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giovedì 7 gennaio 2021

Laboratorio di estetica vaporwave con Rainbow Paint / Paint it!

So che so che può sembrare strano, detto così adesso, ma tanti anni fa in un computer il mouse era un optional. Questo per il semplice fatto che una volta acceso il computer ci si trovava di fronte alla schermata dell'MS-DOS, qualcosa in cui bisognava scrivere i comandi a tastiera e tanto bastava: eri solo tu e lo schermo nero con la scritta bianco, al massimo grigetto, ma questo l'ho detto in dettaglio nell'articolo di qualche tempo fa a proposito di TREE.COM. E insomma, non è che mi piace tanto ripetermi. Ma penso che sia importante, per chi non avesse vissuto quegli anni, sottolineare il fatto che tante cose che adesso vengono date per scontate, al tempo, beh, non lo erano per niente. 

Quindi, sia nel mio primissimo computer, l'Olivetti PC 128S a 8 bit. Che nel mio primissimo computer IBM compatibile ovvero l'Olivetti PCS 86, il mouse di serie non c'era. In entrambi i casi mi fu acquistato separatamente, e se devo essere sincero ero veramente troppo piccolo per ricordare con chiarezza le mie fatiche per capire come funzionasse il mouse. Immagino, per una persona che non ha mai provato prima i movimenti del mouse, non sia proprio facile fare la cosiddetta azione di punta e clicca: ho visto molti vecchi di merda trovarsi di fronte al mouse e sollevarlo, pensando che spostando il mouse verso l'alto la freccetta andasse verso l'alto. Beh, in effetti ha senso. 

Guarda la freccetta! Non l'è bellissima?

Può essere che sia stato così anche per me al tempo, ma non ve lo so dire. 

Insomma, c'è anche da notare l'involuzione nel passare al DOS partendo dal PC128S, che comunque ci provava a presentarsi bene, perché il dischetto in bundle si presentava così:

prima o poi ci riprovo, anche se tecnicamente non è un PC

Insomma io quando mi trovai con il PCS 86 avevo sì un computer a 16 bit, ma non avevo più il mouse. Avevo fatto sì un passo indietro, ma insomma, la cosa non mi aveva particolarmente toccato. 16 bit contro otto, bigger is better, no? Poi un giorno, mi trovai di fronte al negozio di videogiochi della cittadina elitarista e fighetta in provincia di Modena in cui avevo visto quell'incredibile "videogioco del barbaro vichingo" che risiedeva su 5 dischetti e tra i requisiti aveva il mouse o il joystick. Alla fine, come già ho scritto, Heimdall non me lo feci comprare (superava le 100.000 lire) però qualcuno di buon cuore e che sinceramente non ricordo chi fosse (il figlio del fornaio? Può darsi) mi rifilò un misero joystick di seconda mano, che usai con piacere per altri giochi, ma di fatto in maniera abbastanza limitata. Poi un altro dei miei principali fornitori, il gestore della palestra in cui faceva judo mi disse: 

"Bigatto (lui chiamava così tutti noi giovani virgulti), vuoi provare questa nuova bomba?"

Io che non condividevo l'immagine molto violenta della bomba, ma ero sempre molto molto contento di provare nuovo software, ludico o meno, risposi "Certamente." Penso che si trattasse di Windows 3.1 o di qualcosa che comunque richiedeva l'uso del mouse, tipo Neobook (per fare gli ipertesti) o Newsmaster (programma di publishing per MS-DOS). Comunque, il mio pusher prima di copiarmi i dischetti col Venus mi chiese "Ma tu ce l'hai un topo?" 

Forse al tempo mia sorella aveva già iniziato con la mania di tenere animali in casa (mania che ha tuttora) e può essere che avessimo a casa una gabbia con un paio di criceti che non copulavano. Quindi alla domanda se aveva un topo risposi molto probabilmente "no, però abbiamo due criceti in gabbia".

volendo è un sistema di puntamento pure quello

Com'è, come non è, senza il "topo" non potevo avere Windows o qualsiasi cosa volesse passarmi e quindi non me lo passò. Questo, unito al fatto che Shooting Gallery dei giochi del club della rana non partiva senza mouse, mi faceva crescere il livello di rosicata esponenzialmente, e mi dannavo l'anima per non essermi tenuto il mouse del vecchio Olivetti a 8 Bit quando feci la permuta col PC128s. Probabilmente non sarebbe stato compatibile con la porta PS/2 (o la seriale COM1), alla quale si attaccavano i topi al tempo. Ma di certo il me stesso del 1991 mica lo sapeva. Quindi, quando di lì a poco compii gli anni, il regalo fu ovviamente il topo della Olivetti. Che era, ricordo ancora adesso, di una solidità disarmante: era talmente ben costruito che l'avrei tenuto fino a almeno una decina di anni dopo, quando ormai non ne potevo più di tirargli via gli accumuli di sporcizia dalla palla.

*conato*

È la stessa ragione per cui al giorno d'oggi le tastiere di default e cadono a pezzi e soltanto a guardarle e bisogna spendere €200 per una tastiera meccanica che non è né più e né meno che una vecchia IBM con in più il tasto Windows, qualche controllo multimediale inutile e dei truzzissimi LED. Va da sé che proprio di recente ne ho acquistata una a 33e dai cinesi per vedere se era sta figata come dicono i miei colleghi che l'hanno presa per lo smartworking. Devo dire che mi trovo benissimo, accidenti! D'altra parte ho imparato a dattilografare su una di 'ste bestie qui, e poter pestare fortissimo i tasti senza preoccupare di sfondare la membrana di cartavelina che sta sotto i tasini dei laptop moderni è veramente un toccasana e mi fa scrivere e pensare molto più velocemente. L'unico difetto è il grande imbarazzo dovuto al fatto che la donna delle pulizie l'ha messa assieme ai giochi dei bimbi. Eh, è una bravissima professionista, ma non avendo lei esperienza informatica non si rende conto che anche l'IT soffre la piaga dell'obsolescenza programmata: è la stessa ragione per cui il vostro frigorifero dura più o meno 10 anni e poi cade a pezzi senza ragione particolare. Mi dice un parente che ha venduto elettrodomestici per decenni, che ora persino la roba della Miele, un tempo il top della gamma fatto per durare in eterno, ha la data di scadenza. Ah, ma dove andremo a finire! Sto divagando: il mouse.

che era questo qui compresa la chicca della fossetta nel tasto centrale, e si ringrazia pc-history.com per la foto

Per il mio compleanno mi viene regalato il topo qui sopra: probabilmente era il 1991 dunque ne compivo 9, ma non ci metto la mano sul fuoco. L'ineffabile Sandro, il tecnico dell'Olivetti che aveva in carico il Vecchio Paese, venne persino a casa mia a installarmi sull'AUTOEXEC.BAT il driver del topo, e assieme ad esso un piccolo, rivoluzionario, programma dimostrativo delle potenzialità del topo, che si chiamava Paint It! Dipingilo! Col punto esclamativo. Di fronte a un invito così esplicito cosa posso fare, dire di no? Certo che no. E quindi eccoci qua, esattamente a 30 anni di distanza, mese più mese meno, a ritrovare dalle nebbie del tempo quel pezzo di software ritenuto da me perduto, e che nella sua versione originale si chiamava Rainbow Paint. Eh sì, perché la Olivetti di fine anni 80 era da mò che non aveva più cose originali (salvo eccezioni tipo il mitico Quaderno): si limitava a comprare cose altrui (in questo caso della Dexxa International) e a brandizzarle col marchio eporediese, e quindi continuo a sperare che qualcuno abbia, se non la versione del bundle Olivetti PCS 1992, la versione originale del typing tutor che mi era giunto col nome di EUROTAP. Ora che ho la tastiera meccanica, riprovarlo sarebbe davvero il top, sperare non costa nulla. Ma per tornare a Paint It! La memoria che avevo di quel programma era molto gradevole, e negli anni, quando mi tornava in mente, mi sono sbattuto per cercarne in lungo e in largo una copia, ed eccoci qua! Non è la versione italiana, ma ce ne siamo già fatti una ragione. Sigla!


Eccolo qui, niente di particolarmente originale, è un paint! Abbiamo le formine, i pennellini, la tavolozza, e abbiamo pure le texture con cui riempire se non ci piace la tinta unita. Abbastanza un classico, pure il paint incluso nel menu "Applicazioni" del PC 128S il cui screenshot abbiamo visto in precedenza aveva i "pattern", cosa che era fondamentale per chi come me aveva il monitor monocromatico a fosfori verdi. Notate una cosa a proposito dei pattern? Ve la faccio notare io: è la preponderanza del magenta, questo rosino un po' shocking che non solo fa molto CGA (ma questa CGA non è) ma che è in stile estremamente "ANNI OTTANTA", cosa che fa tanto inzuppare di crema i calzoni dei nerd reazionari che auspicano un ritorno a un'età dell'oro in cui da un lato c'era Reagan, dall'altro c'era Gorbaciov, e in mezzo ci stavamo noi a farci riempire di gigiate estremamente costose e inutili. Questa eterna tensione si è tradotta, nel decennio scorso nella corrente estetica Vaporwave, che altro non è che una grandissima masturbazione collettiva di gente ossessionata dall'immagine di un passato mai esistito, un boschetto della mia fantasia in cui se soltanto avessi avuto l'età che ho ora a quel tempo e non in questi tempi decadenti, allora sarei stato felice (spoiler alert: non lo saresti stato). Ovviamente la vaporwave è morta da mò, ma ciò non ha impedito a Hollywood, che si sa, sui trend culturali è spesso indietro come le palle dei cani, di mungere una vacca in decomposizione con cagate tipo quella roba noiosissima di Stranger Things (sono un attaccabrighe, lo sapete) e la recente cagatona del seguito di Wonder Woman ambientato in quello che de facto un parco divertimenti a tema "ANNI 80"

"Only in theaters" credici vez

Mi spiace che Gal Gadot (che oltre a essere molto bella secondo me è pure brava) si sprechi in ruoli così coglioni ma oh, il mercato quello chiede (o almeno così pensavano i produttori che non hanno visto arrivare il floppone e sono tuttora allo stadio della negazione, dando la colpa alla pandemia) e pecunia non olet, quindi cara Galina, Hashem ti benedica e fai giustamente il cazzo che ti pare. Se nel frattempo fai frignare dei nerd, il  mio plauso è ancora più grande. Sto divagando.


Insomma, esploriamo un po' 'sta interfaccia. Prima di tutto facciamo un bello sfondo nero, come il DOS, che fa molto retrò. Gli anni 90 avranno il verde bottiglia di Windows. Notare anche che le immagini di default sono 640x480, ma siccome sono coperte dall'interfaccia utente, dobbiamo scrollare usando la mano. Notare anche che il floodfill non riempie tutta l'immagine ma solo la parte di immagine visualizzata. Insomma, vi faccio notare un sacco di cose, ma questo è un blog per l'uomo pensante. Io penso che adesso andrò un secondo alla toilette, che per disintossicarmi dopo le feste ho bevuto molta acqua. Un secondo, grazie.

Più tardi.


Ecco, molto meglio. Negli "ANNI OTTANTA" ci sono molte composizioni geometriche, facciamo un bel triangolo magenta scuro, peccato però che mi scappi la mano e non riesca a chiudere la spezzata perfettamente, perché per riempire il circuito disegnato è necessario andare a chiuderlo sull'esatto pixel di partenza. Piuttosto irritante.


Beh, molto meglio. Proviamo ora a farne un altro uguale ma sfasato: sfortunatamente il comando copia e incolla c'è, ma non c'è la bacchetta magica e i layer trasparenti sono ancora fantascienza (si diceva delle cose che ora diamo per scontato, no?) e quindi non solo spostiamo il triangolo con anche il fondo nero, ma in tutto questo lasciamo in giro delle briciole di immagine che sporcano lo sfondo. Mbah. Facciamo a mano, và.


Ecco, il triangolo magenta scuro è l'ombra di un altro triangolo con il pattern a quadrettini. Molto anni 80, ragazzi! Senza tutti gli arzigogoli che fareste con l'effetto "retrowave" su Photofunia e che sono fioriti su un sacco di blog di nerd, prefiche e irrecuperabili dipendenti dal nostalgismo. Molto più realistico. E adesso, scriviamo, che abbiamo a disposizione anche diversi font (7, di cui uno è tipo wingdings e un altro è l'alfabeto greco).


Hg, mi è scappata la tastiera. Non ha niente a che vedere con il mercurio, ma semplicemente su Dosbox sto programma è lentissimo. Cancelliamo il testo e riempiamo di nuovo lo sfondo col floodfill. Fortunatamente il pattern è a posizione fissa, un po' come la decorazione della giacca di Stan di Monkey Island, che è in chromakey tipo la cravatta di Felice Caccamo.


Von vari errori di ortografia, finalmente riesco a scrivere il mio messaggio: "Gli anni 80 hanno rarato il razzo", perché nella versione del fraktur di Rainbow Paint / Paint It! la c minuscola pare una r. Ci sta, dai, se pensate che la s sembra una f nei libri antichi. No?


Taac! Bellissimo, completato tutto. Mettiamo anche un po' di ovali a pois e usiamo l'aerografo per imitare il mio compagno di classe Alessandro C. e disegnamo un piccolo razzetto alla base della parola "Razzo". Provo anche a riempire col floodfill una lettera ma mi scappa il dito e riempio tutto lo sfondo. Che due maroni. Bah, prossima immagine, vi va? Vi andrebbe di disegnare Dio?


Ecco qua: questo strumento che disegna un fascio di segmenti che partono da uno stesso punto era chiamato "Dio" da noialtri perché un mio amico che era a casa mia, giocando con Paint It! assieme al sottoscritto, vide sto effetto e disse "Sembra Dio", che in effetti se pensate all'idea della luce paradisiaca infinita a cui viene sottoposto Dante alla fine della Divina Commedia (questo era uno spoiler) può avere senso. Poi i raggi qui sono neri e un po' si perde di senso, ma facendolo col tasto destro posso farli gialli, giurin giurella. Passiamo avanti.


La cosa più fantastica di Paint It! era comunque la possibilità di fare degli slideshow. Ora, il mio capolavoro (e per favore non chiedetemi come me lo ricordi) era "B.'s great challenge!" Uno slideshow che disegnava il mio compagno di classe B. quello che non si presentava benissimo, alle prese con un panino. Erano tre slide: il panino, B. che lo guardava con fare voluttuoso, e poi lui che se lo mangiava. Proviamo a rifarlo, vi va? Ora disegno B. forte del mio ripasso degli strumenti di questo potentissimo tool...


...e niente, mi sono rotto le palle. Faccio solo un frame, con B. che guarda il panino. il resto è lasciato all'immaginazione dello studente. Oh, sono un uomo serio, adesso, non ho più il tempo che avevo allora. Comunque, la cosa intelligente di sto programma è che salvate le immagini (dei file .TIF a 640X480) e scritto un rapido elenco su un file di testo...

...si lancia il programma SLIDE.EXE elenco e voilà! Parte la, diciamo "animazione". Ora a voi tutto questo sembrerà basilare, ma il fatto che IO potessi creare un file eseguibile (nel mio caso un file batch che chiamava SLIDE.EXE) che lanciava una serie di immagini a tutto schermo, era per me una sensazione di potenza che non potevo descrivere, e forse non posso nemmeno ora. Certo, non ho mai sviluppato un gioco in SEUCK . E non ho mai scritto in Commodore Basic. E non ho neanche mai visto l'Amiga in mutande, come dicono alcuni. Però posso dirvi una cosa: dopo aver visto Paint It! e vissuto la storia che vi ho raccontato, beh, penso d'aver realizzato quanto di più stupefacente si possa realizzare in tutti quegli altri posti, e in tutto il mondo. Perciò posso chiudere questo articolo con un sorriso, senza la sensazione che il Signore mi abbia fregato. 

Tutto qui? Sì. In effetti non è poi 'sta gran cosa. Ma sapete com'è, il sense of wonder  dell'età bambina, e tutte queste cose. Non è che lo abbia mai usato per chissà cosa, se non per trastulli del genere. Ma diciamo che ho iniziato a capire come funziona un editor di immagini, che mi è anche servito più avanti, più o meno.

E quindi? Stai dicendo che in qualche modo ti è servito per la tua crescita professionale? Beh... no.

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