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lunedì 11 marzo 2019

Fuzzy's World of Miniature Space Golf

Tutto sommato, il minigolf non mi dispiace. Non ha il problema di spazio occupato che caratterizza il suo fratello maggiore, che fu denunciato da George Carlin in un monologo che ho riportato su questi pixel un paio di glaciazioni fa. Per quanto riguarda il minigolf in sé, non ci vado da una dozzina di glaciazioni, ricordo che una delle ultime istanze in cui c'ero stato era con una morosa con cui mi sarei sfanculato di lì a poco per ragioni che non ricordo né mi interessa ricordare. Oppure ci avevo portato il mio avvocato (che coincidentalmente era mia sorella) che si stava riprendendo da una brutta pertosse? Boh. Non importa: è un passatempo innocuo e rilassante, e numerose occasioni di comicità possono presentarsi quando si propone come acquisto il seguente oggetto:

Mai più senza.
Non per la casa, s'intende: ci sono già abbastanza cose e mai e poi mai voglio aumentare il livello di entropia, specie per il fatto che sia io che mia moglie siamo cresciuti in case in cui non si buttava via niente.
 Nella fattispecie, la casa del Vecchio Paese in cui ho passato la mia infanzia ha più di un secolo di età e ha la cantina piena di scatoloni di roba, tutti etichettati come "Cose varie" "Di tutto un po'" "Pot-pourri" "Oggetti" ed è già tanto quando c'è scritto roba tipo "Libri". Quindi no, per casa no. Per dove? Per il posto di lavoro, ovviamente! Ci passiamo otto ore al giorno cinque giorni su sette (quando va bene) e forte della vicinanza del mio ufficio con le toilette quale miglior modo per concentrarsi se non impratichirsi nel putt mentre si sta cagando? Resta comunque un'attività infinitamente più produttiva che fare riunioni. Sia cagare che giocare a golf, intendo.  Lo so, sto divagando e non di poco. Di fatto, di videogiochi di minigolf non ne ricordo mica tanti, forse ne avevo visto uno sul Game Gear di un mio amico, ma l'unico che mi viene in mente ora, a parte il solito microgiochino in CGA della UltimoByte incluso nei già menzionati dischetti "Club della Rana" era "Zany Golf" della Electronic Arts, a cui non ho mai giocato. Zany significa "pagliaccesco" e si supponeva che non fosse tanto realistico quanto demenziale.

Demenziale.
Non ne parlerò oggi, perché appunto non ci ho mai giocato. Però, quando dopo una pausa in cui sembrava stessi diventando un adolescente normale, ripresi a tuffarmi nel vortice della sfiga, trovai su un cd allegato a PC Action (che in quel periodo aveva iniziato a mettere le donne nude in copertina causandomi un po' di problemi) un clone del suddetto gioco. 

ANCORA SESSO

"Sì ok, abbiamo capito che non erano certo i cloni di Zany Golf che ti interessavano di quelle pubblicazioni, ma quando inizi a parlare del gioco di oggi?" Eh, che palle, manco un monologo interiore fatto bene si può fare. Sigla!


Pixel Painters! Hanno fato questo e poca altra roba, ma la musica di sottofondo è incredibilmente avvolgente e sostanziosa, con una bizzarra sinestesia oserei dire "grassa", e vi spiego subito il perché...


...perché usa il tracker per Adlib chiamato LOUDNESS™! Lo stesso usato da Tyrian, della cui musica bella cicciona ho già parlato, e che dire? Questo è sicuramente un punto a favore, unito al fatto che la musichetta è memorabilmente orecchiabile. A questo punto la domanda sorge spontanea:

"Sarà sufficiente per salvare il gioco dalla zona marrone?" Se mi conoscete a sufficienza, sapete che tutto ciò è ininfluente.


Niente intro, subito schermata del titolo con musica bella corposa sotto. Per qualche ragione a me ignota ricordo che associai 'sto muro di suono fatto in sintesi OPL3 con la sigla di un cartone animato pseudo-ambientalista che andava in onda (in replica) in quel periodo nella fascia 16-18 in cui c'erano i cartoni animati di "Bim Bum Bam": il cartone animato si chiamava "Widget" e non ne ricordo nulla, se non che era una roba noiosissima, ma che vendeva per via di quell'ambientalismo cool che tanto andava di moda quando uscì Global Effect. Ne sentivo la sigla perché il mio avvocato (che coincidentalmente è pure mia sorella) ne guardava la fine in cucina/sala da pranzo prima che cominciasse il cartone animato più dannoso di sempre: Sailor Moon. Questo odiosissimo cartone animato, con la sua pseudomitologia ritardata, lo ritengo estremamente dannoso per il semplice fatto che, sublimando  una sua fantasia di potenza fomentata dal cartone, il mio avvocato una volta mi tirò una scettrata nelle palle e lo fece "in nome della luna". Porco cazzo che male.

Inoltre, non trovo dannoso ma molto triste il fatto che nonostante fosse un cartone animato da femmine, molti maschietti della mia generazione lo guardavano, per il semplice fatto che quando le cinque sciacquette protagoniste si trasformavano in scolarette giapponesi, c'era questa lunga sequenza di vestizione tipo quella degli acchiappafantasmi con lo scimmione, ma in cui si vedevano le silouhette delle tette delle suddette cinque sbarbine (che nella versione giapponese sono chiaramente minorenni, nella versione italiana, beh, uhm, preferiamo non parlarne). Ho fatto un periodo lungo e contorto ma quel cartone mi stava fortemente sui maroni (e non parlo solo della scettrata).

Vabbè. Selezionando la lingua trovo anche l'opzione per la lingua danese e olandese, e non so se sono più sorpreso della loro presenza o più smaronato dell'assenza dell'italica lingua che qui parla la gente.


Non che ci sia tutto 'sto testo, comunque. Cominciamo a giocare e scegliamo un giocatore singolo, e notiamo una certa somiglianza tra i marzianini protagonisti e il sovramenzionato "Widget", che scopro essere stato prodotto da Peter Keefe, già colpevole di aver preso, reimpacchettato, e importato in USA i Voltron, per poi produrre roba inguardabile (ma che si guardava comunque) come il dinosauro Denver e altre forme di merda catodica.

Stimati vez
Vabbè. Basta che poi mi inacidisco.


Scegliamo 18 buche. Credo (ma non ci giurerei) che le 18 buche fossero vietate nella versione che avevo io, perché era lo shareware, e non riesco a trovare dati su quante persone lo abbiano effettivamente comprato. Non penso tante, ma sono pronto a essere smentito, mica erano tutti plumoni come me.


Prima buca: Simple stars! E infatti, abbiamo una pista da minigolf a mò di piattaforma in mezzo allo spazio profondo. Pronti a giocare?


Via! Abbiamo 5 colpi con cui fare buca, se li esauriamo tutti perdiamo, se ne facciamo di meno ci portiamo il resto alla buca successiva. A differenza dell'altro gioco di golf che ho trattato in questa sede, l'interfaccia è estremamente semplice (è la stessa di Zany Golf, mi si dice). Si clicca sulla palla, si trascina indietro il mouse come a identificare da dove far partire la mazzata. Più indietro si tira, ovviamente, più forte è la mazzata: come in questo caso, che la pallina sbatte dappertutto e finisce in fondo a una discesa.


Vabbè, dopo esserci subito ripigliati, subito imbuchiamo la sferetta con due colpi restanti. Che detto tra noi dio le salite al minigolf, la palla tendeva sempre a tornare indietro. In un percorso da minigolf che ricordo, l'ultima buca era un mulino a vento in cui bisognava mettere definitivamente le palline in una finestra, che stava alla fine di una salitona. Ecco, quando ci davo abbastanza forte, la palla non centrava la rampa, e quando la centrava, tornava indietro perché la mazzata non era sufficientemente forte.


Buca successiva. BIG Dipper! Che scopro solo ora che è il soprannome americano della costellazione dell'Orsa Maggiore, oltre che del noto cestista Wilt Chamberlain. Dipper significa "Mestolo", e in effetti, più che un'orsa o un carro, quella configurazione di stelle ricorda più un bel mestolone. Inoltre, Dipper deriva da "To dip", che significa immergersi  o inzuppare. Praticamente è un'espressione equivalente alla bellissima espressione dialettale trentina "Toncare", che deriva dalla cosiddetta "Tonca", una forma di tortura a metà tra il waterboarding e l'ordalia che andava di moda a Trento nel Basso Medioevo. Praticamente si prendeva un bestemmiatore, lo si metteva in una gabbia e si inzuppava tre volte la suddetta gabbia nelle acque gelate dell'Adige: se il bestemmiatore sopravviveva, la blasfemia gli veniva perdonata con un gentile buffetto sulla nuca.


E in effetti, questa bella discesona rende bene l'idea del concetto di "dipping". "Skinny Dipping" in inglese significa fare il bagno ignudi, con le conseguenze che possono esserci sulle proprie dimensioni anatomiche causate dal contatto con l'acqua fredda. Divago, lo so. Di fatto, mi avanzano quattro colpi alla fine di questa buca e mi porto avanti con un bel tesoretto di mazzate. Non male!


Astro Angles! Bello, vedo che qui c'è una certa passione nei confronti dei nomi allitterativi. A parte questo, è tutto estremamente blando, con l'eccezione del mio ottimo colpo che fa sì, che, grazie all'aiuto dei suddetti angoli, arrivi a un quarto di sputo dalla buca con solo due colpi. Vuol dire, questo, che amplierò il mio tesoretto?


No, anzi...

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Come un completo deficiente giro attorno alla buca mancandola per un casino di volte finché non infilo la palla con un solo colpo rimasto. Frustrante quasi quanto dover riscrivere metà di questo articolo perché Blogger ha fatto l'idiota e si era perso un salvataggio. Ma così come ho deciso di non scrivere il post prima in Word (bleah) e poi postarlo qui, decido anche di continuare a giocare con un solo colpo di riserva. #YOLO


Goofball Gravity! Ancora allitterazione, ancora un titolo dimenticabile: gravità pasticciona, e in più un fungo (che potrebbe o non potrebbe essere pervertito) che dovrebbe dare un tocco di surrealismo al tutto ma smuove la noia di ben poco.


Ah, ecco la titolare gravità pasticciona. Coadiuvato dalla colorazione a gradienti che ci fa fare confusione tra cunette e dossi (che poi, alla fine, erano entrambi rappresentati dal segnale stradale con le tette, quindi qual è la differenza?) il gioco fa salire la palla quando teoricamente dovrebbe scendere.


E insomma la palla va in buca proprio al pelo, zero colpi rimasti, e non avessi centrato la buca sarebbe stato game over. Bene così, da un lato (dall'altro avrei avuto una scusa per tagliar corto e mantenere l'integrità dei miei maroni che sta venendo seriamente minata).


Altra buca: Blast from the Past! Che dal nome ispira il nostalgismo, ovviamente (d'altra parte, stiamo in un ambientazione spazial-fantascientifica che avrei visto bene negli anni 60). Quello che invece ispira, a prima vista, è la rampa del minigolf che ho già menzionato. Che poi, ora che ci penso, nella ridente località balneare da me frequentata per più di un decennio di minigolf ce n'erano due. Uno in collina, di cui ho già parlato, e l'altro era sul lungomare, senza uno straccio di albero a fare ombra e con un asfalto infuocato che se per caso ti scivolava via una ciabatta ti carbonizzavi via uno strato di piede. Ora io so che qualche altro blog su questa roba ci avrebbe fatto un articolo pieno di "noicheismo" (NOI CHE CI CARBONIZZAVAMO I PIEDI AL MINIGOLF SFIGATISSIMO DEL LUNGOMARE, E I GIOVANI D'OGGI SEMPRE ATTACCATI AL NINTENDO SWITCH) ma onestamente preferisco riflettere su quanto fossimo dei "mai goduto" da divertirci giocando in quella specie di fornace a cielo aperto, e ovviamente con pochi soldi per gelati o qualcosa di rinfrescante che ci evitasse la morte per essicazione come un Paul Atreides qualsiasi. Un mio amico prese una cazziata incredibile da suo padre perché comprò delle disgustose e salatissime patatine al formaggio e si era trovato con la lingua felpata che sembrava un futon.


Beh, insomma, prendiamo la rampa come alla fine del minigolf. Buca finita? Ovviamente no, il missilone parte.  Sarebbe troppo facile finire alla quinta buca. Tornando al secondo minigolf, quello caldo, la buca finale aveva comunque una salitona, ma che andava a finire in un canestro tipo basket, in cui cadevano le palline a partita finita. Peraltro ora che ci penso lì vicino c'era anche il tavolo da biliardo presso il quale una partita era sfociata in rissa, con le stecche usate come oggetti contundenti. E pensare che alle volte dico a me stesso che ho passato un'infanzia nella bambagia.


Sì, sto divagando, ma è un effetto collaterale dello sbriciolamento delle palle. Finiamo la seconda parte della buca, in cui atterra il missilone, con zero colpi rimasti, e passiamo avanti...


...Meteor Madness!


Quasi, dai. Non starò a pontificare su come Dee D. Jackson sia stata per un po' inviata di quel contenitore di nostalgismo che era "Matricole & Meteore" ma ammetto che la canzone è quasi gradevole, e che l'uso sbarazzino dei sintetizzatori aumenta di poco l'integrità delle mie palle. Ma è una pezza temporanea, eh.


Però nel frattempo perdo ogni cognizione dello spazio e con una serie di colpi fatti male arrivo alla buca con zero colpi rimasti. Dunque, si passa avanti?


No! Game over. La buca era senza bandierina, e ciò vuol dire che c'era ancora un pezzo. Che palle. Il mio alienino compare nello schermo di una tv in stile "Jetsons", e il fatto che non abbia manco cambiato espressione per sottolineare il disappunto per la fine del gioco mi fa pensare a due cose:

1) A che serve il ritratto dei marzianini se non fanno assolutamente niente?
2) Magari non ha alcuna reazione perché come me si sta rompendo le palle e prova solo sollievo. Non so.

Più tardi.


Siccome sono un autolesionista, ricomincio tutto e arrivo alla sesta buca con un tesoretto di colpi più ampio. Metto la palla in buca e voilà, la meteora pazza, me la fa zompare al piano di sotto con una simpatica animazione (tutto faceva brodo ancora nel 1995)...


...il che significa che riesco a passare il turno? No, ovviamente no, perché sono un totale imbranato. Game Over di nuovo! E in effetti non ricordo di essere mai andato oltre anche quando ci giocavo al tempo. Oddìo, non è che abbia perso chissà quante ore su 'sto gioco, eh. Però, essendo questa la versione completa, usiamo la funzionalità "Practice" per vedere le altre buche e toglierci questa ancestrale curiosità. Ce l'avete tutti, no? No? Bah.


Moon Buggie (Come with me for fun in my...). Che se ci pensate, i testi delle canzoni degli Oliver Onions in inglese non avevano senso. In realtà, ai tempi bastava un inglese approssimativo per essere considerati cool. Che cavolo, c'era chi riusciva a credere che prisencolinensinainciusol fosse una parola, se non esistente, plausibile! Che ignoranti culturalmente succubi che siamo - o meglio - che eravamo nel secolo decimo settimo. (Questo era Manzoni, visto che magari qualcuno non l'ha capito)


Che poi per qualche ragione a me ignota, di tutto il repertorio Bud Spencer/Terence Hill io ricordo con maggiore simpatia un film minore recitato singolarmente dal futuro Don Matteo: si tratta di "Poliziotto Superpiù" con un bolsissimo Ernest Borgnine, in cui l'orecchiabilissima canzone dei fratelli La Bionda fa così:


There's a man
do you see
and he looks
just like you and me
didn't you know
everything he got don't show

he's a super snooper
really super trooper
a wonder cop a one like you never saw
he's a super snooper
really super trooper

super snooper
super super super

Roba che la mia prof di inglese del liceo avrebbe intentato causa usando come arringa lo strano mix anglo-brindisino che era solita usare quando si incazzava. Era bello vedere come passava dal forzato birignao con cui diceva Uìlliam Scèsssspuah o Gioffui Ciohhhhsah a quando annusava l'aria e sentendola satura di insopportabili emissioni ghiandolari prodotte da una ventina di adolescenti, diceva al mio amico Alessandro C. "Alessà, òpeness' 'aa uìndddo ch'accà ci sta pauzz".


Ovviamente questa richiesta stava interrompendo una creazione artistica che riguardava un emblema fallico e un banco, un diario o un libro di testo. Lo strumento con cui l'ispirazione veniva tradotta in opera variava, poteva essere un pennarello indelebile o un cutter, ma insomma, 'sta storia ve l'ho già raccontata. Però non diventa mai vecchia.



Intanto avete notato? Siamo alla seconda parte della buca e ancora non accenna a finire. Proviamo a centrare uno dei due buchi e l'UFO ci teletrasporta la pallina all'inizio, quindi proviamo l'altro buco...


...e dunque si arriva alla fine con 88 colpi rimasti. Eh, che bravo che sono eh?


Galactic Giggle Gadgets. Già il nome è fastidioso di suo, con il suo tentativo di fare macchine in stile "The Incredible Machine". Poi il fatto che siano colorate con un inguardabile "Pillow Shading" mi rende tutto ancora più fastidioso. Onestamente mi ricordavo la grafica molto più curata di così.


Altra buca! Che non so perché ma viene bollata come settima. Un bug, forse. In ogni caso, questa è "Hoverball"! Il pavimento a quadrettini ricorda un po' Marble Madness e rende meglio l'idea dell'isometrico che in genere mi piace tanto tanto. Ma qui, boh. Poi il fatto che la palla stia levitando su questo pavimento mi fa passare ogni sospensione dell'incredulità e mi rende tutto estremamente irritante.


Ecco tipo guardate 'sto casino. Ma vi pare giocabile una roba così? Nemmeno a me. Passiamo avanti...


Wormholes! Prima che quel catalizzatore di orchite che è Interstellar lo rendesse popolare come concetto, c'era 'sto gioco che giocava sul doppio senso dell'anomalia spaziale/buco dei vermi, e qui abbiamo un verme che esce dal buco per buttare la pallina alla seconda fase...


...che è estremamente noiosa. Prossima buca?


Prossima Buca. Coi sensi unici. Sbadiglione, ragazzi.


Sì, non è molto professionale quest'ultima parte di articolo. Ma d'altra parte ho smesso da mò di chiamare i miei articoli "recensioni". Questo non è un blog di videogiochi, è un blog sull'immaginario collettivo, sulla psicologia sociale e individuale, e sui nostri miti, non tanto miti intesi come le tartarughe ninja o l'uomo ragno, ma miti intesi come l'intoccabile sacralità della famiglia d'origine, che spesso e volentieri, ho avuto modo di vedere, causa un sacco di danni. Ho visto persone rovinate dalla famiglia d'origine, il tutto sotto una patina di finto amore e di sovradosaggio di attenzioni. È una roba sconfortante, e non ne parla nessuno.


Sticky Space! Qui ci sono le paludi che rallentano la palla. Che altro dire? Niente.


Solar Sizzle! Questa, se ho capito bene, è l'ultima buca, e al posto delle paludi ci sono delle pozze di lava che ci distruggono le palle. A tal proposito, lasciate che vi dica che questo autolesionistico tentativo di tirare il più avanti possibile è arrivato al termine. D'altra parte, amo sperimentare i miei limiti di sopportazione: una volta guardavo i terribili video della BMEzine e siccome ero un birichino li condividevo con inconsapevoli anime candide. Ora che sono molto più soft testo i miei limiti così, e tanto ci basta. Prossimo gioco!

È merda? Indubbiamente. Per quanto abbia un'apparenza molto curata, soprattutto con la carinissima colonna sonora e una grafica "pulita" (per quanto ci siano numerose sbavature che mi hanno lasciato sorpreso) il gioco è ripetitivissimo e dopo le prime tre buche diventa noioso da morire. E onestamente, non saprei come salvarlo da questo destino: un po' è anche colpa del materiale originale.
Ci rigiocheresti? No. Il minigolf è divertente se ci porti la morosina (e il primo che fa una battuta sulla diciannovesima buca gli sego via le orecchie con il cutter spuntato di Alessandro C) o se ci vai con gli amici a far sfociare la partita in rissa usando le mazze come oggetto contundente. O se ci vai col tuo avvocato convalescente a respirare aria buona. O se ci porti tuo figlio e ti sciogli guardandolo ridere mentre è affascinato dagli orpelli presenti sulle piste. Ecco, quello ha senso farlo. Ora non ho idea se ci siano minigolf in giro, ma se alla prossima vacanza ce n'è uno vicino, Sinjin Malvineous Giulio (non è il suo vero nome) ce lo portiamo volentierissimo. Ma deve essere un minigolf vero, non 'sta merda qui. A questo no, non ci rigiocherei.

2 commenti:

  1. Gioco bruttino...carini i nomi delle piste e l'assortimento delle stesse, nonché il fatto che meteore e alieni possano complicare la nostra partita.
    Interessante la questione del minigolf sotto il sole cocente: ma eravamo incoscienti una volta o ci preoccupiamo troppo adesso?
    (sì, ci sarebbero tante altre cose extra del tuo post interessanti da commentare, ma mi limito a dire che preferivo "Automatic Lover" :D)

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    1. Senza dubbio al giorno d'oggi ci preoccupiamo molto (le uscite impanicate di genitori terrorizzati dai telegiornali un segno ce lo hanno lasciato comunque), ma è anche vero che l'anno scorso siamo stati in spiaggia con nostro figlio che aveva appena compiuto un anno e giusto una tenda a protezione UV di Decathlon a coprirci nelle ore centrali quando tutti ci raccomandavano di tornare in appartamento accendendo l'A/C a palla. Boh, appena passo dalla Riviera in estate (cosa che ormai non faccio da tre lustri) e ritorno a quel minigolf ti so dire (se il minigolf c'è ancora).

      Di Automatic Lover (che di primo acchito credevo fosse dei f.lli La Bionda) ti consiglio la parodia "Sexual Interface" parte di quella bellissima serie chiamata "Look Around You". In realtà ti consiglio di vedere tutta "Look Around You" se già non lo hai fatto.

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