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lunedì 20 novembre 2017

Jimmy White's Whirlwind Snooker

Siamo tutti d'accordo che io, il vostro ex videogiocatore, sono un maschio. Non che abbia particolari dubbi in proposito, ma questa lapalissiana considerazione serve a ricordare il fatto che, da bravo maschio, è esistito un periodo della mia vita in cui il mio sogno era quello di averci in casa la cosiddetta "Man-Cave", il luogo in cui ogni uomo si ritira per dedicarsi alle cose ritenute esclusivamente da uomo. L'humidor coi sigari, il carrello degli alcolici, una tv con cui guardare il calcio, un armadio con il doppiofondo in cui c'è il porno, il tavolo da biliardo.


Inutile dire che quest'ultimo mio sogno non si è mai realizzato: Quando abitavo coi miei, già avere una camera tutta mia fu una grandissima conquista: essendo casa dei miei decisamente antica e piena di cose antiche, quando le camerette dei miei coetanei avevano i poster di Michael Jordan, io avevo appesi i quadri del mio prozio pittore e pesantissime cornici. 

Pur non esistendo foto che ci ritraggono assieme, io e Gianni Rivera non siamo la stessa persona.
Su qualche Topolino c'erano le pubblicità dei tavoli da biliardo della Etrusco (una bella realtà italiana che perdura ancora oggi) e io mi chiedevo come diavolo era possibile che dei bambini della mia età potessero avere il tavolo da biliardo in casa. Per i papà, forse, ma mio papà era perennemente al lavoro e quando tornava a casa era distrutto dalla stanchezza. 

Forse è anche per questo che la mia "Man-Cave" stava all'interno del disco fisso del mio 386SX della Olivetti, con il calcio da guardare e da giocare, con il flipper (che devo ancora recensire), senza sigari, senza alcolici, senza porno (esistevano dischetti con degli scan di playboy in formato .PCX a bassa risoluzione, ma erano difficilissimi da trovare), e con il biliardo. Non era il biliardo coi birillini che c'era al bar del centro sportivo al Vecchio Paese (in cui ogni tanto andavo a giocare a Final Fight inalando ettari cubici di fumo passivo), né il biliardo con le palle tutte colorate e numerate che c'era sul lungomare, in cui una partita con un mio amico di allora (su cui un giorno tornerò) sfociò in una rissa.

No, niente di tutto questo: c'era Jimmy White's Whirlwind Snooker, che era sulla rivista Kappa era "K-Parametro", ovvero il miglior gioco nel suo genere. Realizzato da Archer MacLean, una delle prime star del game design, già autore di International Karate + e spesso intervistato dalle discutibili riviste di settore posando assieme ad una Ferrari, questo gioco prende il nome da Jimmy White, campione di snooker televisivo, una vera celebrità di questo sport. 

È anche noto per la pettinatura da imbecille.
Ha persino partecipato all'Isola dei Famosi inglese. Ma, a quanto dice Wikipedia, non ha mai vinto il campionato del mondo. Ma è soprannominato "Il campione della gente" quindi chi ha onestamente vinto il campionato del mondo è costretto a cederlo al secondo arrivato perché così vuole IL POPOLO. È così che funziona no? Almeno in Gran Bretagna, no? No? Vabbè. Sigla!


In sottofondo parte un simpatico ragtime che rende bene l'idea dell'ambientazione biliardistica. Per il resto, la presentazione è molto semplice: l'autografo di Jimmy che si scrive da solo, e le palle dello snooker che lasciano una scia scrivendo "Snooker". Non so se mi sono spiegato, forse no. "Whirlwind" (tromba d'aria) è il soprannome di Jimmy White, perché a quanto pare non sta mai fermo mentre gioca. Un po' come succede a me quando sono in una riunione da tre ore che non passa mai e bevo molta acqua per farmi passare il tempo, e mi muovo come un whirlwind pure io. Apprezzate che non ho fatto una metafora coi fagioli.


Menu principale! Del modo demo me ne frego allegramente, gioco da solo contro il computer, e via che andiamo.


Ah no. Ci chiedono il nome e di scegliere il nostro avversario. Jimmy è l'avversario computerizzato più difficile, gli altri livelli sono "Tom, Dick e Harry" che in inglese è un'espressione che equivale al nostro "Tizio, Caio e Sempronio". Giochiamo contro Tom, che è anche il nome di quello stronzo del mio ex padrone di casa. Decidiamo di giocarci la caparra del mio vecchio appartamento. Quanto al nostro nome, beh...

Quasi, dai.


E cominciamo!  Le palle sono disposte bene in ordine sul tavolo, e lanciando una monetina (non raffigurata) determiniamo che a cominciare sarà Andreotti. Poteva essere altrimenti? "La cosa che più detesto di me stesso è l'incapacità di capire questo insegnamento base che mi dava mia madre, rimasta vedova con tre bambini piccoli: in questo mondo nessuno è necessario".


Cominciamo! Le regole dello snooker sono semplici, possiamo colpire solo la palla bianca (come nel biliardo normale), dobbiamo mirare alle palle rosse, e se una va in buca possiamo buttarne dentro una speciale. Possiamo notare come mai nel 1991 i discutibili redattori delle discutibili riviste di settore producessero crema nei calzoni per questo gioco: ha la visuale in 3D.


Possiamo anche spostarci su visuali fisse, dall'alto. Meno spettacolari, ma almeno capiamo come stanno le cose. C'è proprio l'imbarazzo della scelta qui. Guardando il tavolo dall'alto, il Divo Giulio ribadisce come sia di media statura, ma non veda giganti attorno a sé. L'anonimo avversario Tom, se ha qualcosa in comune con il mio vecchio padrone di casa, è grande, grosso e pistolone.


Ok. Puntiamo a spezzare il gruppo di palle rosse, e mettiamo potenza massima. Dopo, però: adesso devo correre in bagno...


...e quando torno, le palle mi stanno facendo le boccacce, o ci tengono a sottolineare di essere "Made in England". Apparentemente, nel 1991 esisteva ancora il manifatturirero nel Regno Unito, prima che l'intera economia convergesse sui servizi finanziari e il riciclaggio di denaro per conto di sceicchi e oligarchi ex-sovietici. 


E niente, impugnamo la bacchetta e spacchiamo. Andreotti capisce male e precisa: "Bacchettone? Io, quella del bacchettone, ecco: è vero che, quando posso, vado alla messa. È vero che, quando posso, mangio di magro il venerdì. Ma che c’entra? Ho sempre fatto a quel modo, sono nato in una famiglia che faceva a quel modo. Non ho mai avuto ripensamenti, d’accordo. Non ho mai avuto voglia di comportarmi diversamente. Però non capisco. Se un arabo non beve alcoolici e non mangia carne di maiale, tutti dicono: che bravo musulmano! Se un cattolico vive come me, tutti dicono: che bacchettone! Non religioso. Bacchettone." Così facendo, però, sbaglia mira, e dopo aver spaccato, infila la bianca in buca mentre io cerco disperatamente un'inquadratura decente.

L'animazione della stecca che va avanti e indietro prima di colpire la palla non è soltanto un abbellimento: la traiettoria di tutte le palline è preventivamente calcolata durante quest'animazione, in modo che la traiettoria vera e propria venga mostrata in maniera fluida. 


Fallo! Tocca al mio ex padrone di casa. Con un fairplay tipicamente britannico (britannico nel senso di come l'immaginario collettivo raffigura la gran bretagna) esiste la possibilità di concedere un nuovo tentativo all'avversario quando fa fallo. Tom però decide di approfittarsene.


E il tiro è quello che è, la palla avanza e si ferma, e niente. La giocata finisce lì. Notare come il computer segua automaticamente la palla bianca, mentre quando tiro io non riesco a capire come fare per tenere la telecamera fissa sul boccino. La cosa infastidisce Belzebù: "La mia paura è che la gente perda la sensazione che questo sistema, il sistema democratico, garantisce una vita tranquilla e normale. La posta che non arriva, la criminalità che aumenta, la telecamera che non segue il boccino..."


Ma non c'è tempo per le preoccupazioni, è ora di fare la prima buca. Dopo aver dato gesso alla stecca (seconda icona da sinistra), un colpo ben deciso e con un sordo "plop" la rossa va in buca. Molto bene! Scegliamo una palla speciale...


...come questa blu scura. Ma, ahimè, l'angolazione è errata, e la palla rimbalza impazzita sulle due sponde. Uno sbaglio. "Se giudica tutto dalle piccole cose, dalle nostre miseriole, dai nostri sbagli quotidiani, ha ragione a dire che siamo con le gomme a terra. Ma, se guarda in prospettiva storica, deve concludere che non ce la caviamo male. Io sono ottimista." dice Andreotti a Tom, che però non capisce un cazzo.


Ma di snooker, apparentemente ne capisce, perché è un bifolco arricchito, e caccia dentro una rossa, e subito dopo caccia dentro l'azzurra. Onore al merito, ma resta un coglionazzo.


Dopo un fallo da parte di Tom (che non ho riporato perché stavo ridendo a squarciagola), tocca di nuovo al Divo Giulio. "Non guardo mai le cose con uno stato d’animo eccitato. Non serve ed è pericoloso. Ed anche se sono preoccupato mantengo un certo distacco." Ed è con un certo distacco che colpisce tutte le palle tranne quella che gli serviva. Possiamo dirlo con franchezza? A questo gioco faccio abbastanza cacare.


Tom invece ha preso confidenza con la stecca. Schiaffa dentro prima una rossa, poi punta all'azzurra che però non va, anzi va un'altra rossa. Impressionante, comunque. L'inquadratura è spettacolare, ma onestamente la vedo poco utile all'economia del gioco. 


Schiaffando la rossa dentro al posto dell'azzurra, Tom ha fallato. Potremmo farlo giocare di nuovo nel nome di qualche ridicolo fair play, ma qualcuno che non era Andreotti disse che "la politica è sangue e merda", Andreotti disse a Evangelisti che "tutto è politica", quindi tutto è sangue e merda. Anche il biliardo.


Tocca di nuovo al Divo Giulio, che ha una ghiotta occasione per schiaffare dentro una rossa. Purtroppo, l'angolazione è quello che è, e quindi, come si dice in America, "Close but no cigar", alché Andreotti commenta che il fumo gli fa comunque venire un gran mal di testa, e quando la gente fuma lui accende una candela speciale che copre l'odoraccio.


E ho pure infilato la bianca in buca. Questo fa sì che Tom si pigli 4 punti. Me lo immagino che con accento olandese dice "Eh. Zenks for de gift eh.", mentre imbuca una rossa e successivamente una verde. Stronzo.


Diamo un'occhiata al punteggio. Andreotti è molto indietro. Al suo posto sarei molto arrabbiato per la spocchia di Tom, ma lui, molto sardonicamente, dice "Sono ridicoli quelli che si arrabbiano e magari offendono. Poi devono far mille storie per scusarsi, eccedono nell’altro senso, si umiliano...". Un luminoso esempio per tutti noi.


E con calma studiata, via, altra rossa in buca! Molto bello. "Che vinca o che perda, nessuno si accorge se sono eccitato o nervoso." Insegnami il tuo segreto, Giulio mio, io penso e improvvisamente nella mia testa suono uguale uguale a Evangelisti.


Proviamo a buttare la gialla in buca, ma prende lo spigolo. Io però ora non sono più nervoso. La rabbia è qualcosa che crea dipendenza, e avere dipendenze è così brutto.


Intanto, Tom imbuca un'altra rossa , ma sfiora con troppa delicatezza l'azzurra, che va a urtare la violetta, che si ferma prima della buca. Niente fallo ma anche nulla di fatto.


Il divo Giulio, dal canto sua, accenna un tentativo di ripresa, imbucando prima una rossa...


...e poi finalmente un'azzurra. Evviva! Potremmo diventare quasi arroganti dopo questa bella combinazione di successi. "Ogni due mesi l'ambasciatore USA Richard Gardner veniva a trovarmi e mi raccomandava: attenti a non scivolare verso il comunismo. Mi scocciava un po'" dice il Divo Giulio, e sinceramente non capisco cosa voglia dire. Nemmeno Tom, che nel frattempo sta ingoiando aringhe intere in uno spettacolo inguardabile.


Un po' per non fare troppo gli sboroni, un po' schifato dalla visione dell'avversario che deglutisce dei pesci senza testa, il Divo Giulio regola male la potenza della stecca e la palla bianca non tocca niente. Fallo!

Più tardi.



Interessante evoluzione del gioco. Del gioco in sé eh, non della partita. Sbatto una rossa dentro, e riesco anch'io a seguire il mio boccino tenendo cliccato sull'icona che centra sul boccino. Poi provo a sbattere dentro la gialla (dopo un po' di indecisione), ma per pochissimo non va.
Rinforzato dagli omega3 delle aringhe, Tom ride felice dicendo "Dat kan niet, eh, dat kan niet!". 
Il Divo Giulio lo fulmina con lo sguardo e gli racconta una parabola. "Quand’ero bambino passavo l’estate in una casa di campagna dove le tubature dell’acqua versavano giorno e notte. E non veniva mai l’idraulico sebbene avere un idraulico, allora, non fosse difficile come lo è oggi. E si stava sempre con queste gocce d’acqua per terra. Poi, un giorno, arrivò l’idraulico. E ci fu gran festa, si levarono esclamazioni di gratitudine e gioia. E l’idraulico si mise al lavoro, circondato dalla nostra gratitudine e gioia, e... sfasciò tutto. Allagò la casa". L'avversario si mette subito in silenzio pensando a quando nell'appartamento era esploso il termosifone e grazie al mio pronto intervento non è crollato tutto. E finalmente si mette a tacere.


Anche perché è in vantaggio di brutto, quindi abbia la creanza di starsene zitto.


E niente, adesso Tom sembra averci preso per bene la mano e ne sta buttando dentro un bel po', come il tizio nel film "Paperino nel mondo della Matemagica" che usava le tacche sulla sponda del biliardo per fare angolazioni perfette. Dovrei rivederlo, era carino.


Tom continua ad ampliare il suo distacco, tant'è che ormai si può dire che la partita sia storia. "Alle scommesse vinco quasi sempre perché son fortunato. Gioco poco, scommetto poco, ma in genere vinco." dice il Divo Giulio, specificando che gli piace che a fare fatica fisica siano gli altri.


Altro fallo: stavolta colpiamo per prima una palla non rossa. Tom è così avanti che ci concede di tirare di nuovo. Facile così, no?

Poco dopo.


Il turno passa di nuovo al mio ex padrone di casa, che butta dentro l'ultima rossa. Ora restano solo le palle colorate da imbucare, ed è il gioco a decidere in che ordine devono essere smarcate. Tom comincia buttando dentro quella azzurra, ma con la gialla non ci riesce...


...ci riusciamo noi invece, con un bel gioco di sponda in punta di forchetta.


Tentiamo di ripetere il numero con la palla verde, ma niente, becca lo spigolo. Scrive di lui la sopravvalutatissima Fallaci, con una prosa pomposa che mi fa rivalutare il fantasma di Gianni Brera, già ospite di questo blog: "Quando lo provocai con una domanda maleducata, il suo corpo non si mosse e il suo volto rimase di marmo. Però i suoi occhi s’accesero in un lampo di ghiaccio che ancora oggi mi intirizzisce. Dice che a scuola aveva dieci in condotta. Ma sotto il banco, scommetto tirava pedate che lasciavano lividi blu". A me piace pensare che il lampo di ghiaccio che con eccessivo volo poetico la Fallaci descrive provenisse dall'insofferenza di Belzebù per la parlata toscana. D'altra parte...


...ma vabbè. Tom imbuca la verde e raggiunge quota 70, ma la palla arancione si schianta contro gli spigoli...


... ma al turno successivo non sbaglia. L'azzurra successiva però no. Molto ben studiato l'effetto dovuto al fatto che, siccome la palla è contro la sponda, la stecca la colpisce in alto. La parte di simulazione è calcolata benissimo, lo ammetto.


Al turno successivo, dopo un mio ennesimo nulla di fatto, il mio ex padrone di casa butta dentro la boccia azzurra...


...dopodiché la boccia rosa...


...e infine la boccia blu scura. Tom vince 92 a 21! E lo stronzo si tiene pure la caparra del mio appartamento...


...ma grazie all'opera maieutica del Divo Giulio, Tom fa la tessera alla DC. A quanto pare questo era l'obiettivo di Andreotti, trovare un nuovo elettore. Me l'ha fatta un'altra volta. Prossimo gioco?


No, prima diamo un'occhiata all'opzione "Trick Shot". Possiamo disporre le palle come ci pare sul tavolo in modo da fare un tiro spettacolare. Non ha molto senso sul computer, temo, ma suppongo ci sia a chi piace. Per me, basta così. Prossimo gioco!

È merda? Tecnicamente no, nel modo più assoluto. La fisica è perfetta e la visione 3d è spettacolare per il 1991. Ma la parte di simulazione è troppo approfondita per essere veramente divertente. Io non mi sono divertito, anzi mi sono più volte irritato a cercare un'angolazione di visione decente. Non so, ma proprio non sono riuscito a farmelo piacere. Forse, un quarto di secolo dopo l'uscita del gioco, il tavolo in 3D non è più così spettacolare e non mi riesce più bene sorvolare sugli evidenti limiti di giocabilità. Quindi, sì, è merda.
Ci rigiocheresti? No, ci sono altri giochi "merda" a cui mi verrebbe il voglino, ma questo proprio che no.

7 commenti:

  1. Ho un vago ricordo di un altro gioco sul biliardo, ma decisamente non erano titoli che suscitavano il mio interesse :D. Ti ricordi che titolo potesse essere? Tanto immagino fosse abbastanza famoso essendo arrivato sui pc delle mie parti...

    Il biliardo non mi è mai piaciuto, mai. E un parente da piccolo mi regalò un mini biliardo con mazze mini e palline. A qualcuno dei miei amici però piaceva. Comunque ci giocavamo alla cazzo del cane :D

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    1. Potrebbe essere Virtual Pool o Arcade Pool, a seconda se era 3D o 2D... di fatto, di giochi di biliardo ne sono usciti un bel po' e sono, intuirai, tutti molto simili.

      Il biliardo non mi dispiace, è una bella sfida di fisica e di coordinamento occhio-mano. In versione videogioco perde un sacco di fascino, però.

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    2. Virtual Pool, eccolo; come sempre infallibile ex :)

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  2. I commenti del Divo sono sempre uno spasso!
    Il gioco mi sembra una simulazione piuttosto seria, dal basso della mua ignoranza sul tema...

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    1. È estremamente seria, dal punto di vista della fisica. Visto che apprezzi molto Andreotti, posso consigliarti l'articolo su Tank Wars 3.2, che nessuno si è cacato?

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    2. Consiglia pure, appena avrò un attimo lo cercherò e leggerò ;)
      Hai scritto molto, mi ci vorrà del tempo, per frugare tutto il blog :)

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  3. Ecco qui Tank Wars
    http://exvideogiocatore.blogspot.it/2017/03/tank-wars-32.html

    E sempre in tema andreottiano, Railroad Tycoon.
    http://exvideogiocatore.blogspot.it/2017/04/railroad-tycoon.html

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