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lunedì 18 dicembre 2017

Zak McKracken and the Alien Mindbenders (Seconda parte)

Nella precedente puntata del blog dell'ex videogiocatore!


Antichi astronauti!

Contatti extraterrestri!

Scoiattoli bitesta!


Epidemie di stupidità!

Epidemie di stupidità che si propagano via telefono!

Ed ora, la conclusione!



Bentornati amici! una settimana fa eravamo sgattaiolati nella stanza segreta con un abile trucco telefonico, nella speranza di riuscire a disattivare la macchina che con il ronzio a 60 hertz rende l'essere umano stupido. 




...attimi di grandissima tensione! Cerchiamo di fuggire mentre il Tipico ci corre dietro. Appena ci tocca, come in "Strega Comanda Colori" siamo catturati, poi però vede il cappello e gli occhiali col naso sulla testa di Zak, e lo scambia per un altro tipico. Sospiriamo.

Più tardi.


Commettiamo la gigantesca cazzata di toglierci il travestimento e uscire dalla stanza segreta. Stavolta al Tipico girano molto i coglioni, "Come hai entrato?" ci chiede, rivelando la sua vera natura di cinquantenne su Facebook. Dopodiché ci porta in una cella chiusa da un campo di energia.


La cella, piano piano, ci risucchia l'intelligenza. Ciononostante Zak continua a buttare lì titoli da scoop, che però vengono fuori sempre più distorti dalla stupidità incipiente. "GIORNIVO ZEQUILISTA", si autodefinisce Zak.

Mai!
L'instupidimento di Zak è indicato dal fatto che si disattivano piano piano tutti i verbi, fino a quando non restano soltanto "Vai" e "Twitta"...


Una volta completamente instupidito, Zak viene pietosamente rilasciato dal Tipico. Cinque minuti dopo, l'effetto della macchina della stupidità inizia, paradossalmente a "scemare". Minaccia aliena un po' del cazzo, se mi permettete.


Una volta tornati normali, svegliamo l'autista della navetta per l'aeroporto con il kazoo che abbiamo trovato nella scrivania. Il PC Speaker suona "Pop goes the weasel" (l'unica canzone che Zak conosce) e l'autista si sveglia.


Voi l'avete mai visto un Hare Krishna che vende libri in aeroporto? Io no, ma apparentemente sembra un luogo comune nei film americani. Diamo la carta di credito a sto poveraccio e compriamoci un libro per soli 42 dollari. Cazzarola, 42 dollari del 1997 alternativo. Che inflazione ragazzi (lo so, 42 è un riferimento alla guida galattica per autostoppisti. Però costa comunque troppo quel libro).


Abbiamo già il biglietto per Seattle, ma ce ne freghiamo, andiamo a Londra! Nel '97 c'erano le Spice Girls e al tempo ci sembravano le gnocche più gnocche dell'universo mondo. Richiesto codice sicurezza? Che significa?


...Porco mondo, il DRM. Chi mi passò il gioco (il Colonnello, credo) ovviamente non incluse il codice di protezione, e quindi la maggior parte del gioco per noi era impercorribile. Sbaglio un tot di volte e...


...finiamo ar gabbio. Uno strano giannizzero rompe la quarta parete e ci fa la morale, mentre Zak marcisce in galera fino alla fine dei tempi. Per aver sbagliato il codice di protezione. In redazione de "Il Fatto Quotidiano" stappano lo champagne, mentre noialtri carichiamo il gioco e andiamo a Seattle.


Inizia la parte del gioco preferita da David Fox, il volo in aereo. Apparentemente questa sezione è ispirata alle brutte esperienze di volo del Fox. La hostess è orribilmente passivo-aggressiva, e dopo averci fatto una dimostrazione di sicurezza molto tirata via, tosta delle noccioline nel microonde e ce le rifila come pranzo.


Purtroppo la casa di Zak non ha il WC, quindi approfittiamo per andare in bagno ora che siamo in aereo. Fortunatamente il gioco ci evita di vedere Zak che fa i bisogni. Sono cose che apprezzo. Molto bene, gioco.


Fatto quel che si deve fare, iniziamo col vandalismo. Prendiamo un rotolo di carta igienica e otturiamo lo scarico del lavandino, dopodiché facciamo andare il rubinetto. Il bagno dell'aereo, che apparentemente è in qualche modo connesso alla rete idrica, si allaga! Chiamiamo la hostess col pulsante di emergenza...


...e mentre la hostess è intenta a pulire il bagno, facciamo altro vandalismo mettendo l'uovo che teniamo in tasca da  un po' dentro il forno a microonde.


La hostess è in piena crisi isterica, e così noi ne approfittiamo per ciulare il ciulabile: un cuscino galleggiante, un accendino e una bombola d'ossigeno (una per tutto l'aereo, andiamo bene).

Più tardi.



Altro intermezzo nella stanza segreta. Un caponiano sta cantando un mix di canzoni di Elvis per far felice il Re (non dimentichiamo che "The King" è il soprannome di Elvis). L'altro ne approfitta per fare il solito discorso da cattivo di James Bond, ovvero spiegando al pubblico esattamente cosa servirà per sconfiggerli.


Eccoci a Seattle: ignoriamo la città, siamo nella zona dello scoiattolo bitesta, con il monte Rainier sullo sfondo. Bel paesaggio bucolico, senza dubbio...


...se non che l'abominevole roditore ci attacca, e subito Zak pensa ad un titolo, tirando fuori un risultato più banale dell'altro. Odio il mio lavoro! conclude. Ma benedetto figliolo, chi te l'ha fatto fare di fare sto lavoro, nel 1997 non c'era mica la grisi (con la G).


Dopo aver fatto fuggire lo scoiattolo con le noccioline (in realtà è anche possibile ammazzarlo), vediamo cosa c'è nella caverna, scavando il fango con un coltello da cucina che ci siamo portati da casa e che paradossalmente non c'è stato sequestrato all'aeroporto. Dopo diverse ore che ricordano molto "Fuga da Alcatraz" o "Le ali della libertà", Zak trasforma un buchino nel fango in un'apertura enorme.


Accendiamo l'accendino rubato in aeroplano e mettiamo a bruciare un nido trovato nella caverna e un ramo preso nella schermata precedente. Sia fatta la luce! ed ecco una normalissima caverna. Ooooh, dice la folla estasiata.


Su una parete troviamo degli strani geroglifici. Niente paura! ci siamo portati da casa un pastello giallo e siamo pronti a eseguire l'equivalente rupestre de "La Pista Cifrata", rivelando un Ankh come quello del sogno e aprendo una porta segreta...


...in cui troviamo uno strano congegno, probabilmente lasciatoci da GLI ALIENI. Il cristallo blu ricorda un pezzo dello strano treppiede visto in sogno. Il cerchio rosso alla base del supporto ci ricorda invece il sensore del telecomando della tv di casa nostra. Fortunatamente, nelle tasche infinite di Zak abbiamo anche il telecomando e voilà! (applausi dal pubblico a casa) il primo manufatto è nostro!

Più tardi.



Nella stanza segreta non sono particolarmente contenti che Zak si sia impossessato di un pezzo dell'oggetto che farà fuori, in qualche modo, i malvagi caponiani. Bisogna correre ai ripari! Un altro po' di esposizione ci svela, se non lo avessimo ancora capito, che gli alieni cattivi si travestono da umani usando cappello e occhiali e nasone. Noi ne approfittiamo per tagliare la corda al più presto...


...e mentre il tipico compare dal nulla nella caverna, Zak è già sull'aereo di ritorno a San Francisco. ZLORFIK! dice il tipico, e se ne va. Piuttosto tonti questi caponiani.


Dunque, ora che abbiamo il manufatto, andiamo subito a darlo alla donna che Zak ha visto in sogno e in televisione, perché non si sa mai che Zak  "trovi da far bene", come si dice al Vecchio Paese.


Dopo pochi secondi, la porta si apre ed Annie Larris (che peraltro si chiama come la vera moglie di David Fox) esce curiosa di informazioni. Zak, che non interagisce con una donna da almeno un lustro, ha un momento di mancamento.


E mentre Annie gli spiega un sacco di cose sugli Antichi (i cervelloni blu), la minaccia caponiana, e il congegno, Zak non capisce una fava di niente. È concentrato sulla femmina e dei modi in cui può impressionarla per trovare da far bene. Si accorge a malapena che riceve un pezzo del secondo cristallo del congegno, e che compare un nuovo verbo: "Attiva". Il fatto che Annie spieghi "d'ora in poi ci scambieremo informazioni attraverso i sogni" è una bella rottura della quarta parete: i sogni sono una metafora per parlare del videogiocatore onniscente. Bella metafora, sul serio. Zak, però, che è in astinenza più o meno da sempre, è consumato dal desiderio...


...e quindi si fionda a casa a...insomma, fare quelle cose che tutti i ragazzini durante la pubertà fanno nella solitudine della loro cameretta. Ma Zak è così affamato che vuole di più, molto di più: ricordandosi di un suo vecchio articolo sul mondo dello "zentai", Zak decide di massimizzare le sensazioni chiudendosi in una tuta da sub aderentissima e infilandosi un rudimentale casco costruito con la boccia di Sushi fissata col nastro isolante. La carenza di ossigeno che ne consegue fa sì che il povero Zak tiri rapidamente le cuoia.

Intermezzo!


Ahimè, Zak, non ti ricordi delle tragiche storie di Michael Hutchence degli INXS e di David Carradine di Kill Bill? L'autoerotismo con soffocamento è una cosa molto pericolosa. Non provateci a casa ragazzi.

Intanto, su Marte.


Passiamo il controllo a Melissa, una delle due studentesse finite su Marte. La prima volta che attiviamo una delle due studentesse, abbiamo questo bellissimo scorcio dell'area di atterraggio, che sta fra la facciona e le piramidi marziane, che apparentemente sono nella stessa posizione delle piramidi di Giza. Un caso? Non importa, le due studentesse si stanno annoiando. Apparentemente la vita del conquistatore di nuovi pianeti non è così eccitante come sembrava. Concordo, e in effetti mi rendo conto che mi è passata la voglia di giocare. Dunque che si fa?


Vediamo di guardare in faccia 'ste due studentesse. Insomma, come dicono tanti personaggi dalla credibilità discutibile, basta "metterci la faccia" e tutto diventa più moralmente giustificato. Quindi, Melissa, via l'elmetto! Peccato che appena usciamo dal pulmino, non c'è più ossigeno, e Melissa muore poco dopo. Però apprezzo la maggiore credibilità scientifica rispetto a quel film stupidissimo che è "Mission to Mars" in cui Tim Robbins si toglie l'elmetto e diventa una statua di sale tipo la moglie di Lot a Sodoma. Certo, non siamo ai livelli della faccia di gomma di Schwarzenegger che si gonfia e fa uscire gli occhi come due palloncini in "Atto di Forza" (inutile dire che, essendo io un grandissimo cacasotto, con quella scena mi coprivo gli occhi) però, dai, direi che possiamo chiuderla qui. Prossimo gioco.

È merda? No, assolutamente no. È un'avventura piena di riferimenti culturali "alternativi", che li tratta con il giusto distacco e pure senza troppo cinismo. L'umorismo sarcastico e negativo tipico di Ron Gilbert non è riuscito troppo ad intaccare questo gioco, e questo per me è un grandissimo bonus. Sarà forse per via dell'umorismo più diretto e quasi più ingenuo che Zak ha avuto più successo in Germania che negli Stati Uniti? Può essere, e lo ammette lo stesso Fox. E inoltre, questo gioco di bello ha che è lunghissimo. In nessun altro gioco della Lucas puoi visitare tanti posti nel mondo. Lascia stare che ogni luogo ha due o tre stanze, però insomma, veramente impressionante. 
Ci rigiocheresti? Sicuro, se ne avessi tempo, cosa che in 'sti giorni scarseggia assai. Quando avevo tanto tempo per giocarci, un po' perché non avevo il codice, un po' perché ero un grandissimo cacasotto e spesso mi spaventavo, dopo un po' lasciavo perdere. Oh beh, c'è un tempo per ogni cosa.

5 commenti:

  1. Ma quindi se prendi il volo per londra (avendo i codici) si crea un'altra time line?

    Quando eri nel cesso dell'aereo e hai detto "facciamo i vandali", pensavo facessi come Duke Nukem :D: no, non hai classe.

    Ma non ho capito il finale (cioè dove sei arrivato tu). Ti uccidi di autoerotismo e poi cambi personaggio?

    Comunque è un gioco bellissimo. Peccato non averlo avuto da videogiocatore.

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    1. Sì, forse non ho spiegato benissimo: il comando "Attiva" serve a passare da un personaggio all' altro: nella fattispecie Zak, Annie e le due studentesse su Marte.

      E no, Zak non spacca il wc per bere l'acqua, spiacente!

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  2. 42 dollari per un libro? Spero contenga informazioni dettagliate sulla vita, l'universo e tutto quanto, sennò il povero Zak è stato truffato!
    Comunque cercherò di procurarmelo, sembra grazioso - carina anche la scena del DRM :)

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    1. Merita molto, anche se la scena del DRM ovviamente la odiavamo!

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    2. Comunque che Fox avesse letto la Guida si intuisce anche dal numero dell' autobus, oltre che dal prezzo del libro.

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