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lunedì 22 novembre 2021

Magic: The Gathering

C'è stato un periodo della mia vita in cui una cosa di cui sentivo molto la mancanza è avere un fratello o, ancora meglio, un cugino più grande: tutto questo prima ancora che venissi a conoscenza del noto brano di Elio e le Storie Tese in cui il cugino più grande viene dipinto come una specie di superuomo che ha vissuto ogni possibile esperienza che un essere umano possa concepire. I miei amici che avevano i cugini influencer ante litteram avevano come vantaggio di parentela il fatto che venissero a conoscenza di tutte le nuove mode di quella grande scientificazione e commercializzazione dello svago che era la nostra vita. C'erano i fratelli/cugini che magari avevano fatto l'iscrizione al club di pirataggio del software e trovavano i videogiochi che per noi costavano 99.900 lire (135.000 se distribuiti da Halifax), c'era persino quello con il cugino all'estero che aveva il cavo magico con cui trasferire i videogiochi dai cabinati del bar al PC.

All'inizio degli anni 90 un cavo MicroUSB in effetti sarebbe stato visto come magico

L'unico che non aveva cugini superuomini nietzcheani (pron: niciani) ero dunque io, un po' perché dal ramo materno c'era una lunga fila di figli unici quindi zii e cugini, poca roba. Tra mio padre e i parenti stretti, a proposito di figli, c'era una grandissima forma di competizione. A partire da chi dava il nome più altisonante fino ai vari cosiddetti "achievement", che vanno dallo spannolinamento ai voti a scuola, alla laurea, al lavoro, la posizione sociale, tutte queste minchiate qua. Chiaro che in questo ambiente, con il nemico io mica ci fraternizzavo.

E questo è la prima regione per cui non avevo cugini influencer: la seconda ragione è perché agli occhi del parentame il superuomo-influencer dovevo essere io, che avrei dovuto dare lezioni di vita a tutti, farmi rispettare come un vero oltre-uomo, "farmi dare del voi" come era solita dire mia nonna. Tutto questo avrei dovuto farlo dalla comodità e dalla sicurezza della bolla in cui vivevo. Detto tra noi, ci ho pensato molto: sono sempre più convinto che la creazione di questa bolla di sicurezza, il temenos in cui ero stato rinchiuso da piccolo era più una forma di pigrizia che di eccessiva attenzione o premura. Se mi fossi fatto in qualche modo male o se avessi avuto qualche problema causato dall'uscire da questa comfort zone e dall' esperire il mondo come una persona normale, lo sbattimento di dover gestire i guai sarebbe stato intollerabile da parte di chi ambiva uno stato di quiete totale. Ma sto divagando.

I cugini dei miei migliori amici avevano tirato fuori, a un certo punto delle mie scuole medie (parliamo del 1994-1995) una moda che veniva da oltre oceano: un gioco di carte che si chiamava "Magic L'Adunanza. Adunanza di chi, non l'ho mai capito: però erano quelle parole altisonanti da gioco di ruolo che facevano molto fico. Io al tempo ero in pausa da ex giocatore, interrotta solamente dall'esaltazione per Ultima 6, quindi è chiaro che un'estensione della mia mitologia fantasy interiore in cui io ero l'eroe , l'Avatar di me stesso, era molto ben accetta.

Con questo non voglio dire che avevo approfittato per farmi comprare subito un bel mazzone di carte con cui partire subito. Per buona parte del periodo di hype nella mia classe, mi limitavo a seguire tutto da curioso osservatore. Guardavo i miei amici giocare e la reazione iniziale, molto forzata, era, nelle parole di mia nonna, un "socmel ac cazèda": con questo cercavo di dire a me stesso qualcosa tipo "io che mi metto a giocare a carte come un bambino (un cinno, nel gergo del Vecchio Paese)? Giammai! E quindi guardavo, dicevo a me stesso e agli altri che non lo volevo, e allo stesso tempo rosicavo, perché in fondo sapevo che lo volevo.  

Alla fine a un certo punto ho preso il coraggio a quattro mani e feci il coming out: volevo giocare a Magic pure io. Così dissi ai miei, vergognandomi moltissimo, e in qualche occasione che avrebbe potuto essere ... boh ? Natale ? Compleanno? Probabilmente Natale anticipato, ricordo di essere tornato a casa col mazzo di partenza che faceva un freddo bestia ed era già buio nonostante non fossero più tardi delle sette di sera. Così anch'io fui preso dalla moda, non rendendomi conto che, sostanzialmente, Magic è un gioco di culo.

Sì, certo, c'è tutta la strategia, le tattiche, c'è tutta la pianificazione del mazzo, la scelta delle combinazioni di colore, tutte queste pugnette qua. Ma bisogna avere culo:

A) Quando si aprono le bustine e si trova la giusta carta 

B) Quando durante le partite le carte si si pescano. Bisogna pescare le carte giuste perché si può avere il mazzo più fico del mondo, con esemplari che costano migliaia di euro nei cataloghi dei collezionisti, ma se a forza di pescare vengono su solo le carte che in quel momento non ti servono, il tuo bel mazzo costato miliardi serve a ben poco.

Questo si può dire che sia una cosa anche positiva, nel senso che rende il gioco più democratico, cioè non fa sì che la vittoria sia appannaggio esclusivo di chi ha speso più soldi. Il problema, il mio problema, almeno, era che pure con il mio mazzo abbastanza sfigato le carte che mi venivano su erano abbastanza una chiavica, e in più non ero particolarmente uno stratega e non mi capitava spesso di giocare. L'occasione di giocare capitava solo durante la ricreazione e durante le ore buche, e la paura di essere umiliato faceva sì che non mi facessi spesso avanti per giocare (ero un cacasotto, sì) a parte queste occasioni, a differenza di certi miei amici, io il cugino onnipotente con mazzo di Magic pieno di carte rare che mi avrebbe iniziato alle tecniche più sottili di quest'arte, non ce l'avevo.

Eh no! Il massimo che potevo permettermi era di giocare con mia sorella, ma al tempo mia sorella aveva 6 o 7 anni, e giocava col mazzo dei miei scartini contro di me. In quanto fratello maggiore e, a tempo perso, sostituto genitoriale, spesso e volentieri la facevo vincere. Per favore, risparmiatevi il  giudizio sul fatto che quando si gioca con dei bimbi piccoli non bisogna per forza lasciarli vincere: lo so benissimo, ma la dinamica di pigrizia che avvolgeva l'intero ambiente faceva sì che onde evitare rotture di coglioni molto meglio stringere i denti e farsi battere pure lì.

Che cosa restava di tutto ciò? La parte collezionistica, direi, oltre che l'apprezzamento dei disegni sulle carte. Che poi, la parte collezionistica ok, ma nonostante il mazzo iniziale, non è che facessi parte gente che ogni settimana comprava una bustina o due. Perché quella roba comunque costava, e al vecchio paese non c'erano negozi che distribuissero quelle carte: uscire dal vecchio paese per una cosa sciocchina come un gioco di carte era ritenuto inconcepibile.

E dunque niente, facevo con quello che avevo, ogni tanto scambi (pochi), approfittavo della carità altrui facendomi passare delle carte inutilizzate da chi ce ne aveva tante, e mi barcamenavo così: l'entusiasmo passò abbastanza in fretta, molto probabilmente a causa di un'associazione di idee negativa: l'ultima bustina che ebbi l'opportunità di comprare la presi il giorno prima di una bravata scolastica andata storta che rischiò di farmi prendere una nota disciplinare molto pesante, ma con la mia abilità politica da democristiano fuori tempo massimo riuscii in qualche modo a patteggiare con l'autorità.

 È una storia un po' noiosa e non mi va di raccontarla, sappiate solo che non fu fatto male a nessuno (non fisicamente), ero un semplice complice (e non un fautore), e soprattutto non ne sono fiero. Quindi insomma, figura di merda a scuola, grande spavento la parte mia, e la reazione da cacasotto qual ero è stata quella di chiudere tutto e nascondere la testa sotto la sabbia: come prima cosa mi dissi sì, adesso sono una persona seria e quindi basta così con queste cagate infantili. Ed è stato così che quando il gioco di oggi uscì, nel 1997, io avevo smesso di cacare Magic ma per una primissima scintilla di nostalgismo dissi "Ah dai, Magic! Magari posso giocarci senza aver paura della minima mossa e soprattutto senza spendere soldi per le carte. Proviamo pure!" Era il demo presente sul Silver Disk della fecale TGM. Sigla!


Eh, allora: Magic: The Gathering, proprio quando pensavo fosse una moda passata, diventa videogioco per PC distribuito da Microprose. Nello stesso periodo (è il 1997 e io sono al liceo) esce pure un altro gioco su Magic, chiamato Battlemage: è della Acclaim e col gioco di carte non c'entra nulla, ma è una specie di strategico in tempo reale, cosa che mi fa stracagare e quindi lascio subito perdere. Altra osservazione: tecnicamente questo gioco è quanto di più merdaceo ricordi, già al tempo. Porca puttanghera, magari uno pensa "che fico questo Windows, possiamo giocare in finestra mentre sullo sfondo possiamo tenere tutti i programmi seri! Business on the front, party in the back!" ma si perde completamente l'atmosfera per il semplice fatto che sta cazzo di finestra ha dietro lo sfondo verde bottiglia di Windows 95! Pensate che credevo pure che fosse colpa mia perché ho la risoluzione di PCEm a 800x600 e invece no, è a 640x480. Ma che cazzo! Io dalla Microprose mi aspetto di meglio. Bah! Vediamoci l'introduzione e poi andiamo in modalità Shandalar, che vi spiego cos'è più tardi.


L'introduzione, che dire? Fa cacare il cazzo, cerca di introdurci a un universo narrativo fantasy che è nato da qualche stronzata scritta sulle carte (il famoso "flavor text")  che è stata retconnata in un'unica grande masturbazione mentale di un nerd che ha inventato una carta apposta per chiedere alla sua fidanzata (asiatica, perché nulla è più veritiero degli stereotipi) di sposarlo.

Certo che non eri proprio convinto se l'hai fatta costare quattro pianure eh vez

E la macchina organizzativa del matrimonio è partita in ritardo sul previsto perché ci sono volute un casino di partite per riuscire a tirar fuori sta cazzo di carta. Bello, veramente bello. Bello anche come Garfield sia rappresentato come un aitante principe quando in realtà ha questo aspetto qui:

M'LADY

Ora, lungi da me pigliare per il culo Richard Garfield per il suo aspetto fisico, ma a volte ho come l'impressione che certi nerd manchino totalmente di autoironia e di autocritica, anzi, abbiano una visione di sé estremamente distorta. Lo dico perché nel mio periodo nerd sono stato così pure io. Non che cerchi una giustificazione nell'esprimere il mio attuale disprezzo per questa totale mancanza di autoconsapevolezza (lo sono stato pure io, quindi posso buttargli la merda addosso!). A prescindere da come sono stato io, a me questo avere la testa saldamente piantata nel buco del culo mette a disagio, ecco. Non fanno male a nessuno, sono ben altri i problemi e tutto quanto, ok, ma non è il genere di persone con cui mi trovo a mio agio.


E in effetti, nemmeno con il mio compagno di classe B. mi sono mai trovato tanto a mio agio, non tanto per il fatto che igienicamente non si presentasse nel migliore dei modi (ok, un po' anche per quello) quanto per la sua capacità di dire ogni volta la cosa sbagliata, chi lo sa! Sarà perché si faceva le pugnette in classe, mentre la prof di italiano (che non era proprio attraente) spiegava! Perché lo tiro in ballo? Perché B. è arrivato ultimo, nella mia classe, alla moda di Magic, quando tutti gli altri si erano un po' stufati. Aveva iniziato con gli scartini degli altri, ma mettendoci una dedizione che tutti noi, che avevamo mezzi economici molto più grandi, ci sognavamo. E insomma, chiaramente per questo lo pigliavamo per il culo (e di questo non ne sono fiero) e alla fine ora il commercio di carte di Magic è il suo lavoro in cui mette una grandissima passione, e che gli permette di guadagnarsi da vivere con la cosa che più di tutti gli piace. E io una cosa del genere posso solo rispettarla: sarei un grandissimo ipocrita se dicessi che il lavoro che faccio ora è la grande passione che avevo quando facevo le medie. Chiunque lo sarebbe, eppure ci sono miei colleghi che hanno la faccia tosta di dirlo, ma quelli sono dei fintigiovani  rampanti olimpionici di leccaculismo che a 35 anni hanno già la faccia gonfia di botox. 

Ho divagato, cari amici! Ignoriamo bellamente il tutorial, in cui attori cani malamente digitalizzati ci imparano come funziona la magia nel mondo di Magic, e dedichiamoci a Shandalar, il gioco di ruolo di contorno alle partite di carte. Shandalar è il nome di uno dei tanti piani di esistenza del multiverso di Magic, e la parte di esplorazione pare, dico pare, che sia stata progettata dallo zio Sid Meier in persona, e non so se abbia messo solo svogliatamente il nome su 'sta roba o se semplicemente fosse in piena crisi da tavò, ma insomma lascio a voi giudicare il risultato.


E via! Scegliamo il colore della nostra magia, e siccome quello che era di moda al tempo presso la mia balotta era il blu, scegliamo il blu. Oddio, c'erano le mode, in realtà, quindi c'è stato il periodo nero e il periodo rosso e ogni tanto pure il bianco. Il verde invece soltanto B. se lo è calcolato, perché non piaceva a nessuno e quindi lui pigliava gli scartini (che a volte erano pure roba rara e di valore). Perché al tempo c'era l'idea del "mazzo veloce", che puoi iniziare a lanciare incantesimi subito senza aspettare che ti arrivino le terre giuste, e siccome la roba verde richiedeva sempre un numero di mana molto alto, avevi tutto il tempo di bestemmiare perché le carte giuste non arrivavano che intanto eri già sconfitto. Della moda del bianco mi ricordo per due cose. La prima: B. che si chiudeva in bagno con la carta bianca "Angelo di Serra", che per essere una creatura asessuata ci aveva due belle tette, e insomma possiamo tutti immaginare che cosa significassero queste lunghe pause bagno in compagnia della bella creatura.

La seconda: il mio amico Porro che è tutto esaltato per la carta "Folla Inferocita" (2+*/2+* Travolgere) che ha trovato e che lo renderà invincibile (non è vero) e mostrandomi il bordo bianco della carta mi dice "Ecco, questo è quello che tu non hai". E io che chiedo "La carta?" e lui "No, il bianco, simboleggia qualcosa che non farai mai". Io non avevo idea di che cosa parlasse. "Cosa, la forfora?" azzardai, pensando che facesse un confronto positivo tra il mio sebo non ancora devastato dalla pubertà e quello di B. che era, come già ho detto, poco presentabile. "Bravo, bella risposta", mi disse e se ne andò. 


Poi capii, stava parlando dell'eiaculato, dello sfaccimm', di un noto imprenditore orvietano di area cattolica, da sempre impegnato nello sport. Perché al colore bianco erano connesse due cose: la forfora, la crema che si produceva nelle mutande a seguito di polluzioni. 

che poi più che bianco era bianchiccio, quasi beige

Ma io giuro che non avevo capito, e come spesso succede, le migliori battute di spirito le faccio involontariamente. "Le battute possono farvi passare per un superficiale, ma hanno il vantaggio di essere comprese e riportate dalla gente". Andreotti? Veramente, pure qui? "Sì, apparentemente possiamo scegliere il nome e il nostro aspetto, e in effetti La ringrazio per avermi dato un aspetto piuttosto levantino: d'altra parte, mi chiedo spesso cosa sarebbe accaduto se fossi nato in un campo profughi del Libano, o nell'espansione Arabian Nights, che era nota per lo Juzám Djinn, a lungo considerata una carta potentissima." E con cui era stato lungamente menato il tarello a me e ai miei amici dai nostri personalissimi influencer. Ma lasciate che parli il mio amico Ivano, che a Magic ci ha giocato più di me ed è stato un precursore di questo sport.

"Porro era il trendsetter, gliene piaceva una, lo diceva agli altri e ne parlavamo ad nauseam, c'erano quelle tipo Juzam Drjnn, che costano 500€ e credo fossero uscite solo in USA. L'angelo di serra era famoso per le tette, gli uccelli del paradiso costavano molto. Il fatto era che cugini e parenti ci raccontavano tante belle perle dei tornei o carte mai viste, e dato che internet non c'era ci affidavamo a quelle storie fantastiche per immaginarci che ai tornei facevamo nostre robe potentissime come la Black Lotus o i Mox."



Vabbè. Intanto il mondo di Shandalar, disegnato con la benedizione di Sid Meier, si è materializzato, e con un gradevole ma granuloso 3D isometrico Giulio può passeggiare in giro, dando sfoggio di una camminata molto legnosa. Se andiamo a un villaggio, che succede? No Andreotti, non è Segni (RM).


Beh, possiamo comprare carte, accettare delle missioni, e sopratutto farci un mazzo tanto per sistemarci il mazzo. Il nostro mazzo, dicevamo, è blu, e ha un sacco di carte che ricordo tuttora. L'elementale dell'acqua e dell'aria, per esempio, che erano creature abbastanza potenti, o il serpente di mare, oggetto di una storia autocelebrativa di colui che al liceo sarebbe stato il compagno di classe otaku a cui procurai Season of the Sakura. Praticamente costui, vero nerd a differenza di tanti altri occasionali che erano saltati sul carro di Magic perché era di moda, aveva ottenuto il ricercatissimo Drago di Shivan (Rosso, 5/5, Volare, rinforzabile tappando altre terre) in cambio del serpente marino (5/5) dell'incantesimo volare, e di una roba che migliorava le creature rendendole gonfiabili. Era stato pure celebrato, io lo avevo trovato già uno stronzo. Interessante come l'unica persona che poteva avere gusti simili ai miei in fatto di nerdismo non riuscivo proprio a farmelo piacere. Non so cosa voglia dire questa cosa.


Io comunque mi sto rendendo conto che vi sto parlando del videogioco di Magic senza spiegarvi come si gioca al gioco di carte. Ah beh, praticamente si gioca in due, ognuno è un mago che ha un libro di magie che è il mazzo di carte. Le carte possono essere terre, creature, incantesimi o altra roba. In genere per prime si mettono giù le terre che girandole di 90 gradi (TAPpandole) ci danno un punto di mana che può avere 5 colori. Con il giusto ammontare di mana possiamo lanciare gli altri incantesimi e l'obiettivo è quello di far fuori l'avversario, che ha 20 punti vita. Le creature evocate hanno due valori, attacco e difesa, e quando uno attacca con una creatura, l'altro può usare un'altra creatura per difendere, altrimenti si becca tutti i danni lui. Poi le creature e gli incantesimi hanno funzioni speciali che sono scritte sulla carta. Facile, no? Allora, c'era prima una carta, lo stregone errante, che era la ragione per cui il blu andava di moda per primo: praticamente 'sto stregone ha un punto di attacco e uno di difesa, ma se lo tappi fai un danno al giocatore nemico o a qualsiasi creatura. Praticamente, siccome per 20 turni non mi erano venute fuori abbastanza terre per tirare fuori qualsiasi cosa, e insomma ogni turno era "Stappo-tappo" e perdi un punto vita e alla fine ho fatto appello a tutto il mana che avevo per non mandare un pluricolorito vaffanculo al mio avversario.


Vabbè, gira e gira per shandalar, incontriamo una specie di pesce antropomorfo che ci sfida a Magic. Ah, bene, finalmente si entra nel gioco! E come prima cosa ci accorgiamo che i colori delle carte sono tutti sputtanati. Ah beh, suppongo sia dovuto al fatto che ho messo i colori a 24 bit anziché a 16bit o semplicemente 256 colori? Non lo so! Ma forse dovrei smetterla di incolparmi e accettare il fatto che il gioco è programmato di merda. Comunque, con un lancio di monetina in FMV, decidiamo di iniziare noi. Altra cosa, qui si gioca sempre con la carta in palio, e chi vince, si accatta quella del nemico. Ah bene. Tanto è solo un gioco, no?


Altra cosa: io ho 10 punti vita, e o'pesce ne ha 6. Facilissimo, no? Iniziamo a tirare giù roba, tra cui l'inutile Lifetap (soffio della vita), che ci fa guadagnare un punto vita ogni volta che l'avversario tappa una foresta (Mana verde). Ah beh.

Più tardi.


Il prodotto ittico ha tirato giù il signore di atlantide (2/2, ma senza cotonno di fuori come il protagonista del platform Lost City of Atlantis) e io ricambio con un falco, 1/1 volare, e già che ci sono ho sufficienti isole per tirare giù un elementale dell'acqua (5/4) con cui deprivarlo dei rimanenti punti vita. Ha, ha! Purtroppo però appena tiro giù l'elementale, mister Genepesca lancia una controevocazione che mi rispedisce l'elementale in mano. Elementale, Watson!


Uhm, nonostante il mio vantaggio iniziale le cose non si mettono benissimo. Il mio falco è fatto fuori e il signore di Atlantide viene accompagnato dai tritoni dal tridente perlaceo, che hanno di buono che vengono giù solo con un'isola, roba che faceva riempire i calzoni di roba bianca gli estimatori del "mazzo veloce". 


Io finalmente riesco a tirare giù l'elementale e già che ci siamo pure Sindbad il Marinaio, perché in quel periodo Garfield non aveva paura a fare riferimenti a cultura esistente (vedasi l'espansione Arabian Nights). Cavolo, lui stesso è un riferimento esistente alla cultura, si chiama come quel gatto panzone che mangia lasagne e non fa ridere! (Poi so che qualcuno mi cacherà il cazzo col fatto che Garfield è nipote del ventesimo presidente degli Stati Uniti, che ha dato pure il nome al gatto, ma così è la vita). Insomma, com'è come non è, il figlio di Capitan Findus tira giù un Leviatano Segoviano, che dal nome suggeriva le seghe quindi era molto divertente, e soprattutto era un lontano parente del Leviatano propriamente detto, che aveva un terrificante 10/10 Travolgere, ma allo stesso tempo era completamente inutilizzabile. Il fatto è che abbiamo perso. Peccato.

Poco più tardi.


Abbiamo di nuovo perso contro un avversario che praticava magia nera. Oh vabbè, poco male: abbiamo perso la nostra carta in palio, che era "Volare". Ah uei ciò, non era neanche troppo preziosa. Però subito recuperiamo andando a ravanare all'interno di alcune rovine, un po' come accadeva con Warlords (che era molto meglio) e ... ci accattiamo una pianura. Benissimo, ma inutile.

Molto più tardi.


Ah! Stavolta battagliamo con un druido, che è deboluccio (quattro punti vita) e ha la magia verde (che, secondo il nostro classico punto di vista, faceva cagare) quindi dovrebbe essere facile facile, no? Si parte anche con una mano abbastanza buona, e Soffio Vitale (Lifetap) stavolta non è inutile! Dai che la vinciamo!


Oddio, qui sta buttandomi addosso il carico pesante, tra la killer bee (IL VESPIIIIIIINO si diceva, ma forse lo si diceva sulle creature artefatto generate dall'Alveare) e vari incantesimi per pomparla. Solo che gli scappa il mana e si ammazza da solo. Ops! Perché se si tappano terre e non si usa il mana generato, ogni mana di troppo mangia un punto vita. Oh beh! Ci lamentiamo? È come quelli che dicono "Sì ok, abbiamo vinto gli Europei, ma abbiamo vinto ai rigori, quello non è vincere sul serio" e segretamente si fanno una pugnetta guardando la foto della regina Elisabetta.


Sant'Iddio, ma che è sta merda? Cinque grandi stregoni, uno per ogni colore, stanno osservando il mondo da un oblò, e ogni volta che facciamo fuori i loro scagnozzi, dall'oblò  gli arriva un raggio di luce che lo brucia dentro, e si accede una lampadina rossa sul suo bastone. Immagino che arrossiti tutti i bastoni il gioco sarà finito, no? Boh! Comunque 'sti personaggi renderizzati fanno schifo al cazzo anche per gli standard del 1997. Ma che cavolo gli era successo alla Microprose, oh?



Nel bottino di guerra, a parte i cinghiali che non ci servono e quindi vendiamo per comprare cibo, c'è pure l'artefatto "Fabbrica di Mishra", che è tutto parte di una grande mitologia sulla guerra tra due fratelli stregoni, Mishra e Urza, che ci facevano molto ridere perché Urza lo chiamavamo tutti "Scurza", che nell'idioletto del Vecchio Paese significa "scorreggia", e niente fa più ridere al mondo delle scorregge. 



Insomma a ogni villaggio dicevamo che c'è la possibilità di fare acquisti di carte o altre cose, principalmente cibo, perché a ogni passo che facciamo l'indicatore del cibo cala, roba che andava bene nel 1981 con il primo Ultima, ma nel 1997 no, dai. Sta roba l'ha fatta Sid Meier, magari Magic gli fa schifo e ha voluto che il videogioco da esso tratto facesse cagare così la gente smetteva di giocarci. Ma figuriamoci! I nerd comprano tutto quello che stimola il loro nerdismo. Questo è il gioco ufficiale di un gioco di carte per cui spendono miliardi, può anche fare stracagare, basta che ci siano le loro cazzo di cartine e i soldi fluiscono come il mana!


Non sarebbe un vero gioco di ruolo se non ci fossero le quest, no? Un po' di quest, un po' di quell, l'ho già fatta la battuta? Comunque i quest si riducono a "vai in questo posto entro 4 giorni di gioco simulati". Mecojoni. Noi ci andiamo...


...e per strada troviamo questa strega nera che dall'alto dei suoi 4 punti vita cerca di farci paura. YAHWHN, amici, tra le nostre terre abbiamo pure la fabbrica di Mishra, che può pure trasformarsi in una creatura. Non male, non male. Ad avercela avuta davvero, quella carta... beh, non l'avrei usata tanto perché non è che ci giocavo tanto.

Poco dopo.


Tra la fabbrica, l'insopportabile testuggine gigante (1/4) e il falco sono pronto a far fuori del tutto il mio avversario, che inaspettatamente lancia il disco di Nevinrryalrhghlriayl, che non oso immaginare come venisse pronunciato al tempo da noi che con la lingua inglese zoppicavamo di brutto. Oh beh! Comunque questo disco quello che fa è spianare il campo di battaglia eliminando tutto, tranne le terre. Io mi aspetterei che la fabbrica di Mishra venisse risparmiata, in quanto terra, ma ahimé, così non è. Che mondo ingusto. Con il campo di battaglia spianato del tutto, la strega inizia ad evocare dei Ghoul Mangia Carogne, che potrebbero mettermi in difficoltà...


...ma il levantino Giulio chiama lo spicciafaccende della DC, lo stregone errante, stappotappo e il punto vita restante della strega è spazzato via! Pussa via, stregaccia, nun me seccà li cojoni eh!



Via, finita la battaglia andiamo nel posto in cui dovevamo andare, Krang Bazaar, che è un mercato a cielo aperto in cui vendono cervelli antropomorfi con dei tentacolini come braccia. E questa, amici, è cultura pop! Ah no, è "Kraag". Vabbè, sticazzi. Comunque la cosa fa sì che creiamo un "mana link" in quel postaccio.  Cosa sia, non ne ho idea, ma tant'è. In realtà non ricordo neanche cosa mi era tato promesso come premio per questa missione! È la "Covert Action Rule" che Sid Meier applicava alla lettera nei suoi giochi, non avere sottogiochi che durano troppo a lungo per distrarre il giocatore dalla big picture. Sid Meier che, ricordiamo, ha progettato la gita a Shandalar. Ma infatti io resto dell'idea che lo zio Sid abbia considerato 'sto gioco un'enorme, orrida marchetta.


Altro duello, e devo dire che inizio a sentire una certa fatica. Vabbè, andiamo a sconfiggere il tizio del colore che non potrò mai produrre...


Ah-ha!  L'apprendista stregone, che per essere apprendista è abbastanza vecchio, probabilmente è uno di quelli che leggono "IMPRENDITOR TIPS" e leggono che Warren Buffet è diventato miliardario a 70 anni quindi non è mai troppo tardi. Boh! Chi lo sa...


...però per non saper né leggere né scrivere peschiamo pure un elementale dell'aria, che assieme a quello del fuoco era molto apprezzato per le tette, e allora al tempo partiva sempre la canzoncina "POP-pea, POP-pea E CI HA LE POPPE A PERA PERA PERA" che in quegli anni la nota italofinlandese ex moglie di Ricucci ci aveva fatto produrre tanto mana bianco a noi maschietti. In realtà vista l'insinuazione sullo sfaccimm' fatta dall'amico Porro, penso che fossimo principalmente ancora in quella fase della prepubertà in cui l'emissione di mana bianco era un mistero. Chi lo sa! Non avendo videogiochi associati a quel periodo, che era quello di pausa, non ho particolari memorie della collocazione cronologica di quegli eventi. E d'altra parte l'emissione di imprenditori orvietani di area cattolica non è una sensazione di incazzatura, e quindi nella memoria non si fissa proprio benissimo, secondo la mia ben nota teoria.


Vabbè. Si vede che pure il chierico bianco, che essendo un chierico si è probabilmente fatto un nodo al cotonno, anche lui si trova un po' a disagio, e gli scappa fuori uno schizzetto di mana bianco in più, cosa che lo ferisce. Il colpo di tette ventose da parte dell'elementale dell'aria fa il resto, e via! Pure il vescovo bianco con una scatola di panettone in testa ha una lucina rossa sul bastone.


Esplorando altre rovine riceviamo indizi sul dove trovare le carte fiche, tra cui i cosiddetti "Mox", artefatti che generano mana colorato e che se sei abbastanza culone da averceli subito nel mazzo puoi tirare giù l'equivalente di due terre in prima mano, l'apoteosi del MAZZOVELOCE che tanto esaltava noialtri. Ah beh, esistono anche leggende metropolitane di persone che vincevano tornei con carte comuni contro mazzi costati milioni. Di certo io non ero il protagonista di quelle leggende.


Così, insomma, diventa veramente un gioco fine a se stesso, giocare a carte per vincere più carte e comprare altre carte, per giocare a carte finché non ci rompiamo i coglioni. Intanto abbimo fatto fuori uno stregone rosso e il raggio di luce si è schiantato in mezzo alle tette della strega rossa...


...cosa che si ripete più tardi. YAHWHN, amici, ho raggiunto un livello di scoglionamento ben prima di essermi fatto il mazzo perfetto con cui mazzuolare tutti quanti senza problema. Ma, che succede? Sento per caso il mio mana che si sta spegnendo? 


Prossimo gioco.

È merda? Sì, è merda. il gioco di carte è quello che è, e può essere pure divertente, uno scala 40 con gli elfi che costa un troiaio di soldi, ma la cornice è veramente buttata lì, l'implementazione tecnica è una cacata, la grafica magari sarà bella ma viene rovinata dalla palette sgranatissima, e insomma, è veramente irritante, specie se pensiamo che Sid Meier ci ha messo le mani sopra. Ma oh, come ho detto, i nerd sono nerd, e se c'è qualcosa in cui i nerd eccellono, è bruciare la paghetta dei genitori in stronzate, e questa è una stronzata, quindi missione compiuta. Però è merda.
Ci rigiocheresti? Al massimo sfido il mio amico Ivano online.

1 commento:

  1. Io sto gioco me lo ricordo perchè smisi di comprare molto presto le carte (mica sono scemo e sopratutto mica sono ricco) ma il gioco mi interessava comunque e allora non solo presi il gioco ma anche l'espansione (giusto per non farci mancare nulla). Credo che sia il gioco con la grafica più brutta in assoluto che abbia mai giocato, si salvano solo le immagini delle carte...

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