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lunedì 15 gennaio 2018

Dragon Lore: The Legend Begins (prima parte)

Cosa succede quando hai a disposizione una nuova tecnologia? Cerchi di usarla per stupire la gente con effetti speciali. Cosa succede quando punti tutto sugli effetti speciali? Semplice, dietro di essi non c'è niente, anzi c'è la merda. Che cos'è la merda? È scritto tutto qui

Più precisamente? Per la precisione, volevo collegare il gioco di oggi a Megarace, per via del fatto che entrambi sono stati creati dai francesi della Cryo, e in secondo luogo perché entrambi mi sono arrivati in dotazione con il kit comprendete lettore CD-ROM e scheda audio Soundblaster Pro - compatibile, per il 486DX2 a 33 Mhz (overcloccabile col turbo a 66 Mhz). Come già dissi per Megarace, tutta questa multimedialità mi stordiva, a tal punto che non riuscivo a rendemi conto della totale assenza di sostanza sotto quella forma dai colori lussureggianti e dalle animazioni fuori di testa. Poi me ne resi conto, e provai a vedere uno degli altri giochi allegati, un  gioco che risiedeva su ben DUE CD. Roba da matti. 1300 Megabyte di roba! Inimmaginabile. Ed era pure uno dei miei generi di gioco preferiti, un'avventura grafica! Beh, ma che cosa si poteva volere di più? Fu con un certo timore reverenziale che installai il gioco e vidi... (sigla!)



...la stessa introduzione di Megarace. Oh beh, ci trovavo un certo benessere nella coerenza di due giochi che iniziavano entrambi allo stesso modo. È la stessa cosa che ci fa sentire bene quando teniamo nella libreria una fila intera di Gialli Mondadori: hanno la stessa copertina, lo stesso colore, la stessa altezza: credo che l'ordine sia stato uno dei bisogni primari della mia infanzia, ma non posso garantire che sia altrettanto per tutti. Boh.


Al posto del logo "The Software Toolworks" di Megarace, qui c'è il logo più recente della Mindscape. Coerenza distrutta. Infanzia rovinata (non è vero).


"Thirteen rings for the Dragon Knights", pronuncia stentorea una voce, e già con sti tredici anelli inizio a sentire puzza di scopiazzatura di Tolkien. Ma non importa, abbiamo due spadoni che girano, il titolo del gioco renderizzato in 3D che sbrilluccica, e uno sciame di scintille che introduce il sottotitolo. Tradizione del Dragone, la leggenda comincia! Bellissimo. Intanto di quello che dice il tizio in sottofondo non ho ascoltato bene, ma mi pare che uno di questi anelli dei Cavalieri del Drago spetti a me (il protagonista) e dovrò dimostrare di meritarmelo. Questa, in breve, è la storia. In sottofondo parte un brano orchestrale...


... e la visuale si sposta su un castello con una texture piuttosto sgranata. Non è molto differente dall'introduzione di Megarace, quando l'inquadratura si sposta su una città. Cambia solo l'ambientazione. 


All'interno del castello - AAAH! Ma che è sto mostro? Un tizio legnosissimo con i capelli color carota pettinati alla maniera di un qualsiasi Dragonball, per non parlare dei baffi. Il movimento incartato ci fa intuire che questo baffone sia profondamente preoccupato. Il tema dei draghi ricorre nella sala del trono di questo cavaliere (ma i cavalieri hanno un trono?). Questo stile "high fantasy" è piuttosto ricorrente negli anni 90, checché sia spesso dimenticato. Non dimentichiamo che il primo libro delle "Cronache del Ghiaccio e del Fuoco" è solo di due anni successivo a Dragon Lore. Il fatto che la serie tv tratta da questi libri esca in questi anni è una lampante dimostrazione del fatto che siamo entrati nell'era della nostalgia per gli anni 90.


Sopraffatto dalle preoccupazioni (e dalla sua legnosità), Ser Peldicarota McBaffo  ha deciso! Va al cesso a sedersi sul Trono di Porcellana. È effettivamente un ottimo modo per distanziarsi dalla preoccupazioni.


Ma mentre il nostro Biscardi medievale è seduto sul cesso a spingere, ecco in lontananza arrivare un drago, montato da un altro cavaliere, dall'aspetto rassicurante. Armatura nera, occhi rossi, punte ovunque, un'ascia nera in mano. Insomma, il fidanzato che vorreste che vostra figlia portasse a casa. Quest'ultima frase si supponeva che fosse ironica, ma a ben pensarci ci sono persone a questo mondo che hanno chiamato la loro figlia "Danaerys" e che un fidanzato così per sua figlia lo vorrebbero davvero. Oh, d'altra parte di tutti gli adolescenti che negli anni 90 su IRC avevano come nickname "Raistlin" qualcuno che si è riprodotto ci sarà pure.


Ed ecco che Rosso Malpelo Super Saiàn si è deciso! Con le gambe ancora addormentate dalla lunga seduta meditativa sul WC, ecco che si avvicina a un'altra ala del castello (in cui evidentemente vive solo)...


...e nel frattempo, all'ingresso, il cavaliere nero zompa giù, dopo aver parcheggiato il drago in doppia fila. Stronzo fino in fondo.


Con calma studiata, come Giucas Casella, il nostro cavaliere della messa in piega, continua a proseguire per il castello. Mi chiedo quanto dovessero essere costose le macchine che nel 1994 erano in grado di renderizzare tutto questo.


La scena si sposta di nuovo sul cavaliere nero che dice al drago di andare in zona con le linee bianche perché effettivamente stava in passo carraio e già la semplice fermata era quello che era...


...dopodiché, con andatura truzza, entra nel castello.


Castello che è veramente lungo come la merda. Scusate l'immagine prosaica, ma si vede come i Cryo volevano riempire i giochi con grafica spettacolare in modo che la gente non si accorgesse del contenuto che con un bell'eufemismo potrei definire "lacunoso". Con me ci erano riusciti, almeno le prime due volte che ho giocato a Dragon Lore.


Il cavaliere della truzzeria raggiunge la sala del trono. Dovrebbe essere un momento solenne in cui la tensione è altissima. A me semplicemente scendono i coglioni sotto il livello del mare. Ma al tempo il senso di meraviglia era grande, perché MULTIMEDIALITÀ.


La scena si sposta nella sala di un bambino. Una specie di "Bear" con il kilt e la panza coperta da una canottiera da muratore guarda incuriosito un oggetto inanimato che ha la forma di un neonato infagottato. Il ciuffo di capelli rossi mi fa pensare che il bambino sia il figlio del capellone baffuto! Oddio! Il membro scartato dei Village People perché lo scozzese non è suficientemente etnico come il pellerossa sta rapendo il figlio del Cavaliere del Drago! È lo sgretolamento della famiglia tradizionale da parte della famigerata lobby gender! Aiuto!


Ah no. Dietro la giostrina coi draghetti (che manco sta sopra al lettino, quindi è inutile) vediamo che è arrivato il fulvo pseudoabatantuono, che porge il figlio al corpulento scoto. Facendo un rapido 2+2 immaginiamo che Ser Baffoamanubrio, come si può intuire dal gesto sconsolato all'inizio, stia temendo per la propria vita e dia in affidamento il figlio a Er Canotta.


Intanto, il castello è così grande che il fantino dell'Istrice si è perso, e frustrato pianta l'ascia su un tavolo, con una fluidità di movimento da fare invidia a un pupazzetto di He-Man della prima serie.


"Vabbè, passiamo alle maniere forti!" dice il cavaliere degli spuntoni evoca dal pavimento una strane creature che sembrano un incrocio tra un dinosauro bipede ed una patata dolce. Però sono piene di punte anche loro...


...và che roba. Al tempo uno trovava esaltante il fatto che i tre mostriciattoli si riflettessero sul pavimento e proiettassero un'ombra sul muro. Ora mi viene da dire che il Baffone rosso ha fatto dare molta cera sul pavimento e i nemici camminano in quella maniera idiota per non scapuzzare per terra. Questa tattica si chiama "Difesa Mamma Ho Perso L'Aereo".


"Fuggite, sciocchi!" Così dice il baffettaro (che se notate bene è pure privo di collo! Che paura) alll'orso scozzese e al bambino. Notate come gira su se stesso come se fosse il palo della Quintana di Arezzo, quando in realtà sappiamo che il grafico Cryo ha usato la funzione Rotate on Z Axis di 3D Studio (o qualcosa di simile).


Angus McSmanicat porta via il pargolo prendendosi da solo a calci nel culo mentre cammina, come a dire "Marò che palle pure il bimbo devo seguire, già su Grindr non mi caca nessuno, figuriamoci con 'sta palla al piede"...


...e finalmente arriva il momento dello scontro! Il cavaliere nero si avvicina al rivale chiedendogli che cera usa per i baffi...


...e l'inquadratura si allontana lasciandoci solo intuire cosa accadrà tra i due! Questa era l'introduzione. È durata solo 3 minuti, avrei detto molto di più. Oh beh! Mentre vanno i crediti (il cui screenshot non vi mostrerò, perché l'associazione tra font simil-Arial, i titoli a scorrimento stile Guerre Stellari e l'ambientazione medievale è orribile) farò qualcosa contrario alla mia natura: leggerò il manuale, perché qui non c'è un nome che sia uno per capire la storia che c'è dietro.

Più tardi.

Ok, fatto. Praticamente ci troviamo in una civiltà che venera i draghi, un po' come un culto animista aborigeno, l'universo è chiamato "il sogno del drago" e tutto è stato generato dalla mente di un drago cosmico. Dopo una non ben definita guerra, l'umanità si è ritirata in una non ben precisata vallata, che viene difesa dall'ordine dei Cavalieri del Drago. Uno dei più nobili era Axel Von Wallenrod (il rosso baffone) e il più infido si chiama Haagen Von Diakonov (il puntuto cavaliere nero). Il titolo di Cavaliere del Drago è ereditario (sono i draghi a scegliere il loro cavaliere e lo scelgono in base alla nobiltà del sangue) e se un cavaliere muore senza figli il suo anello viene sepolto con lui. Il possesso dell'anello dona diritto di voto nel consiglio dei Cavalieri. Tutti sospettano che Haagen abbia ucciso Axel, che è morto in circostanze misteriose, ma nessuno ha mai trovato l'anello. Nemmeno il figlio di Axel, Werner Von Wallenrod, nessuno sa che fine abbia fatto. Iniziate a fare i collegamenti logici necessari? Bravi.


Diciotto anni dopo l'introduzione, un giovanotto dai capelli ridicoli e rossi (ma senza i baffi) porta della legna in una fattoria nella brughiera. Ha l'espressione scoglionata, perché come tutti i diciottenni pensa "Io qui sono sprecato! Da grande diventerò uno youtuber". Magari mettiti qualcosa di più decente di una maglietta della salute però. I pantaloni scozzesi mi ricordano uno dei miei esperimenti di immagine prima che diventassi un uomo vestito seriamente. Non erano ridicoli fino a questo punto, ma erano pantaloni grigi principe di Galles, che combinati con una polo mi facevano sembrare un golfista. E niente, un bel completo, camicia e cravatta e passa la paura. Solo che erano i tempi in cui ero tanto stupido quanto Werner, e non volevo mettermi la cravatta perché era troppo conformista. Ero ovviamente un coglione.


Eh sì amici, Werner è stupido. Pur essendo piuttosto atletico, non lo nego. In questa sequenza ammazza una mosca con un bastone...


E per esultare, rutta. Sul serio. Emana un verso molto breve e gutturale, ed è l'unico suono, assieme a diversi grugniti, che Werner emetterà per tutto il gioco. È il classico caso di protagonista muto, à la Gordon Freeman. Ci credete se vi dico che mi sa che non ho mai giocato ad Half-Life?


E finalmente si comincia! Il gioco è un adventure in prima persona a schermate fisse, un po' come l'insopportabile Myst. A complicare il tutto c'è il fatto che, a differenza dei vari adventure/RPG in prima persona come Eye of the Beholder o, per citare un gioco già visto qui, Hillsfar, quando ci giriamo di lato, non ci giriamo di 90 gradi, ma solo di 45. È piuttosto facile perdersi. Il draghetto rosso che svolazza è il puntatore del mouse ed è quanto di più scomodo esista sulla faccia della terra.


Guardiamoci un po' in giro. Nel carretto, intravediamo una bella spada curva. Il draghetto cambia animazione, prende in bocca una pallina, come a dire che possiamo raccogliere l'oggetto. Portare l'oggetto nell'inventario è una roba controintuitiva al massimo. Bisogna spostare l'oggetto in alto a destra e premere il pulsante destro del mouse. O era il sinistro? Già non mi ricordo più. So che se sbaglio pulsante, l'oggetto vola via.


Fortunatamente lo becco giusto. Il pulsante, intendo. Nella schermata dell'inventario posso esaminare l'oggetto portandolo sulla faccia di Werner, oppure equipaggiarlo, nel senso che glielo posso mettere in mano. Intendo l'oggetto. 


Ma continuiamo ad esplorare e... ehi! Ecco il bear scozzese, evidentemente invecchiato (ha perso i capelli) e senza canottiera addosso. Parlandogli vediamo il primo piano e io rimango vagamente schifato dalla distesa di peli sul torace. Eppure mi ricorda... mi ricorda...

Molto sottovalutata rispetto ai triti "YMCA" e "Macho Man", devo dire
Ma non parliamo più di questo. Quello che è evidentemente il nostro padre adottivo ci comunica costernato che il secchio del latte è bucato, e che Werner dovrebbe andare a cercargli una terrina o qualcosa. Quella vacca della vecchia Daisy deve essere munta. Un vero compito da cavaliere del drago!


Oh beh. Prendiamolo come un tutorial. Dietro la casa Werner trova un martello da guerra, che siccome è tardo cerca di darselo in testa. Fortunatamente, l'interfaccia è sufficientemente intelligente da impedirglielo e da esaminare il martello da guerra dicendoci che, effettivamente, è un martello da guerra.


Usciamo dalla fattoria e andiamo un po' in giro. Le zone sono separate da un'animazione che fa "spessore" ma alla seconda visione ci ha già bello che rotto i maroni. A guardia di una stalla vediamo con la coda dell'occhio che c'è un orribile incrocio tra un cane e una scimmia...


...e se c'è un cane, vuol dire che in giro c'è anche un osso! O viceversa. No, in realtà le due cose dovrebbero essere non correlate, ma questo è il mondo dei giochi adventure. Niente è per caso.


Torniamo dall'orribile mostro peloso che agita la lingua come Gene Simmons. Prendiamo l'osso, e usiamolo sul canescimmia con il tasto sinistro, mi raccomando: col tasto destro gli tiriamo l'osso in faccia, la bestia si incazza e ci attacca.


E nella stalla c'è una roba che sembra un nido o un vasetto fatto col guano di pipistrello. Werner cerca di annusarlo, ma il gioco ci dice che è "una ciotola". E vabbè, magari è sufficiente per contenere il latte della Daisy. Portiamola al sesto Village People, và.


Il pelosone con gli orecchini in ferro battuto non ci dice neanche "bravo", anzi c'è un nuovo guaio. La vacca è andata a perdersi nell'orto. Bisogna che Werner vada a riprenderla e portarla al pascolo. Il nostro padre adottivo lo farebbe lui, ma è troppo ingessato nei movimenti per spostarsi, e poi deve pulire la ciotola in modo che il latte non sappia troppo di merda. Siete eccitati, ragazzi?


Werner sembra non esserlo. Mi piace molto questa scenetta, con il bear scozzese che cammina leggiadro verso la porta e Werner scoglionatissimo che prende a calci un sassolino. Trovo questa scena molto divertente. Non so perché.


Ora però possiamo entrare nella casetta. A parte la texture di pietre spalmata contro il muro, scopriamo che Werner e il suo patrigno dormono nello stesso letto. Non scandalizzatevi: è un luogo comune, così come Brandon, che non sapeva di essere un principe, dormiva col nonno, anche Werner, che non sa di essere un cavaliere del drago, dorme con il padre adottivo.


Vabbè, iniziamo a depredare casa. Ci mettiamo addosso un'armatura di cuoio, pigliamo uno scudo, e prendiamo della strana roba appoggiata su un barile...


...senza dimenticare un bastone da passeggio, senza il quale nessun bravo malgaro porta le vacche al pascolo.


"Che ti prende, ragazzo? Dàt bain na mòsa!" dice Fergus McPelo. L'ho tradotto in un generico dialetto emiliano-romagnolo perché Werner è un nome che si addice benissimo a queste zone. Io per esempio, ho conosciuto un Warner, un Vanes, un Waines, un Waimen, un Wilmer e come non dimenticare lo storico sindaco di Ravenna, Vidmer Mercatali?


Vabbè. Andiamo a prendere il bovide. Dopo una lunga camminata con pure una dissolvenza per tagliarla corta (si ede che avevano il tavò di modellare e renderizzare tutto) Il nostro orto si trova vicino a una strana struttura in pietra.


Con la sua bella armatura addosso, il Werner chiama a sé la vacca. I veri bovari della Val Padana, quando vogliono spostare una vacca le tirano un calcio fortissimo urlando "POGIA!" Non ho mai capito cosa volesse dire. E sì che tra i vari lavori seri che ho fatto sono anche stato bovaro part-time.


Una volta legata la vecchia Daisy con una corda che abbiamo fregato a casa, abbiamo la vacca al nostro fianco. Seriamente, è diventata un'appendice di Werner. Praticamente è come se avesse infilato il braccio sinistro nel culo di Daisy e avanzasse tenendola come un "deambulatore".


Arrivati al pascolo, Werner lascia andare automaticamente la vacca, e si spazza anche il braccio. Azione mozzafiato!


Ma attenzione! La vacca potrebbe scapparci. Controlliamo che sia ben legata e a questo punto la tensione è così alta che non riesco a giocare ulteriormente. Ho bisogno di prendermi una pausa di una settimana per sbollire la tensione. Che ok, cavalieri del drago e tutto quanto, ma insomma, questo è troppo! Alla prossima settimana...

Quali saranno le prossime sfide agricole che dovrà affrontare Werner?

Riusciremo a vedere qualcosa che abbia a che fare con i draghi?

Cosa nasconde il padre adottivo di Werner sotto la coltre di pelo che gli ricopre il petto?

e soprattutto...

Questo gioco è merda?

Alla prossima settimana!

3 commenti:

  1. L'introduzione è lentissima, lentissima, lentissima. Ma all'epoca immagino fosse davvero qualcosa di grande da vedere. Il problema è che il videogioco mi sembra ancor più lento dell'introduzione stessa. Considerazioni sparse: il cavaliere nero mi sembra ispirato ai Drakkar di Lupo Solitario. Carine le patate dinosauro! Il protagonista del videogioco é davvero un super Saiyan, ed è un peccato non poter sentire questo potente rutto, vado a cercarlo su Youtube :D. Quella specie di cane è qualcosa di spaventoso, mentre il barbuto pelato mi ricorda Ivano Marescotti con il barbone lungo :D

    ps1
    Non hai mai giocato ad Half Life? Diamine, in effetti io ci ho giocato quando avevo già passato i trent'anni. Non ho vissuto la golden age di quel videogioco.

    ps2
    Ma sbaglio o i pantaloni scozzesi vanno di moda ora tra le donne? :D

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    Risposte
    1. il rutto non è poi così potente, anzi è piuttosto strozzato in gola, niente di che. Bell'osservazione sul fatto che il padre adottivo di Werner somigli un po' al Marescotti. Andai a vedere "Dante, un patàca" con la scuola e devo dire che come intonazione siamo lì.

      E no, a Half Life non ci ho giocato, forse cinque minuti a una versione "twilight" prima di vomitare, o magari mi confondo con il contemporaneo SiN.

      Sui pantaloni scozzesi non ti so proprio dire. I miei erano più "principe di galles", in realtà.

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    2. Giusto, vero che Half Life è un First person ecc. ecc :D

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