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lunedì 11 dicembre 2017

Zak McKracken and the Alien Mindbenders (Prima parte)

Buongiornissimo! Chi ha voglia di immergersi un po' nel melmoso mare della pseudoscienza priva di ogni fondamento razionale? Io no, ma di certo non posso parlare del gioco di oggi senza menzionare per bene le minchiate che hanno fomentato gente come L.Ron Hubbard, Erich Von Daniken e Claude Vorilhon detto Raël: nella fattispecie, l'ipotesi degli Antichi Astronauti. Tutta fuffa proveniente da questo senso di insicurezza degli occidentali sulla superiorità (vera o presunta non sta me a dirlo) della propria cultura. 

Magari la svastica dentro la stella di Davide è un po' di cattivo gusto, vez

Come a dire: Com'è possibile che gli antenati di quei beduini degli egiziani abbiano costruito le piramidi? Semplice! Sono stati gli alieni! Come è possibile che quei pezzenti degli Incas, che gira e rigira sono diventati i peruviani che suonano il flauto di Pan alle fiere di paese, abbiano disegnato le linee di Nazca? Semplice, gli alieni! Com'è possibile che quella strafregna del controllo di gestione del quarto piano non mi caca neanche di striscio? Gli alieni! Se aggiungiamo pure che History Channel, quando non fa documentari su Hitler, manda in onda le fregnacce del tizio con i capelli ridicoli che parla degli UFO che si mescolavano agli esseri umani in tempi antichissimi, ecco, allora la cosa finisce che la gente ci crede pure. Certo, è un tema folkloristico. Insomma, sennò come si spiegano certe architetture incredibili mentre noi uomini moderni non siamo nemmeno capaci di montare una libreria Billy senza istruzioni? ALIENI, ragazzi! Chi sono quegli esseri ritratti sulle caverne che non sembrano né umani né animali? ALIENI! Chi sta divagando nell'articolo che state leggendo?

Mi vergogno un po' di aver fatto questo meme
Sì, sto divagando. Da Zecharia Sitchin a Robert Temple, questa è una teoria della cospirazione piuttosto innocua e decisamente folkloristica, se la si prende con un certo distacco ed ironia. Certo, spesso queste cose sfuggono di mano: a tal proposito, il libro che vi consiglio di leggere è "Quando la profezia fallisce" del sociologo Leon Festinger. Negli anni 50, con l'inizio dell'era spaziale, si stava verificando in America un boom di religioni ufologiche. Festinger e i suoi collaboratori si infiltrarono in una di queste religioni, di dimensioni veramente minuscole (parliamo di una ventina di seguaci). La fondatrice di questa religione, Marian Keech, era una casalinga di Chicago che sosteneva di ricevere messaggi da alieni dell'inesistente pianeta Clarion, che erano capeggiati da un'entità di nome Sananda: per chi non lo sapesse, Sananda è il nome assunto da Gesù Cristo dopo l'ascensione, cambio di nome che coincide con la promozione a comandante supremo e consigliere spirituale della flotta stellare della Luce, secondo le credenze della Teosofia (un mash-up di tutte le teorie occulte note, praticamente un antesignano della new age). 

L'ambasciatore della Terra Lando Buzzanca in missione di pace su Clarion
Insomma, Sananda e i Clarioniani avevano detto alla Keech che un nuovo diluvio universale avrebbe distrutto il mondo il 21 dicembre del 1954, salvando solo pochi eletti scelti da loro. La Keech e i suoi seguaci si prepararono febbrilmente all'apocalisse, senza sbattersi troppo per convertire altre persone, tanto ci avrebbe pensato Sananda a chiamarli. L'apocalisse fu rimandata diverse volte, fino a quando la Keech non mise fine a questa farsa dicendo che l'energia positiva emessa dalla meditazione dei seguaci aveva annullato questa apocalisse (come il ridicolo discorso di Idris Elba in Pacific Rim, se siete nerd). Se una platea normale avrebbe mandato a cagare la Keech, quello che accadde, con grande sorpresa di Festinger, fu che i seguaci rafforzarono le loro convinzioni. L'autore del saggio ipotizza cinque ragioni per questo aumento di fede:

1) La convinzione era profonda e radicata nei credenti tramite azioni, rituali e linguaggio (parlo di tutti gli pseudotecnicismi con cui venivano definite cose spirituali)

2) La convinzione aveva prodotto azioni difficili da annullare: molti credenti si erano liberati dei loro averi terreni, e piuttosto che ammettere la loro credulità erano disposti a portare avanti la farsa.

3) La convinzione era concreta e collegata al mondo reale (il diluvio sarebbe partito da una diga vicina a casa della Keech) in modo da essere smentita in maniera inconfutabile.

4) La smentita (ovvero, il fatto che l'apocalisse non fosse avvenuta) è stata evidente ai credenti e inconfutabile.

5) In seguito al punto 3 e al punto 4, ovvero a una smentita ferma e ineluttabile, è fondamentale un supporto sociale dagli altri credenti. A fronte della dissonanza cognitiva, il paradosso è che le persone che ci circondano, se sono credenti pure loro, cementificano la nostra credenza. E noi rinforziamo la loro, insomma, non se ne esce più. 

"Un secondo " direte voi "Tutto questo che c'entra con il gioco di oggi?" Semplice, cari amici: tutti questi concetti sugli antichi alieni li ritroveremo in Zak McKracken. 
"E la storia sul culto e la dissonanza cognitiva?" È dovuto all'adorazione cieca e quasi fanatica che tutti i nostalgisti della mia generazione hanno per le avventure della Lucas. No, ok, scherzo. Forse. Sigla!


Lucasfilm Games! Prima che cambiasse nome in LucasArts e iniziasse il suo lento declino attaccata alla grassa mammella di quell'enorme vacca chiamata "Guerre Stellari". 


Il gioco comincia nella redazione di un pessimo tabloid, il National Inquisitor, parodia del settimanale di gossip  "National Examiner" (dal punto di vista del nome) e del settimanale semiserio "Weekly World News", in cui si raccontano con tono sensazionalistico storie di alieni, mostri, e del famigerato "ragazzo pipistrello", di cui tutti voi avrete visto qualche foto in giro per internet.

Il direttore del giornale sta redarguendo Zak, il protagonista, che si presenta al lavoro con pantaloni neri e camicia nera, un po' come faceva Fabio Faraci quando si presentava all'università, prima che iniziasse a mettere la cravatta. Apparentemente, Zak è stufo di scrivere "STUPIDAGINI", con una sola G, e questo ci fa intuire che la traduzione lascia un pochino a desiderare. Ma era uno dei primi giochi in italiano che avevo (dopo Ports of Call, che qui ho colpevolmente recensito in versione inglese, ma perdonatemi, era il mio primo post). E insomma mi esaltava poter giocare a qualcosa senza fare lo sforzo di tradurlo. 

Questa non è la prima versione del gioco che è uscita. Pochi mesi prima, la Lucas aveva pubblicato la prima versione, con la stessa grafica della versione per Commodore 64. Vediamola un secondo...


Lasciamo perdere e torniamo alla versione ad alta risoluzione. Il capo chiede un ultimo favore a Zak, dopodiché potrà dedicarsi al libro a cui sta lavorando. Apparentemente, a Seattle, ai piedi del monte Rainier, uno scoiattolo a due teste ha aggredito dei turisti. Peraltro, aggiunge il capo, il primo atterraggio di un UFO avvenne là, quindi magari Zak potrebbe menzionarlo nell'articolo. Zak non è felice...


...e uno dei suoi tic è quello di ripetere tra sé e sé possibili titoli per un articolo. In realtà il titolo non lo sceglie quasi mai il redattore, ma c'è proprio il titolista che deve fare la scritta scioccante per attirare l'attenzione. Così va il mondo! Meglio, così andava ai tempi del gioco (ma anche ora, se non aveste colto la mia manzoniana ironia).


"Più tardi, quella notte, Zak è a letto, da solo...come al solito." Dunque Zak è uno scapolone, oserei dire socialmente poco abile, che non ha la fidanzata. Ha pure il letto a una piazza soltanto, che io avevo quando stavo dai miei genitori. Tenere il letto a una piazza quando si va a vivere da soli è un abominio. Voglio mettermi a X occupando più spazio possibile, cavolo!

Vabbè. Il pc speaker gracchia e fischia imitando il suono di un uomo che russa, e parte la vera introduzione...


...che per l'epoca e la grafica EGA, è qualcosa di spettacolare. Zak sogna Marte, mentre in basso passano i crediti. Il principale designer è David Fox, impiegato della Lucasfilm che al tempo aveva la passione della New Age e decise di fare un adventure serio sulle tematiche che lo interessavano. Perché per quanto la New Age sia una stronzata, diciamocelo, è molto folkloristica. Per migliorare l'ispirazione, Fox passò anche un paio di giorni in compagnia di David Spangler, un filosofo ritenuto il padre della New Age moderna. Tra gli autori c'è anche Ron Gilbert, già menzionato come un has-been con tendenze da primadonna nella recensione di Monkey Island. Fedele alla sua nomea di cinico postmodernista, Gilbert volle aggiungere umorismo acido al gioco. Fortunatamente, le capacità di dialogo limitate non gli permisero di rendere il gioco troppo poco serio.

Tornando alla presentazione, il sogno scende sulla superfice del Pianeta Rosso, dove c'è quella strana conformazione di rocce che le fotografie della Viking facevano sembrare una faccia.


Ovviamente in realtà la faccia marziana è soltanto una pareidolia, un po' come quando guardate il Nettuno di Bologna dall'incrocio tra Via Indipendenza e Via Ugo Bassi e sembra che il Dio del Mare abbia un pene di dimensioni gargantuesche. Se accompagnate una ragazza che vi piace in gita a Bologna fatelo. Se non si allontana schifata forse avete qualche possibilità.

Insomma, dicevamo della faccia marziana. Il sogno di Zak zoomma sulla bocca, e ci troviamo una mappa che sembra una strana versione della Pangea, con un grosso continente in mezzo a quello che diventerà l'Oceano Atlantico. 


La scena onirica si sposta su uno sfondo grigio. Zak, con un pigiama ridicolo, ha un'esperienza extracorporea. La sua reazione è quella di pensare a un articolo, ovviamente. Mentre cerca di ricongiungersi al se stesso dormiente, gli compare davanti un antico alieno che gli indica un ankh. Io a questo punto della presentazione ero terrorizzato. Ovviamente ero un grandissimo cacasotto.


Ah, però il sogno si fa già più interessante. Uh che gnocca! Grugnendo e mimando una spinta pelvica, quel morto di figa  di Zak le si fionda addosso con ghigno coprofago, mentre uno strano congegno, un incrocio tra un razzo e un candelabro con tre cristalli, si frappone fra Zak e l'oggetto del suo desiderio. Al giorno d'oggi si dice "Cockblocking", credo.


Sparita la fanciulla, un travestimento da Groucho Marx e un cappello Stetson fluttuanti si mettono a inseguire il nostro giornalista scandalistico, che fuggendo mette in mostra la finestrella per far la cacca nei pantaloni del pigiama.


Sottolineata da una musica inquietante e incalzante, l'azione si sposta in un misterioso corridoio, alla fine del quale troviamo il fratello maggiore degli occhiali e nasone. Ma non vi ricorda qualche sequenza cinematografica particolare questo sogno?

Il protagonista che si trova in un luogo surreale...

...la comparsa di un personaggio misterioso...

...l'incontro con una donna...
...e l'inseguimento da parte dei nemici, raffigurati con la loro caratteristica principale.

Notevole, vero? Ma sono certo sia una coincidenza. In ogni caso, dopo questa strana sequenza onirica, Zak si sveglia, già con camicia e cravatta e scarpe bianche. Dunque quello è lo stile casual, mentre camicia e pantaloni neri sono il dress code da ufficio.


E via che si comincia! L'interfaccia è differente da Monkey Island, ci sono più verbi, e soprattutto c'è il tremendo "Cos'è". Infatti quando passiamo il cursore del mouse su un oggetto, non compare automaticamente nella barra, ma vedremo quello che c'è scritto solo quando ci clicchiamo sopra. Con il "Cos'è", vediamo il nome degli oggetti passandoci sopra col mouse, e poi dobbiamo ricordarci la posizione del mouse, scegliere il verbo, e cliccare. Insomma, è un passaggio in più, ed è incredibile vedere come, per arrivare a una soluzione semplice come quella che vedremo in Monkey Island (con il "cos'è" attivato di default) sia stato necessario passare da 'sta roba. Semplificare è difficile, cari amici, e quello che ho chiamato "aporiomorfismo" è un nemico duro da far fuori.


Come prima cosa, ci accattiamo la boccia con il pesce, che con un certo "black humor" Zak ha chiamato Sushi. Diversi anni dopo aver giocato a Zak, andrò per la prima volta a mangiare al giapponese, e farò il collegamento con "Sushi nella boccia" e sarà bellissimo, come quando riconosci le citazioni in qualche fanservice nostalgista tipo "Stranger Things". Ma non è ancora il caso, nel 1988 si guardava al futuro, non al passato, ed è bizzarro sentire la nostalgia di un passato in cui si guardava al futuro. Confuso da queste riflessioni, Zak svuota la boccia nella lampada.


E poi accendiamo la lampada! Sushi muore fulminata. RIP Sushi, insegna agli angeli a diventare frittura di paranza. "Oh oh, mangime", dice Zak, traduzione alla meno peggio di "Goldfish chowder" della versione originale, dove chowder significa mangime ma vuol dire anche "zuppa". Nella fattispecie il Goldfish Chowder è una zuppa con biscottini a forma di pesci rossi. Così ha più senso, no?


A dimostrazione della totale goffaggine di Zak, proviamo a prendere un pezzo di carta da parati: un sonoro "Straap" viene emesso dal PC Speaker. Per usare un'espressione delle parti di mia moglie, possiamo dire che Zak è un "Man de poìna". Non tutto il male viene per nuocere: il pezzo di carta da parati viene usato per raccogliere la carta di credito che è scivolata sotto la scrivania di Zak. Il gioco è ambientato nel 1997, dieci anni nel futuro rispetto a quando è stato fatto, e per il 1997 era stato previsto che ogni pagamento sarebbe avvenuto mediante carta di credito. O meglio, bancomat: dato che nella versione originale la carta si chiama CashCard. Nel 1988 in Italia non c'era bene la distinzione tra carta di credito e bancomat.


Dai, spostiamoci in soggiorno. Zak vive da scapolone e non si capisce come, ma un cuscino del divano è finito sbattuto per terra. Non mi faccio troppe domande. Un singulto di spavento accompagnava la scena d'intermezzo che arrivava l'improvviso....


...e finalmente vediamo i nostri nemici: sono gli alieni Caponiani, noti per la loro stupidità, che però riescono a rendere la stupidità contagiosa con una macchina che fa uno stranissimo ronzio. Interessante che il gioco della Lucasfilm parli di un'epidemia di stupidità nel 1997, anno in cui George Lucas, apparentemente colpito da questa epidemia, ha rilasciato quelle fumanti cacate che sono le edizioni speciali della trilogia di Guerre Stellari. Non si è mai più ripreso.


Finita la presentazione dei nostri nemici, accnediamo la tv usando il telecomando che troviamo sotto l'altro cuscino del divano. La cinguettante Lori Amore ci introduce altri pezzi di storia del gioco: due studentesse di Yale sono andate su Marte, e una giovane studiosa, Annie Larris, è alla costante ricerca di manufatti. Zak la riconosce come la donna del suo sogno, e prontamente eccitato inizia a pensare lui stesso a un "manufatto". Battuta orribile e di basso livello, me ne scuso.


Altro pezzo di storia: arriva il collegamento con Marte ed è piuttosto fluido nonostante i 4 minuti medi di latenza del segnale. Melissa, una delle due studentesse, ci spiega che in un sogno un alieno ha spiegato come convertire un furgoncino in astronave per colonizzare Marte. Probabilmente si tratta dello stesso cervellone blu che ha sognato pure Zak.

In realtà ero io, lol
Taci tu.


Altra storia poi prometto che basta TV. Lori ci rivela il fulcro della trama: la popolazione mondiale sta diventando sempre più stupida a causa di uno strano ronzio a 60 hertz emesso da tutti i telefoni del pianeta. Trent'anni dopo, nel 2017, la popolazione mondiale sta diventando sempre più stupida a causa di un'ondata di odio emessa da tutti gli smartphone del pianeta. Coincidenza? Vabbè, usciamo di casa non prima di aver preso il contenuto del frigo (un uovo).


Eccoci fuori! Alla sinistra dei teleschermi una panetteria francese, "Le Bakery", e sulla stupidità degli accenti francesi o in generale stranieri nei videogiochi ci tornerò. Alla destra dei teleschermi la convenientissima compagnia telefonica, caso mai volessimo indagare sullo strano ronzio. Pensate al giorno d'oggi a indagare su una cosa del genere. Mi ricorda un po' la trama de "Il Cerchio" di Dave Eggers. Leggete il libro, non guardate il film, perché stravolge il finale in maniera veramente patetica.


Nella 14esima Avenue (dove peraltro, molto convenientemente, vive la dottoressa Annie) andiamo a visitare un bazar/monte dei pegni.


Entrando, i comandi "Prendi" e "Dai" diventano "Compra" e Vende" (sic!). Fedeli alla regola d'oro delle avventure grafiche, noi COMPRIAMO TUTTO. Tanto Zak, nonostante il mestiere da meretrice del clickbait, ha un sacco di soldi.

Poco dopo.


Abbiamo acquistato persino una "tuta sub": l'usuraio ci confida che quella è l'ultima tuta sub coi guanti trasparenti. Questo per giustificare il fatto che disegnare uno sprite di Zak con la tuta sub e le mani coi guanti neri avrebbe occupato un po' di spazio in più su disco.


Tra le varie cose che abbiamo acquistato, abbiamo anche un tagliacavi, che utilizziamo per eliminare il cartello a forma di molletta che sta fuori da un barbiere chiuso per fallimento. Zak infila 'sta mollettona in tasca e noi al tempo ridevamo perché immaginavamo che "Zak!" fosse il rumore fatto quando il protagonista si infilava oggetti enormi nei calzoni.

Più tardi.

Decido di indossare il cappello e gli occhiali col naso, d'altra parte li avevo sognati, no? Magari era una premonizione sulla moda del futuro. Entrando nella sede della compagnia telefonica -- cazzarola! Apparentemente qualcuno c'è arrivato prima di me. L'addetto alla compagnia telefonica ha il mio stesso look.  E vabbè, solito conformismo degli anticonformisti. Paghiamo la bolletta (un salasso da 1138 dollari, voluto riferimento a uno dei pochi film non di Guerre Stellari realizzato da George Lucas)


Diamo la bolletta al gestore, qui chiamato "Tipico", che è una sbagliata traduzione letterale dell'originale "representative", che vuol dire sia rappresentante che "esempio tipico". Che roba, eh? E io che credevo al tempo che "Tipico" fosse per il fatto che indossava il tipico cappello americano. Proviamo a pagare la bolletta, ma forte di un sistema di raccomandazioni simil-italiano, il tipico ci abbuona tutto senza che paghiamo nulla. Bello.


Ora torniamo a casa per vedere se il telefono funziona di nuovo, ma non prima di aver letto il numero del telefono pubblico. Chiamiamo il telefono pubblico e...


...e lo scemo corre a rispondere. "Sei Edna?" chiede, di fronte al silenzio. L'umorismo citazionistico, da me tanto deplorato, inizia qui.


Nel frattempo, Zak gli sgattaiola alle spalle, e mentre il Tipico sta ancora telefonando, va a pasticciare con le bollette dei cittadini, azzerandole tutte e autoeleggendosi eroe del popolo che vuole tutto aggratise perché LO STATO LADRO C'HABBANDONATO. Dopodiché entriamo nella stanza segreta che abbiamo visto prima nella sequenza di intermezzo, e andiamo a provare a spegnere la macchina della stupidità: peccato che l'interruttore abbia soltanto due impostazioni: "On" e "On".


Non importa, proviamo a cambiare le impostazioni lo stesso. Zak tira un sospiro di sollievo, "Oooh, mi sentivo proprio stupido!". Ma è chiaramente un placebo, perché la macchina è ancora accesa e il ronzio del PC Speaker è insopportabile. A peggiorare la situazione, il Tipico si accorge delle nostre manipolazioni e canticchiando viene a cazziarci. Amici miei, siamo nella merda fino al collo! È snervante il "tum de dum" canticchiato dal Tipico, e ancora più snervante sarà per voi l'attesa di sapere che cosa ci riserva il destino.

Sarete in grado di attendere una settimana per vedere la brutal fine che farà Zak?


Riusciremo a risolvere il mistero della stupidemia? 

O almeno a intervistare lo scoiattolo bitesta?

Ma soprattutto...

L'ex videogiocatore avrà voluto essere provocatorio al punto di dare "merda a un'avventura Lucas?"

Lo scopriremo la prossima settimana!

Ciao.

13 commenti:

  1. Ahha, bellissimi i due screenshot della stessa scena presi dalla versione pc e versione Commodore. Che poi il personaggio è identico a migliaia di altri personaggi di giochi del Commodore.

    Ad ogni modo mi sembrava di vedere Larry! Anzi no, è Total Recall! Zak sogna Marte..

    Comunque sono sicuro: questo gioco non sarà merda :D, salvo tracolli nella seconda parte, che - sempre secondo me - non dovrebbero accadere.

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  2. La musica è una cosa fantastica.
    E sì mi associo a Riccardo, questo gioco non sarà merda.

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  3. Un mio amico ha una venerazione mostruosa per questo gioco! Io non ho avuto ancora il piacere di provarlo, ma da ciò che descrivi, sembra avere un che di profetico XD

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  4. È un gran bel gioco (lo spoiler che non è merda è uno spoiler da poco). È anche anomalo rispetto ad altre avventure Lucasfilm/Lucasarts: ha un umorismo molto più "ingenuo" e positivo, e molto meno "cinico/sarcastico" come i monkey island (soprattutto il secondo) o i Maniac Mansion.

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  5. Non puoi smerdare Zack a meno che sei un troll. Questa la mia provocazione ;)
    Senza Zack, non avremmo avuto The Secret of Monkey Island (1 e 2, stop), non avremmo avuto Day of Tentacle (anche se era il seguito di Manic Mansion). Nello stesso Indiana Jones and The Fate of Atlantis si respira a tratti questa atmosfera fuori di testa.
    Zack è la psichedelia dei Talking Heads in musica; è Guida galattica per gli autostoppisti di Adams (la Infocom nello stesso anno di Zack ci fece su un'avventura testuale).

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    1. Beh, se rigiocandoci non mi fossi divertito gli avrei dato merda senza problemi, a prescindere dal significato storico che ha avuto. Non mi sono fatto problemi a dare merda a Lemmings, per quanto a suo tempo mi fossi divertito, nonché ad Alone in the Dark (senza il quale non ci sarebbero stati i vari Resident Evil o Silent Hill). E fidati che non sarebbe un trollaggio, ma semplicemente una constatazione. Se non si ha l'apertura mentale di ammettere che qualcosa che ricordiamo con tanto affetto non era poi così figo, allora questo blog per me non ha senso: sarebbe solo un esercizio di nostalgismo frignone tipo i dipendenti della Megaditta che incensano "la corazzata potemkin" (anzi, kotiomkin) con frasi fatte, riferimenti, e citazioni. E questo, scusami, ma è un esercizio di masturbazione che non mi va di fare.

      Ma come hanno già abbondantemente spoilerato gli altri commentatori, stai pure tranquillo che non è merda!

      (comunque Curse of Monkey Island non era malissimo, dai)

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    2. In ogni caso, consiglio la visione della pagina "Che cos'è la merda?" http://exvideogiocatore.blogspot.com/p/che-cose-la-merda.html in cui spiego per bene il concetto di "merda".

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  6. In tutto questo comunque mi dispiace che non abbiate cacato la mia dissertazione su Festinger.

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    1. Sono tornato su questo post per rileggermi bene la premessa.

      Giorgio A. Tsoukalos, ahha, il tizio con i capelli strani del quale ignoravo l'esistenza (ecco perché all'epoca non fermai su di lui la mia attenzione).

      Comunque i cinque punti possono benissimo descrivere le situazioni di ogni Religione, non solo di movimenti che credono nell'esistenza degli alieni...o no?

      Mannaggia non ho visto Pacific Rim, adesso devo vederlo per sentire sto discorso di Idris Elba.

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  7. Ero molto giovane... i miei avevano una videoteca aperta da qualche anno e ogni 2 o 3 settimane si andava a san marino.

    Alla sinistra del freeshop (non dov'è oggi.. prima era un negozietto subito dopo la frontiera) un negozio di computer. Un giorno, sborsando se ricordo 1milione e 800 mila lire, tornai con una nuova fiammante amiga 500 (con espansione ad 1mega di ram mi sembra) e una bella di collezione di floppy da 720kb pronti a rovinare la mia gioventù....

    Si mamma... il computer è x studiare...come no!

    Zak mkkraken... Zak mkkraken... ore e giorni per arrivare a Seattle e pensate che solo tempo dopo scoprì come si poteva usare un floppy nuovo x salvare.
    Senza divagare.. arrivai a seattle.. usai il pennarello e... guru meditation!

    solo i pionieri conoscono cosa questo comportava....

    era la copia protezione... scopri solo anni dopo giocando la versione su pc!!!! all'epoca feci rifare al negoziante i floppy almeno 4 o 5 volte perché anche lui non sapeva che pesci prendere e io non potevo rigiocare ore e ore x fargli vedere dove la mia fidata amiga crashava.....

    storie di un 40 non ex videogiocatore...

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    1. di un 40 cosa? di un 40enne.... non credo si capisse.

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    2. Bella storia. Ci siamo passati in tanti, direi, chi con l'Amiga chi con l'IBM PC Compatibile, ma alla fine eravamo tutti armati di quell'incoscienza di chi si lanciava nel buio sempre col timore di fondo di spaccare irrimediabilmente quelle macchine misteriose frutto del sacrificio economico del parentame che avrebbe dovuto "farci studiare".

      Molto appropriato, invece, il "Guru Meditation" nei confronti di Zak, no? Certo, non è comparso quando sei andato in Nepal...

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  8. http://selvy.altervista.org/Pagina_11.htm

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Sicuro di aver letto bene il post? Prima di postare, rileggi.