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lunedì 9 marzo 2020

Iter Vehemens Ad Necem

Sì, sì, lo so che cosa pensiate che stia per dire. "So benissimo che state per dire Ex Videogiocatore, accidenti a te! Questo è un gioco del ventunesimo secolo! Non c'è spazio per sta roba qui dentro! Dunque sei così a corto di visitatori che ti stai aggrappando a roba che solo tu ritieni recente?" E invece non lo dico, tiè!

E ora voi tutti in coro direte Ex videogiocatore, in realtà lo hai appena detto parandoti il culo con la storia "so che pensate che io stia per dirlo e io non lo dico, gne gne gne!" A noi non ci sfugge niente!

Beh, che volete che vi dica? Bene così, ragazzi, top!

REAL NI🅱️🅱️A HOURS 😂😂😂 WHO TF UP SMASH THAT 👍 BUTTON 🔝

Il fatto è che io non ho mai specificato quando ho smesso di essere un videogiocatore. In realtà, dopo il liceo ho giochicchiato qua e là saltuariamente,  ma oggi ho voglia di parlare di questo gioco perché sì, è vero che è dopo il 2000 ed è il gioco più recente postato finora sul blog dell'ex videogiocatore, ma d'altra parte non posso rimuginare solo sulla mia prima infanzia, no? L'autoterapia deve essere in qualche modo olistica, e ridurre il campo del mio studio solo al periodo che finisce quando il tono della mia voce si è abbassato di un'ottava almeno, beh, mi darebbe un quadro incompleto.


Fatto sta che il gioco di oggi lo associo a un'attività che oggi tutti noi facciamo senza problemi: giochicchiare con lo smartphone in autobus. Ecco, immagino sia superfluo dire che un tempo non era così, ma è anche vero che ragazzi nati nell'anno in cui è uscito questo videogioco possono votare e prendere la patente. Ebbene sì, questo è il momento in cui ci autocommiseriamo tutti in coro perché siamo vecchi. Cinque secondi per farlo, tengo il tempo io. Pronti? Via.

Cinque secondi dopo.

Ok, stop! Basta così! Durante una chiacchierata con un mio amico ed ex superiore sul lavoro (uno dei pochissimi superiori che ho rispettato nella mia carriera), questi mi diceva che "Non mi sentirò vecchio fintanto che saprò di non aver lasciato passare un momento senza fare il massimo per essere umano persona accettabile verso i miei figli e in generale." E devo dire che è un concetto che mi è piaciuto molto, e che sinceramente, visti i discorsi da caserma che ci facevamo quando ero ancora in quel lavoro (parliamo di qualcosa iniziato *glom* più di 10 anni fa) non mi sarei aspettato. Ma è bello vedere che ci sono persone che si danno da fare per migliorare. È una cosa che dà speranza. Sto divagando? Sto divagando. Iniziamo con il gioco, poi proseguo il filo del discorso. Sigla!


Niente intro, subito menu principale, risoluzione a 800x600 (ha ancora senso parlare di SuperVGA?) e un  disegno piuttosto brutto sullo sfondo. Dicevo il giocare in autobus con lo smartphone. Ecco, era un paio di anni dopo l'anno di uscita di questo gioco, e io stavo preparandomi a discutere la tesi di laurea. Avevo passato gli ultimi quattro inutili esami dell'Atelier Culturale in cui si sarebbero formati tanti piccoli schiavetti dell'IT, e stavo terminando una tesi di laurea fatta in fretta e furia allo scopo di levarmi dai coglioni: detto tra noi, non ne potevo più. Non ero fuori corso, ma ero proprio al limite e mi terrorizzava l'idea di essere trasformato in uno degli spettri che vagavano nei corridoi di ingegneria: ormai grottesche parodie di uomini, precocemente invecchiati e distaccati dalla realtà circostante per via dei troppi anni passati in quell'ambiente fine a se stesso. A lavorare a progettini d'esame eterni, ad autosabotarsi per non raggiungere mai la fine, e stare lì, in quella rassicurante bambagia dell'orrido edificio di ingegneria, perché per quanto faccia cagare la facoltà, fuori è sempre peggio.

Non lasciatevi ingannare, dentro fa ancora più schifo (e noto solo ora che hanno tolto le famigerate "palafitte")
Insomma, 'na merda. Ero così sfiduciato e così spaventato dall'idea di diventare uno spettro anch'io per il fatto che avevo già scritto una tesi "a vuoto": o meglio, avevo iniziato un progetto con un dipartimento in collaborazione con un centro di calcolo locale pur'esso piuttosto dissociato dalla realtà. Il progetto, però, non veniva convertito in tesi (come da me richiesto) e anzi, la mia impressione era che il professore volesse servirsene per metterci la firma sopra e farsi bello. Così da un giorno all'altro me ne andai. Ero una testa calda. Lo sono tutt'ora, per certe cose. Avevo fatto anche uno di quegli stupidi voti da studente di ingegneria, cioè "non mi taglio i capelli fino alla laurea" ed è per questo che nella mia foto di laurea sembro il Francesco Renga dei bei tempi.

Mi rendo conto che rimembrare questo periodo mi mette addosso ancora un senso di disagio, forse non l'ho metabolizzato del tutto. Di certo la sensazione che avevo era di aver perso la direzione della mia vita. E siccome l'unica cosa che dava direzione alla mia vita al tempo era il primeggiare, non sapevo a che altro aggrapparmi. Avevo un hobby che mi realizzava personalmente, ma mi sentivo in colpa ad esercitarlo mentre non avevo alcuna fonte di realizzamento economico. (E perché in casa l'hobby era malvisto, in quanto mi portava via tempo dalle cose serie). Avevo una morosina ma a entrambi ce ne fregava poco dell'altro. Insomma, non sapevo che fare del mio tempo, che allora pareva infinito e improvvisamente si è trovato a scarseggiare. 

Purtroppo il telefono bianco di Rossano Brazzi con cui telefono al me stesso del passato è un'invenzione, ma anche se ce lo avessi, conoscendo il me stesso di un tempo, la risposta al mio avviso che il tempo è limitato sarebbe un agglomerato di scuse con cui giustifico il fatto di essere terrorizzato dallo scrollarmi di dosso il Vecchio Paese con un bel vaffanculo, intimidito dai sospiri di ansia in casa ogni volta che mi alzavo e dicevo "beh io esco". Le decisioni, purtroppo, devono sempre maturare spontaneamente e poi si può soltanto rimpiangere il tempo perso a pensarci su. Ma a ben pensarci, in fondo mi sono levato dai coglioni a 24 anni, poteva andare peggio, no?


Insomma, mentre stavo meditando su questo strappo da fare, chattavo su IRC con gente finlandese, e osservando il loro disagio immaginavo me stesso come Superman, che su Krypton avrebbe potuto essere un impiegato del catasto qualsiasi nella sua mediocrità, ma sulla Terra aveva i superpoteri ed era un essere quasi divino. Io, ragazzotto appena scopertosi mediocre in Italia, nel grande nord sarebbe stato un superfigo. Avrei dovuto soltanto fare quel primo passo, e ci sarebbe voluto un po'. Insomma nello scambio di disagi tra me e i finnici, mi si indicò questo giochino roguelike proprio divertente e ovviamente spietato (come tutti i roguelike), chiamato IVAN. Non credo di aver fatto il collegamento al mio amico Ivano, perché al tempo non aveva ancora iniziato a essere chiamato Ivano (eh sì, non è il suo vero nome: tutto nacque quando il nostro maestro delle elementari lo incontrò dopo anni e lo salutò scambiandolo per suo cugino Ivano). Però il gioco era carino, e lo scaricai, e lo misi come unica fonte di svago (promesso!) sul mio primo computer portatile, che avevo appena acquistato proprio per fare la presentazione della tesi di laurea. Il fatto di potermi portare dietro il Simulmondo senza dovermi per forza chiudere nella stanza in cui stava il PC nella casa del Vecchio Paese? Count me in! E proprio tornando dall'incontro con il tizio dell'università che mi comunicò l'approvazione della tesi, e dopo essere corso in fretta e furia a farmi rilegare la tesi alla meno peggio, presi l'autobus per tornare al V.P. e mi premiai con una partita a IVAN, svaccato sugli ultimi posti dell'autobus 9x, con l'Acer Aspire sullle ginocchia. E mentre mi scaldavo i maroni con quella specie di fornelletto a batterie dalla durata limitata, passavo avanti l'abbastanza inutile storia, che vedeva protagonista uno schiavo dedito alla raccolta di banane che vedeva la sua vita cambiare all'improvviso.


Infatti, il nostro anonimo e customizzabile schiavo (Indovinate un po' il nome che gli ho dato!) viene spedito dal suo padrone a trovare un podestà locale. Il papa-re, Petrus (non quello dell'amaro, purtroppo) ha alzato le tasse nonostante il mercato delle banane sia in crisi. "Non è la banana che vale mille lire, ma sono mille lire che valgono una banana" dice Andreotti, incolpando così l'inflazione a cui hanno contribuito non poco i suoi governi. Il podestà non coglie la battuta e parte col complottismo: secondo lui, i poteri forti attorno al palazzo di Petrus nella capitale Attnam stanno tramando per mandare in malora la regione bananifera del regno e appropriarsene. Sta a Giulio portare la lettera di supplica del viceré personalmente a Petrus. Benissimo! Andreotti non è mai stato ad Attnam, e la routine di raccoglibanane è quello che è, e quindi, finalmente, una bella scossa alla nostra vita!

Io su quell'autobus leggevo queste cose ed ero convinto che anch'io a breve avrei dato una bella scossa alla mia vita. Subito dopo la laurea, un'offerta di lavoro, mi dicevo: ma che ci crediate o no, nell'Emilia Romagna che produce ci si lamentava della crisi già nel 2006, due anni prima della vera crisi, e ci si aggrappava a quella scusa per non ingaggiare un neolaureato che era uscito da un Atelier Culturale in cui roba che serviva nella vita reale (SAP? AS/400?) era pienaente snobbata perché il futuro era tutto contenuto in un applet Java fatta con la libreria grafica "Swing", e il resto poteva andare a farsi fottere.

Il futuro.

Ma ahimé, qui non c'era una kafkiana lettera del podestà che mi avrebbe svoltato la vita. Se c'era, il messaggero s'era perso in un dungeon generato a caso e, complice il permadeath, tanti saluti! Avrei dovuto darmi da fare da solo, stringendo i denti di fronte ai sospiri d'ansia, e se non si fossero convinti gli altri, almeno avrei dovuto convincere me stesso che non era tutto poi difficile come sembrava.


Mentre il gioco sta venendo generato, veniamo deliziati con un pentacolo che gira attorno all'effigie di Valpurus, il re degli dei del pantheon di questo gioco, che è una rana nera sulla cui schiena risiede il pancake quadrato che è il mondo del gioco.


E via che si comincia! Siamo su un'isoletta con un villaggetto e l'ingresso a un dungeon. Proviamo a entrare, e vediamo che accando al Divo Giulio c'è un cane, di nome Cirino Pomicino, che lo segue. Il cuoricino sull'icona del cane (cliccate sull'immagine per ingrandirla, che è tutto molto piccolo) sta a dire che il cane ci segue e ci vuole bene. Per fargli passare l'innamoramento lo si può prendere a calci, ma evitiamo. Non è politicamente sano prendere un cane a calci. Pur non essendo tipo da animali domestici, Giulio applica ai cani la politica del vivi e lascia vivere.


Ma andiamo al villaggetto: i comandi da tastiera sono molto complessi e onestamente non me li ricordo (per quanto siano simili ai classici Rogue/NetHack e comunque già recuperati da Castle of the Winds), quindi facciamo un po' di pratica qui. Possiamo girare per i negozi di banane, ascoltare quello che urlano gli schiavisti....


...ah, ecco le istruzioni. Si può equipaggiare le cose, ok, salire scale, ok, pregare, lanciare magie, bere, mangiare, vomitare... vomitare? Andreotti, può vomitare? "Sì, sono di fisico gracilino e purtroppo, anche con l'età, lo stomaco non è più in grado di reggere troppi gelati. Io sono molto goloso di gelati." E dire che qui è pieno di banana split! Proviamo a vomitare...


...proviamo a vomitare in faccia a uno schiavista, qui chiamato "motivatore dei raccoglibanane". "Io credo che bisogna star molto attenti sia nel considerare le persone dei santi, e questo lo vedremo nell'altro mondo, sia quando si cerca di dare ad un piccolo gruppo la coda dei diavoletti, senza mai vedere veramente se poi lo sono davvero. Io, certamente, se le persone con cui lavoro non fanno il loro dovere, non mantengo i rapporti, ma non sono, però, così supponente da sentenziare: bah, siccome è uno di cui si dice male, devo prendere le distanze. Questo non mi pare giusto." dice Giulio, poi però, per esprimere la sua disistima nei confronti dello schiavismo, vomita in faccia al coach, che prontamente si incazza e ci attacca. "You sense danger!" ci dice il gioco mentre il motivatore affila la frusta sulla gobba di Giulio. Come se non bastasse, colti dalla sindrome di stoccolma, anche i raccoglibanane si ribellano e aiutano il negriero a pestare Giulio. Notare che non abbiamo soltanto i punti vita qui, ma il corpo del Divo è diviso in 7 parti: testa, 2 braccia, 2 gambe, torso e bacino. Il danno può essere distribuito nelle varie parti del corpo. Chiaro che se va tutto su una parte, se ne perde l'uso. Non possiamo non vedere una strizzata d'occhio che menziona il cavaliere nero dei Monty Python. Peraltro, il film "Monty Python e il sacro Graal" era doppiato in italiano dal Bagaglino e l'adattamento faceva veramente cagare (non è una cosa che dico spesso, perché trovo abbastanza ridicoli quelli che si ostinano a guardare i film in lingua originale).


E niente, Giulio è morto. Ricominciamo.


Ricominciamo, e fiondiamoci subito nel dungeon sottomarino che collega l'isoletta al resto del continente. Addentrandosi tra i corridoi, Giulio non vede niente, e Cirino Pomicino il cane subito gli fa presente che politicamente è un ingenuo, dato che non ha raccolto la lanterna all'inizio del dungeon. "Mi stai forse dando dello stronzo, Paolo?" chiede Giulio. "Bau! Bau! Ué!" risponde PCP.


Ora che abbiamo la lanterna possiamo esplorare il dungeon. Come prima cosa facciamo fuori un fungo a mani nude (a parte la lanterna, non abbiamo nulla a disposizione) e per ora evitiamo di mangiarlo onde evitare brutti trip. I dungeon hanno corridoi scavati nella roccia che collegano tra loro stanze di mattoni. Con esplosioni sufficientemente forti, i muri possono crollare. "Tear down this wall!" Queste parole risuonano nella mente del Divo Giulio, che quando quel discorso fu fatto era ministro degli Esteri del Fanfani VI.


Ah, benissimo! Iniziano ad esserci i primi oggetti equipaggiabili. Abbiamo impugnato una banana e possiamo usarla a mo' di pistola, con il comando "Zap", stile Luciano Re Cecconi (battuta di pessimo gusto, lo so). Gli effetti della banana sparata sono nulli, quindi Il Divo, che ha già indossato un'armatura di cuoio, fa sua un'ascia di bronzo, che però gli riesce difficile tenere con una mano. Beh, perdiamo in destrezza, ma la possiamo usare comunque, sticazzi, per ora va bene così.


Ah! E ora, finalmente un nemico decente, dopo i funghi (pervertiti o no, non importa). Uno Zombi! Apparentemente, pur essendo un po' impedito nei movimenti, Giulio riesce a far arrivare qualche colpo, tant'è che il livello di abilità con l'ascia aumenta. E chi ha detto che ci vogliono diecimila ore per diventare bravi in qualcosa?  (risposta: lo ha detto tale Malcolm Gladwell. Postilla: è una stronzata).


"Lo zombi è morto (di nuovo)." Ammetto che questa frase mi ha sempre fatto molto ridere, e di questo gioco apprezzo l'umorismo sarcastico. "In termini romaneschi, direi che se l'andava cercando" dice Giulio. Intanto, ci accattiamo un bel mantello che protegge dal fuoco, che non fa mai male.


Trovati due guanti di cuoio. La figata è che le due mani si possono equipaggiare una alla volta, ottima soluzione nel caso di guanti spaiati, ma soprattutto per approfittare di più di una proprietà magica dei guanti. Non è questo il nostro caso, ma oh, si parla per ipotetici. In tutto questo devo dire che sono stato colpito dalla curva di apprendimento dell'interfaccia, cinque minuti e mi ci trovo subito benissimo. Memoria muscolare o è semplicemente immediato? Non lo so, ma mi sento fico per questo.


Ah! Fatto fuori un coboldo, che muore urlando come una iena torturata. Qualcuno ha l'audio di una iena torturata? O di un coboldo che muore? Non so, ma prendere a sberle una creatura che per assonanza mi ricorda Massimo Boldi mi sembra sempre qualcosa di positivo: è ora di farla finita con questi has been che riemergono come herpes nella cultura popolare per inondarci del loro nostalgismo, che altro non è che un disperato tentativo di sfuggire al meritatissimo oblio di chi non ha mai avuto un cazzo da dire. E non è snobismo eh, non mi faccio problemi ad ammettere che De Sica una risata me la strappava. Cazzo, a dosi minusccole riusciva a farmi ridere persino Ezio Greggio (talvolta). Guarda caso, invece, presunti "comici" che mi hanno sempre fatto stracagarissimo (Boldi, Calà, Iacchetti tanto per fare un esempio) sono discesi in orribili spirali di disagio. Sarà un caso? E comunque, siamo tutti d'accordo che se Jerry Calà non fosse entrato nel mondo dello spettacolo sarebbe arrivato alla vecchiaia più vergine di Salazar, no? Insomma, al netto dell'accento (insopportabili entrambi, comunque), era un antesignano di Pieraccioni, il quale notoriamente girava e interpretava film al solo e semplice scopo di mettere nel copione più scene possibili in cui il suo personaggio cacciava la lingua bocca a belle attrici (peraltro tutte dello stesso fenotipo).


Ok, fine della reprimenda! Il Divo Giulio trova il libro sacro del dio Sophos. Sophos (intuibile dal nome) è i dio della conoscenza, della magia e del lavoro manuale. Ah! Beh, bene che non si separano le due cose contrapponendole, come troppo spesso si fa in Italia. L'unica roba, è che vorrei un tempo più equo tra il lavoro intellettuale e il lavoro fisico. In realtà se avessi un garage con un po' di attrezzi farei un sacco di robe in legno. E una cosa che mi rendo conto che ho sempre voluto fare sin dai tempi del gioco del traforo "Omino con la barba". Solo che non avevo gli attrezzi. Ora che alcuni attrezzi li ho, e ho anche un po' di spazio (il terrazzo) in cui usarli, non ho il tempo.


Altro nemico, un grande porcospino! Ammettetelo, è una bella immagine mentale quella di Andreotti che massacra Sonic, Il Divo Giulio che con espressione impassibile toglie quel ghigno coprofago dal riccio della Sega. Alla fine è poi uscito il film, no? Se ne poteva tutti fare a meno, no? Immagino che le major di Hollywood abbiano trovato la miniera d'oro nell'indignazione dei nerd. Facciamo film di merda che fanno incazzare gli adultolescenti che non riescono a staccarsi dagli anni 80 (e facciamo pure 90, via) e che per fomentare il loro odio il film lo guardano comunque. C'era un episodio dei Simpson che mostrava il "Comic Book Guy" indignatissimo per il nuovo Star Wars e diceva a se stesso che lo guarderà altre 50 volte per trovare le parti che lo indignano di più. Sto parafrasando, eh. Ma quando vidi quella puntata mi ricordò tanta gente che stava sui forum e non aveva un cazzo da fare. Forum allora, social media oggi, same shit different asshole. Non sto ripudiando McLuhan, eh. Sto semplicemente dicendo che quel particolarissimo tipo di discorso è abbastanza una costante a prescindere dal mezzo di comunicazione. Come si evolva poi il messaggio, è tutta un'altra storia.


Ecco, fate attenzione qui! Vedete cosa c'è sotto la ragnatela? No? Nemmeno io, ma ci sono delle scale. E me ne accorgo solo ora e continuo a girare a vuoto per il dungeon, impigliando i vari arti del Divo Giulio, che per sua stessa ammissione non è propriamente atletico, nelle tele di ragno. La signora Vincenza Enea Gambogi si è evidentemente dimenticata di assumere una donna delle pulizie. Di certo non gli dò il nome della signora che viene a pulire il nostro appartamento, che è veramente fantastica e non posso immaginare soldi spesi meglio. Che ci sentivamo in colpa a imborghesirci e a chiamare un professionista della bonifica di appartamenti, ma con la prole le energie sono quelle che sono e persino il roomba ci mandava affanculo. Quindi no, caro Giulio, a Palazzo Chigi la signora A. non ce la mandiamo.


Andreotti si stringe nelle spalle e si mette a pregare Sophos. Il problema è che Sophos, che tra i trucchetti ha il teletrasporto, prima è di buonumore e ci trasporta in giro per il livello. Alla seconda preghiera, però, Sophos ha le palle girate. "Ancora?" e per dispetto teletrasporta via le braccia di Giulio, che ora, come potete notare dall'icona in alto a destra, è monco da entrambi i lati.


Oh beh, proviamo di nuovo a pregare Sophos chiedendogli scusa ma no, è proprio incazzato, e ci fa sparire le gambe. Whoopsie-Daisy! Giulio è ridotto a un tronco, che a causa dell'armamentario che ha adddosso non riesce a spostarsi. Sono certo che, liberandoci della panoplia che abbiamo con noi, Giulio possa muoversi a mò di bruco con l'agilità con cui Prince Randian era capace di rullarsi e accendersi una paglia usando solo la bocca.

One of us! One of us!
Che impressione, ragazzi. Magari se continuiamo a pregare Sophos riavremo i nostri arti, magari fatti di qualche materiale diverso dalla carne umana e più resistente?


Sapete la definizione attribuita ad Einstein della follia, no? Fare sempre la stessa cosa e sperare di ottenere ogni volta risultati differenti! Stavolta viene rimosso qualche organo interno ad Andreotti, che fa sì che il torso diventi un po' più rosso. Ma nessun problema, con la lingua Giulio prende una pastiglia di Tedax, la sbriciola, la mette nella cartina, la rulla, la fuma, accende la candela speciale che mangia gli odori, e sta più o meno bene.


"Mobbasta" dice Sophos, e invia a Giulio il suo angelo, che con voce roboante declama "Che cosa ricordare di lei, onorevole Andreotti? Non è mia intenzione rievocare la sua grigia carriera, non è questa una colpa. Che cosa ricordare di lei? Un regista freddo, impenetrabile, senza dubbi, senza palpiti. Senza un momento di pietà umana. Che cosa ricordare di lei?  Post Scriptum: Petrus ha fatto pochino. Forse ne avrà scrupolo." Dopodiché, lo biseziona con la sua spada di mithril +2, e Giulio muore (di nuovo).


Ricominciamo! Ci accattiamo la lanterna e... carne di banana? Se ricordo bene, è possibile, più avanti, creare golem di banana. Il problema è arrivare al più avanti, e vista la frequenza con cui Il Divo Giulio tira le cuoia, mi pare improbabile che in questa rapida retrospettiva andrò sufficientemente avanti. Oh beh! Comunque, da quel che ricordo, il primo dungeon è quello "semplice", con solo tre livelli, dopodiché si arriva da Petrus che ci dà un'ulteriore missione, ed è lì che la trama si dipana sul serio. Insomma, non siamo ancora riusciti a passare il tutorial, e dubito che ci riusciremo in questa sede. Importa? Nah.


Altri funghi! Cirino Pomicino, urlando "Perdincibaucco!" fa fuori i micoidi malvagi per conto nostro, senza tralasciare le piante carnivore. Il mostro finale di questo tunnel sottomarino è la regina delle piante carnivore, Genetrix Vesana. Quella me la ricordo. Ma come ho detto, non contate che ci arrivi.


Oh, noooo! Paolo! Cirino Pomicino il cane è ucciso da un fungo magico! Andreotti è impassibile, anche perché un fungo gli ha appena spruzzato delle spore birichine in faccia, che gli donano poteri extrasensoriali, la levitazione, e la visione notturna. Ottimo! Peccato che tutto si esaurisca subito. Sul forum del gioco c'è gente che ci sta sopra da anni e ha imparato le peculiarità del gioco, ma visto da un giocatore "casual" come me, IVAN pare veramente una cosa enorme. Mitigato dalla grafica abbastanza innocua, ammetto che non lo trovo brutto. No?


Ah, una stanzona piena di nemici, con un libro di preghiere! Sarà ben ora di accattarci qualcosa, non vi pare? Peraltro, noto solo ora che Il Divo è ancora completamente ignudo (non oso immaginare lo spettacolo che ciò possa costituire). Forti del fatto che Giulio è scoperto, il coboldo e il fungo si avventano su un singolo punto, nella pancia molliccia, e lo fanno fuori. Ecco, al tempo della mia laurea avevo veramente la pancia molto molliccia. Ero già dimagrito rispetto ai miei tempi più appesantiti, ma non ero ancora longilineo e tonico come lo sono ora, a ben 38 anni. In effetti ammetto che una cena di classe con i miei compagni di liceo mi piacerebbe farla per vedere se anche loro sono in forma come me. L'ho già scritto tempo fa questo, no? Scusate la ripetizione. Comunque ho troncato ogni contato con la mia classe del liceo quindi pazienza (Alessandro C., quello che mi disegnava cazzi sul banco, c'è stato soltanto un anno).


Ricominciamo! Cirino Pomicino è resuscitato, Andreotti anche, e come prima cosa ci accapariamo un'armatura fatta di capelli di ninfa! Wow! 3 punti armatura ed è leggerissima. Ecco, Andreotti, così si che ci siamo, un bel completo Brioni in pelo di ninfa! Ora dobbiamo trovare una cravatta Marinella da accompagnarlo: con un azzurrino "aviazione" direi di andare su qualcosa di contrastante, magari un bordeaux? Nah, troppo contrastante. Andrei su un pattern a quadretti molto understated, stile Aquascutum, bianco e beige con riflessi dorati. Sì, già meglio, ma non è proprio abbinabilissimo in un completo l'azzurro chiaro. Andreotti è più tipo da grigio antracite grisaglia, una regimental blu e via.


Eh ma che culo. Se prima non si trovava niente neanche a piangere, ora siamo appena all'inizio e ci stiamo accattando giàuna scimitarra a due mani, uno scudo di tek (che è troppo pesante) e financo un anello magico.  Mi piace molto che qui il generatore di numeri casuali del bilanciamento se ne sbatte i coglioni, quello che c'è c'è, tanto stai tranquillo che un modo per farti fuori il gioco lo trova. D'altra parte il nome "Iter Vehemens Ad Necem", una strada violenta verso la morte in latino piuttosto maccheronico, è abbastanza esplicito, no?


Daje! Una spada di mithril. Rotta, ma sticazzi, tanto una scroll di riparazione la si trova senza problemi. Stivali di cuoio indurito, ma benissimo Andreotti! Prima niente e ora tutto, ma non era lei che aveva detto che essendo noi uomini medi le vie di mezzo ci sono più congeniali? "Sono di media statura, ma non vedo giganti attorno a me", dice Giulio mentre si infila gli stivali e si appresta a pestare un ragno in lontananza. Peraltro, "Pesta quel ragno" pare essere un modo di dire del Vecchio Paese quando si vuole mettere in mostra un paio di scarpe appena comprate ("spianate", si dice sempre al V.P.) Perché? Non ne ho idea. Il Vecchio Paese è un brodo primordiale di ignoranza da cui emergono orride amebe linguistiche che tutt'ora mi infastidiscono quando le sento.


Lasciamo comunque perdere la spada di Mithril perché c'è ancora di meglio, un bastone di arcanite. Non ho idea di cosa sia l'Arcanite, ma il livello di danni (6-11) mi piace molto, e quindi non ho nulla da dire su tutto ciò. La scritta "Burdened" sta a significare che nello scompartimento portaoggetti che Giulio tiene nella gobba c'è troppa roba, il che ci causa un rallentamento di movimenti e una tendenza ad essere affamato più facilmente.


Ah, benissimo il libro di Valpurus, la rana divina. Giulio lo fa suo, lo legge e subito diventa maestro dei rituali di Valpurus. "La fede è un dono e chi non l'ha ricevuta non ha certamente colpa" dice Giulio mentre si segna che parlare con gli Dei non è sufficiente, bisogna parlare anche coi preti (i quali, a differenza degli Dei, votano).


Secondo livello! Apparentemente un anello che mi sono accaparrato prima fa sì che Giulio vada fuori fase rispetto questo universo e si teletrasporti qua e là. Oh beh! Finché si teletrasporta tutto intero e non un pezzo alla volta, nessuno si lamenta. Sai mai che non troviamo l'uscita rapidamente.


Ah sì, stiamo facendo a botte con uno scheletro che ci dà un calcio nelle palle molto forte. Fortunatamente, Giulio ha con sé una pozione di guarigione. Giulio sta trangugiando la bottiglietta di Tedax Sciroppo mentre lo scheletro che ci ha preso a calci nelle palle prima è così maleducato da interromperci. Giulio sta per prendere lo scheletro per le orecchie e metterlo al suo posto...


...ma viene teletrasportato in mezzo a un corridoio da cui zompano fuori piante carnivore. Mannaggia! È frustrante 'sto gioco, ma non in una maniera che ti fa dire "Vaffanculo, chiudo tutto". Capisco che sia una caratteristica dei roguelike, e in effetti è l'effetto che i roguelike possono fare su di me, ma l'idea è  proprio quella di riprovarci. È un vaffanculo positivo, più un "Vaffanculo riprovo", che un "Vaffanculo chiudo tutto". È quel non averne mai abbastanza, capito? Un po' come quando si guarda su youtube un video in cui qualcuno prende un pezzo di tronco orribile e deforme, lo mette in un tornio, e lo trasforma in un oggetto molto bello (in genere un vaso). Se non li avete mai visti sti video non fatelo, danno dipendenza.


E per evitare ulteriori dipendenze, approfitto dell'ennesimo decesso di Giulio per chiuderla qui. Pregando Valpurus, la rana mistica tira a Giulio una martellata sul cranio. Che palle! Preghiamo Silva, la dea della vegetazione, e ci sostituisce un braccio con un arto fatto di cristallo di roccia. Peccato però che nel frattepo un'esplosione causata da Legifer, il dio degli avvocati, ci abbia quasi ammazzati, per permettere a una pianta carnivora di darci il colpo di grazia. Oh beh! Non mi lamento. È ora di chiudere tutto, prima che ricominci di nuovo e all'improvviso mi trovi a giocare a ore che non vorrei. Su quell'autobus la batteria del mio portatile si esaurì ben prima della fermata, ma credo che, con il giusto amperaggio per ora, avrei mancato la fermata "Vecchio Paese" e avrei tirato dritto fino al capolinea. "Ma poi" direte voi "dopo la laurea 'sto gioco lo hai consumato?" Beh, prima di tutto, dovetti riprendermi dalla sbornia, dopodiché ero talmente schifato dall'Atelier Culturale (ci avete presente quel progetto che il professore non voleva convertirmi in tesi? Immediatamente prima di me un altro tizio discusse una tesi che conteneva lavoro fatto da me) che ho lasciato perdere tutto. Almeno ci avevo la morosina (ci siamo sfanculati un mese dopo). Insomma, non benissimo. Quindi, sì, in quel momento non sapevo che fare della mia vita e l'ultima cosa di cui avevo bisogno era di rincoglionirmi di fronte a un gioco che crea alta dipendenza. E ora? E ora, come ho detto prima, non ho tempo. Mi è stato utile rigiocarci per grattare un po' la superficie di un periodo della mia vita di cui ho seppellito le memorie, ma basta così. Davvero. Prossimo gioco!

È merda? No, per niente. È ben fatto, ha un bel senso dell'umorismo (che per un roguelike è veramente una roba straordinaria), è programmato bene, è solido. E se volete giocarci, stanno continuando a svilupparlo come Open Source, e ci sono anche vari mod. Se volete vedere il tempo che vi sfreccia accanto mentre non ve ne accorgete, fate pure. Ma non dite che non vi avevo avvisati.
Ci rigiocheresti? Sì, certo, ed è un problema. Per questo faccio violenza su me stesso per evitarlo come la peste.

5 commenti:

  1. Un gioco così oscuro che non appare nemmeno nella grande lista di giochi di ruolo del CRPG Addict. Anzi, ignorando bellamente quella che è la funzione dichiarata di questo blog, ti direi che dovresti segnalarlo al tuo omologo. Al ritmo attuale dovrebbe riuscire a recensirlo fra una ventina d'anni.

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    1. Ho dato un'occhiata all'excelone del buon Chester, e in realtà il gioco è presente, ma nominato col suo acronimo (IVAN). Sono comunque d'accordo con te che quando comparirà su CRPGAddict, il mio umile blog lo avranno ereditato i miei figli imprecando contro i nostalgisti del futuro che rimpiangeranno i bei tempi delle quarantene autocertificate.

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  3. Sto gioco lo conosco bene, ed ero arrivato anche abbastanza in lá con la storia, ma l'ho lasciato esattamente per lo stesso tuo motivo: dà una forte dipendenza! Manco fosse una droga, le ore passano tra pezzi di corpo (tuo e non) che volano qua e là, armi/armature fatte di pane, tante banane, e la lista continua! É un gioco fantastico, anche troppo!

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