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lunedì 23 agosto 2021

Flying Corps Gold

Il videogioco di oggi è un gioco cosiddetto "balneare". Nel senso che era stato comperato al mare per compensare ha una totale assenza di vita sociale. Correva l'anno 1999, quindi non ero proprio un bambino: fortunatamente era una delle ultime volte che facevo il mese in Riviera con la famiglia, ma non lo sapevo ancora e tenevo duro dedicandomi alla principale attività marittima del tempo: sfogliare le pagine di Corriere dello Sport Stadio per vedere chi aveva comprato il Bologna.

Non inquadrati: Arnautovic e Kevin Bonifazi

Persino da quel punto di vista subivo delusioni: mezza difesa (Antonioli, Rinaldi, Mangone) ceduta alla Roma, Kennet Andersson partito per la Lazio (sarebbe tornato pochi mesi dopo) e al suo posto il potenziale fenomeno (ma più probabilmente grande occasione mancata) Nicola Ventola, più famoso per l'allora la fidanzata dall'etnia piuttosto mista che per ciò che aveva realmente dimostrato da un punto di vista calcistico (e infatti fece cagare). In porta arrivò il Gatto di Casalecchio Gianluca Pagliuca, che al tempo credevo bello che bollito (e questo la dice lunga su quanto ne capisco di calcio), e a centrocampo il gradito acquisto dall'Inter di Zé Elias, precedentemente del Corinthians Paulista (la mia seconda squadra per ragioni che ho detto due settimane fa) il quale aveva come bonus la somiglianza fisica con il vostro ex videogiocatore, e quindi magari avrei potuto essere scambiato per lui. Amedeo Mangone detto il Thuram bianco fu sostituito dall'anonimo Giulio Falcone e dalla primavera fu promosso Cristian Zaccardo che tra tutti questi è uno di quelli che se l'è cavata meglio (lo tenemmo pochissimo, però).


Insomma, poca roba: dopo la cavalcata in Uefa dell'anno precedente ero sicuro che non avremmo ripetuto l'exploit (e infatti fu così): d'altra parte il solido Carletto Mazzone era stato sostituito dalla grande incognita Sergio "l'enciclopedia del calcio" Buso, che non prometteva molto, nonostante la stima che nutriva per lui l'allora presidente Gazzoni Frascara. Insomma, niente di esaltante. Capite che l'acquisizione di un videogioco quasi decente era quasi un evento. In realtà non posso parlare di Flying Corps senza nominare uno dei vecchi che non ancora che hanno contribuito alla mia formazione interiore e che onestamente non so dirvi se si tratta di un vecchio di merda oppure no: si trattava del signor Piero.

Rigorosamente con "signor" davanti al Piero e con il "lei" di ordinanza, nonostante ci conoscessimo più o meno da quando avevo 5 anni. Alle sue spalle mi riferivo a lui come "l'ardito della bassa", perché a sentire quello che raccontava lui, la sua vita era stata decisamente molto interessante e avventurosa. Ho già parlato di questo figuro in questa sede: era quello che aveva raccontato che a Toronto (in realtà Montreal, ma non importa, per quanto sia divertente la coincidenza che da Montreal viene l'attuale presidente del Bologna, Joey Saputo, e il senso di disillusione nel vedere il calciomercato è lo stesso che avevo nel 1999) c'era una chiesa che aveva un affresco che raffigurava "Lui". 

molto generosi con l'attaccatura dei capelli

E Piero "Lui" lo aveva anche visto quando era stato un giovane Balilla. Stando alla sua narrazione, aveva ricevuto una medaglia al merito da "Lui" in visita alla sua regione d'origine per aver salvato un ragazzino suo coetaneo che stava annegando in un fiume pieno di gorghi. "Il momento più emozionante della mia vita", mi aveva confidato Piero, con "Lui" a cavallo che passava in rassegna i giovani virgulti agghindati con la loro ridicola divisa. E il sogno di ognuno di questi bambini era che il cavallo si imbizzarrisse dando l'opportunità al ragazzetto di salvare anche "Lui", guadagnandosi così sul campo... boh! Un'altra medaglia? Il titolo di "Lui" ad honorem? Forse. 

Ora, questa cosa non era una fantasia solo di Piero: avevo la letto la stessa identica cosa in un libro di Luca Goldoni, mi sembra. Siccome a pensar male si fa peccato ma spesso ci si prende, mi viene da credere che Piero dicesse un sacco di cazzate. Forse sì, forse no, però era divertente ascoltarlo. Questa buffa versione di Steve McQueen un po' avanti con gli anni, perennemente coi Rayban Aviator sul naso, con quel fisico da statua dell'arringatore del Trasimeno con la pancetta da benestante, riga da una parte perfettamente scolpita con la brillantina Linetti nei pochi capelli biondi tenuti sotto un cappellino bianco da tennista, oltre a essere un'icona di una spiaggia piena di vecchi, che ogni anno si ritrovavano a contare i morti, era divertente da ascoltare per me, che ero vecchio soltanto dentro.

Anche se avessi una foto di Piero non la posterei per rispetto di chi non c'è più, ma immaginatevelo come Steve McQueen con la panza, il riportino e l'accento friulano


Piero e la moglie non avevano avuto figli, e per un certo periodo un mese all'anno circa adottavano me e mia sorella come nipoti ad honorem. In particolare, vista l'aura di sfiga che emanava il qui presente, Piero si era preso un po' la briga di darmi una mano a "scantarmi", come si dice dalle mie parti. A rendermi più conscio del mondo e meno rincoglionito e magari più più spigliato è più interessato al gentil sesso. Il fatto era che io ero molto interessato al gentil sesso. Solo che ero terribilmente. paralizzato dalla paura di sbagliare. Inevitabile, avevo ricevuto sequenze di istruzioni per l'uso della vita che andavano tutti in direzioni diverse ed era in uno stato di completa confusione. E questo non avevo il coraggio di ammetterlo a me stesso, figuriamoci a uno come Piero. E come avrei potuto? Al di là della sicumera ostentata, un'altra delle storie dei suoi tempi che mi aveva raccontato era stata quando un suo zio, o il suo equivalente di quello che lui era per me, lo portò in una casa chiusa per il "battesimo del fuoco" e allora insomma lui ci andò tutto intimidito, tenendo sotto braccio una copia della Settimana Enigmistica. E quando fu ora di scegliere la nave scuola su cui imbarcarsi, il giovane Piero non ebbe il coraggio e scappò via per finire il cruciverba.

Economico non so, ma di passatempo più dilettevole me ne viene in mente un altro


Quindi insomma, forse c'è speranza, dicevo a me stesso, ma siccome Piero era uscito dalla sfiga giovanile poteva parlarne indisturbato e riderci su, io c'ero ancora dentro fin sopra i capelli, tra sfighe nei rapporti umani scolastici e mamme di miei ex amici del mare che mi davano dell'autistico, ecco. La luce in fondo a quel particolarissimo tunnel non si vedeva, quindi mi rifugiavo nel simulmondo.

O meglio,  diciamo che accumulavo in vista del mio ritorno al Vecchio Paese, perché in quel periodo si puoteva andare in vacanza a disintossicarsi seriamente dalla tecnologia. Il massimo che potevo ricevere erano i cosiddetti "squillini" o degli sms da parte di compagni di classe. Ma vista la mia scarsa popolarità potete intuire che fossero veramente pochi. Quindi all'edicola sulla via verso la spiaggia, oltre che a Corriere dello Sport Stadio, acquistai anche un compilation di 3 giochi pubblicata stranamente dalla Dinamic Multimedia (quelli di PC calcio). Due di 'sti giochi erano trascurabili (un flipper e un bruttissimo clone di Battlechess) il terzo gioco era per me fonte di interesse, che ne ricordavo la recensione entusiastica sulla fecale TGM.

vualaT


Ne avevo pure parlato col mio mentore di 'sto gioco, e allora lui che oltre a essere un ardito era pure un tuttologo, mi aveva contato di come la Prima Guerra Mondiale, lato aviazione, fosse veramente l'ultima l'ultima vera istanza nella storia umana di guerra cavalleresca. Come ci fosse un codice d'onore tra i vari piloti, che avevano un gesto convenzionale per dirsi l'un l'altro che la mitragliatrice ha inceppata e quindi non si sparavano (però potevano spararsi con la pistola che tenevano con sé). Ecco, il fatto che mi ricordi ancora di questi discorsi significa che per me volevano veramente dire qualcosa. Il fatto è che al tempo ero sostanzialmente una persona diversa da quello che sono ora, in cui ho comunque le mie insicurezze, le mie paure, i miei sensi di colpa (quelli ne ho in abbondanza). La differenza fondamentale è che ora posso chiedere aiuto dicendo candidamente quali sono le mie mancanze, per quanto imbarazzanti possano essere, perché non ambisco più alla perfezione conto terzi. Al tempo intrattenevo  discorsi con con questo Steve McQueen dei poveri sui biplani della Prima Guerra Mondiale. E il messaggio sotteso era "Aiutami, cazzo! Non vedi come sono ridotto? Dimmelo che non ci sono delle istruzioni per l'uso da seguire pedissequamente, dimmelo che non c'è sempre una risposta giusta è una risposta sbagliata, dimmelo che non c'è sempre un modo giusto di fare le cose e un modo che garantisce il fallimento! E soprattutto dimmi che non dipende tutto da me!"

Ovviamente sto semplificando: anche se me lo avesse detto. a questo punto dubito che gli avrei dato ascolto, probabilmente avrei continuato imperterrito a parlare di Flying Corps Gold. Sigla!



Brumm rapapapapappappapa! Come facessero questi trabiccoli a stare per aria per me era un grandissimo mistero, ma suppongo che sia proprio questo il fascino, no? Un po' come, prima che una ragazzina svedese odiatissima da reazionari giovani e vecchi rendesse cool il preoccuparsi per l'ambiente, un sacco di "medi-progressisti" dichiaravano il loro amore per il rombo del motore a benza rossa. Poi è arrivata la Tesla e si sono scoperti tutti ecologisti. 


Empire interactive, mentre sullo sfondo cabrano i Sopwith Camel. Sarà il termine giusto, cabrare? Non ne ho idea, ma la Empire interactive non è mai stata particolarmente sinonimo di qualità, anzi, erano quelli che erano amici della Xenia Edizioni e per questo mi trovavo la loro robaccia sui demo dei dischetti di PC Action.


Fortunatamente, qui la Empire sta solo pubblicando, gli autori sono quelli della Rowan Software Ltd. Quelli che a suo tempo avevano fatto Reach for the Skies, a cui lo so, ho dato merda, ma a suo tempo mi era piaciuto (fallacia dei costi sommersi, senza dubbio) e onestamente non era il peggior simulatore di volo a cui abbia mai giocato. Dunque restiamo positivi...


...e ammiriamo i palloni frenati che salgono, prima filmati e poi renderizzati (e filmati). Ah, la soluzione di continuità e gli ultimi strascichi della mania del FMV, vero ragazzi? Sì, questo gioco è del 1996/1997 quindi la mania è in piena fase calante. Anche la popolarità dei simulatori di volo lo è, ma la cosa mi importa poco, specie quando io ho fatto mio il gioco, nel 1999: lì la popolarità dei videogiochi è quasi esclusivamente appannaggio dei videogiochi sparatutto in prima persona, che per qualche ragione a me ignota mi fanno venire mal di stomaco. Dico "per qualche ragione a me ignota" non tanto perché non riesco a capire come mai quella chinetosi, quanto per il fatto che i simulatori di volo, che in teoria dovrebbero far venire il mal d'aria pure a me, non mi fanno assolutamente nulla.

E via, titolo! Ma guardate che atmosfera, viene da dire che fosse sempre brutto tempo durante la prima guerra mondiale, se ci si basa sulle foto di archivio. Sarà che il bianco e nero fa molto "effetto nebbia"? Forse, ma più probabilmente il fatto che gli scontri aerei più celebrati dalla fiction sulla Grande Guerra avvengono tra il Belgio e il nord della Francia, dove c'è sempre un tempo di merda? Forse. Ma poi, detto tra noi, quanto sarebbe stato bello un gioco in cui si interpreta Francesco Baracca? Non lo dico per esibizionismo patriottico low-cost, eh. Ma sarebbe stato proprio bello.


Peraltro una cosa che mi fa notare mio figlio è che sia la Porsche che la Ferrari hanno nel simbolo un cavallino rampante, e siccome è nell'età in cui a ogni cosa segue un "Perché?" io, che ho giurato a me stesso di rispondere il meno possibile "perché è così" ho  fatto due ricerche e apparentemente il cavallino rampante di Baracca che fu ripreso da Enzo Ferrari per la sua scuderia è in realtà l'insegna di uno dei suoi primi aerei abbattuti, che aveva il cavallino rampante dello stemma di Stoccarda. Stemma che è presente pure sul logo della Porsche. Questo Test Drive II - The Duel non ve lo dice, cari amici!

Intanto notate quante opzioni! Qui si vede che è una cosa seria, no? Un po' tipo quando la scatola del gioco pesa un chilo. Bello anche come le opzioni extra siano raffigurate da un pasticcino. Penso che significhi "la ciliegina sulla torta" perché sono proprio quelle chiccherie che il simulatore di volo medio non ha, e che probabilmente hanno fatto riempire i calzoni di Mauro "Il Barone" Bossetti, che ovviamente, in quanto esperto dei simulatori di volo della fecale TGM, aveva recensito il gioco riempiendolo dei suoi idioletti tipo "carisma" (che in un'estrema dimostrazione di poraccitudine da parte della fecale redazione divenne in seguito un criterio di valutazione dei videogiochi) "basito" "vualaT" e via stronzificandosi. Inutile dire che mi faceva tutto molto ridere perché nel cranio mi era stata versata una tanica di sciolta. In tutto questo sono molto felice che a 17 anni non avessi avuto accesso ai social media e nemmeno a internet, perché a 17 anni, salvo rari casi, non capiamo un cazzo ed è molto pericoloso lasciare scritto ai posteri ciò che si pensa a 17 anni. Ora devo pensare a configurare il firewall di casa per quando i miei figli arriveranno a 17 anni. Spero di essere più preparato io al loro sbarco su internet che i miei genitori al mio, di sbarco su internet.


Una cosa che ricordavo era che i primi mesi di internet avevo mio padre dietro le spalle che guardava perché si diceva curioso, mentre io volevo solo vedere le foto ignude di una stronza no-vax che al tempo faceva la scema su MTV ma aveva le tette grosse quindi le si perdonava tutto, anche essere no-vax (ma al tempo, chi gliene fregava qualcosa dei vaccini? Piuttosto, vogliamo parlare di come i forni microonde ti facevano venire il cancro e i telefonini ti cuocevano il cervello e ti facevano diventare sterile?). Solo anni dopo ho capito che voleva controllare, soprattutto quando stavo su IRC a parlare con gente che aveva come nickname variazioni sul tema "Vegeta" e "Sephiroth" temeva che mi facessi abbindolare in brutti giri. Poi si ruppe i coglioni e, vedendo che anche nel simulmondo ero abbastanza uno sfigato, mi lasciò stare dicendo di tagliare ogni tanto che tenevo il telefono occupato. E così potei finalmente constatare che al di là di tutto Jenny McCarthy nel 1999 aveva le tette che mi facevano deglutire a fatica.
Ma sto divagando! Il gioco ha quattro modalità "tour of duty", due coi crucchi, uno con gli ammaragani e uno con i rivoltanti figli dell'endogamia che parlano con quel loro cazzo di birignao di merda per nascondere il fatto che sono stati dimenticati dall'ortodonzia moderna (e pure antica).

Quale scegliamo? Semplice, la prima che è pure la più interessante. It's... The Flying Circus!



Sì, sono cascato nel trappolone "citare i Monty Python per potersi autocompiacere annusando con arroganza le proprie scorregge", ammetto di non esserne troppo fiero, anche perché l'unico circo volante qui è quello della Jasta 11, quella del Barone Rosso. Ovviamente non interpretiamo Manfred Von Richthofen qui (non lo facciamo nemmeno nell'eponimo Red Baron della Sierra, a cui giocai pochissimo perché chi ce l'aveva non me lo passò e che recuperai solo via siti abandonware): interpreteremo però il fratello Lothar, che approfitta dell'assenza per ferie del Barone per diventare capo della Jasta 11 e mostrare che non è avanzato causa nepotismo (fratellismo)?

Via, scegliamo quelli e il gioco ci premia con un'altra sequenza FMV renderizzata, con un angolo olandese che pare che la camera sia stata posizionata da un olandese ubriaco. Che poi si dice angolo olandese ma in realtà è tedesco, viene dal cinema espressionista tedesco, l'amore della mia vita (e voglio in questa sede ricordare eccetera i grandi maestri Murnau e Robert Wiene). Il fatto è che a Hollywood non capivano la differenza tra Deutsch e Dutch e quindi l'angolo è diventato olandese. Ci sta, se vogliamo: d'altra parte il Fokker era l'aereo più utilizzato dai tedeschi, e Fokker era olandese. Tutto questo ci dà un rassicurante e piacevole senso di simmetria. no?

Ah bene, si parte! Vedete la nebbiolina? Questo è merito dell'accelerazione 3D! Perché questo è Flying Corps Gold, uscito un anno dopo l'originale Flying Corps, e pubblicato in versione economica nel, boh, credo nel 1999. Una scheda acceleratrice 3D ce l'avevo, a dispetto della mia nausea per tutto ciò che era tridimensionale, e quindi mi pareva molto "value for money". No?


E via! Subito ci si presenta un nemico, e subito diamo una scaldata alla mitragliatrice, meravigliandoci come sempre della storia della sincronizzazione tra mitragliatrice ed elica per cui non ci facciamo a pezzi l'aereo da solo come Sean Connery in Indiana Jones (in realtà l'aereo si era spezzato perché Sean Connery era alto 18 metri). Poi però guardando meglio notiamo che l'aereo fatto fuori è un Fokker della nostra squadriglia. Ach du lieber scheisse! Oh beh, si limita a fare uno strano fumo grigetto, non è poi così grave, d'altra parte fa caldo umido con questa nebbia tipo val padana, un foro di ventilazione sul velivolo fa solo che bene, no?


Stavolta questi sono dei Sopwith Camel! Ora, non ho mai capito come mai un aereo viene chiamato "cammello" quando i tedeschi hanno l'Albatros, che ha più senso per qualcosa che vola? Possiamo sospettare che ci fosse ancora un po' di confusione, d'altra parte l'aviazione era ancora terreno vergine. C'era un film con Alberto Sordi che si chiamava "Quei temerari sulle macchine volanti" e non ricordo assolutamente nulla, e ho quasi paura a rivederlo, perché è uno dei primissimi ricordi che ho.

Rrratatatatata! Rischio la collisione, ma pure il secondo cammello vola giù, con tanti saluti a Jeff Minter. Ho fatto una battuta nerd, dovrei autocompiacermi ma non ci riesco?

Oh, ma abbiamo anche la mappa! Visto che risoluzione alta, eh? eh? eh? Io non mi ricordo se ci ero abituato o se la bassa risoluzione per i giochi era impressa a fuoco nella mia mente, non lo so. Di certo, mi fa strano ora, che questo credo sia il primo simulatore di volo ad alta risoluzione a cui gioco, no? Probabilmente pure l'unico, perché già nel 1997, come ho detto, i simulatori erano al tramonto. Oh beh.


E abbiamo anche la visione dall'esterno. Mecojoni, direte voi: c'era pure in F-15 Strike Eagle 2 che è di quasi un decennio prima! Sì, ma quello che voglio dire è che pensavo di essere a bordo di un Fokker DR1 e invece questo è un Albatros. Oh beh, cambia? No, direi di no.


Albatros che riusciamo a far atterrare con il metodo Jet McQuack, nel senso che scendiamo troppo pesanti e il carrello, che pare sempre fatto di stuzzicadenti, ci salta, sollevando un gran polverone. Beh, che volete? Questi erano i cavalieri del cielo, erano veri uomini con la giusta stoffa, che non stavano a preoccuparsi di robe da mammolette effeminate come il carrello retrattile o (Iddio ce ne scampi) il freno paracadute! Ha! Questa era gente che con un caldissimo pickelhaube in testa all'una di pomeriggio col sole a picco andavano dietro le cabine a giocare a bocce con il Piero, facendolo sempre incazzare e facendogli trovare scuse sul fatto che aveva tirato la boccia di merda. "Ah Diobono tò, l'ho tenuta in mano" era la sua scusa tipica.

Lothar si è sbucciato un ginocchio, poverone! Però oggi la squadriglia ha fatto fuori 5 aerei (più uno caduto da fuoco amico *emoji che arrossisce*), tutto sommato non c'è male. Ma quanto è pacchiana la Blue Max, vogliamo parlarne? Mamma mia, manco i gioielli da due euro che vendono su Wish.

Dopo la prima missione, essendo noialtri i capoccia della Jasta 11, possiamo anche decidere quali missioni intraprendere. In effetti 'sta cosa della parte strategica i ragazzi della Rowan ce l'hanno sempre avuta, ricordate la modalità "Controller" in Reach for the Skies? Ricordate anche come non l'ho cagata minimamente? Ecco qui.


Siccome siamo capi squadriglia nulla ci impedisce di dedicarci a un po' di sana estetica! Possiamo ricolorare la livrea dei nostri aerei e soprattutto scegliere che arerei volare! Fichissimo. Dunque, per quanto il tema mimetico/animalier viola e verde sia molto cool, non posso non farmi il Fokker DR.1 tutto rosso per incutere timore nei nemici che pensavano che il Barone Rosso fosse in ferie. Un po' come quando Patroclo indossava l'armatura di Achille per far cacare i troiani nelle tuniche, e sappiamo tutti com'è andata a finire. Oddio forse tutti no, però dai, un po' di sforzo sulle lezioni di italiano delle medie, su su su.


E via, ecco il nostro nuovo bellissimo Fokker! Molto meno manovrabile dell'Albatross, secondo me, in effetti viene da chiedersi a cosa servisse la terza ala, ma si sa che a volte di più significa meglio, secondo molti bambini e anche secondo molti adulti mai cresciuti. Però anche la visibilità è pari a quella di una Peugeot 206, che aveva un angolo cieco per me fastidiosissimo, e ci ho pure fatto sopra l'esame della patente.


Fortunatamente anche qui abbiamo il pilota automatico, e saltiamo a quello che potrebbe essere un momento caldo. Anche cercando in giro i nemici, non vedo niente. I puntini neri sui bordi dello schermo sono un ottimo modo non intrusivo per fare da radar e mostrarci gli altri aerei fuori dal campo visivo. È bellissimo perché rende molto bene la percezione di presenza senza dover fare una scomoda sovraimpressione. Il sesto senso, ci avete presente? Quando vi sentite gli sghirigori al fianco perché avete qualcuno dietro che vi alita dietro l'orecchio. No?
Sì, ma a farmi venire gli sghirigori sono i miei commilitoni della Jasta 11. Premiamo di nuovo TAB (che qui è il pilota automatico) e tutto riparte come se niente fosse stato. Boh.


E niente, non abbiamo apparentemente incontrato nessuno. Atterriamo con la nostra solita dolcezza, e penso che i locali contadini dovrebbero pagarmi perche gli aro la terra con il carrello del mio fokker. CARISMA! BANFE! Inconcepibile il fatto che quell'uomo io lo trovassi divertente. Boh. Amicizia unidirezionale, suppongo. Voglia di essere parte di un gruppo, credo. Sfiga, sicuramente.

Altri due giorni di riposo per il ginocchio sbucciato e scegliamo un'altra missione, stavolta sulla ridente Douai, città simboleggiata dal gigante di cartapesta Gayant, protagonista di una processione annuale come succede in molti paesi della zona. Una volta mia moglie si trovava tra il Nord-Pas-de-Calais e la Vallonia ed era andata a vedere un carnevale locale, una roba che pareva bella perché era protetta dall'UNESCO. Era arrivata al paese alle 9 di mattina, e la sfilata era già finita e tutti i partecipanti ancora in costume erano andati al bar a prendersi la ciucca triste. Con questo non voglio dire che sia giusto volare su Douai per questa ragione.


Però ecco, che anche qui non succeda un tubo di niente è vero. YAHWHN (in tedesco).


Il pilota automatico sembra dirmi che succede qualcosa, io provo a girare la testa verso il bersaglio più vicino e il gioco mi fa presente che non ce n'è uno nel raggio di 4000 metri. Ah, beh! E dunque che si fa? Di nuovo pilota automatico, presumo.


Pilota automatico che ci porta a inculonia di mezzo, completamente fuori da ogni rotta. Che è successo? Sarà mica che Lothar, anziché sbucciarsi il ginocchio, ha sbattuto la testa? D'altra parte si sospetta che pure Manfred, quando fu abbattuto, si fosse comportato in maniera imprudente in seguito a una botta di qualche tempo prima che gli aveva mandato il cervello in pappa. Avrebbe senso, no? Di fatto, quando l'autopilota ci fa tornare al cruscotto, ci troviamo nella "twilight zone": una striscia nera sotto, la nebbiolina sparisce...tutto diventa bianco... uno scossone e bum! Il nostro fokker è fokked, e la carcassa infuocata del velivolo (e di Lothar) precipita...


...giù fino a lasciare un cratere per terra. Per parafrasare il signor Piero, "Ah diobono tò, l'ho tenuta in mano!" (la cloche, presumo). Il gioco ci tira un autocompiaciuto pippone su quelli che vogliono fare i fenomeni e inevitabilmente finiscono male...


...ma a Lothar non viene negato un funerale solenne con parata dei triplani dietro alla lapide, con un certo effetto drammatico. RIP Lothar, insegna agli angeli a morire in guerra e non come un coglione a guerra finita facendo il pilota di aerei civili mentre stai trasportando una delle dive del cinema più famose dell'epoca (storia vera, ahimé). Proviamo un'altra campagna?


Eddie Rickenbacker, il primo asso volante statunitense, famoso anche per essere imparentato con un altro Rickenbacker, Adolph Rickenbacker, quello delle chitarre. E visto che della Rickenbacker sono famosi i bassi, onde evitare che qualcuno di voi faccia l'associazione tra Eddie e la dicitura simil-bossettiana del noto blog nerdista piagnucolante in cui uno sufficientemente sborone è un "Bassista Carismatico" allora saltiamo a pié pari Rickenbacker. Fanculo Rickenbacker, e fanculo a me che l'associazione tra Eddie e la dicitura simil-bossettiana del bassista carismatico l'ho fatta per primo.


L'offensiva di primavera, e stavolta si vola con i britannici, per cui non nutro simpatia ma cavalcare un cammello volante mi fa sempre ridere. Stavolta non siamo capisquadriglia come Lothar ma siamo dei giovani pisquani appena arrivati alla Somme, pronti a essere guardati dall'alto al basso da uno stronzo che parla col birignao.


Almeno la nostra prima missione è quella di arrivare al campo base. Pare facile, non ci sono nemmeno crucchi in giro. Strano che questa non sia stata la prima campagna proposta, vista la facilità, no? Magari hanno fatto come con Halloween Harry?


La seconda missione, invece, è un addestramento / messa alla prova: dobbiamo stare attaccati al culo del nostro ufficiale in comando il più possibile, almeno quattro minuti, mentre lui fa di tutto per seminarci. Sul serio? Cioè, io passo la scuola di volo e questo stronzo col suo birignao di merda dice che no è tutto sbagliato, ci pensa lui a impararmi come si vola? Ma capite l'arroganza di sta gente? Fottuti stronzi! Mi fate dare ragione a Uriel Fanelli, fanculo a voi! Sapete che c'è?


RRRRATATATATATAT! Il nostro ufficiale in comando viene colpito, purtroppo non abbattuto, e la missione termina subito senza neanche una corte marziale: veniamo rispediti alla scuola di volo...


...e inspiegabilmente la cosa fa sì che i tedeschi vincano la guerra. Eravamo così importanti? Siamo davvero arrivati alla prospettiva Guerre Stellari / Wing Commander in cui le azioni di un singolo risolvono l'intero conflitto tutte da sole? Bah! Da un lato lo trovo un miglioramento rispetto a Reach for the Skies in cui, giocando come la RAF, eiettandosi a ogni missione si finiva con Churchill che faceva il discorso vittorioso, ma no, in realtà siamo andati all'estremo opposto. Per oggi dunque, basta così. Prossimo gioco!


È merda? No, anzi, è un giocone. Non il 14esimo più bello di sempre, come ebbe a dire una fecale rivista britannica, ma è proprio un bel gioco solido, un simulatore fatto bene, con idee molto buone e una realizzazione tecnica veramente ottima. Davvero value-for-money quell'acquisto, anche utile a strozzare un po' la voce interiore che mi urlava "SFIGAAAAAAATO!" ai tempi. Certo, ci avessero messo altri due giochi un po' più decenti al posto di quelle due robacce che c'erano in quella compilation sarebbe stato ancora meglio, ma per quindicimilalire (penso costasse così) direi che non ci possiamo affatto lamentare.

Ci rigiocheresti? Sì.

2 commenti:

  1. Anche io ho acquistato la stessa raccolta di 3 giochi (regalai a un mio zio il disco degli scacchi). Acquistai la compilation per il solo FC data la mia cronica scarsità di pecunia e passione per qualsiasi simulazione di volo incivile (i vari Flight Simulator di Microsoft mi annoiano a morte). A posteriori, visto la buona qualità del gioco meritava lo scatolone di cartone e corposa manualistica a corredo (che era l’unica fonte per alimentare la mia fame di storia dell’aviazione militare). Rowan Software era una certezza: il primo simulatore di volo WWI, Dawn Patrol; le due espansioni di Falcon, Flight of The Intruder.
    Come unico difetto ricordo l’auto-pilota: nei precedenti titoli - vuoi per la limitatezza dello scenario - le sortite aria-aria si risolvevano sempre con uno scambio di convenevoli esplosivi con i “bandit”. In FC affidarsi all’auto-pilota più di qualche volta ti faceva fare un giro turistico. Perciò evitavo l’auto-pilota e trascorrevo lunghi tempi di volo a scrutare l’orizzonte in cerca di un puntino sospetto.

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    1. Beh, l'esperienza vera e propria fatta e finita. Spiace per la Rowan perché è sempre stata sottovalutata. Ho dato merda a Reach for the Skies che era un po' semplicistico nel modello di volo e aveva una parte strategica incollata lì un po' alla cazzo, ma tutto sommato, nel contesto di allora, aveva pure lui il suo perché. Beh, forse nei primi anni 90 la scelta dei simulatori era tale e tanto ampia che ci si poteva permettere di mettere la Rowan in secondo piano.Non lo so.

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