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lunedì 28 dicembre 2020

Sacro Romano Impero (Prima Parte)

A me Ivan Venturi sta simpatico. Lo ammiro. Lui è una persona che una cosa voleva fare da sempre: i videogiochi. Beh, è riuscito a fare della sua grande passione e secondo me a una persona che riesce in questo obiettivo non gli si può dire nulla di male. Detto questo, a volte lo prenderei a testate. 

"una testata a me vez? Con questa cartola?"

In realtà so che fa un sacco di cose bellissime nel suo tentativo di emancipare la scena italiana da un certo provincialismo da cui non è mai uscita, e lo so che organizza un sacco di eventi in cui giovani programmatori vengono invitati a mettere in scena il loro talento creativo. È bravo perché cerca comunque di insegnare alle persone qualcosa, e ha una passione per i videogiochi che è meravigliosamente sincera. Insomma un sacco di cose molto ammirevoli, però lo prenderei a craniate.

Perché quest'acredine? Ah, sono tante le ragioni. Primo perché non ha mai risposto alla mia mail quando avevo provato a chiedergli un'intervista per "in vacanza con Sylvia" nell'ormai remoto 2018 e non mi ha mai risposto (ma magari ho sbagliato indirizzo io e ci ho rinunciato abbastanza in fretta, dunque ritiro tutto e mi tiro una craniata da solo in segno di penitenza). Secondo perché a prescindere dal suo tentativo di emanciparsi dall'amatorialità, il fatto che sua produzione avesse dei numeri veramente bulimici converiva a molti dei suoi prodotti un'aria piuttosto "tirata via".

tipo che in certi giochi fatti in crunchtime le animazioni facciali sono tutte così
 Ma andiamo per gradi.

Lo stesso Venturi scrive sul suo blog (ora inattivo, pare) che un bel giorno si rompe le palle delle scadenze strettissime della Simulmondo con cui Francesco Carlà stava saturando il mercato dei videogiochi tratti da fumetti. Fu così che Venturi, che della Simulmondo era il braccio, andò da Carlà, che della Simulmondo era la mente, e disse "Ciccio, io qui ho finito. Mi metto in proprio". 

Carlà, che comunque è un uomo illuminato (ha accettato di buon grado il "merda" a Simulman, e questo lo rende meglio di tant'altra gente nel setore) ci rimase maluccio mala prese sportivamente.
D'altra parte lo stesso Francescone si stava rendendo conto che, per usare le sue parole, "l'Italia ha perso il treno del Simulmondo" e forse investire nei videogiochi non è poi la cosa più intelligente da fare. Primo perché le cose pionieristiche in Italia difficilmente attechiscono. Vogliamo ricordare che in Italia la Rai ha iniziato a trasmettere a colori nel 1977 pur essendo pronta dal 1962? Ci vollero 15 anni per iniziare perché furono persi anni a decidere tra gli standard PAL e SECAM (La realtà spingeva per il tedesco PAL, che era di qualità superiore, Fanfani spingeva per SECAM, e solo con un escamotage che aggirava il Rieccolo Ettore Bernabai riuscì ad andare sul primo. Ci fossero state Gartner e Deloitte a sibilare nell'orecchio a Fanfani, probabilmente ci avremmo messo il doppio del tempo per avere SECAM in tempo per la partenza del digitale terrestre). E poi perché c'erano certi esponenti della politica che vedevano nella TV a colori un decadimento morale della cultura. Boh! Da un lato posso anche vagamente capire, se pensiamo a McLuhan e Postman, dall'altro... Beh.

desatura cazzo!

Sì, sto divagando. Per tornare al Simulmondo, c'è anche il fatto che in quanto a pirateria, gli italiani dei primi anni 90 sono secondi soltanto ai russi, che una delle regole non scritte di internet è che se una cosa esiste, su un sito russo si trova il torrent. Vogliamo ricordare di certi edicolanti che ricevevano i giochi della Simulmondo, li tiravano fuori dalla scatola, li copiavano per distribuirli agli amici, e li rimandavano indietro dicendo che erano danneggiati / nessuno li aveva acquistati? È già tanto che Carlà non abbia mandato tutto affanculo dopo Diabolik 4!

Però insomma Ivan Venturi aveva questa passione dei videogiochi. E lui è è nella definizione di hoffer un vero credente, con la differenza che l'appellativo "vero credente" Hoffer lo rivolge a chi fa parte di movimenti di massa come totalitarismi o culti. Ma fortunatamente il nostro Ivanone è molto più innocuo. E comunque lo prenderei a craniate. È indubbio che è l'uomo abbia un discreto talento, è indubbio anche che l'uomo abbia una grandissima creatività. Ha anche una grandissima voglia di lavorare, e quindi? Metti tutto assieme e ti ritrovi a produrre un gioco dietro l'altro accettando ogni commessa che ti viene affidata e finisce che ti autoimponi scadenze degne della Simulmondo che hai appena lasciato. E guarda caso, proprio come alla Simulmondo, il troppo stroppia e la qualità ne risente. Porca miseria! Pochi ma buoni! Mannaggia.

Intendiamoci, non mi arrabbierei così tanto se non ci tenessi almeno un pochino. D'altra parte sia Simulmondo che tutte le varie incarnazioni dell'opera di Venturi, hanno come sede legale la regione, anzi la provincia in cui sono nato io e permettetemi uno straccio di sciovinismo, insomma. 


(sulle note della canzone di Braccio di Ferro) Venturi l'abbiamo noi / venturi l'abbiamo noi

Che è vero che non mi sentirete mai dire che sono orgoglioso di essere nato in provincia di Bologna, trovo faticoso dirmi orgoglioso di qualcosa che per cui non ho la minima responsabilità.
Allo stesso tempo, quando emigrai in Finlandia la prima cosa che i miei nuovi amici nordici mi fecero mangiare fu la pizza bolognese e la cosa fece sì che mi lanciassi in una lunga reprimenda che mettere il ragù sulla pizza è una roba da barbari incularenne.

vittu
Ma sto divagando.

Dopo l'uscita dalla casa di Viale Berti Pichat, Ivan Venturi Fondò la Colors Multimedia, lo stesso Venturi ci racconta di quando, appena stabilitosi nei nuovi uffici in quel di Borgo Panigale, la prima cosa che fece fu andare in una mesticheria a comprare un sacco di vernici di colori a caso e schizzare tutto contro il muro per dare sfogo alla sua fertile creatività. D'altra parte si chiamava "Colors" (senza la u, all'americana).

Fatto questo ha iniziato a produrre giochi di qualità tecnica opinabile, abbiamo già parlato in questa sede di "In vacanza con Sylvia", che è uno dei dei post più popolari di questo blog. Sullo stesso modello ci sono un altro sacco di videogiochi che sono completamente irreperibili. Uno di questi ricordo che si chiama "Big Match", della linea K-Games (come Sylvia). ed è l'unico adventure a tema calcistico di cui abbia memoria, e darei via una palla del mio amico Pier (che tanto le ha in disarmo da decenni) per poterci rigiocare. Ah, e chiaramente sono pronto a offrire un sigaro a chiunque lo ritrovi. Ah, e l'offerta del sigaro vale anche per lo stesso Ivan, che a suo tempo mise online la ISO di Sylvia e se facesse lo stesso con le altre sue vecchie creazioni sarebbe veramente top.

top

Ma sto divagando! Dicevamo che Colors prendeva commesse da qualsiasi publisher e si faceva pagare cifre che sembrano alte, ma che tirando la riga alla fine dell'anno contabile servivano giusto per andare in pareggio. Lo stesso Venturone scriveva sul suo blog che se non riesci a pagare lo stipendio a te stesso, allora stai facendo qualcosa di profondamente sbagliato. Ora io non lo so se nel 1998 Ivan riuscisse a pagarsi lo stipendio con i soldi che prendeva dalla Tecniche Nuove edizioni.

Sta di fatto che, anni dopo il 1998 (credo) in una rivista della suddetta Tecniche Nuove editrice venivano allegati i giochi prodotti della Colors Arti Multimediali, di una linea a tema storico: la serie Avatar. Che Venturi sia un appassionato di storia lo si vede nella sua ludografia. Che la fregna (virtuale e non) al Venturi piaccia ancora di più lo si intuisce facilmente dagli screenshot di in vacanza con Silvia e dal fatto che sul cd del gioco di oggi ci sia disegnata una tizia dai capelli rossi, le tette grosse, e l'abito succinto in stile BDSM. Prometto che appena ci arriviamo ve la mostro, tirate fuori le mani da quei calzoni! Cominciamo? Sigla!


 

Effetto Matrix, esplosioni un cd che gira e la scritta "multimedia"!  Sì, siamo proprio alla fine degli anni novanta, quando per lucidare uno stronzo bastava dire che era "multimediale" e "interattivo" e il popolino subito iniziava ad ingozzarsene in maniera molto voluttuosa. Sì, lo so, sto diventando molto prosaico ma quello che provo in questo momento è una sensazione di tenerezza mista a disgusto. 

L'estetica di fine millennio è tecnicamente più evoluta della più Naif e semplicista "Virtual 1993", che è il nome che ho dato io ai cubi e i coni renderizzati in POV-RAY con uno sfondo marmoreo o di nuvole dietro. Per quanto fosse molto più semplice dal punto di vista dei mezzi era infinitamente più  ricercata e sembrava che è fosse qualcosa per pochi eletti. Adesso, o meglio nel 1999, già la grafica 3D era stata nazionalpopolarizzata e un sacco di gente si dilettava a fare fotoelaborazioni con sovrabbondanza di effetti speciali, fulmini e via stronzeggiando. Ci sono passato anch'io in quella fase sia chiaro.
Tutto questo per dire cosa? Che a mio avviso l'arte non può prescindere dalla tecnica. Un adulto può cacciare dei colori a caso come Ivan Venturi contro il muro e dire che ha fatto una roba equivalente a un Kandinsky. Stronzate! Un bambino può farlo perché ha veramente il cervello che è un terreno vergine, invece un adulto che ha la creatività sclerotizzata dalla scuola e da tutti i preconcetti che gli sono stati cagati nel cranio da un ambiente circostante (e in prima fila ci sta quel posto ritenuto a sproposito "magico" che è la famiglia) si trova a fare un risultato che è quello di un adulto che disegna male, valore artistico zero.
lo stesso Picasso che è come artista convenzionale aveva un'ottima tecnica disse che la parte più difficile della sua arte è quella di disimparare la tecnica e tornare a dipingere come un bambino. Alla faccia di tutti quelli che vedono un Mondrian o un Mirò e dicono "Eh beh figa, ma questo lo faccio anch'io."


Sarebbe da chiedersi quanto vale un affresco fatto dall'entusiasmo quasi bambinesco (nel senso più innocente e bello della parola, s'intende) di Ivan Venturi, appena si è recato nella nuova sede della Colors Arti Multimediali a Borgo Panigale! Un po' come i giochi perduti della Colors, tra cui ricordo uno con un topo cartonesco chiamato "Gas Gas", vergognosamente rubato a Cenerentola. Ancora una volta mi offro volontario per riprovarlo, se qualcuno ce l'ha a portato di mano e lo mette su archive.org per il popolo. Vale anche per te, Ivan.


Abbiamo detto che la serie di cui fa parte il gioco di oggi si chiama Avatar. Ora la cosa mi prendeva benissimo perché come ben sapete, nell'avatar inteso come protagonista dei giochi di Ultima un po' mi ci identificavo. L'eroe senza macchia e senza paura che passava la vita in un paese lontano lontano a fare l'eroe risolvendo i problemini di ogni giorno dei villici, che non alzavano il culo manco a piangere. Ingrati del cazzo. 

Qui invece Avatar è usato nel senso più letterale del termine, ovvero incarnazione, qui l'avatar è l'incarnazione del giocatore attraverso i secoli, ci vuole dire Venturi. E infatti in questa serie il giocatore verrà incarnato in vari personaggi, come vediamo nei trailer degli altri episodi della serie. Abbiamo il Medioevo abbiamo i Maya, abbiamo gli Inca, abbiamYAHWHN scusate, ma già queste anteprime sono qualcosa di incredibilmente noioso. Ma alla fine diciamocelo: è inutile che Venturi voglia sbandierare l'interesse per la divulgazione storica che tanto la priorità più alta per il nostro Ivanone c'è la gnocca (e visto il suo carisma e i baffi da sparviero secondo me Venturi appartiene a quella sparuta minoranza di game makers che fanno poca fatica a procurarsela, la gnocca)

Ora io non ho presente quanto successo abbiamo gli altri giochi (senza tettona) della serie. Io so solo che nel negozietto che aveva sostituito l'edicola del Biondo, allegata a una rivista delle tecniche nuove avevo visto che c'era un CD con 'sta tettona. E se non sbaglio, il CD era pure scivolato via della confezione ed era dovuto tornare indietro a raccoglierlo dal pavimento. Avevo dovuto dire all'edicolante che mi era scivolato giù mostrandogli il cd della suddetta tettona. Chissà che cosa deve aver pensato di me. Almeno 'sta vagamente brutta figura non l'avevo fatta con il Biondo, che mi aveva visto crescere e sarebbe certamente rimasto piuttosto deluso a vedermi chiedere contrito il permesso di raccogliere un cd con stampigliato sopra un mignottone. Ma il Biondo, già nel 1999 era andato in pensione, e comunque sono convinto che quella che su cui misi le mie manacce sudice fosse una ristampa, tipo del 2002-2003, quando la Colors aveva già dato la dipartita. Avrebbe senso che fosse data in allegato, perché per quanto amatoriale era pur sempre un gioco completo e darlo in allegato a una rivistaccia pareva un po' inflazionarlo, no? Sto ipotizzando qui.




Ricerca collaboratori? E non ho risposto? Beh, allora mi sa che era proprio a cavallo del 2002-2003, visto che essendo io all'ATELIER CULTURALE™  ero certo che non mi sarei limitato ad andare a lavorare in un posto (Borgo Panigale) per cui potevo benissimo fare il pendolare dal Vecchio Paese. E poi, diciamocelo: Visual Basic? Questo gioco è fatto in Visual Basic, un generatore automatico di bachi come pochi altri? Bah! Vaffanculo (non tu Ivan, ti stimo, anche se a volte ti prenderei a craniate, nel rispetto del distanziamento sociale).



Via, nuova avventura! E si comincia con le opzioni. Beh, ha senso, ed è una cosa piuttosto rara devo dire. Il volume è al minimo e comunque per qualche ragione a me ignota non sono in grado di sentire l'audio, quindi non mi ci sbatto nemmeno troppo. Oh, lo so, non è il modo migliore di approcciarsi, manca l'approccio empirico, lo so. Però ci ho due bimbi piccoli e già mi sento una merda che gioco a 'sta roba mentre loro dormono quando potrei svagarmi in modo completamente diverso. Quindi empirizzatemi stocazzo, il gioco lo tengo muto così non vengo influenzato dal sicuramente pessimo doppiaggio. Il livello di difficoltà ovviamente lo tengo facile, e vediamo un attimo le note storiche: l'obiettivo principale di AVATAR è fornire uno strumento di simulazione divertente che contenga informazioni storiche le quali essendo che una mucca insieme a sbidiguri, lei racconta storie con un numero imprecisato di antani, in senso omoteleutico, come vicesindaco paragona la supercazzola prematurata con taratapia tapioca. Oh dai su Ivan poche pugnette (è proprio il caso di dirlo) qui si vuol vedere la pataffiola medievale su.


Consulente? Sì, trattasi di certo Andreolli, Già selle volle presidenle del consiglio della repubblica ilaliana ah no, è Bruno Andreolli trentino trapiantato a Mirandola e insigne storico medievalista dell'Alma Mater Studiorum. Io me lo immagino, il povero Andreolli, che cerca di spiegare a Venturi il Sacro Romano Impero e la rinascita carolingia e queste cose qui e Ivan che gli chiede "Sì ok vez ma le fighe vestivano con il completino in cuoio con lo spacco sul davanti che andava giù fino all'ombelico?"

(cries in carolingian)
Vabbè.


Insomma la nostra fregna storica si chiama Titania, che se vogliamo ha un po' di senso nella continuity del blog dell'ex videogiocatore, dal momento che la settimana scorsa il noto rivoluzionario italo-chimericano Luciano Loscalzo ha parlato di un ministro che di cognome faceva Oberon, dopo Oberon ci sta bene Titania. Era una battuta shakespeariana questa, non pretendo che la capiate. Titania è un'immortale, viene da AtlantidYAHWN LE TETTE PORCO CAZZO - direte voi.


E invece no, un po' di background in questo bel font. Titania fu principessa a Creta, sacerdotessa delle Amazzoni, tutto per pereguire il suo grande obiettivo: trovare e sconfiggere il demone Nashtir, il suo grande nemico. Una rapida ricerca su Nashtir non mi fa trovare nulla, se non che esiste un certo David Nashtir che è un matematico israeliano. Vabbè, il protagonista di un altro gioco della serie Avatar si chiama Lexus, e il gioco uscì subito prima che la toyota tirasse fuori la sua linea di lusso. C'è da dire che a volte è anche sfiga.


Da oltre un secolo Titania è guerriera e mercantessa nel mondo dell'Islam, dove un tempo sorgeva l'impero bizantino. La domanda è: le avranno lasciato tenere il completino sadomaso? Nell'anno di nostro signore 814 (anno dell'Egira 192) sia nell'ex impero d'Oriente una che va in giro vestita così o è una strega (a ovest) o è na zoccola (a est). Ma archiviamo tutto sotto sospensione dell'incredulità, amici, anche perché ora vi chiederete: ma 'sta Titania la vediamo o no?


"Mio avatar, il mio corpo è nel pieno delle forze, entra dentro di me e possiedimi." Ma impersulserio? Entra dentro di me e possiedimi? Dove andremo a finire "Prendimi Ivan, sono tua e volante?" Ma io non lo so! Comunque per la gioia di voi ipsatori ecco finalmente la feature principale del gioco: Le...

lo so, lo so
Titania fluttua nel vuoto cosmico pronta ad essere fatta nostra.


E mettendo in mostra lineamenti da bambola gonfiabile o da Anna Falchi nell'era Ricucci, Titaniona nostra apre gli occhi. Magari ha sentito che qualcuno le stava entrando dentro. Bello anche l'effetto girandola con la nostra eroina in posa da combattimento, e fanno quasi tenerezza i capelli resi come un blocchettone in stile playmobil. Oh, vorrei vedere voi cazzari a fare gli effetti tipo demo della Quantic Dream con i mezzi del 1998.


Il villaggio di Carnac, dove Titania ora è giunta, sta attravesando un periodo di prosperità. Poco distante sorge il castello del vassallo dell'imperatore, il duca Goffredo di Avignone. Che poi Carnac è in Bretagna, e Avignone è in P.A.C.A. praticamente due lati opposti dell'Esagono. Carpetbagger del cazzo! Tipo l'ex valletto di Bettino che si fa eleggere senatore per la circoscrizione Molise. Il Molise! Molise che non esiste, e quindi è come Kennedy che si fa eleggere coi voti dei morti.

L'adventure comunque è in terza persona, quindi saremo pure entrati nel corpo voluttuoso di Titania, ma la vediamo in terza persona, che non sia mai che perdiamo di vista le pere.


A Carnac si sono stabiliti i due niggaz venuti dal mondo dell'Islam a vendere le loro cianfrusaglie. Ed ecco, sono abbastanza vechio da ricordarmi che c'era un tempo in cui al mare la stragrande maggioranza dei turisti aiutava i vu cumprà a imboscare la merce perché passavano i pulotti. Ma solo quelli africani, perché erano simpatici. I marocchini già allora erano visti come infidi. Non ho la più pallida idea di come funzioni ora anche perché non vado in riviera da una quindicina d'anni (momento elitarista in cui l'ex videogiocatore si prodiga in una metaforica autofellatio).

 C'abbiamo pure le statistiche, vè! Peso, Soldi, Vigore e Salute, ed è tutto piuttosto inutile se non per vedere Titania che ora che ci penso usa la stessa tinta di Werner von Wallenrod. Ce l'avete presente?



Le note storiche! Con una spiegazione piuttosto neutrale e molto accademica (grazie Andreolli, faro di razionalità in un tripudio di pugnette). Anche nella sezione sul mondo musulmano sono ignorate tutte le parti relative allo scontro di cultura che sono le crociate e che sono la fantasia masturbatoria di molti incel reazionari che pensano che nel medioevo le donne andassero in giro con le zinne di fuori. Eh, si vede proprio che siamo prima del settembre 2001, quando Karl "Turd Blossom" Rove e vari spin doctor crearono una narrazione apocalittica che negli anni successivi è andata ad autoalimentarsi da tutte le parti. Come scrisse Kermode, la fine del mondo, più che imminente, è immanente, e certi falliti come il sovramenzionato Rove non possono tollerare l'idea di essere una nota a margine nel libro della Storia e quindi assumono la mentalità "dopo di me il diluvio". E se il tuo soprannome è "bocciolo di stronzo" puoi essere un brillante consulente politico finché vuoi ma come uomo un fallito rimani. Comunque voi lo sapevate che Carlo Magno era superamico del califfo di Bagdad il quale gli aveva regalato un elefante di nome Abu-Lubabah? Io no! Grazie, Ivan!


Titania parla con Hadib, che è scontornato malissimo su uno sfondo magenta. "Hadib, stanotte qualcuno è entrato in me" dice Titania.

"Uh, sul serio? Pronta a fare il bis?" chiede Hadib indossando un cappello da pescatore con fantasia scozzese e mettendosi un asciugamano turchese sulle spalle.

"No nel senso che il mio Avatar ha preso il controllo della mia persona."

"Avatar, eh? Ma non dovrebbe essere il contrario, e cioè che tu sei l'avatar di quel coglione al di là dello schermo?" chiede Hadib.

Titania fa uno sguardo severo (con le tette) all'amico e gli dice che sente che dovrà fermarsi a Carnac. Hadib dice "Sticazzi, tanto a me mica la davi. Pigliati una delle mie cianfrusaglie và, 'sta merda manco riesco a regalarla a 'sti braccini corti di bretoni."

"Hadib, che ti è successo al braccio?"

Titania ciula una coperta inutile a Hadib e parla con Khalid, che è l'arabo (o giu di lì) dalla seconda espressione più spaesata che abbia mai visto. Al primo posto dell classifica c'era un tale Abdelhakim che era stato mandato dalla sua società di consulenza a sostituire un project manager del mio team che avevo licenziato. Era un tizio a modo, ma era un analista funzionale che era stato promosso sul campo a project manager (con CV taroccato) cinque minuti prima del colloquio.

"Per me sei sempre stata come una figlia ed ora mi sento privato di una delle mie sicurezze". Khalid si esprime in un italiano legnosissimo, e riemerge quella convinzione già vista nell'Iveonte di Luigi Orabona (leggetelo, è un'opera di outsider literature che fra qualche decennio verrà osannata) secondo la quale nel medioevo parlassero tutti come un verbale dei carabinieri. Titania lo chiama "Vecchio sentimentale" che credo che mi abbia chiamato così una volta il mio compagno di classe B. (quello che si faceva le pugnette con le carte di Magic) si appropria di un cortello. con la rotacizzazione della prima L che è una cosa tipica del Vecchio Paese. Non ti fanno sindaco se non dici "Cortello" al posto di "coltello". Non so perché sto parlando di questa cosa.

In piazza c'è anche il monaco Geronzio, a cui attacchiamo botne. Titania con il religioso fa la misteriosa. "Un posto tranquillo, forse pure troppo". Da da da dan.

Titania a furia di parlare con Geronzio (che per tutto il dialogo non smette di guardarle le tette) ottiene l'informazione che dietro di lei ci sta una locanda. Senza questo flag attivato col cazzo che ci si poteva entrare. Ora ci si entra, ed entriamoci.

Nella locanda l'ubriacone Teodore fa violenza su se stesso per non chiamare Titania "Tettonia". Titania intimidisce Elaine la locandiera coi suoi capezzoli, ma poi la tranquillizza. "Sono vestita da drag queen perché sono una guerriera e non una ricamatrice". "Ah a posto allora. Tieni la stanza sul retro che vediamo di monetizzare la tua presenza con quel morto di figa di Teodore".

Alla locanda c'è pure un tizio misterioso con l'aria incazzata. Scopriamo che è Berengar "Il Fosco". Se ti chiamano "Il Fosco" capisci che non sei molto simpatico alla gente del luogo. Certo potevano chiamarti "Bocciolo di Stronzo". Teodore dice di diffidarne, con una parlata più legnosa della mia schiena dopo che mi sono addormentato sullo scendiletto di Sinjin mentre gli leggevo una storia della buonanotte. Gli inconvenienti del letto Montessori.

Raccolto tutto quello che c'era da sapere, e con Venturi che scrive 

Dim BoscoAccessibile As Boolean
'TODO: Animazione di Titania che si strofina voluttuosamente contro un albero
BoscoAccessibile = True

Titania entra nel bosco e inizia la parte più scoglionante del gioco: l'inutile pixel hunting! Voi lo sapevate che nel nono secolo la gente andava in giro a cercare cose minuscole? Io no! Vaffanculo, Ivan! (con tanta stima eh)

Titania continua l'inutile pixel hunting. Pezzetti di terra, carne semidigerita, un osso forse umano, e una ciotola. Non avrei detto che quel completino sadomaso ci aveva le tasche, ma la vita è piena di sorprese.

Titania al cimitero fa la sparata populista, citando 'a Livella di Totò.Ehhhh.... i soldi non fanno la felicità.... eeeeeeehhhh... Se uno muore non è che si porta dietro le sue sostanze, ma cazzo se gli piacerebbe farlo per poter ricattare i loro figli grazie ai loro cazzo di "tesoretti", frutto di elargizioni spropositate da parte di un potere pro tempore troppo intento a comprarsi i voti per guardare al futuro. Vecchi di merda. Comunque Nashtir è stato qui e per questo a Titania arriva un attacco fulminante di pupù! C'ho ancora il sudorino freddo sulla fronte!

Più tardi.


Girando per il bosco, Titania trova in una radura un ragazzetto che si sta trasformando in legno, e questo significa che ora è attiva la presenza di altri oggetti dall'aspetto di pixel minuscoli! Evviva amici!

Titania raccoglie qua e là (in un totale di schermate 4) gli ingredienti per guarire il nano. Oltre alle piante (consentitemi un lieve sbadiglio qui) Titania reperisce una collana che sicuramente non servirà a nulla nel proseguimento del gioco ed è certamente la sublimazione censurata della fantasia erotica di Ivan Venturi che a Titania fa una "collana di perle" , se avete presente come funziona la storia. No ok, mi piace pigliare per il culo Ivanone Venturi perché è proprio l'esatto opposto di come lo descrivo.


Titania prova a dare acqua al nano per rinfrescarlo. "Meglio di no" dice lei, perché non abbiamo attivato ancora la giusta variabile. È un brutto segno quando riesco a leggere il codice dietro un videogioco, come il tizio di Matrix. Significa che l'incredulità ci prova a sospendersi ma niente, resta coi piedi saldamente ancorati a terra, saltellando qua e là nella speranza di iniziare a levitare. No, niente.

La giusta variabile si attiva abbracciando il ragazzino (e premendogli le tette contro). Potremmo dargli una palla di fango secco, no? Così magari ci si fa una maschera facciale e ritrova elasticità alla pelle così screpolata.

Gli ho dato tutto quello che potevo dargli. Le scritte su fondo nero vogliono dire che ho fatto una cosa giusta, direi. Però manca un ingrediente, e la carota non è un buon rimpiazzo.

Trovato! Il nano, che si chiama Gustav, è guarito. Titania lo raccoglie e tenendogli la testa nello spacco tra una zinna e l'altra lo porta al villaggio. Gustav, come prima cosa arrivato a casa, corre in bagno.

Chiaramente, aver salvato Gustav fa sparire ogni pregiudizio nei confronti della nostra protagonista. Conoscendo le vecchie di merda del Vecchio Paese, la reazione che immaginavo era che Titania avesse fatto un filtro d'amore a Gustav per sistemarsi a sue spese prosciugandolo (del "tesoretto" di famiglia, s'intende) perché Gustav è così un buon partito e ha una così buona famiglia, guardi delle persone squisite che proprio non le dico. Ah ma ogni famiglia ha la sua croce, eh. Io esagero ma ricordo una cugina di mia nonna che guardava il Grande Fratello 2 e si lamentava del fatto che la tizia di Ravenna con le tette rifatte (Mascia, si chiamava) avesse irretito il dentista napoletano di buona famiglia, che era tanto un bravo ragazzo, era ancora vergine! Ma costei (" c'la putèna lè") gli ha fatto bere il suo mestruo e lui è andato completamente giù di testa e si è perso! So che detta così pare un'esagerazione, ma vi giuro sui baffetti da sparviero di Ivan Venturi che io crescendo sentivo sti discorsi. Liberissimi di non crederci.

Più tardi.

Vi ricordate di Berengar "Il Fosco"? Mentre Titania faceva bere il filtro d'amore a Gustav, il padre Torqwin, guardandole le tette in un affare di famiglia complicatissimo che manco su Pornhub (mi si dice che più del 50% dei video su pornhub siano fantasie di incesto, confermate?), le spiega di più su Berengar, che vive nel bosco da recluso e ha sempre soldi anche in tempo di carestia (e no, niente "ogni buco è galleria". Quello lo lascio dire a Luciano). La variabile che fa sì che Titania non blocchi la bussata alla porta di Berengar con il solito "meglio di no" si attiva, e dunque eccoci dal Fosco a intortarlo con la parlata da verbale di carabinieri.

Berengar, sempre con un dialogo di un legnoso che il " diobbono!" di Simulman pare scritto da Harold Pinter, si contraddice svariate volte nella stessa frase. Ora, esiste sempre la convinzione per cui mettere in evidenza le incoerenze del nemico in un dibattito porti l'avversario alla resa. Ah hah hah, che stronzata ragazzi. Se avete letto questo blog sapete benissimo come la pensi a proposito della dissonanza cognitiva. Ricercatevi l'articolo su Zak McKracken, la parte sull'esperimento di Leon Festinger. Queste sono cose molto più importanti delle bruschette negli occhi per dei giochini di merda di tanti anni fa.

Boh, non so come andare avanti qui. Titania va al cimitero e ci accorgiamo che la nostra rossa ha perso peso ed ora è pure mogia mogia. E quindi, servendoci di un rudimentale drag'n drop, iniziamo a nutrirla di tutti i pixel che ha raccattato in giro. Non avendo l'audio non riusciamo a sentire il "bleah" che ci dovrebbe indicare qualcosa che bene non fa, ma in realtà non cambia nulla se non gli indicatori. Che sia dovuto al fatto che siamo in modalità facile? Forse!

Non sapendo io come proseguire, Titania prosegue il suo picnic death metal mangiando merda secca di cinghiale al cimitero. Beh! Direi che è il momento giusto per fare pausa di riflessione e capire se voglio continuare a farmi del male con il pixel hunting, il dialogo in stile verbale dei carabinieri e le scontatissime battute sulle tette, nonché sulla pervasiva immagine mentale di Ivan Venturi che programma con una mano nei calzoni. Che dire, amici? Penso di averla tenuta abbastanza lunga e che sia ora di chiuderla qui per questa settimana. Vi lascio con questi mille interrogativi inquietanti:

Riuscirà l'ex videogiocatore ad avanzare con questo gioco fatto di pixel hunting selvaggio?

Riuscirà Titania a denudarsi per la gioia del pubblico nel più pecoreccio degli stili italiani di videogiochismo?

Come prenderà Ivan Venturi questo articolo e il suo seguito, ferma restando l'immutata stima dell'ex videogiocatore nei suoi confronti (salvo quando vuole prenderlo a testate)?

E sopratutto...
Questo gioco è merda?

Ci vediamo la prossima settimana (se Ivan Venturi non mi fa chiudere il sito prima).

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