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lunedì 30 gennaio 2017

Temple of Apshai Trilogy

Alla fine degli anni 70, sui primi computer casalinghi, impazza un gioco di ruolo chiamato Dunjonquest, probabilmente con questo nome perché se "Dungeon" fosse scritto bene la gente lo confonderebbe con Dungeons&Dragons.

Ed ora una rivelazione scottante: a me Dungeons&Dragons e i giochi di ruolo hanno sempre fatto stracagarissimo.Troppo nerd per i "normali", non abbastanza nerd per gli altri nerd.



Nel 1985 la Epyx raccoglie tutti i vecchi Dunjonquest e li pubblica come un unico gioco chiamato "Temple of Apshai Trilogy" per PC. Peraltro è l'unico gioco cosiddetto "Booter" a cui abbia giocato in vita mia, e già questo era una strana novità, che ormai ero abituato a partire col dischetto dell'MS-DOS, cambiarlo con quello del gioco e lanciare l'eseguibile scrivendo tutto a mano perché non c'era l'autocompletamento.


Il menu principale è scritto in Early Modern English, iniziando così un circolo vizioso di "thou" "thee" "ye" che andrà avanti fino a Ultima 7. Però è utile per leggere Shakespeare nella traduzione diretta dall'originale Klingon.


Evviva! Si può dare il nome al proprio personaggio! Il Divo ritorna per spazzare i dungeon del tempio di Apshai. La cosa eccellente in tutto questo è che le mie statistiche non dipendono da un vile dado (se Dio non gioca a dadi con l'universo, figuriamoci Andreotti) e quindi posso rendere Giulio l'essere perfetto che è.


Purtroppo, la semplice struttura del gioco non è capace di contenere il nome Andreotti in tutta la sua magnificenza. Va bene lo stesso, "Andreott". Un'abbreviazione che non lascia spazio ad ambiguità perché sia i miopi che i presbiti, in politica, sono pericolosissimi.


Da bravo numismatico collezionista di moneta corrente, il Divo acquista arco, frecce,  e tutto il resto. È possibile contrattare: da sempre affine al modo levantino, il Divo contratta e ottiene sconti.
 

Basta così, si entra nel primo dungeon (il tempio di Apshai). Qual è lo scopo? Arricchirsi coi tesori ivi disseminati.


Ecco, questo ad esempio è immondizia. Ma attenzione! Un mostro sta arrivando! Pronti alla battaglia!


È un topo di palude, anzi, tanti topi di palude. Tantissimi topi di palude. Ogni volta che ne faccio fuori uno, compare "Another swamp rat". Devo dire che ci vuole una certa dose di fantasia per immaginare che le azioni compiute dal protagonista che corrispondano, in termini di reattività, ai comandi che ho pestato nervosamente sulla tastiera. Mi piace pensare che Andreotti, da persona riflessiva e posata che è, ci pensi su qualche secondo prima di fare effettivamente quello che gli ho detto.


Una moltitudine quasi infinita di topi di palude dopo.

Mi trovo in un corridoio, definito come stanza numero 8. Nel manuale c'è scritta, per ogni stanza, una descrizione che fa molto gioco di ruolo cartaceo. Magari è necessario spegnere la luce, accendere una candela e parlare con voce forzatamente profonda a mò di metallaro.

Esistono ancora i metallari?


Finalmente scopro che cos'è il tempio di Apshai, sono i sotterranei di un ristorante giapponese. Gli avanzi delle alghe wakame finiscono qui. Che peraltro pare che le alghe wakame facciano benissimo, quando non sono impregnate di radioattività. Quando lo sono, invece, i capelli diventano magenta.


Ecco il secondo tipo di mostro del primo livello del tempio di Apshai, uno stormo di zanzare. Dalle dimensioni si deduce che il tempio di Apshai sia ubicato a Bondeno (Ferrara). Le frecce per ammazzare le zanzare sono inutili e ne scialacquo un paio.

Diversi bidoni di monnezza raccolti più tardi.


Ho raccolto troppi tesori e sono troppo carico. O forse è il peso delle responsabilità di chi è stato sette volte Presidente del Consiglio e ventisette volte ministro. Sta di fatto che è ora che torni alla locanda iniziale per sbarazzarmi del peso.


Ma mentre sono lì che sbuffo e sudo per andare all'uscita, ecco che un topo mi ferma. Leggendo il manuale scopro che c'è la possibilità di parlare con il mostro. Provo a farlo e il mostro, con perfetto inglese scespiriano, mi dice "Ye may pass".

Ma scherziamo dunque? che senso ha questo gioco di ruolo, se io posso aggirare un mostro chiedendo permesso? Allora posso fregare tutto quello che voglio senza la fatica delle battaglie? "I miei amici che facevano sport sono morti da tempo", commenta il Divo.


Cambiamo dungeon. Il tempio di Ra. Stavolta ho cambiato la modalità grafica, da RGB a Composito. Se ho capito bene, collegandolo a una tv con un cavo analogico sembrava quasi che avesse 16 colori. Misteri della CGA.  Comunque quello è uno sciacallo, a tempo perso produce servizi per Studio Aperto (questa era satira, ma apprezzate che non ho usato gli inflazionatissimi termini "fake news" e "post-verità" che hanno già bello che rotto i coglioni)


Sempre per stare in tema di antichi egizi, c'è anche un cobra. Anche questo, se glielo chiedi gentilmente, si sposta. Una volta seminato il rettile, Andreotti si gira verso il pubblico e sussurra ammiccante. "La cattiveria dei buoni è pericolosissima." Un "oooooh!" si alza dalla folla.


Bah. Tentiamo il secondo livello, The Upper Reaches of Apshai. Ma questo non è un dungeon, è un villaggio di campagna! Il nostro eroe chiede al topo di campagna: "Vuoi che ti parli della civiltà cristiana o di carciofi?" Il topo scappa in preda al panico.


Ah! Un tesoro! una moneta di rame, sai che roba. E come se non bastasse, il baule ha pure una trappola che mi appicca fuoco. "I tempi del sole e della pioggia sono spesso cangianti" commenta cripticamente Giulio.


Thou art too fatigued. Ebbene, questa frasetta esprime benissimo come mi sento io nei confronti di questo gioco. Prossimo.

È merda?
Sì. Al tempo forse aveva il suo perché, ma il gioco è invecchiato male e quei controlli, cavolo.
Ci rigiocheresti?
No, a meno di qualche fiammata nostalgica o per mostrare ai miei futuri nipoti come ci si divertiva nella preistoria (e sentirmi dire "nonno, ma che infanzia di merda").




2 commenti:

  1. Mamma mia, mi hai aperto un mondo: mica sapevo che esistevano dei giochi dove devi scrivere tu l'eseguibile: ma davvero?? Oo
    Ci credo che sia invecchiato male, è ovviamente macchinoso e ripetitivo. Però, Andreott ha avuto la sua bella dose di avventure :)

    Moz-

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