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lunedì 25 maggio 2020

Duke Nukem 3D

Nella precedente puntata del blog dell'ex videogiocatore!


ops
 
E infatti, puntuale come lo smottamento intestinale 30 minuti dopo la focaccia salsiccia&fontina di "Al mi furnèr" di Porta San Felice, ecco qui Duke Nukem 3D. Ha ha! Beccàti, stronzacchioni! Ok, datemi qualche minuto per autocompiacermi. Scommetto che mi avevate creduto, vero? D'altra parte, avrete pensato, soltanto un coglione avrebbe deciso di farsi venire il vomito da solo pur di fare uno scherzo ai suoi lettori, no? Dico bene? Beh. Non è una cosa che giova alla mia immagine, questa. Ok, passiamo oltre.


Beh, nonostante tutto, mi sono fatto del male con Duke Nuk(u/e)m 1 e 2, ho pure parlato del cugino sfigato Stryker,a questo punto facciamo trentuno e dedichiamoci a qualche cosa che magari riesce ad essere anche più piacevole, al netto del reflusso gastrico che la prima persona in 3D mi causa. E non posso nemmeno evitare di parlare del cambio culturale di paradigma che Duke Nukem ha cambiato presso i videogiocatori, presso quell'ammasso fumante di feci che è la cosiddetta "cultura pop". Temo di non essere nemmeno in grado di trattenermi dal lanciarmi nella mia solita reprimenda sul vittimismo dei nerd reazionari, quelli che non fanno altro che frignare che un tempo sì che si poteva dire "N1234" ai n1234 e "F3564" ai f3564 (a numero uguale corrisponde lettera uguale) e non c'era tutto questo politically correct che ci opprime! Tenetevi da parte questo discorso perché ci torno dopo. Insomma ho pensato a un sacco a come fare il cappello di questo articolo, ma il fatto è che io quando mi menzionano Duke Nukem 3D, a me viene in mente Miss Liceo.

Inutile che ti metti a facepalmare, McGyver.
Piuttosto comincia non leggendo il blog
dell'Ex Videogiocatore mentre mangi, che dai un brutto esempio

Siamo a febbraio del 1996 (o è Marzo? Dal tempo che ricordavo mi sa che era Febbraio) in ogni caso avevo appena toccato i 14 anni, nel mio immaginario ero pronto per il motorino (mai avuto) e per i baci con la lingua (bleah! ma se servono per procedere oltre, me li faccio andare bene eh) ma nonostante il brivido che mi dava salto quantico che avere l'età di soglia oltre la quale era lecito vedere film con moderato contenuto di tette al vento, non era praticamente cambiato un cazzo. Ah beh! Cosa vuoi che sia, dicevo a me stesso, è che sono ancora alle medie! Le mie coetanee del Vecchio Paese, dicevo sempre a me stesso, anche non fossero delle petulanti rompipalle, le conosco tipo da quando sono all'asilo e quindi è ovvio che l'effetto Westermarck fa sì che non ne sia minimamente attratto! Ma appena zompo alle superiori, la mia vita sarà magicamente come quella di Zack Morris di Bayside School! 

Ma senza rinunciare a un sano quantitativo di sfiga
Ora, il fatto che fossi sempre meno disinteressato al videogioco e usassi il pc sempre più per questioni di "Atelier Culturale" che per giocare ( e dunque, in misura molto minore ), mi trovavo a notare un aumento insperato della mia popolarità in classe e persino fuori. Incredibile! Tutto quello che mi stava venendo detto, i vari sii naturale, sii disinvolto, sii loquace ma parla solo quando sei interrogato e mai, mai dire i tuoi interessi, forse funzionavano veramente a qualcosa? Ah ha! Bella cazzata! Divago? Non tanto! Insomma, era Febbraio (o Marzo) 1996, sono in terza media e un pomeriggio, con due miei compagni di classe (uno dei due era in realtà una ragazza, impensabile!) andiamo a una riunione per i futuri primini delle superiori, a vedere il liceo che (tirando in ballo criteri non propriamente pertinenti) abbiamo scelto.

La cosa rassicurante è che nella foto di Google del 2018 è uguale a com'era nel 2016
 
Il preside, che si mormorava essere stato massone di 33esimo grado (rito scozzese) e pure Gran Maestro di una loggia del Sud Italia, ci fece una lunga spiegazione sulla superiorità del liceo (inserite qui l'emoticon che mima una pugnetta, grazie) e con l'amore per la democrazia diretta tipico dei massoni (ciao Uriel!) ci fece mettere ai voti la lingua straniera da fare, tra inglese e francese. Al tempo, alle scuole medie "tempo normale" (cioè solo la mattina con anche il sabato a scuola, roba da libro Cuore) si faceva francese.

Va da sé che in un liceo scientifico "a indirizzo informatico", precursori delle famose tre "i" (inglese, informatica e impresa) che sarebbero state il cavallo di battaglia di un personaggio politico che aveva da poco iniziato a dominare la scena italiana, quasi all'unanimità votammo inglese. Fu applaudito e cordialmente sfanculato il ragazzetto del Paese Vicino/Rivale che intervenne con discreta cazzimma a fare il soldato giapponese nella giungla in difesa del francese, ma io tutto questo non lo consideravo, perché dall'altro lato dell'auditorium c'era una mia coetanea che era, per i miei standard di allora, una gran gnocca! Inaudito!


Questa la capiscono in pochi, mi sa

E insomma io, ragazzo del Vecchio Paese fino ad allora poco bazzicante al di fuori del Vecchio Paese, avevo passato la riunione a guardarla e a rimaniere meravigliato dal fatto che il vecchio Westermarck ci avesse preso di brutto tirandomi un fortissimo pugno nello stomaco, nonché più in basso. (Dopodiché il mio tempo interiore lo avevo trascorso a sperare che 'sta tizia finisse in classe con me, nonché a pensare a cosa dirle per fare colpo se mai fosse stata in classe con me). Finita la riunione, in un'anticipazione di un numero enorme di riunioni a cui avrei partecipato in futuro, non avevo seguito un cazzo. Quello che so è che:

A) tornato al Vecchio Paese mi sentivo uno schifo perché le ragazze che c'erano non m'attizzavano manco un po' (effetto Westermarck o no, poco importa) e anche se ci fossero state, non è che uscissi poi così tanto per lavorare sulla mia popolarità.

B) visto che in mezzo a quell'auditorium ero veramente solo uno dei tantissimi (ed erano tutti sconosciuti, tranne due) la sensazione che sarei automaticamente diventato lo zuvnéin locale di successo stava svanendo molto in fretta.

zuvnéin
C) quando tornai a casa e mia mamma mi disse "Ooooh, ora raccontami tutto PER FILO E PER SEGNO" mi venne una voglia fortissima di mandarla a cagare, anche perché sentivo che se le avessi raccontato di come avevo scoperto sulla mia pelle l'effetto Westermarck, sarei stato preso per il culo ad libitum ("eeeehhhhh....la lingua batte dove il dente duole!") e dunque la risposta si limitò a un generico "eh, bene, faremo inglese", con l'entusiasmo tipico di chi gli hanno annunciato che è stato appena fatto volontario per testare una macchina che elargisce calci nelle palle.

Insomma, che fare? Semplice! Vado all'edicola dal Biondo e ricasco nel tunnel del videogioco in cui in quel periodo timidamente stavo rientrando, tramite una rivista estemporanea che ha in allegato un CD pieno di demo / shareware di giochi sportivi. Unica eccezione, scritto in modo da occupare un buon 60% della superficie del disco, GIOCO COMPLETO - DUKE NUKEM 3D. Oh beh, un gioco completo! (Perché nella pezzenteria di quei temi, shareware = completo). Per giunta, le pochissime riviste di settore che leggo ne parlano in maniera entusiasta! Che faccio, non lo prendo? E insomma, nel dispiacere dell'aver avuto un primo flash della mia futura inadeguatezza, installo il gioco completo e mi preparo ad anestetizzarmi. Sigla!


Eh porco cazzo! Non era mai successa prima sta roba. Che poi, 6 mega e mezzo ci vogliono ma io ero sicuro che il mio 486 avesse 8 mega di ram! Ne andavo fierissimo! OTTO MILIONI DI CARATTERI, e 'sto gioco non parte? Ma io faccio un macello! Anche se devo dire che non tutto il male viene per nuocere: sulla rivista c'erano screenshot del gioco con le donne che aprivano il reggiseno mostrando le tette, e mia mamma, trovatala in giro per casa vide gli screenshot e mi chiese "ma tu giochi con sta roba?". Tutto questo ignorando il fatto che di fianco c'era la schermata di un lanciarazzi che aveva appena ridotto un nemico a un mucchietto di parti del corpo sanguinanti che volavano in tutte le direzioni. Doppiopesismo, amici! Che i videogiochi siano violenti lo dice la TV e alla violenza siamo tutti un po' anestetizzati, ma per favore, niente tette!
"Ah, no, non ci gioco" risposi io "a parte che quel tipo di giochi mi fa venire mal di stomaco, poi non funziona nemmeno, guarda qua" e le mostrai il messaggio di errore. Mi trattenni dal dirle che a 14 anni non è necessario avere 8 mega di RAM per usufruire di porno pixelato, tutto fa brodo! Accidenti, il mio compagno di classe B. (quello che si presentava maluccio) era solito chiudersi nel bagno della scuola a strofinarsi i pendagli con la carta di Magic "Angelo di Serra"!

TAPpare due pianure e tre incolore per FAPpare
Oh beh. Intanto, giudizio genitoriale schivato. Restava solo da far partire il gioco e giocarci di nascosto! In realtà, con la gestione della memoria il massimo che sapevo fare era far andare MEMMAKER.EXE per liberare la memoria convenzionale (quella dei famosi 640k che sarebbero bastati a tutti) ma siamo nell'era dei DOS Extender, la barriera dei 640 kb di RAM non ha più senso, qui è tutto un unico blocco! Non ci avete capito niente, vero? Tenete, và. Insomma, com'è come non è, a tempo perso sto lì a ravanarci sopra per delle settimane (non continuate, eh!) e magicamente scopro che una roba infilata nel mio AUTOEXEC.BAT, un programma chiamato SMARTDRV.EXE, si mangia la memoria con grande voracità. Perché? Boh! Io manco lo so a che serve 'sto smartdrive! Apparentemente fa andare il disco fisso più veloce, ma che me ne frega del disco fisso se non mi partono i videogiochi? Quindi, studiando per bene DOSHELP.EXE scopro che premendo F8 alla scritta "Avvio di MS-DOS..." posso decidere quale dei comandi dell'AUTOEXEC.BAT posso eseguire e quali no. E finalmente, sigla sul serio!


Parapappappappapp-ah no! Niente più Apogee! Apparentemente i ragazzi di Garland (TX) si erano resi conto pure loro che la gente associava la Apogee alla roba fatta a cazzo di cane, quindi la sotto-etichetta che inizialmente era stata pensata dalla Apogee per pubblicare i giochi in 3D diventa il nome stesso della software house. (Chi lo sa qual è stato il primo gioco pubblicato sotto la dicitura 3D Realms? Non si vince niente, è troppo facile). Lo slogan "Reality is our game™" invece è eccitante come un cornetto Valsoia alla vaniglia con il cono afflosciato perché la cialda si è troppo inumidita. Oh! Apprezzate che non ho fatto la solita metafora con la merda, ragazzi!


Storia vera (questo era uno shout-out al blog "la Bara volante", per chi non lo sapesse): il famoso tema "Grabbag" di Lee Jackson, per un po' non lo sentii perché nel setup mi ero dimenticato di impostare la porta MIDI, quindi a parte i boati che acompagnavano l'apparizione della scritta del titolo, guardavo tutto in religioso silenzio. Ma che bastava perché cacchio! Un gioco così pieno di cazzimma al prezzo di una semplice fecalissima rivista di settore (che, vi giuro, non ricordo quale fosse: era una roba estemporanea che cercava di fare soldi mettendo in un cd roba trovata in giro per le BBS)! Impensabile fino a pochi anni fa. E con l'immagine di un nerboruto eroe d'azione che senza pensarci su due volte crivella di colpi non ben definiti alieni, il fomento è garantito! Chi se la ricorda più la gnocca dei futuri primini! Aveva ragione Ovidio nei Remedia Amoris, il modo migliore per riprendersi è sfinirsi in altre attività come la caccia! E quale migliore modo di sfinirsi se non cacciando alieni cattivi, rigorosamente in solitudine (quando troverò altre persone munite di computer e disposte a organizzare LAN party, gliel'avrò tristemente data su a tollerare il senso di vomito degli sparaspara treddì).


Semplice, sfinendosi con il senso di vomito. Già dal menù principale parte in sottofondo un demo del primo livello e il vostro Ex Videogiocatore ha già il primo senso di schifetto. Ah beh! Comunque, notate il modello "Doom" in piena azione: zero introduzioni, zero fronzoli aggiuntivi, full motion video questa sconosciuta, si punta sulla grafica in-game che, per chi viene da Wolfenstein 3D o dallo stesso Doom e soci (penso a Heretic o Hexen) è un altro livello. Gli attori cani digitalizzati male di Cyclones paiono veramente un'altra era, eppure sono solo due anni prima. Cacchio, il minimalismo e il pragmatismo qui è tale che manco sembra la Apogee! Penso che tutto questo fare le cose fatte bene possa essere ascritto a una singola persona: Ken Silverman (ne parliamo dopo).


Persino la pagina "How to order" è sufficientemente stringata! Sono impressionato. Come se avessero legato Broussard  chiudendolo nello stanzino delle scope e facendo passare una pizza sotto la porta ogni due ore. Beh, non escludo lo abbiano fatto. Di certo non lo hanno fatto durante Duke Nukem Forever.


Che cosa ha frenato Duke Nukem Forever? Semplice, la megalomania di Broussard (che nei crediti del gioco è scritto bene). Esaltato dal successo di Duke 3D, e con troppi soldi in tasca per le eccellenti vendite, ha voluto creare il gioco perfetto, convincendo pure Scott Miller a investire soldi suoi (senza affiliarsi a un publisher) per creare il gioco definitivo. Ecco, "il gioco definitivo" è un concetto molto labile vista la rapidità con cui una tecnologia che nel 1996 è ancora emergente diventa obsoleta. Ma sticazzi! La vera fortuna della Apogee qui è quella di essersi trovata al posto giusto, al momento giusto, e soprattutto con la persona giusta! Broussard oltre al gioco in cui non sapeva scrivere il suo nome non è andato, Replòghl oltre a Cosmo's Cosmic Adventure non riusciva a fare, Allen Blum ha fatto Major Stryker e poco altro, quindi? Quindi la persona giusta è Ken Silverman, un enfant prodige della programmazione (il classico "tipo un po' strano" che a scuola sta spesso da solo e che dev'essere una palla mostruosa nelle interazioni sociali) che tre anni prima ha dato alla luce, presso i rivali della Epic, la risposta a Wolfenstein 3D Ken's Labyrinth! Agevoliamo screenshot animato.

ciao io mi chiamo ken

Ehm, ecco, sì. Se credete a quella stronzata, Ken Silverman è la classica persona tutta cervello sinistro, che crede che personalizzare un gioco con la sua faccia da adolescente (nel 1993 Ken aveva 18 anni) sia un segno di creatività. Ma questo è quello che succede quando cresci in una famiglia in cui papà è ingegnere e professore di informatica, e la mamma è professoressa universitaria di matematica. Praticamente un Atelier Culturale™ in casa. Questo mi ricorda una mia prof di matematica del liceo, il cui marito era pure lui professore di matematica, e per sua stessa ammissione vivevano la vita interamente all'insegna della matematica. Le teste di cazzo che eravamo noi subito a dire che quando i due chiavavano lui le diceva "ora mettiti a pigreco mezzi". Che stronzata. I matematici mica trombano, se state a sentire le divertentissime barzellette sulla superiorità degli ingegneri.


Insomma, Ken Silverman è un po' strano ma è un genio della programmazione, e crea quello che al momento è il motore grafico 3D più avanzato di tutti. Broussard, ancora legato nello stanzino delle scope, eiacula copiosamente nei pantaloni "cargo" chiazzati di pizza e dà l'autorizzazione a procedere. Anni dopo, quando si parla di Duke Nukem Forever, Silverman ha detto "ciaone" all'industria dei videogiochi che per far contenti papà e mamma è tornato a scuola, perché l'educazione è importante. La 3D Realms non ha un programmatore 3D decente, e quindi compra il motore di Quake 1, poi di Quake 2, e siccome nel frattempo escono robe sempre più fiche, spendono una barca di soldi (loro) per comprare il motore di Unreal. Certo, quello che Broussard non ha capito è che se compri il motore di altri non sei il gioco visivamente più avanzato di tutti, e di certo non rivoluzionario come questo. Il resto è storia, lo sviluppo si incaglia e si protrae per anni mentre il resto del mondo avanza e alla 3D Realms cercano di fare tutto in pochi ancora come se fosse il 1992, finché non falliscono, il gioco esce nel 2011 ed è una merda. Perché se la rivoluzione non è un pranzo di gala, è anche vero che non si fa a comando: a furia di voler essere rivoluzionari come Duke Nukem 3D ci si trova nella situazione in cui si deve strafare perché non si sa più come aprire nuove strade: immaginatevi un regista di film porno che va sempre più sui gusti estremi e arriva a un punto che o deve fare gli snuff movie o il suo pubblico lo taccerà di ripetitività. Sono problemi.


Vabbè. Cominciamo a giocare e scegliamo il primo episodio, quello shareware. Noterete che la versione a cui sto giocando è la 1.1 e non la 1.3D che è quella più mainstream. Ma quel CD fu uno dei primi a pubblicarlo e immagino abbia impacchettato il tutto con ogni cosa che si trovava in giro per le BBS, e via! Successone. Per me, almeno.  Mi piace la perizia filologica che metto qui dentro. Bravo, ex videogiocatore. Oh, grazie, ex videogiocatore.


Livello di difficoltà "Piece of cake". Con il dj radiofonico Jon St. John (gran nome, quello) che dice "Yeah, piece of cake!" con la sua voce roca da uomo duro che ha fumato un sigaro e ha pure inalato il fumo. Fighissimo (per me del 1996) molto meno naif del tentativo maldestro di Replogle e Broussard di fare un uomo duro in Duke Nukem I e II. St. John probabilmente ha interagito con gente e quindi è riuscito a dare a Duke la caratterizzazione di cui aveva bisogno. Via col primo livello - Hollywood Holocaust (regia di Ruggero Deodato). Il nome del livello è su sfondo nero perché è la versione 1.1, altrimenti avremmo un enorme simbolo della radioattività come sfondo, che a me pare del tutto innaturale. Insomma, atterriamo a Los Angeles, su un tetto di un palazzo, e sullo sfondo l'astronave con cui Duke Nukem è tornato dal pianeta dei Rigelatin precipita con una scia di fuoco. Una storia ce l'abbiamo?


Ah sì! "Una gnocca, un sigaro, e una bottiglia di Jack Daniels, ecco di cosa ho bisogno" dice Duke tornando sulla terra dopo aver fatto fuori i Rigelatin. "E soprattutto, niente più alieni". Ovviamente, prevedibile come la voglia di bere l'intero lago di Garda dopo le "streghe", le focacce secche del panificio Sorelle Simili, arriva il misfatto. Una botta di plasma danneggia l'astronavina di Duke, un messaggio d'aiuto arriva dal sindaco di Los Angeles, gli alieni hanno preso la città, hanno causato mutazioni alla polizia e la città ha bisogno d'aiuto. Ma la domanda è : che fine ha fatto Neo L.A. che c'era nel secondo episodio? L'invasione aliena l'ha fatta regredire alla semplice L.A.? Archiviamo tutto sotto "Incredulità, sospensione della".



Ok, già mi prende il male subito sopra la parte del naso che si attacca alla fronte e la lingua mi si felpa. Sapete che c'è? provo con un trucchetto. Visto che c'è la mappa in real-time, con la possibilità di vedere pure il livello dall'alto, Duke incluso (sfortunatamente, i nemici non si vedono però) quindi provo a tenere la mappa in sovraimpressione e mi concentro sul piccolo Duke che segna la nostra posizione. Ecco, io quello che ricordo era che all'inizio mi ero bloccato qui su questo tetto per una buona mezzora. Non sapevo come uscirne e stavo già abbastanza male. Sì, totale mancanza di pensiero laterale, ma ragazzi! Qui era la primissima volta che vedevo uno sparaspara 3D con ambiente distruttibile! Era un po' come le prime volte che si utilizzava il mouse, che lo si sollevava dal tavolo! Beh, spariamo alle bombole e si apre un canalone per scendere in strada..


...e via che lo facciamo. Duke si fa anche molto male, ma caso vuole che ci sia un medikit subito sotto. La cosa che subito notiamo rispetto ai (pochi, ammetto) sparaspara 3D che abbiamo visto è che l'ambiente è realistico! Persino Doom (che qui non ho cacato), pur non avendo i muri perpendicolari, aveva architetture piuttosto fantasiose, perché era ambientato su un avamposto sulle lune di Marte! (Non parliamo del seguito ambientato direttamente all'inferno). Qui, invece, c'è un cinema vero e proprio. Cavolo! Uno potrebbe comprare la versione completa di Duke, con l'editor di livelli, e fare il Vecchio Paese! (in cui il cinema non c'è).


E via con i primi alieni da far fuori! Una specie di tigri armate, no? Potrebbero essere Kilrathi? Oh, apparentemente leggo qui che l'Assault Trooper in realtà è più lucertola che tigre. Che vergogna! Me ne accorgo solo ora.


Girando dietro ai palazzi arriviamo all'ingresso posteriore di un cinema. Sto cercando di pensare a giochi precedenti con architettura realistica, ma non mi viene in mente nulla. Qualcuno mi aiuta e mi smentisce? Prometto sigari, davvero.


Ed ecco il cinema, che sembra veramente un cinema. Così realistico che posso immaginare il mio amico Alessandro L. nell'ultima fila che sta ripetendo per l'ennesima volta che la pubblicità al cinema è quella più effettiva. Prevedibile come il rutto che non sai se è un rutto o qualcosa che ti viene su dopo aver bevuto la Beck's, che personalmente ho sempre trovato tanto imbevibile quanto era insopportabile il suo jingle "SAAAAAAIL AUÈ" cantato con la raucedine. Sto divagando.


Insomma, che c'è da dire qui? È uno sparatutto 3D, è sufficientemente differenziato da non perdersi, e devo dire che concentrandomi sulla mappa il mal di stomaco mi urta un po' di meno. Sarà ora sono adulto e bevo birre decenti e non piscio di gatto con aggiunta di anidride carbonica? Può darsi! Sarà che per solidarietà con la moglie che allatta in 'sto periodo non bevo proprio alcuna birra? Forse! Insomma, non è che ci sia molto da descrivere di 'sto gioco, se non che ho finito le munizioni e Duke deve usare il suo possente piede per calciare i nemici. E il calcione dato coì, beh, era una roba fichissima. Coi Dr. Martens ai piedi, poi! Li ho avuti pure io, tanto per dire quanto erano infllazionati.


Eh no niente, ho dosato male le munizioni e il piede fa quello che può e i nemici sono tanti, e Duke lascia questa valle di lacrime. Nessuna esperienza extracorporea, però, pure da morto Duke continua a vedere, girando lo sguardo sulla creatura che lo ha freddato. Un po' come certi napoletani su facebook che augurano ai polentoni di crepare tra mille sofferenze urlando "napule napule" (spero sinceramente siano parodie portate all'estremo, ma ho timore che non sia così).

Più tardi.


Fucile a pompa! Vè che figata! Ora sì che si stendono i nemici come panni al sole! Se riesco a prendere la mira bene, s'intende. Esiste la possibilità di mettere il mirino nel gioco (premendo "i") ma siccome ho la mappa in sovraimpressione serve a poco. Visto dove siamo? In una sala giochi...


...e ovviamente uno dei giochi con cui si può giocare è Duke Nukem II (copertina originale, come visto nello scorso articolo!) La conversione arcade di quella merda non esiste, ma perché l'universo in cui viviamo non è poi così imperfetta come sembra. Interagendo (ciao Francesco!) con Duke Nukem II, Jon St. John esclama "Hmmm, don't have time to play with myself" facendo una battuta che secondo me Broussard ci ha messo due giorni a capirla e poi ha riso per tre mesi (sempre dallo stanzino delle scope). Ulteriormente "meta" è il fatto che pur non avendo Duke tempo per giocare con se stesso, tentandoci si apre un armadietto nascosto in cui si trova l'holoduke, ovvero una proiezione olografica di Duke stesso. Ben fatto, gioco, autoreferenziale su più livelli. Non male, non male.



In un anratto piuttosto buio (ma d'altra parte siamo al cinema) troviamo una keycard, e visto che abbiamo toccato un orpello pieno di ingranaggi parte il film, ed è una donna in bikini che sculetta con un boa di piume. Oh! È dunque questa la parte porno da qui SMARTDRV.EXE mi aveva salvato? Ma no, lo sappiamo tutti che la parte bella è quando si interagisce con le ballerine, Duke tira fuori i soldi  e dice "Wanna dance?" e loro aprono il reggiseno. Già questo bastava a creare entusiasmo: eravamo abituati a nemici generici, zombicyborgnazisti, e ci troviamo con donne che non solo non vogliono ammazzarci, ma ci mostrano le tette a comando! Vi rendete conto? Per ripetere lo stesso balzo in avanti, con Duke Nukem Forever, cosa avrebbero dovuto fare? 

Questo non credo
Capito amici? Per ripetere l'effetto shock/rivoluzionario di Duke 3D, 15 anni dopo mettiamo delle tette a grappoli di tre che escono da un muro gigeriano (originalissimo) e che si può prendere a sberle! Ma è meraviglioso! "Ah - interverrà ora un nerd reazionario dall'aspetto preoccupantemente simile a quello di George Broussard - come al solito la polizia del pensiero del politically correct mi censura! Si dice tanto si dice tanto ma il vero oppresso sono io qui!" 

In realtà vorrei estendere il discorso a questo tic verbale diffuso sul politicamente corretto come cancro dell'umanità che pare essere in voga tra i nerdisti. Se è vero che aprendo Twitter bisogna pesare col bilancino ogni parola perché ci sarà sempre qualche stronzo che si dirà offeso per avere un po' di attenzione, è anche vero che Twitter è merda e le persone intelligenti ci stano lontane. Ma in realtà questa è tutta una scusa per autocitarsi (da questo articolo):

siete cresciuti, alla biologia non si sfugge, a livello molecolare il vostro cervello è fatto di materia completamente diversa da quello che avevate a 8 anni, e sono altre le cose che creano la magia che tanto andate cercando.

E così, se un bambino che dice parolacce fa ridere per via di quel pirandelliano sentimento del contrario che contrappone all'innocenza del bambino la sboccatezza di un camionista (scherzo, stimo i camionisti), un adulto che si esprime come un bambino che cerca attenzione presso gli adulti dicendo "CAZZOFIGACULOTETTENEGRIMAROCCHINIVUCUMPRÀ" dà semplicemente una sensazione di enorme Fremdschämen. Un po' come un bambino prodigio vestito da adulto che và da quell'uomo di merda di Mike Bongiorno a nutrire il narcisismo dei propri genitori, o come Johnny Halliday (RIP) che si concia da finto giovane.

Voilà, le garçon ancien c'est moi / le dames acceptent ma baguette
Parlando con persone che lavorano come psicologi nelle scuole, pare che i ragazzetti in pubertà di oggi dicano robe che alle nostre orecchie suonano terrificanti. E non è che i suddetti psicologi si scandalizzano e seduta stante li sottopongono a un kubrickiano "trattamento Ludovico" per rieducare questi bambini. Si è già parlato in questa sede della "sovversione libidinale", no? Era nell'articolo su Rayman, ma quella digressione non l'avete cacata perché voi venite qui a leggere solo per nutrire il vostro confirmation bias. Di fatto, le persone appena passabili, da ragazzini sublimano questa supremazia delle sensazioni "erotiche" anche tirando fuori il peggio del peggio (pensate a Bukowski che alle superiori faceva il saluto nazista e marciava al passo dell'oca per attirare l'attenzione con lo scandalo). Poi crescono e si rendono conto di quanto fossero coglioni da ragazzi. Quelli che crescono solo fisicamente e non accettano di entrare nell'età adulta anche da un punto di vista sociale, si inventano il "perbenista immaginario" che li opprime e limita la loro libertà di essere teste di cazzo. Per questa gente vale lo stesso consiglio che darei a quelli che per uno straccio di visibilità online si offendono per qualsiasi cosa sui social: chiudete internet e andate a farvi una passeggiata.


Ah, il pig cop! Mito, ragazzi! La polizia di Los Angeles è stata mutata da esseri umani violenti e razzisti in suini violenti e razzisti! Cosa cambia? Che ora ci facciamo meno problemi a farli fuori. La sigla LAPD è pure stata convertita in LARD, che è un modo abbastanza sottile per far dire ACAB ai ragazzi Apogee. Che visto che la sottigliezza non è di certo un dono di Broussard, mi piace pensare che qualche altro impiegato abbia passato un messaggio politico particolarmente progressista sotto i radar della dirigenza creativa. Certo, Duke in 3D è un personaggio molto diverso dal Duke bidimensionale. È un eroe machista molto più retrogrado e meno postmodernista di quanto non lo fosse il Duke Nukum che guarda Oprah e indossa una canottiera rosa. Qui siamo a metà tra lo Shaft della blaxploitation e il John Matrix di Commando, direi. Forse il mondo non era ancora pronto. Magari nel 2011 un Duke Nukem Forever che guarda Oprah e crivella alieni senza pietà mentre pontifica tarantinianamente sui benefici di una dieta equilibrata avrebbe creato quel senso di nuovo che Duke 3D ha creato nei confronti dei predecessori. Ma ormai il personaggio era incasellato in quello stereotipo e forse dopo 15 anni mancava il coraggio di introdurre cambiamenti. Non so, sto ipotizzando. In fondo, sticazzi.


Ok, fine livello! Lo stomaco sta benino finché mi concentro sulla mappa, e ora in mezzo a Los Angeles Duke può spaccare col pugno il pulsante di autodistruzione di una roba strana, comunque radioattiva. Ah boh! Il faldone "Incredulità, sospensione della" si ingrossa.


Fine livello! Un legnosissimo Duke ansima con un piede su un barile di scorie radioattive e scopro che ho fatto veramente cagare con ben sei minuti e trentasei secondi per finire un livello che i ragazzi della 3D Realms ci mettono meno di un minuto. Che cosa volete che vi dica? Non siete qui per vedere le imprese di uno che gioca bene, ecco.


Secondo livello, Red light district! Un bell'ascensore che si inceppa alla fine come a dire che è ora di utilizzare la possibilità prevista dal Build di Ken Silverman di accucciarsi! Si può anche saltare, volare col jetpack, guardare in alto e guardare in basso, anche se queste ultime due funzionalità sono in realtà un trucchetto che falsa il 3D piuttosto che il 3D reale. Quello arriverà con Quake, che però avrà una palette di colori che il mio lettore Pepette definirebbe "a vomito" e un'ambientazione veramente scoglionante. Magari faccio pure quello, che al tempo non mi aveva causato conàti per via del fatto che sul mio 486 scattava orribilmente, rendendolo più simile a Eye of the Beholder che a Doom. Ma vabbè.


Insomma siamo nel distretto a luci rosse ed ecco l'edicola di "pornalini", come li definiva il mio compagno di classe B., quello che si strofinava con le carte di Magic ma che non disdegnava, spesso e volentieri, l'occasionale copia di Teletutto sotto il banco della scuola. Poi si giustificava in maniera piuttosto irritante con "È un paese libero, faccio quello che voglio. Se volessi leggermi i palinsesti televisivi? Mh? Che potete farmi?" Ma qui non c'è il buon vecchio B. ma un rettiliano/tigre che prontamente Duke fredda.


Io ametto che ero tornato a giocare, verso la fine della terza media, proprio per affogare il fatto che stavo perdendo i punti di riferimento di un Vecchio Paese di cui ero a malapena riuscito a trovare la quadra. O almeno, stavo iniziando. Avevo iniziato a essere vagamente popolare, avevo quasi creato amicizie che parevano quasi stabili al di fuori della scuola e ora dovevo ricominciare tutto daccapo? Mo merda! Meglio buttarsi nel Simulmondo™! Tanto Miss Liceo mica ci sta, temo. Sì, lo so cosa vi state chiedendo, ma poi ce n'è stato con quella ragazza che avevi adocchiato? La risposta è ovvia: no. Non ci siamo mai neanche considerati per tutti e cinque gli anni. Sarà che teneva un basso profilo e io avevo perseguito (fallendo) l'attenzione di altre persone, ma proprio avevo dimenticato pure l'effetto che mi aveva fatto in quella riunione.

Tutto è tornato in mente quando, in una botta di serendipità (che parola di merda, quella), ci siamo conosciuti circa una ventina d'anni dopo, ritrovandoci colleghi in un lavoro serio. Non lavoravamo assieme, ma era vicina d'ufficio dell'amico Randazzo che forte del suo studiato e brevettato Metodo Randazzo aveva subito attaccato bottone con la sua meravigliosa naïveté, e io che del Randazzo ero il fidato wingman ho finalmente attaccato quel bottone che penzolava da due decenni. Poi gli ho raccontato  quella storia, e allora il mio amico la soprannominò "Miss Liceo" (per quanto la tizia fosse troppo di basso profilo per vincere il titolo, che in genere era più un concorso di popolarità che di bellezza).

"E quindi, non se n'è fatto niente?" No, a parte che eravamo entrambi impegnati, e poi non è che se una collega è una persona gradevole e siccome quando avevi 13-14 anni ti aveva colpito per come era più gnocca della media vecchiopaesana, allora automaticamente UNFFIGAFIGAUNF uno deve cercare di andarc ad ogni costo. Non siamo mica come i maiali da monta, che per prendergli il seme il porcaro gli mette di fronte una panca con una pelle di scrofa non conciata e il verro, che è così arrapato che non ci vede più, inizia a copulare furiosamente con la panca finché il porcaro non glielo prende in mano e ok, ho divagato.


Ci troviamo in un appartamentino che dovrebbe essere quello di una casa di piacere, e non solo ci troviamo una carta di accesso, ma delle munizioni per il lanciarazzi e una mitragliatrice a tre canne! Quando si dice 'o famo strano, no?


Dalla finestra dello scannatoio, Duke si improvvisa Lee Oswald e inizia a sparare ai rettiligatti su un balcone nonché a una specie di Yamaha TMAX fluttuante con sopra un porcoliziotto, ma ahimè! Non memore di consigli del Vecchio Paese di cui è originario (o forse proprio perché Duke non viene da un Vecchio Paese), Duke non "pensa alla salute" e viene improvvisamente colto da morbo della morte causa intossicazione da piombo. AH WEI CIÒ, si dice in Romagna.


Ripartiamo col livello e arriviamo in un cesso che abbiamo solo 2 di salute. Interagiamo col WC e "Aaaaahh... much better". Duke piscia e tac! 10 punti vita. Non c'era una recensione della fecale stampa di settore che non menzionasse 'sta roba come trionfo dell'interattività.


Andiamo in giro per il distretto a luci rosse ed ecco i treatrini di "Peep show". Ci sono donne più o meno vestite che sculettano e stettettano*, tratte da animazioni .FLC porno disponibili sulle BBS che sono state convertite per il gioco, e in più c'è un lanciarazzi. Figata! C'è un muro crepato qui di fianco, magari lo uso per sfondarlo, nel nome della grande interattività fornitaci dall'avanguardistico motore di Ken Silverman?

*Voce del verbo stettettare, muoversi agitando vistosamente il seno.


Via! Ah bum. Il muro è sfondato, ma l'esplosione investe Duke che muore di nuovo. Abbiamo imparato a stare lontani dalle esplosioni. Segnatelo sugli appunti che riproviamo.


Siamo di nuovo nell'appartamentino delle prostitute e finalmente, con il nostro ottimo cannone mitragliatore, abbattiamo lo scooterone fluttuante del porco. E già che ci siamo, un bel cartellone "Duke Nukem Must Die" scende su un muro del grattacielo di fronte. Ah beh, ragazzi, tutti dobbiamo morire prima o poi, quindi quest'affermazione mi pare un po' superflua. No?

Più tardi.
 


Nel distretto a luci rosse c'è pure un edificio da abbattere. Dopo una lunga sequela di keycard colorate (di cui ce ne sbattiamo allegramente i coglioni), attiviamo le cariche di dinamite e come nel video di "Under Pressure", il grattacielo va giù. Noterete che nell'inventario di Duke sto tenendo una boccetta di steroidi, che ci fanno correre più veloce e calciare più forte. Ecco, non ne faccio uso perché sono contrario al doping (ma, molto ipocriticamente, non ai cheat code).


Tra le macerie troviamo un tombino che termina in una fogna apparentemente radioattiva, che causa un repentino decremento della salute di Duke. Alla fine della cloaca c'è una donna nuda ma tutta imbossolata da una roba aliena. Costei ci chiede di ucciderla. Ora, se l'interattività fosse davvero così alta come dicono, la cosa da fare sarebbe impugnare un coltello (vuoi che Duke non ce l'abbia? O in quanto eroe postmoderno ha paura delle lame?) e distruggere il bossolo per poi ottenere il permesso di paluccare la suddetta donna nuda in cambio della sua gratitudine? La butto lì! Ma non so se il Broussard del 1996 abbia mai paluccato in vita sua, quindi magari non sa che esiste questa possibilità.

Più tardi.


Ah, un tavolo da biliardo! I rettili/felidi non hanno le stecche e quindi è evidente che stanno giocando alle boccette coi birilli, che è una versione che detesto. Skip!

Poco dopo.


Ah, siamo arrivati alla parte interessante! E non parlo del porcoliziotto che viene schiacciato da saracinesca con il gioco che commenta "Squish!" Ma parlo del fatto che sulla pista da ballo esce la spogliarellista, e l'alieno arrapatissimo che è entrando dando il nome falso di "Giorgio Landi" subito si fa fare "cockblocking" da un colpo di fucile a pompa. La spogliarellista non si accorge di nulla e inizia a ballare come Erika Eleniak in "Trappola in Alto Mare" quando esce dalla torta di compleanno e tira fuori le tette non accorgendosi che non c'è nessuno se non Gary Busey armato di mitragliatrice. Paura.


Ma Duke non è Gary Busey e finalmente, "Shake it baby!" Il momento che tutti aspettavate! Soldi in cambio di tette, con copricapezzolo a frange. Bellissimo. Potrei raccontare di quella volta che andai con gruppo misto (cioè ragazze e ragazzi) all'una di pomeriggio in uno strip club a Tallinn, ma magari ve lo dico un'altra volta. Quello che posso dire è che, portata a scuola la rivista di settore che mostrava questo screenshot, una mia compagna di classe (quella venuta con me alla riunione introduttiva del liceo) lo vide e mi disse piccata "ma tu giochi con queste cose? Ah, potrei ricattarti dicendolo a tua mamma!" Io bluffai (il concetto di SMARTDRV.EXE era effettivamente troppo complicato) e dissi che mia mamma lo sapeva e non gliene importava. La mia compagna di classe ci rimase male e ora, a quasi un quarto di secolo di distanza, credo che me la buttasse un po' lì. Non me n'ero reso conto per due ovvie ragioni:

1) ero un coglione
2) Westermarck!


Sono lì che sto riflettendo su quante cose che tra 25 anni mi renderò conto e che ora mi scappano via sotto gli occhi, che assorto nei miei pensieri non mi accorgo che un porcoliziotto mi tira un colpo di schioppo sul naso, mandando Duke di nuovo all'altro mondo. Oh beh! Sapete che c'è? Basta così, per oggi s'è detto abbastanza. Un altro episodio di grande sfiga esorcizzato, e direi che il senso di schifetto è un prezzo accettabile da pagare. Direi che proprio non posso lamentarmi. Vado a bere una tisana allo zenzero. Prossimo gioco!

È merda? Che ci crediate o no, no. Ah vabbè, direte voi, volevamo proprio vederti a dare merda a Duke3D! No, beh, il fatto è che l'ambientazione realistica lo rende divertente. Poi lasciate stare che è uno sparatutto 3D e quindi il fastidio di stomaco c'è, ma tra il trucchetto della mappa, tra il fatto che l'ambientazione plausibile fa sì che non mi perda, alla fine devo dire che è stato pure divertente. Sono stupito tanto quanto voi, anzi, molto di più!
Ci rigiocheresti? No. Bello quanto volete, ma devo essere un idiota (o bisognoso di esorcizzare una sfiga) se voglio farmi venire mal di mare da solo.
Ma dunque, i sintomi? Allora, col trucchetto della mappa in sovraimpressione, un lievissimo senso di schifetto paragonabile a quando si mangia troppo e qualcosa resta fermo a metà dell'esofago. In più un po' di dolore a dove il naso si attacca al cranio, ma non un dolore lancinante, più un fastidio. Ma più lieve di altri casi. Io lo attribuisco all'ambientazione non ripetitiva e al minore senso di smarrimento, ma ne so quanto voi. Se qualcuno forte in scienza medica riesce a darmi un'interpretazione (e possibilmente un rimedio) i suggerimenti sono bene accetti.

5 commenti:

  1. Grandissimo, ti sei immolato per la causa!
    Dunque, ragionando a mente fredda, visto che ho rigiocato spesso a Duke Nukem, anche in tempi recenti:
    il punto di forza del gioco era l'ambientazione realistica. La prima volta che - con uno shareware - giocai a Hollywood Holocaust, fui letteralmente rapito dall'atmosfera. Ammetto che dentro al cinema, in alcuni passaggi, provai un po' di ansia: il programmatore del gioco era stato molto bravo a bilanciare scenari bui ad altri illuminati (poi va beh, dovevi accendere gli interruttori). I primi due livelli della prima avventura (HH e Red light district) sono probabilmente i migliori. I nemici non sono posizionati "alla cazzo del cane" solo per farti sparare il più possibile (tranne nel night club, dove ne vengono fuori molti anche in "piece of cake", se ben ricordo). Se pensi, in Doom 2 parti e devi subito correre e sparare a destra e sinistra...E questi tempi più rallentati secondo me facilitavano l'immedesimazione nelle atmosfere, quell'effetto ansia che citavo poco sopra.
    Poi oltre all'ambientazione realistica c'era il fatto di poter "interagire" con l'ambiente, distruggendo cose. Ripensandoci però il pisciare nel water era una cazzata (anche se la cosa intelligente era rappresentata dal recupero di 10 punti vita, come hai giustamente sottolineato).
    Altro punto notevole di forza erano le armi, tra fucili, mitragliatori, lanciamissili (il Devastator in effetti era figo), le bombe che esplodevano in un secondo momento.
    Poi le ultime armi fantascientifiche (il rimpicciolitore e il "ghiacciatore") erano notevoli come innovazione rispetto agli altri giochi fps, ma tutto sommato non le ho mai trovate comode...

    Veniamo alle note dolenti: i livelli 3, 4 e 5 della prima avventura già perdono il realismo e diciamo la verità: sono anche un po' noiosetti e ripetitivi...c'è qualche trovata interessante (la sedia elettrica, il tempio con il monaco impiccato e lo space marine di Doom, il tempio dell'ultimo livello che trasmette un po' di paura con quella cantilena), ma è tutto più prevedibile, già visto anche in altri giochi del genere.

    Il discorso si può fare anche per la seconda avventura, quella lunare: non è che mi abbia mai entusiasmato. Alla fine sembra un Doom II versione moderna. La terza avventura invece riporta i livelli all'altezza di Hollywood Holocaust e di Red light district, ma secondo me è sovrabbondante di nemici. Sono troppi, nei primi livelli, anche in Piece of Cake. Il primo livello della terza avventura è difficilissimo, c'è la stanza dove trovi le piovre, le uova con gli esseri slime (insopportabili!), gli esplosivi e le donne nude nelle piante (se le uccidi scappano fuori altri nemici), che è un campo minato. Poi gli squali, odiosi...

    Comunque alla fine è nettamente il gioco più del genere First Person Shooter.

    Ps Anche io ero convinto che l'Assault Trooper fosse una tigre..

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    1. Al terzo livello mi ero già rotto le palle e stavo troppo male per proseguire, quindi dal mio punto di vista non posso che darti ragione. Ma è un punto di vista molto personale e tutt'altro che obiettivo.

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    2. L'ultima volta che ho giocato al terzo, quarto e quinto livello della prima avventura ho sentito i sintomi dell'orchite..🤭

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  2. >la gente associava la Apogee alla roba fatta a cazzo di cane

    Ma non è vero proprio. lol

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    1. No ok, hai ragione, in generale no, anche se Commander Keen era soltanto pubblicato dalla Apogee e sviluppato dalla id. Con quella frase mi riferivo più che altro ai due articoli precedenti, con i tileset rubati a Turrican e Broussard che scrive male il suo nome in un gioco da lui creato. E l'ho pure scritta in isfregio all'ex videogiocatore del 1996, che a toccargli la Apogee si sarebbe impermalosito non poco.

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