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lunedì 24 luglio 2017

Simulman 1 - Simulman!

Era l'estate del 1983 ed ero in una stanza d'albergo al ventesimo piano di un hotel di Londra. Non dormivo perché pensavo ai videogiochi e a come mi suggerissero l'idea di un mondo interattivo, digitale e plastico, videoanimato e intelligente, capace di rispondere ai miei comandi e di reagire. Un mondo per il quale non trovavo una parola. Improvvisamente, come succede in queste cose, il nome di questo mondo mi venne in mente di getto e diventò una parola che, due o tre anni dopo, avrei adottato anche come marchio di fabbrica e, quasi venti anni più tardi, come titolo di un mio libro: Simulmondo
 Francesco Carlà

Il simulmondo è tutto intorno a me.
Ora, ammetto di avere un problema con l'italiano "pop" del guru degli investimenti Francesco Carlà, ma non posso negargli il merito di aver portato una ventata di innovazione nella scena videoludica nostrana, andando su un canale di distribuzione che in Italia era molto più forte del negozio specializzato in videogames. Il fatto che si fosse attaccato a proprietà intellettuali già esistenti e ben radicate nell'immaginario collettivo dava alla Simulmondo una base di partenza fortissima. Abbiamo visto su questi pixel Diabolik, che pur essendo parte della cultura popolare italiana, impallidiva di fronte al bacino d'utenza di Dylan Dog. Insomma, un mezzo di distribuzione originale per un videogioco, meno originale per un fumetto, che trova nell'edicola il suo sbocco naturale.

Quello che voglio dire è che appoggiarsi a proprietà intellettuali già esistenti è facile e allo stesso tempo frustrante, perché sei costretto a seguire linee narrative e canoni che vengono da un'altra forma d'arte. Fino a che punto un videogioco su Diabolik è un videogioco e un derivato interattivo del fumetto? E ora la smetto subito perché non vorrei trasformare questo blog in una raccolta di appunti di Scienze della Comunicazione. Il sugo della questione è che se vuoi avere pieno controllo creativo, devi creare qualcosa di tuo. E forte del successo delle serie derivative, nel 1993 Carlà fece il grande passo, creando Simulman.

Nei primi anni 90 il genere cyberpunk andava piuttosto di moda nella cultura pop italiana. In Italia arriva Ghost in the Shell, i romanzi di William Gibson vengono sempre più citati, si inizia a parlare di computer connessi tra di loro e la rivista Kappa pubblica racconti a tema scritti dai lettori (perlopiù ciofeche). Nel 1992 uscì Il Tagliaerbe, seguito da Strange Days e Johnny Mnemonic nel 1995, dall'Italia arrivò Nirvana nel 1997 e nel 1999 ci fu il canto del cigno della moda cyberpunk con il primo Matrix. Insomma, era di moda. 

Mi scusi brav'uomo, per il SIMULMONDO va bene questa direzione?
Ed era comprensibile che il genere fosse di moda: la Guerra Fredda era finita, ci si lasciava alle spalle il secolo breve e si entrava in un futuro in cui non c'era una chiara divisione di buoni e di cattivi. Il grande panico morale veniva dalla tecnologia, dalle multinazionali che si sostituivano agli stati, dall'incedere della realtà virtuale come nuova forma di droga da cui astrarsi dalla realtà. Ci si aspettava un'interconnessione di tutte le coscienze in una matrice collettiva, ma in modo molto più intimista. Ti addormentavi, ti infilavi uno spinotto in testa, e ti svegliavi da solo, in un mondo pieno di forme geometriche strane, e andavi in giro in questa dimensione parallela a raccogliere informazioni sotto forma di poliedri colorati. E non c'era la parte in cui si elemosinava l'attenzione del resto del mondo postando foto del piatto che si stava mangiando o scrivendo banalità precedute da un cancelletto. Come al solito, il futuro è stato una grande delusione.

Futuro ideale: Luisa Corna avatar del Simulmondo.
Futuro reale: Luisa Corna che quasi uccide Bossi.
In Simulman, Francesco Carlà ci dona la sua visione del futuro, che è quella riportata all'inizio dell'articolo. Nel'universo di Simulman le barriere tra il mondo reale e il simulmondo sono sfumate: e non ci sono interfacce che ci permettono di entrare nella realtà virtuale, ma è la realtà virtuale che entra nel nostro mondo tramite interfacce chiamate "Doors". Si chiamano così come riferimento a Windows, e per il fatto che il protagonista Simulman è raffigurato come un incrocio tra Francesco Carlà e Jim Morrison.

Pubblicità tratta da TGM numero 51 - Marzo 1993.
Ulteriori dettagli sono dati dalla pubblicità del gioco. Ignorando gli obbrobri "Computers" e "networks" e sinceramente non è che ci sia molto di più da sapere. Forse, nel 93 era sufficiente mettere "Realtà Virtuale" in un discorso e tutto subito diventava più interessante, a prescindere dai dettagli. Notare anche come si parli di rapporto "Prezzo/Qualità" anziché "Qualità/Prezzo", cosa che lascia suggerire che per avere un rapporto alto sia necessario che il prezzo sia esoso e la qualità sia bassa.

 Basta, ho parlato abbastanza. Sigla?


No, stavolta cominciamo con l'installazione. Per dire quanto fosse Carlàcentrica la Simulmondo in quel periodo, il futuro guru dell'investimento online invade i nostri schermi e con gesto da sacerdote durante il Padre Nostro avvia l'installazione su "Disco Rigido" del gioco. Ma quanto era bella la dicitura "Disco Rigido" ?


Il gioco inizia con il logo della Simulmondo, e se vi ricordate quello che avevo scritto nel post su Diabolik, quello che si nota in queste produzioni non della prima ora è che la qualità e la pulizia della grafica sono calate di molto. Il logo è statico, con colori spenti, e con maggiori difetti: guardate, ad esempio, i pixel bianchi della scritta "Adventures" che è stata scontornata alla meno peggio. A un certo punto, la Simulmondo aveva scoperto 3D Studio e aveva iniziato a piazzare roba renderizzata, ritagliata, e ripulita in fretta e furia.

Un altro problema è di natura più tecnica: come probabilmente saprete, la modalità standard di grafica VGA ha una risoluzione di 320x200 pixel, e in una schermata ogni pixel può assumere 256 colori scelti fra un totale di 262.144 colori possibili. Questo sottoinsieme di 256 colori si chiama "Palette" (che vuol dire tavolozza). Quello in cui sbaglia la Simulmondo è che per immagini molto diverse fra loro viene usata la stessa palette. Per cui spesso ci si trova in carenza cronica di sfumature cromatiche, e si rimedia alla meno peggio.


Simulman - primo episodio. Intitolato "Simulman!" col punto esclamativo.  Oltre al copyright della Simulmondo, vediamo anche il copyright intitolato a Francesco Carlà in persona. Si vede che ci teneva proprio a questa sua creazione.


Cominciamo l'avventura. Tenetevi forte perche questo articolo è lungo. In una sala riunioni del Simulmondo, il Gran Consiglio dei Dieci Assenti si è riunito. Si vede che non ce la dicono giusta perché indossano gli occhiali da sole negli interni.


Fra loro c'è Jeremy Irons! Poco fa vi parlavo del problema della palette, e qui si vede la drammatica carenza di colori a disposizione. Ma sono certo che Carlà ce lo spiegherebbe con il fatto che è la realtà virtuale.


A capotavola, un raggio misterioso fa comparire un uomo piuttosto spigoloso. "SIGNORI..." dice, e  sospettiamo non si riferisca all'ex calciatore con problemi di ludopatia.


L'inquadratura si sposta su un primo piano dell'uomo spigoloso, che pare un derivato di Andy Warhol.  Bellissima la parrucca fatta di stelle filanti. "Miei fedeli Virtuss - dice, mentre gli brillano gli occhi - entro poco tempo ci saranno le elezioni del nuovo Presidente." Presidente di cosa? Del SIMULMONDO?


"Il presidente dovrà operare secondo la mia volontà" - prosegue il misterioso tribute artist di Andy Warhol - "Questo è l'obbiettivo". Ero già carico per smerdare il gioco ma a quanto pare, obbiettivo con due b si può dire.


"Obiettivo molto ambizioso", dice Jeremy Irons, cadendo nel mio stesso errore e correggendo il suo capo dicendo obiettivo con una sola b.
Scopriamo anche che il suo capo (Warhol) in realtà si chiama SS-DOS. Che nome del cazzo.
Il nuovo presidente, continua Jeremy, non si lascerà manovrare così facilmente, perché i circuiti di sicurezza sono inaccessibili. Cosa sono i circuiti di sicurezza? A cosa servono? Magari era scritto tutto nel fascicoletto incluso col gioco, ma a questo gioco ci giocai da una raccolta su CD-ROM con tutti gli episodi di Diabolik e Simulman, e gli scan non c'erano. Almeno credo.


SS-DOS si rivela un grande stratega. "Esistono molte soluzioni indirette a un problema, sempre." Il nuovo presidente sarà simulazione creata dallo stesso SS-DOS! Mi rode tantissimo dirlo, ma Carlà ha anticipato di 20 anni l'episodio "The Waldo Moment" di Black Mirror. Mi rode perché noi italiani a volte ci abbiamo idee fighissime e poi o le implementiamo male o vengono prese sottogamba dai nostri connazionali, che sono schifosamente esterofili da sempre.


Ma continuiamo. SS-DOS Ci presenta il primo candidato simulato della storia: il signor H.D. Conner! Dove H.D. sta per "Hard Disk", così siamo sicuri che la gente non sospetterà che sia un uomo simulato. Molto bene.


Ecco H.D. Conner, interpretato da un sosia di Johann "Hans" Holzel, detto Falco. Espone un programma politico vaghissimo, da cui capiamo che  il panico morale del futuro sono le "simulazioni", contrapposte alla verità. Credo. Non so.


Il discorso di H.D. Conner viene visto in tv da due strani figuri, i quali condividono il mio livello di perplessità sul sosia di Falco.


Ed ecco il nostro eroe (sulla sinistra); Simulman! È il suo nome. Non si sa se sia un mononimo, come Corrado o Suharto, l'ex presidente dell'Indonesia, o U Thant, ex Segretario Generale dell'ONU. O magari di cognome fa "Esposito" ma l'abbinamento nome straniero / cognome italiano non gli piace.

Simulman sfoggia una giacca di pelle "Lorenzo Lamas" senza maglietta della salute, perché nel SIMULMONDO non si traspira. Il giubbotto è abilmente abbinato a un paio di jeans "Angel&Devil" a vita alta effetto "washed", a cui la mamma di Simulman ha pazientemente tolto le paillettes che gli disegnavano le ali sul culo (nel 1993 i jeans "Angel&Devil" non esistevano, ma questo è il futuro, cari amici).

Accanto a lui, quello che potrebbe sembrare Kareem Abdul Jabbar paraplegico (è su una sedia a rotelle) è il migliore amico di Simulman, che si chiama Cactus. Oh, è sempre meglio del personaggio di Sergio Rubini in Nirvana che si chiamava "Joystick".


Simulman, che apparentemente non ha altri nomi, fa come lavoro il "poliziotto della realtà virtuale", quindi risolve casi in cui i criminali della realtà virtuale, chiamati Simuloid, fanno cose a danni delle persone reali. Questa premessa ricalca un po' Blade Runner, così a spanne. Ma come al solito Francesco Carlà ha previsto il futuro. I Simuloid sono le "persone false" contro cui si scagliano con odio i quarantenni su facebook!!!!1! SIMULKAFFÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈ?


Dunque Simulman è un funzionario dello stato (quale stato? non si sa) e ovviamente come ogni funzionario ce l'ha coi politici, perché teme una riorganizzazione. Il sesto senso da poliziotto di Simulman , comunque, entra immediatamente in azione (all'insaputa dello stesso Simulman). I politici non sembrano veri, dice guardando H.D. Conner. 


"Chissà se hanno la birra in frigo come me e te", chiede Simulman a Cactus, ma è ovviamente una domanda retorica.


...e le bollette appese al muro... E LA CRISI E LA GENTE SI SUICIDA MENTRE I SIMULOID STANNO NEGLI ALBERGHI DI LUSSO E H.D.CONNER CHE FA???1?1? scusate.


Mentre Simulman si fa tutto emo, Kareem Cactus Jabbar parte subito in quarta con l'argomento su cui è più specializzato: "Le Fighe". (Qualcuno vuole spiegarmi l'architettura della casa di Simulman, con un muro a sfondo di windows 95 da un lato e la faccia di Jim "Simulman" Morrison dall'altro?)


Apparentemente, Cactus Abdul Jabbar non ha alcun problema coi politici, se non l'invidia nei confronti di tutte le donne che chi abita nella stanza dei bottoni ci ha a mano. Donne buone, però, mica robettine virtuali da ricreazione. In questo, Carlà sembra concordare con Hoffer, secondo cui l'adesione a movimenti di massa deriva dall'odio di sé derivante da frustrazioni spesso sessuali.


Siccome siamo stronzi facciamo rigirare a Simulman il coltello nella piaga chiedendo a Kareem Abdul Cactus di approfondire l'argomento più stimolante: "Le Fighe".


Lo storico centro dei Lakers ci confida che sta pattugliando SexNet da ben due mesi alla ricerca della miglior simulfregna di tutto il simulmondo.


Che cosa sono due simulanti mezze vergini? E soprattutto, in un rapporto con una simulante, lei non finge? E la cosa non vi irrita? A me irriterebbe.


eheheh...


Chiaramente, Simulman anziché arrestare l'amico per pedopornografia, ride in maniera sforzata. LA classica desensibilizzazione dei professionisti, stessa ragione per cui una mia conoscente laureata in medicina nucleare, vedendo un uomo calvo lo indicò ridendo dicendomi che il tizio si pettinava con la chemio. Ho smesso di frequentare certa gente ora.


Ma torniamo al nostro profondissimo dialogo. Simulman ammette candidamente che va a mignotte. Le puttane delle Doors differiscono dalle "raffinatezze telematiche" e io credo che il nostro capellone stia dicendo che le donne vere sono peggio delle simuloid. Ma i simuloid non erano i nemici? Non lo so, mi sono perso.


Ah no contrordine. Le Doors sono interfacce di realtà virtuali e allora le puttane delle Doors non sono donne vere manco loro, ma simuloid. La gente "interagisce" (se capite cosa voglio dire) con le peripatetiche delle Doors da casa, quindi non votano E H.D. CONNER ENNESIMO PRESIDENTE NON ELETTO DAL POPOLO!!1! scusate.


Sì, Simulman, si vede che non ti piacciono i politici. Sì, Carlà, si vede che ti rode molto perché Gianroberto Casaleggio ti ha battuto sul tempo.


Il discorso gentista continua ben oltre il mio livello di sfinimento. "Se lo eleggono" dice Karctus, "vado a perdermi nelle Doors pure io, e tu mi vieni a cercare ahahaha". La parola chiave qui è "ahahaha".


La risata sforzata di Simulman mi ricorda certi discorsi al caffè coi miei colleghi durante le stagioni elettorali: catastrofismo mascherato da sarcasmo. A tal proposito, vi rimando a questo eccellente commento su questo blog.


Abbiamo capito che H.D. Conner sembra finto (specie per il fatto che È finto) ma usare il plurale di una parola straniera, per giunta un neologismo, è come cagare sul portone d'ingresso dell'Accademia della Crusca.


Il dialogo gentista non accenna a finire. Quindi un po' di informazioni sparse su una delle principali cause del decadimento della fiducia nelle istituzioni (poliziotti virtuali compresi): Striscia la Notizia. Nel 1993, anno di uscita di Simulman, i conduttori furono Ezio Greggio, Ric di Ric&Gian, Sergio Vastano, Maurizio Ferrini nei panni di Emma Coriandoli, e per un breve periodo Alba Parietti. il viscidissimo e mai divertente Iacchetti sarebbe entrato nel cast solo l'anno successivo.
Le veline erano Cecilia Belli, Fanny Cadeo e Laura Valci, più il culturista Edo Soldo che faceva il "velino" agitandosi come un deficiente.


Cactus suggerisce a Simulman di entrare in politica, con l'intento nascosto di usufruire di qualche scarto di "Le Fighe" dell'amico. Io non ne posso più di questo dialogo, qualcuno faccia qualcosa.


Oh, sempre sia lodato. TVFax (che è l'equivalente dei notiziari cartacei nel Simulmondo) comunica ai due che c'è un mostro in giro per la città. Suppongo sia l'orchite del videogiocatore che è cresciuta a tal punto da valicare i confini del Simulmondo.


Ma Simulman non ha voglia di andare a fare il suo lavoro, e preferisce continuare a lamentarsi. Il classico statale, ma siccome somiglia a un incrocio tra Jim Morrison e lo stesso Carlà, allora è perdonato.


Alla fine però Cactus convince Simulman a levarsi dalle palle (così può tornare a sollazzarsi con le due simulate mezze vergini), e il nostro eroe evoca dal pavimento una Ferrari F40. Capito? Ci ha la ferrari, va a puttane per lavoro, e si lamenta. Questo Simulman è un po' uno stronzo. 


Ma oh, ormai si è alzato, quindi tanto vale raggiungere questo benedetto mostro attraversando un tutorial di 3d Studio.


Riporto testualmente: "Diobbono!!! questa è già una zona in mezzo: non sono nelle Doors eppure è un'area digitalizzata... mi sparisce la macchina...". Zona in mezzo di cosa? E perché gli sparisce la macchina se è un'area digitalizzata? Visto che la macchina è comparsa dal nulla, supponiamo che la macchina sia digitalizzata di sua, quindi perché dovrebbe sparire? Non ho capito niente. Se voi capite qualcosa aiutatemi.


Proviamo ad avanzare, ma l'auto sparisce proprio come sotto a un grosso scanner: apparentemente, quando si fa la scansione di un documento, questo viene fisicamente distrutto, come in TRON. Ecco, quello di TRON era un Simulmondo molto più comprensibile.


Simulman rimugina tra sé e sé, riferendosi a quella specie di tavolino da caffé con le cosce rugose e i tentacoli rossi: "...tracce virtuali...mmm...un lavoro che non mi piace per niente...Bestia simulata...pixels finissimi...reticolo invisibile...ma è una bestia quasi umana...pelle bellissima...che schifo: le fanno da Dio adesso...". In che modo quella roba sia quasi umana mi sfugge, ma a un certo punto Simulman decide di entrare in azione. E qui mi parte l'incazzatura. Perché?


Ecco perché. Perché la Simulmondo sapeva fare della gran bella grafica, volendo. Ma per le sequenze di intermezzo no, fanno degli orribili collage di produzioni in 3D studio a livello amatorialissimo, foto scannate male, il tutto con una palette che manda a puttane i colori.


Le sequenze di "azione", stavolta, sono molto più rapide della prima versione del motore Simulmondo (quello di Diabolik 1, per intenderci). Il nostro protagonista non corre al ralenti, fa fuori dei simuloidi con una rapida serie di manrovesci, e soprattutto non ti cresce la barba tra una schermata e l'altra.


Un'altra innovazione di questa versione del motore è che premendo il tasto "U" vengono evidenziate tutte le uscite e i punti in cui Simulman può "interagire" premendo il tasto su. 


Uno degli hotspot con cui interagire è un'edicola virtuale. Nel futuro del Simulmondo non esistono smartphone. "Uno dei candidati è stato preso, chissà Cactus come se la ride." No, Simulman, Cactus se la sta spassando con le due simulate quasi vergini ora. 

Poi compare una scritta misteriosa: "PHOENIX OMEGA". Sabbie mobili e nuovi enigmi, commenta Simulman atteggiandosi a bello e maledetto, ma nessuno lo sta guardando. A me succede sempre, quando ho i capelli in ordine nessuno mi invita mai ad uscire.


Non si capisce che cosa sia successo all'avversario di H.D. Conner, ma è politicamente finito. O è Oscar Giannino o è Gianfranco Fini.


Girando a caso, arriviamo nella zona del mostro. Ci sono due hotspot per interagire con lui, e nonostante siano separate da un ostacolo alto meno di mezzo metro, non possiamo saltare per entrare dall'altra parte. E quindi entriamo da questa. Diobbono! Il mondo, da pixel art bellissima che era, è ridiventato un tutorial di 3d Studio. Poi c'è un primo piano di Simulman e, sorpresona! È di nuovo pixelato e non digitalizzato. E ha in testa una cofana di capelli che pare la moglie del mio padrino, il colonnello (il mio padrino era colonnello, non sua moglie), la quale si chiamava Leondina (la moglie, non il mio padrino, ovvero il colonnello).


Decidiamo di esaminare più in dettaglio il mostro, e con lo smartwatch d'ordinanza scandisce per bene la bestia per spedire tutti i dati a Cactus. Notare che di telefonini manco l'ombra.


"Accidenti se è grosso, mi sta intasando tutto...": questo è Cactus che ha scoperto che le simulate quasi vergini hanno la sorpresina.


Lo sapevate che il Twatch, oltre ad essere un aggeggio tuttofare, è anche un'arma? Proviamo ad attaccare il mostro, ma apparentemente è troppo forte e la signora Leondina, purtroppo, ha la peggio. Ricominciamo.


E stavolta facciamo il giro lungo. Anziché prendere il simuloid a manrovesci, stavolta utilizziamo il Twatch. Complimenti davvero al grafico di questa sezione perché gli sfondi son davvero belli. È il resto della grafica che, per come è invecchiata male, fa stracagare.


Entriamo dall'altro lato, e stavolta vediamo che assieme al mostro c'è un simuloid, che è reso come uno dei protagonisti della scena di sesso virtuale ne "Il Tagliaerbe". "Che bel duetto...musica per bestie simulate..." dice Simulman cercando di fare il sarcastico ma non capisce che il sarcasmo fatto male ti mette addosso un'aura di sfiga enorme.


Vabbè, facciamo fuori il simuloide e spediamo i dati a Cactus, sperando che abbia finito con le pippe.


Fortunatamente Kareem è in pieno periodo refrattario, e ci degna di un po' di informazioni. Il Simuloide si stava interfacciando con TVTel, che è la Door che controlla le trasmissioni televisive (credo). Interessante, dice Cactus, facendo il misterioso.


Io non ci ho capito un cazzo di cosa sta succedendo, quindi la butto lì. Sai a cosa stavo pensando? Dimmelo, perché non lo so a cosa stavo pensando.


Ecco! Vogliono diffondere le famigerate FAKE NEWS! Carlà è stato di nuovo profeta, e nessuno se lo è cagato.


"Simuloidi, una vera peste", dice confuso Simulman, che quando non sa cosa fare dà la colpa ai sintetici. Cactus lo corregge: ci sono anche degli uomini coinvolti. "Voi simulbuonisti siete tutti uguali - pensa Simulman - sempre subito a giustificare gli schifosi simuloidi come se foste autorazzisti nei confronti delle persone vere! (e comunque i cani restano migliori di tutti)" E mentre condivide questo su facebook via Twatch, perde il filo del discorso.


Ma meglio fingere di capire e cercare di contribuire alla discussione, come certi middle manager invitati a un brainstorming che dicono grandissime cagate perché non stanno capendo un tubo di quello che si sta discutendo e non fanno altro che rallentare il processo decisionale.


Non ho la minima voglia di leggere la spiegazione di Cactus, ma il concetto è chiaro: FAKE NEWS.


Simulman va a investigare TvTel con la sua macchina che non dà nell'occhio. Ci troviamo nella realtà virtuale o nel mondo reale? Non lo so.


"Crea con il tuo PC" De Agostini, secondo fascicolo. "3d Studio - realizzare un corridoio con molte porte e pavimento texturizzato".


Ma una volta entrati, TvTel assume l'aspetto di un normalissimo ufficio. E mi sento anche di aggiungere che è disegnato bene. Eh oh, mi dispiace ma a distanza di decenni possiamo dirlo senza problemi: la grafica 2D invecchia meglio.

Più tardi.


Girovagando per gli studios, troviamo una stanza buia con un terminale. La ricerca degli hotspot, ovviamente, ce lo mette in evidenza, e Simulman ci si fionda.


"Senza Parole": come le vignette della Settimana Enigmistica. Simulman interfaccia il suo Twatch con il terminale dandogli un virilissimo pugno che pare il carosello dell'amaro Petrus Boonekamp (l'amarissimo che fa benissimo!). Ma quanto cazzo è buono il Petrus? E soprattutto, perché non lo fanno più e la gente si beve vili ersatz come lo Jägermeister? E non parlatemi dell'Amaro del Capo perché quella è roba da hipster


Il terminale contiene tutte le FAKE NEWS!! trasmesse oggi, tutte contrassegnate come "Phoenix Omega", codice che avevamo già visto! Ah beh, il cerchio si chiude. L'operatore che gestiva il dossier Phoenix Omega si chiama Pollok, come il pittore, ma senza la C.


In una porta ci troviamo il rendering del "Corridoio con molte porte etc. etc." da un'altra telecamera e con sorgente luminosa rossa. Simulman ci fa notare che dobbiamo far avanzare la trama per trovare l'ufficio di Pollok, e quindi esce. Evvabbè.


In un altro terminale in giro per gli uffici, un terminale molto grande che va con un prototipo di Windows 95, c'è il sistema informativo di gestione personale. Anche nel Simulmondo, i sistemi informativi per le risorse umane fanno stracagarissimo.

Più tardi.


Simulman entra in una stanzetta e parte l'ennesima sequenza semi-interattiva! Un simuloid sta importunando una ragazza che ha una posizione come se stesse per vomitare.


Senza por tempo in mezzo, Simulman orologia il simuloide senza pietà. State pronti per una sequenza di dialogo fatta male, amici.


Simulman in versione Leondina presta soccorso alla donna in posizione-conàto. Spero non ti abbia ferito, le dice. Non si capisce se la donna è reale o una simulata quasi vergine, in tal caso basterebbe McAfee e-hymenoplastics™ e tutto torna come prima.


AAAAAHHHHHHH QUELLA BOCCA AAAAAHHHHHHH


Mi sono perso il dialogo. La tizia sembra drogata, o forse è drogato chi ha scritto il dialogo. Scelgo opzioni a caso...


A quanto pare, se fai troppe domande, la tizia si spazientisce e se ne va. Io però non ho ottenuto niente...


...l'animazione fluida di Diabolik - Inafferrabile Criminale è un pallido ricordo, ahimè.


Dopo che se n'è andata, Simulman è di nuovo fuori dallo stanzino. Cercando di rientrare, arrivano i simuloid che lo fulminano. Eh niente, ricarichiamo.


Scusate se le scritte vanno in fretta, ma ho cliccato rapidamente per far scorrere il testo in modo da non avere quell'orribile animazione della bocca. La nostra nuova amica sembra avere problemi nella definizione di che cosa è la realtà e cosa no. Tipico da panico morale degli anni 90 per la realtà virtuale. Che si è ripetuta poi con Second Life. Ma quanto faceva cagare Second Life? Io non lo so, non ci ho mai giocato. Ma penso tanto. Ora, con Oculus Rift, playstation VR e robaccia simile, potremmo avere di nuovo associazioni di genitori terrorizzate.


"Mi hanno detto così e ci credo" ancora una volta Carlastradamus è profeta sulla facilità con cui ci si lascia ingannare dalle notizie lette sui social media.


Intortando la ragazza con un atteggiamento improntato allo sminuirsi per pescare complimenti, lo zerbino Simulman ottiene un regalino dalla misteriosa fanciulla. No, non agitatevi, non è correlato allo scambio di fluidi corporei, o di flussi di bit...


...ma è un'orrida cosa rossa con segnacci blu fatti con un dremel manovrato da un uomo ubriaco. Ma quanto è bello il Dremel?


Usiamo la scheda per decodificare il software di risorse umane di TvTel. Rapidamente recuperiamo informazioni su Pollok. Questo mi ricorda quando, qualche lavoro serio fa, i miei colleghi e io scommettevamo sull'età delle stagiste di un dirigente noto per il suo essere un maiale, guardando nelle tabelle del database di risorse umane. Comunque erano tutte maggiorenni.


Torniamo nel "Corridoio con molte porte etc. etc." Ci sono un sacco di uffici, ma con la mappa è facile. Eccolo, un Pollok!


Nell'ufficio di Pollok, una sequenza seminterattiva, in cui Simulman somiglia a un incrocio tra Atreyu e il mio amico Helder. C'è uno schermo, un generatore di ologrammi e un blocchetto di appunti. Cominciamo con quest'ultimo.


"Interessante, dovrò parlarne con Cactus." Ma Cactus sta copulando con delle RealDoll ora, quindi ci sarà da attendere.


Cliccando sullo schermo del pc, c'è scritto SCANDAL. Riferimento alle FAKE NEWS??? oppure è la serie tv che Pollok sta scaricando?


Il proiettore di ologrammi, invece, mostra una donna animata come il pupazzo di un ventriloquo. Altri misteri si aggiungono, e tirando le somme mi sento di dirvi che non ci ho capito tanto. Bene, usciamo dall'ufficio...


...ed ecco tre simuloid che infestano il tutorial di 3D Studio "Corridoio con molte porte e pavimento texturizzato"!! Mi sembrano tanti, dice Simulman, che evidentemente sa contare soltanto fino a due.
Cactus sta ancora facendo le cose zozze con donne finte, e quindi Simulman è solo! Come faremo a  uscirne?


È presto detto! Aspettiamo un mese, ci fiondiamo in edicola e compriamo Simulman 2 - "Nella Morsa di SS-DOS" (giuro, quello è il titolo). Beh, nonostante questo primo episodio possa essere terminato in meno di 5 minuti, lasciate che vi dica che non ho le forze di proseguire oltre. Prossimo gioco.

È merda? Sì. Ci sarebbero spunti interessanti, ma a volte ho come l'impressione che dovrei entrare nella testa di Carlà per capire bene la sua concezione di realtà virtuale. E dubito che nei fascicoletti ci fosse una descrizione dell'universo di Simulman. Un'introduzione graduale, e scritta in un italiano comprensibile, dell'ambientazione sarebbe stata molto più coinvolgente: insomma, si vede l'idea buona c'è ma fatica ad essere trasmessa.
E poi ragazzi, quell'uso sconsiderato della palette dei colori! Capisco che le scadenze erano strettissime e bisognava lavorare più in fretta, però la qualità è importante, cavolo. Peccato, una grande occasione sprecata. Però a Carlà ci voglio bene lo stesso, perché ci ha provato, cavolo. Francesco, se leggi questo articolo, ricordati che ho dato "merda" pure a Lemmings.
Ci rigiocheresti? È vero che dura in totale 5 minuti e via il dente via il dolore, ma non è che mi faccio strappare via un dente solo perché un giorno potrebbe farmi male, quindi no.

8 commenti:

  1. Quando ho letto FRANCESCO CARLA' mi è esploso il computer.

    Il mio primo gioco di calcio, tralaltro abbastanza ingiocabile. Francesco Carlà's 3d Soccer, per Commodore64. Caspita, potevi giocare con i club veri. Poi sceglievi il Milan e ti trovavi una squadra con maglia verde e calzoncino nero...

    Inciso sulla parola obiettivo: alle elementari sapevo che si scriveva obiettivo (eravamo dunque intorno al 1993..), alle superiori ho imparato che anche obbiettivo era tollerato (con mio grande disprezzo).

    Veniamo invece al gioco.

    Fa veramente schifo XD

    Anche se dal punto di vista ideologico, è appunto profetico in diversi passaggi.

    Ma a prescindere dalla longevità - 5 minuti circa di gioco - mi sembra veramente poco appetibile.

    L'idea in fondo non era male. Forse era preferibile fare 3-4 episodi, legandone alcuni assieme, piuttosto che undici.

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  2. No dai, non me la sento di dare addosso così a Carlà: è stato un grandissimo innovatore le cui ali sono state spesso tarpate da un sistema estremamente retrogrado. È veramente il caso di dire che era troppo avanti. La critica che mi sento di fare ai giochi da edicola è che la Simulmondo ha pubblicato troppa roba allo stesso tempo, e questo è andato a influire negativamente sulla qualità. Sono d'accordo sul fatto che legare assieme più episodi avrebbe avuto più senso, ma la distribuzione era mensile e quello s'aveva da fà. Per me Simulman è una grandissima occasione mancata.

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  3. ... Grazie ... -ò-

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  4. Ed eccomi qua, sono in ogni dove. Mai giocato a questo Simulman: qualche Dylan Dog invece l'ho comprato (più che altro quela buon'anima di mio padre), ma non mi faceva impazzire. Salvo (in parte) anche io la figura di Carlà (Francesco, non la consorte di Sarkozy), che effettivamente era un personaggio interessante e con idee buone, per l'epoca, ma a mio parere mal realizzate. Gli va dato merito di averci provato, al contrario del sottoscritto che ha avuto una vita più piatta di Sabina Stilo, però non posso dimenticare, come ex videogiocatore IBM-PC & compatibles (tutti accattati originali!):

    1. F1 Manager (retro confezione con immagine della versione Amiga che mi ha fatto sognare ad occhi aperti - c'è pure un simil Barnard- ma per PC un ciofecone che la versione C64 al confronto è un bijoux);

    2. Italy '90 soccer. No, non quello da te recensito, ma la versione PC di quel gioco Amiga curato dai Dardari Bros e in versione C64 da Ivan Venturi. Anche qua specchietto delle allodole la grafica Amiga, con immagine di goleador che rovescia e portiere in parata plastica. Indovinate delle tre qual è la versione peggiore?

    3. Basket Manager. Qui trattandosi del mio sport mi faccio male da solo, comprando anche il successivo "Basket Playoff". Non commento la realizzazione tecnica, che lascia a desiderare. Consideriamo che però anche la ANCO aveva sfornato quella cagata di Tip Off.

    Saluti.

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    1. Sii pure ubiquo, i commenti (quando non contengono badiali cazzate) sono sempre ben accetti.

      Sul blog dell'Ex Videogiocatore la regola non scritta è che a Francesco Carlà bisogna volergli bene perché grazie alla distribuzione in edicola ha regalato tante ore di gioia ai videogiocatori squattrinati e poco connessi coi circuiti pirati come lo ero io.

      Sui trucchetti di mettere sul retro le immagini dell'Amiga o dell'Atari ST quando la versione PC IBM compatibile non andava oltre la CGA, beh, non voglio dire che sia giustoperché non erano gli unici a farlo, ma senza dubbio i ragazzi di Viale Berti Pichat non erano gli unici a farlo. D'altra parteimmagino costasse tanto di più fare una scatola diversa per ogni versione, e chiaramente non ci metti gli screenshot brutti sul retro per invogliare all'acquisto. Di giochi non da edicola della simulmondo non ricordo di averne avuto mai uno. Penso che un mio amico avesse 1000 miglia, ma per rispetto del made in Italy non me lo passò mai. Lo provai a casa sua, però. Un giorno lo ripesco.

      Ivan Venturi ho cercato di contattarlo per fare una chiacchierata da mettere su 'sto blog ma ahimé, non mi ha mai cagato. La cosa mi rende triste.

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    2. Beh, allora viva Francesco! Viva la revolucion!

      Per le immagini sul retro diciamo che di solito si metteva "c64 version" "IBM version" eccetera, e per correttezza che non era certo solo la Simulmondo a mettere solo gli screen delle versioni migliori, però l'incazzatura rimane e me la ricordo bene!

      1000 miglia gran gioco, bella grafica ed atmosfera, così come quello del tennis non era male.

      Ivan Venturi aveva un blog che leggevo famelicamente (tipo "farevideogiochi" o qualcosa di simile), e qualche riferimento a Carlà in quelle pagine c'è. Mi sono immaginato un rapporto Mentore-Allievo, e credo di aver colto un po' di acredine dal lato Venturiano, quasi come se si fosse sentito sfruttato. Ripeto impressione mia, non dichiarazioni dello stesso.

      Lavora mi raccomando che lunedì devi pubblicare.

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    3. Di Ivan Venturi apprezzo moltissimo che continua a crederci tantissimo, nonostante una "scena" italiana dei videogiochi che è veramente desolante. Poi sarei molto più felice se avesse risposto alla mia mail (che dici, provo a ricontattarlo?) ma presumo sia impegnato su altri fronti. Non so le dinamiche interne nel rapporto tra simulmondiani, ma suppongo che le frizioni siano inevitabili specie quando un'azienda di dimensioni ridotte scala troppo rapidamente. Per citare un noto film, ho l'impressione che la Simulmondo abbia bruciato la candela dai due lati, ma insomma è stato abbastanza bello. Il fatto che continuiamo a parlarne a un quarto di secolo di distanza vorrà pur dire qualcosa, no?

      (comunque ho pubblicato).

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