Cuccarini, comunque? Tra gli anni 80 e 90 era OVUNQUE. Non che sia una brutta cosa (per lei, s'intende) l'allontanarsi dal cancro catodico che ha mandato in merda i cervelli del pubblico. Va tutto a suo favore, eh. Anzi un attimo che guardo cosa sta facendo ora.

Poco dopo.

Ma vaffanculo. 'Ste ex celebrità del cazzo che si inzaccherano nel torrente di merda digitale che è twitter per combattere la loro irrilevanza hanno rotto i coglioni! Basta porco mondo! Mi fate dare ragione a Uriel Fanelli! Andate tutti affanculo!


Scusate. Dicevamo, ecco l'inevitabile disclaimer pieno di banalità: il gioco ha un unico scopo: intrattenere. Bello, giusto. Sarebbe da mettere all'inizio dei film e dei cartoni animati che fanno frignare e lamentarsi i merdosissimi nerd (ma mi raccomando, con ironia!), ma sarebbe come parlare al vento. Esattamente come questo blog. Cari amici, io ci provo a dire che i peggiori nerd sono fatti della stessa pasta dei vecchi di merda che non riescono ad adattarsi a un mondo che cambia e mandano le generazioni successive a combattere per restaurare uno status quo di cui loro possano godere. Ci provo, ma gira e rigira si cade sempre nelle bruschette.


Che si tratti di un passato idealizzato in cui al sabato mattina si faceva l'educazione fisica giocando a marciare o che si tratti di un passato idealizzato in cui le principesse dei cartoni animati avevano le tette al loro posto e non avevano amici appartenenti a minoranze etniche, il principio radicalizzante è lo stesso: il mondo di oggi fa schifo, qualcuno faccia qualcosa per riportarlo a come piace a noi, mentre noi vecchi ci mettiamo in circolo a darci ragione a vicenda rimembrando la magia dei bei tempi andati che non ci sono più.

Ma (e l'ho già scritto) la tragica (non per me) verità è che non c'è mai stata nessuna magia, e se il mondo vi fa schifo rispetto a quando eravate bambini è perché non siete capaci di adattarvi e meritate, darwinianamente parlando, l'oblio. Adieu!


Intanto scorrono i titoli di testa, e zompa all'occhio la CTO di Zola Predosa (Vecchio Paese)! Gli ultimi rantoli prima del fallimento, temo. E comunque la traduzione era abbastanza una schifezza, ma è intuibile perché l'unico responsabile è il povero Sandro Carella, mentre se notate per la versione francese i traduttori non sono solo due, ma ci sono diversi addetti al controllo qualità. Classica mentalità italiana del tagliare i costi perché tanto lo sa fare benissimo anche mio nipote che sa l'inglese. E infatti la CTO vive e lotta con noi, esattamente come le aziende che prima della crisi vera, frignavano che c'era crisi e mi proponevano solo stage non pagati. Questo era sarcasmo misto a schadenfreude. E sì, sono un po' acido per via della Cuccarini, ora mi passa.


Ecco, come vi dicevo, la colonna sonora, fatta da musicisti veri, con contratto discografico e tutte le cose a posto. Sul demo a cui giocai, l'unica canzone presente era "Kickstand" dei Soundgarden, che riuscii a estrarre in formato .wav (non esistevano gli mp3 al tempo) e ascoltavo in loop su Registratore di Suoni. La misi anche come sottofondo allegata a un videogioco che avevo fatto al fine di sembrare disperatamente meno sfigato nella classe del liceo. Ma di questa storia di sfiga ne parlo un'altra volta.


Anche perché è ora di iniziare col gioco. Scegliamo la modalità Big Game, ovvero quello che nei giochi normali viene chiamato "Story Mode" o "Career Mode" o quel che è. Partiamo con una moto pessima, qualche soldo, e partecipiamo alle corse per incrementare i fondi e smaruzzare la moto come se fossimo Francesco S., che in quel periodo avevo già perso di vista perché dalle medie ero passato alle superiori ed ero disorientato come un pollo senza testa.


Ah, bello: le opzioni presentate come "lo spogliatoio", in realtà il cesso. Che siccome Windows 95 con Plus! ce lo avevo da poco, avevo fatto quello che fanno tutti i timorati di Dio: avevo sostituito l'icona del cestino con quella del cesso, e quando era pieno traboccava di roba marrone. Commentate voi perché io, insomma, boh. Bello comunque lo stile grottesco-deformato. Cominciamo scegliendo il nostro personaggio, allora?


Pronti, via! Noterete che i personaggi a disposizione sono tutti estremamente "tardi anni 90". Axle, ad esempio, ha un aspetto tale che ve lo potreste immaginare benissimo in qualsiasi band in voga ai tempi, ma io non saprei dirvi quale perché non ero il genere di persona che teneva MTV continuamente in sottofondo a qualsiasi attività della mia vita. Ero un grandissimo sfigato, per i tempi, e a volte vorrei veramente telefonare al me stesso del 1996 per dirgli "Tieni duro, da quel punto di vista vedrai che tutto si risolve".  Poi magari gli darei qualche soffiata su qualche buon investimento da fare in modo da avere un po' più di soldi da parte.


Eh, ma si sa, a guardarsi indietro tutti ci vedono benissimo. Milwaukee Jon ha l'aspetto di un camionista di quelli incazzosi, che manco sono utili a fermare il camion di fronte ai ristoranti dove si mangia bene. È l'unico personaggio un po' "heavy metal" dei vari possibili, il resto è più o meno pop da MTV, quindi troppo mainstream. Non ho idea di che cosa stia parlando.


Ecco, di Slim Jim apprezzo molto la freccia piantata in testa e l'espressione beota, ma l'accenno di pizzetto nonché la "Soul Patch" (la chiazza di peli sotto il labbro) è insopportabile. Spesso ce l'avevo pure io non perché mi piacesse, quanto per il fatto che facendomi la barba la mattina spesso me la dimenticavo. In realtà odiavo farmi la barba, perché con il rasoio elettrico avevo i peli talmente grossi che me li strappavo dalla faccia come un silk-e-pil, facendomi malissimo. Con la lametta, invece, dovevo passarci almeno tre volte in contropelo per tagliarli via bene e inevitabilmente mi tagliavo. 

"Eh ma che sei, uno yeti?" chiederete voi. Sì, la pubertà mi ha fatto sto brutto scherzo. Ora, non ho una capra morta sulla schiena come un mio conoscente finlandese che quando si andava tutti in sauna ostentava un vello posteriore degno di un mammifero non appartenente al genus Homo, ma ho barba e capelli folti e che crescono troppo in fretta. Ma di questo vi ho già parlato a proposito di Warcraft.


Bose Jefferson! L'inevitabile nero (con la G) grande grosso e un po' pistolone. Homo longus raro sapiens, sed si sapiens sapientissimus, dicevano un tempo. Altezza, mezza bellezza, dicono al Vecchio Paese persone che non sanno come riempire i silenzi. Bose non è ne bello né sapiente, ma è alto. E ha un nome che mi fa ridere pensando ad Alessandro C. che chiamasa Bòse (con la o apertissssima) tutte le appartenenti al genere femminile a lui esteticamente appetibili. "Fessssta! Bòòòse!" era il suo grido di battaglia, detto facendo roteare la mano, mentre quando si andava a intortare con esiti inevitabilmente tragici.


Ma che paura questa qui oh. Mi pare "Poison", il transessuale nemico di Final Fight, con un ankh appeso all'orecchio, il che non esclude che sia pure una fan di Ultima, che nel 1996 era proprietà intellettuale dell'Electronic Arts. E io come un coglione che attendevo l'ultimo capitolo, Ascension, che sarebbe stato una ciofeca inguardabile e sarebbe arrivato solo nel 1999.


Pearl McKurdy, unO spietatO punk, e come al solito la CTO ha fatto un lavoro di merda. Ma ignoriamo per due secondi la faccia orribilmente deformata di Pearl e concentriamoci sugli occhiali a lenti tonde e azzurre. Sono quasi certo che ce le avesse una mia compagna di classe che mi piaciucchiava pure. Prima che me lo chiediate, manco mi "friendzonò", ma ogni potenziale zerbinismo mi passò quando per caso sentii che stava confidando a un'amica che l'ex videogiocatore le stava sul cazzo. Non so perché ma questa dichiarazione mi fece sentire molto bene. Successivamente una buona percentuale dei miei compagni di classe si inzerbinì totalmente con costei, e il fatto che loro non sentirono questa confidenza fece sì che rimanessero per un lungo tempo con l'eterna illusione di riuscire a combinare qualcosa, illusione che ovviamente venne regolarmente frustrata. A parte ste robe patetiche, mi ero proprio dimenticato di come bastasse tenere occhiali da sole tondi o comunque occhiali da sole per essere fichi (vi ricordate la primissima serie della trasmissione "le iene"? Ecco). Eh, che ingenuità.



Rhonda Rash. La cofana blu di capelli è un altro topos degli anni 90. Un'altra mia compagna di classe aveva stupito tutti con il cambio colore, ma fu prodromico alla sua degenerazione in una spirale di disagio che la fece diventare un'orrida sfattona che odorava di scantinato. Passiamo oltre.


Infine abbiamo Teflon Mike. Ha il taglio alla moicana, un piercing al sopracciglio, la barba incota senza nessuna configurazione pilifera particolare. Dai, scegliamo lui, e a proposito di configurazioni pilifere particolari, apprezziamo che nessuno dei personaggi ha l'orrida strisciolina sul mento che se non sbaglio raggiunse l'apice di popolarità in Italia da parte di Salvo Veneziano, l'insopportabile pizzaiolo del primo Grande Fratello. Negli anni 2000 tentò di riscattare questo stile di barba il rapper Pitbull, condannandolo all'eterno stigma della truzzeria.


E insomma, Teflon Mike (Alias Andreotti) EHI UN ATTIMO! ANDREOTTI? Che ci fa qui?

¯\_(ツ)_/¯
E niente, scegliamo il personaggio ma il nickname ce lo scegliamo io, e vediamo di riportare Teflon Mike sulla retta via infondendogli un po' di saggezza andreottiana. Andiamo a visitare il "Der Panzer Klub"...


...dove possiamo ascoltare i pettegolezzi, qui non tradotti dall'originale perché il dizionario Hazon-Garzanti edizione 1972 che era in dotazione alla CTO non aveva la voce "Schmooze". Sentiamo dunque il pettegolezzo, che magari qualcuno fa come l'ex compagna di classe dell'ex videogiocatore...


Ehm no, niente, credo che sia una delle sezioni di gioco più inutili che abbia mai visto. Avanti.



Iniziamo a giocare seriamente, dunque. "Era ora!" Direte voi. "Chi è chiamato al ministero, vi attenda", risponde Mike, che è invasato dallo spirito del Divo. Scegliamo un tracciato cittadino, che supponiamo sia riciclato dal già visto Need For Speed. Sì, siamo molto cinici, qui. Ho perso l'entusiasmo per un sacco di cose, crescendo, ma penso che sia dovuto al fatto che riponevo l'entusiasmo nelle cose sbagliate, tipo appunto i videogiochi. Si fottano i videogiochi, ecco.



Ah, il Full Motion Video. A volte dimentico che tra il 1994 (Megarace e Dragon Lore) e il 1996 ci sono solo due anni di differenza e le mode tecnologiche sono sempre le stesse. A me pare un abisso perché nel frattempo avevo smesso di videogiocare. Incredibile la percezione che si può avere del tempo, no?



Cinque! Quattro! Tre! Due! Uno... E via che si parte! Certo, non si addice tanto a Teflon "Andreotti" Mike la giacca gialla e fucsia, ma se è per questo manco gli è ancora spuntata la gobba. In ogni caso, notare come gli sprite dei pedoni siano in bassissima definizione, forse perché il 3DO era attaccato alla TV, la quale faceva da filtro "calza" ? Boh! Importa?



Però va detto che il ritmo è febbrile ed estremamente gradevole. Si possono anche agevolmente tirare dei calci agli altri concorrenti (il nome del motociclista a noi più vicino appare in basso a destra) senza perdere troppo l'equilibrio, e già questo è un discreto passo avanti rispetto a BC Racers. Ci sono anche delle stupide vecchie rincoglionite che attraversano la strada non sulle striscie, e a differenza di BC Racers (e di Carmageddon) non vengono spiattellate via se  ci prendiamo contro. Immersione rovinata...



...ah no, quasi: se ci fate caso, uno si tuffa all'indietro come un incrocio tra Neymar e Nedved e manco lo abbiamo preso di striscio. Un altro, sulle strisce, lo abbiamo appena sfiorato e non fa una grinza. Si potrebbe dire che ogni passante ha la sua AI personale? No, io penso che semplicemente i programmatori di sto gioco non siano un granché.

Notare anche che, per vendetta rispetto all'arresto subito in Need For Speed, il Divo Giulio detto Teflon Mike prende a calci anche un certo Ortega, che non è l'ex trequartista della Sampdoria per cui aveva un'adorazione feticista lo stesso Luca B. che amava fare le sgommate con la Lancia Delta Integrale, ma è un poliziotto su moto, praticamente la versione anni 90 di Poncharello dei CHiPS, che secondo alcuni miei ex colleghi di diverse vite fa pure mi somiglia. Dissento, nel senso che non vedo somiglianze particolari tra me ed Erik Estrada da giovane, ma sapete com'è, certe persone hanno una paura matta del silenzio e inqualche modo lo devono riempire.



Taac! Una bella pedatona a Buzz, che ci manda affanculo. "Se tutti i mutilati passassero sui miei piedi sarei rovinato. La scuso perché non l’ha fatto apposta" dice Teflon Mike a Buzz, che subito si tasta tutto il corpo per capire dove è stato mutilato. Bello anche come la pianificazione urbanistica di questa innominata città abbia deciso di fare le case tutte dello stesso tono di blu...



...e ora siamo nel quartiere giallo, al terzo posto nella corsa clandestina! Ma "cosa vedo laggiù in fondo??", per citare Crozza quando ancora faceva relativamente ridere e non si interrompeva durante le battute a ridere da solo. Jon! Il secondo classificato, che stiamo lentamente ma inesorabilmente riprendendo!

Poco dopo.



Superato Jon, ecco in lontananza Bòòòse (detto roteando il polso come faceva Alessandro C. entrando in discoteca)! Il Divo si infervora, accelera, e non vede un taxi pixelatissimo in cui si va a infilare e subito il tassista, riconoscendolo, chiede di piazzare il figlio in qualche ministero.

Sa, raccomandazioni lei ne fa tante, ne ha fatte sempre tante...
"Vede, noi nel dopoguerra abbiamo aperto l'università a tutti, perché in partenza era giusto questo, di non mettere limitazioni. Però bisognava, e credo bisogna arrivarci, di fare quello che hanno tutti i paesi, cioè un numero limitato, un numero chiuso, che dia una selezione di qualità migliore, e poi rassicuri che quando uno ha finito, il posto lo trova." Ma tanto insiste e tanto frigna il tassista, che già che c'è inizia pure a lamentarsi della liberalizzaione e di Uber, che al Divo Giulio gira la testa e perde di vista pure la moto.



E via, di corsa lenta, a recuperare il nostro eburneo cavallo d'acciaio. Tra una cosa e l'altra scendiamo alla quinta posizione, ma c'è tutto il tempo per recuperare. Una penna e via!



E no niente, infastidito dall'agente Flynn, che provo a prendere a manrovesci, finisco contro un albero e il suddetto pulotto rallenta per darmi una mano a sollevarmi. Oh che gentile, agente! Penso tra me e me, e tutto d'un tratto...



...niente, Flynn chiama i rinforzi, ovvero i poliziotti in macchina che sguinzagliano un cagnaccio contro la nostra sacca maronaia. Teflon "Andreotti" Mike si guarda bene dal tirare sberle al #kanniolino perché se facesse anche solo un graffietto al loppide subito la folla inferocita lo lincerebbe, e quindi meglio limitarsi e subire...


...anche perché così ce la caviamo solo con una multa e con la squalifica dalla gara. Meglio così! Di ferito c'è solo l'orgoglio, ma siamo comunque tutti umili davanti a Dio.



Andiamo a correre nella Napa Valley, meta di americani benestanti che vogliono atteggiarsi a sofisticati assaporando lo schifosissimo pseudo-vino pieno di solfiti e merda varia che viene prodotto nella zona. Ci avete presente nei telefilm statunitensi le donne medioborghesi che si mettono la sera sul divano a guardare nel vuoto con un bicchierone di tavernello rosso di fianco? Quelle lì. Che disagio ragazzi, l'equivalente liberaldei redneck che guardano la NASCAR e sventolano la bandiera confederata. Sì, la sudditanza psicologica verso gli stati uniti ha rotto il cazzo. Questo Teflon Mike detto Andreotti lo sa, e dal nervoso tira calci all'aria mentre recupera agevolmente almeno tre posizioni.



E via che si prosegue tra i filari californiani, tirando manrovesci al vuoto che non servono a niente ma nemmeno ci impediscono di essere quinti. Mica male.



Arriviamo fino alla testa della corsa, dove ci sono l'inquientante Rhonda e il torreggiante Bòòòòse, e con un po' di sberle ben assestate, Andreotti è primo! Brrr, che freddo lassù in cima, ragazzi! L'altitudine ci fa girare la testa...



...ma mai quanto l'impatto con un minivan e con un cespuglio che probabilmente è fatto di granito, visto che ci fa volare via come dei palloncini al vento, e allegramente rotoliamo un chilometrino più avanti con un leggero cerchio alla testa. L'importante ora è non togliersi il casco, altrimenti ci si aprirà la testa. Sì, era una prevedibilissima menzione di una canzone di Elio e le Storie Tese. Sì, ho imparato a odiare i concerti di elio e le storie tese perché c'è sempre qualche coglione che durante le canzoni sciorina il suo nozionismo sulle varie citazioni musicali o culturali effettuate dal complessino. Praticamente, sti coglioni imparano a memoria il contenuto del sito marok.org e ripetono a pappagallo il tutto nella speranza che qualche ragazza trovatasi lì per caso gli si conceda. Incel di merda.




Non tutto è perduto, comunque, mancano ancora 2 chilometri alla fine della corsa, che qui vediamo a velocità raddoppiata. Primi! Teflon "Andreotti" Mike solleva le braccia prima del taglio del traguardo e fortunatamente durante l'esultanza non perde l'equilibrio perché sarebbe stata una discreta beffa. 


Beh, insomma, arrivando primi (ma anche secondi o terzi, apparentemente) si va a soldi, e se si va a soldi c'è un bel filmatino in cui a fine gara una serie di comparse finge di esaltarsi saltando come dei nani in costume da Ewok in un qualsiasi Guerre Stellari, e scatta pure un inizio di rissa. Il taroccatore di motorini che era alle medie con noi aveva anche come particolarità quella di non essere particolarmente violento come ci si potrebbe aspettare. A parte quando tirava delle schicchere ("cricchi" nel dialetto del Vecchio Paese) fortissime dietro le orecchie altrui urlando "CIPPPPPPSSSS!". E forse qualche episodio di pacca amichevole data eccessivamente forte. E forse anche altro. Ma non con violenza. Diciamo che l'aggressività lui la sfociava nel nonsense, come quando urlava "TORRRRREEEEE!!!!"  senza ragione particolare (ne ho parlato nell'articolo su Battlechess) oppure alzava il gomito verso l'altro sospirando "AHHH! ASSSCELLLLL!'" in maniera piuttosto sensuale. Era vaudevilliano. Nessuno ha mai capito cosa volesse dire. Ma tutti chiaramente lo imitavano. Io pure eh.


Dicevamo! Siamo andati a soldi! Mille dollari del 1996! Che sono circa 1400€ di oggi. Circa. Sapete cosa vuol dire tutto questo? Nuova moto!


Ah, ecco il concessionario di motocicli. Viscido come ogni venditore di auto usate (stereotipo parodiato nel personaggio di Stan di Monkey Island, che non ho minimamente cacato) e con un papillon da pagliaccio. Il venditore di biciclette e motorini del Vecchio Paese ora non penso neanche ci sia più. Da là veniva la mia bellissima mountain bike, che è stata rubata non in una grande città o in una zona-ghetto, ma proprio sotto casa dei miei, al sicuro e amichevole Vecchio Paese. Uno dice "Ah, nemmeno il Vecchio Paese è più sicuro come una volta, che si poteva andare a dormire con la finestra aperta e nessuno ci rubava niente, perché manco avevamo le finestre!". No, semplicemente qualcuno aveva lasciato la porta dello sgabuzzino delle bici aperta perché aveva paura che entrasse umidità lasciandolo chiuso. Non è entrata l'umidità, ma è entrata gente che ora ha una bici in più.



Bella 'sta moto: una scassatissima "Perro Pico", in cui fa tutto abbastanza schifo, ma c'è l'animazione di presentazione come in Megarace, che è così bella che la salto con un clic. Boh, facciamoci pure quest'esperienza e andiamo a farci un'altra corsetta. Nel frattempo, avrete notato, l'integrità strutturale delle mie gonadi inizia a cedere...



Ma la situazione è ancora sufficientemente gestibile per prendere a sberle un poliziotto irlandese in pieno centro, l'agente O'Shea, che  intimidito dai colpi del Divo Giulio detto Teflon Mike subito si fa da parte e ci lascia passare. Anzi, manca solo che ci faccia da scorta. Intanto comunque siamo primi, tiè!

Più tardi.



Ops. Volevo dire che siamo secondi. In ogni caso, si va a soldi, e tutti gioiscono, e io direi che per oggi s'è fatto abbastanza, no?



Ah no, un altro video di vittoria, con rapimento di valletta in abito da sera rosso in stile "Brittany Cole".Se notate in questi video non c'è audio non tanto perché non volessi violare qualche copyright, quanto per il fatto che ho fatto casino con la cattura del video. Voi però fate finta di niente, ok? Oh beh! Prossimo gioco.

È merda? Ci ho pensato sopra un po', perché nonostante tutto molte cose (tipo la grafica delle sezioni di gioco) sono simili a The Need for Speed,a cui ho dato merda. Ma in generale mi sono divertito molto di più perché comunque le sberle vanno a segno bene e si sente, e la velocità dell'azione ti prende abbastanza. Quindi sarà che mi sento in vena di perdonare un periodo della mia vita contrassegnato principalmente dalla sfiga, non è merda.
Ci rigiocheresti? Con bassissima priorità, e anche lì non ne sono del tutto sicuro.

6 commenti:

  1. Riviste oggi, quelle grottesche schermate di menù e quei grotteschi personaggi mi fanno proprio orrore. Peraltro mi sembra di ricordare che prendessi Ronda Rush perché semplicemente fosse "il meno peggio" di tutta la "rosa" a disposizione. Pessimi anche i video "live" (peraltro sullo stile di Fifa 1996 e 1997, anche se lì almeno c'erano azioni del calcio vero, non scene girate non benissimo).
    Il gioco però è sempre stato bello divertente (per via dei cazzottoni) e neanche troppo complicato (questo per me era un pregio in un gioco di "corse" su mezzo, che sia una due o una quattro ruote). L'unica difficoltà era adattarsi alla velocità del gioco, molto frenetico. Per il sottoscritto era molto più semplice il percorso rurale piuttosto che quello urbano.

    PS
    Hai ragione quando dici che bisogna adattarsi ai tempi che cambiano, altrimenti si finisce per comportarsi come quei vdm che tutti abbiamo criticati (si diffondono i cellulari, i vecchi contro i cellulari, noi contro i vecchi che erano contro i cellulari).

    PS2
    Comunque anche in fatto di "cultura Pop" sei spaventosamente esperto :D. Hai citato uno dei miei pezzi preferiti degli Elii (uno di quelli non mainstream, ma neanche sconosciuti).

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    1. Mi spezzi il cuore con il tuo PS2, ma ammetto di avere una memoria vergognosamente infallibile per le puttanate. Il fatto che Ronda Rush sia la meno peggio la dice lunga sulle figure grottesche. E sì che fino a un paio d'anni prima l'estetica videoludica era tutta così pulita. Credo sia l'alta risoluzione che ha rovinato tutto.

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  2. Thumbs down per la Soul Patch e/o la strisciolina alla Salvo V: se non avete abbastanza peli per un pizzetto, fatevi una cura ormonale, perdinci!

    Road rash giocato e stragiocato su megadrive in un'orrenda estate in montagna (1995?) ospiti di un conoscente ricco di mia zia. Che dire, quando hai solo quello e l'ambiente non è eccitante sei stimolato a proseguire...ed è così che finimmo il gioco. Ennesima estate del "ogni lasciata è persa show", fra l'altro. Saluti

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    1. il tuo "ogni lasciata è persa show" dev'essere un crossover con le mie estati adolescenziali. Prima o poi approfitterò di un articolo per telefonare al me stesso del passato e metterlo in guardia sulla sfiga. All'epoca ci avevo pure provato a farmi crescere il pizzetto, complice la mia produzione pilifera estrema, ma appena si superava la fase "stubble" in famiglia mi tritavano i maroni in una maniera tale che per sfinimento subito impugnavo il Gillette.

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  3. Recensione impeccabile. Mai stato appassionato di motori, moto, corse, nè tantomeno delle loro trasposizioni videoludiche. Però il gioco era obiettivamente divertentino e accattivante, per l'epoca.

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    1. Grazie. "Divertentino" è proprio il termine giusto, direi: un bello sfogo per cazzeggiare, ma non mi ci straccio le vesti.

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