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lunedì 12 novembre 2018

Il Grande Gioco di Tangentopoli

Qual è stato il primo reality show di cui avete memoria? La maggior parte di voi dirà il Grande Fratello, e in effetti tutti ricordiamo i personaggi della prima edizione e lo scalpore che fece l'idea di dedicarsi al voyeurismo 24 ore su 24. Un mio compagno di liceo comprò la piattaforma satellitare Stream (che a parte il GF non aveva praticamente niente rispetto alla concorrente Telepiù) per poter vedere le scene nella doccia o di sesso. E questo era pure molto meno sfigato di me, all'apparenza.

Chi invece tra voi è un po' più anziano e ha un po' più di cinismo in corpo parlerà della tragedia di Vermicino, con il povero Alfredino Rampi che moriva nel pozzo artesiano sotto la stretta osservazione delle telecamere RAI, che documetavano gli errori grossolani dovuti alla teatralità dei tentativi di salvare il bambino. Durò 18 ore, fu chiamata "la TV del dolore", e fu il momento in cui l'Italia perse la sua innocenza. Era il 1981.

Nel 1981 non c'era Simulman a combattere le fake news

Per me che sono nato un anno dopo quell'incidente ma che comunque ho in corpo un bel po' di cinismo, il primo reality show di cui ho memoria è la copertura televisiva dell'inchiesta "Mani Pulite". Pensateci bene: ci si sintonizzava sui telegiornali chiedendosi chi sarebbe "uscito" oggi, si teneva per il pool dei giudici capeggiati da Antonio Di Pietro (la cui popolarità raggiunse l'ottanta per cento, la soglia dell'eroe). Si tifava contro i cattivi, i politici che intascavano soldi, e c'era chi esultava quando qualcuno di loro si suicidava. 



Quella che era una legittima indagine su un comportamento disonesto della classe dirigente era stata trasformata nei circenses con cui la folla si distraeva, e più concorrenti veniva fatta fuori più cresceva la speranza che i soldi che avevano rubato sarebbero in qualche modo stati ridistribuiti al popolo, dove per popolo si intendeva "me", perché se qualcun altro avesse ottenuto benefici che io non avevo allora è chiaramente un raccomandato. 

Dell'Italia si possono dire tante cose, ma non che sia un paese in cui non si sfruttano a scopo di intrattenimento gli eventi correnti. D'altra parte dubito che in altri paesi avremmo avuto un singolo chiamato "La Macarena del Merolone / Merolone Dance" di Valerio Merola e le Meroline in seguito all'indagine giudiziaria sul conduttore televisivo da cui emerse la linea di difesa basata sulle presunte grandi dimensioni del suo pene. E questo è un semplicissimo esempio. Il gioco di oggi era uno dei tanti fenomeni di cultura popolare basati sul fenomeno politico e sociale che stava scuotendo l'Italia nel 1993 (e il primo stronzo che dice da un'idea di stefano accorsi gli dò fuoco alla macchina), ovvero, appunto, Tangentopoli. Sigla!


Il Grande Gioco di Tangentopoli uscì in edicola, e lo comprai esattamente il giorno prima di cominciare l'esame di licenza elementare. Non ero particolarmente agitato (e la cosa era piuttosto strana, visto che ci era stato dipinto come qualcosa di difficilissimo) e un gioco completo che era stato a lungo pubblicizzato sulle pagine di PC Action era finalmente arrivato nell'edicola del Vecchio Paese, così andai dal "Biondo", lo storico edicolante del Vecchio Paese, e comprai il gioco per una decina di migliaia di lire. 


Una musica da "Tribuna Politica" fatta al PC Speaker parte in sottofondo, mentre una serie di poltrone su sfondo azzurro introduce il titolo del gioco. Pubblicato dalla Xenia, in realtà inizialmente il Grande Gioco di Tangentopoli era stato sviluppato per la propaganda politica di qualche partito minore (a intuito mi viene da dire il MSI, a cui erano iscritti molti di quelli che andarono a lanciare le monetine a Craxi fuori dall'hotel Raphael, ma non ho prove a supporto) ma era il 1993, era ancora troppo presto per una campagna su canale informatico. Così alla fine gli autori pubblicarono con Xenia Edizioni, e il gioco in edicola ebbe una diffusione molto maggiore di quanto l'avrebbe avuta se fosse stato distribuito solo in sede di partito. Sì, erano altri tempi.


A controprova del fatto che Tangentopoi fu un terremoto politico, la schermata si scuote e la T del titolo perde un pezzo. Beh, non male. Il game designer, tale Gugliemo Duccoli, nel 1993 pubblicò, sempre con Xenia, una guida alle principali stazioni termali d'Italia, pubblicata nella collana "l'altra medicina". A quanto pare, certe forme di contestazione politica eccessivamente giustizialista e la medicina alternativa andavano a bracetto già ai tempi.


Ed ecco la ragione per la quale mi viene da credere che inizialmente il gioco fosse stato fatto per il MSI. Ignobili personaggi hanno saccheggiato l'Italia dal 1945 fino a oggi. Prima no? In realtà, la parte di propaganda fascista che dipingeva uno Stato perfettamente funzionante, senza sprechi né corruzione, non è mai stata troppo contestata neanche da partiti non di ispirazione fascista: si puntava di più sul fatto che il regime ci ha portati in una guerra che non è finita molto bene, alleandosi con uno psicopatico che si iniettava in vena palle di toro frullate e si eccitava a farsi urinare in faccia da sua nipote
In realtà, la corruzione è insita nel cuore umano e anche lo stato più efficiente (e né l'Italia fascista né la Germania nazista erano efficienti come si dipingevano) contiene storture più o meno grandi, tutto questo senza stare a scomodare il saggio "Tangentopoli Nera", che non ho ancora letto ma che non mi lascia troppo sorpreso.

(Notare nel foglio protocollo come il bollo con l'allegoria dell'Italia sia animato in modo da fare un'espressione disperata).


"Ma negli ultimi 20 anni abbiamo visto i peggiori ladroni". Ah, ecco un altro luogo comune: gli ultimi 20 anni. Sono sempre gli ultimi 20 anni che ci hanno fregato. Lo erano durante le tribune politiche prima delle elezioni del 2013, lo sono state nelle diatribe per le elezioni del 2018. E nel frattempo che è successo? Abbiamo riabilitato gli anni dal 1993 al 1998? È una finestra temporale "rolling" come si dice nell'ambito della gestione progetti. Mi piace credere che anche con il nostalgismo funzioni così, e sarebbe bello sapere, da chi era adulto nel 1993, per quali anni si aveva nostalgia al tempo. 

Intanto, la spiegazione del gioco. Noi siamo un giudice sorridente che sbatte il codice penale sulla scrivania, e dobbiamo impedire a una specie di Pacman con la faccia di Craxi (qui chiamato genericamente "grande politico") di intascarsi mazzette o accaparrarsi poltrone.



Non farti distrarre dai piccoli politici (qui raffigurati come figuri viscidi che si nascondono dietro lo scudo del partito) e stai in guardia, ai lati del Palazzo del Potere crescono forze oscure che dovrai combattere. Ma il vero obiettivo in tutto questo è evitare che il tangentometro raggiunga il massimo prima del 1993. "L'Italia confida in te: non deluderla!" Eccola di nuovo, la sindrome dell'eroe. L'Eletto dal Popolo (o da Dio, cambia poco) per accollarsi tutto il male sulle spalle e mettere le cose a posto mentre il resto del mondo passa il sabato sera a guardare "Scommettiamo Che...?" e a sentirsi meglio quando nell'edizione notturna del TG si annunciava che l'ennesimo sospettato si era suicidato. In una parola: netflixpolitik.

Sì, siamo di fronte alla più classica fallace narrazione supereroistica. Se nel Cristianesimo, Gesù prende in spalla i peccati, nella religione supereroistica il nuovo messia si prende in spalla ogni responsabilità mentre il Vero Credente (sì, amici, sto di nuovo citando Hoffer) può starsene tranquillo a non fare niente per migliorare il mondo attorno a sé, perché "tanto a che serve?" Serve, non ti renderà un eroe, ma serve a far star meglio te e chi ti circonda. È vero che il pesce puzza dalla testa, ma ciò non significa che i piedi (la pinna caudale) non debbano essere puliti.

Il protagonista, comunque, si chiama giudice "De Petris", e la cosa mi faceva ridere perché mio padre aveva un trattore che credevo essere della marca "De Petris", invece no, scopro solo ora che la marca si chiama "De Pietri". È l'effetto Mandela, sicuramente.


La High Score, sotto forma di targa commemorativa. Bello. L'uso delle V al posto delle U fa sempre il suo bell'effetto. Peccato solo che il game designer Guglielmo Duccoli non si sia firmato come GVGLIELMO, sarebbe stata garantita una certa coerenza.


Ok, basta cazzate, iniziamo col primo livello. A differenza di quello che mi immaginavo, un adventure o uno strategico politico-giudiziario, il gioco è un semplice sparatutto a schermo fisso, una specie di Space Invaders con il giudice De Petris che lancia proiettili tricolori con la mano sinistra (tasto S) o la mano destra (tasto D). Sono stati fortunati gli autori che la S e la D sono vicini sulla tastiera. Il teatro di gioco è un dechirichiano "Palazzo del Potere", in cui a sinistra abbiamo la bandiera del PDS e a destra l'edera del PRI. Su due corsie passano i piccoli e i grandi politici, e ai lati del tangentometro abbiamo il potere giudiziario, con i giudici corrotti che cercano di ostacolarci lanciandoci documenti compromettenti.


E basta, tutto qui. Passa un paio di volte un grande politico, che al tempo non avevo idea di chi fosse, e scopro ora che è Pietro Longo del PSDI. I Piccoli politici appartengono al PLI, che era il partito con la minoranza dei seggi nella coalizione di maggioranza chiamata il Quadripartito, ovvero il classico Pentapartito senza il PRI, che nel gioco sta a lato del Palazzo del Potere, ma va tenuto comunque a bada.


Come? Semplice, gli si spara e l'edera scende dall'albero. Nel frattempo, dopo aver lanciato un avviso di garanzia che impedisce a Longo di accaparrarsi una poltrona, il giudice De Petris viene colpito da una prova incriminante, e parte l'inchiesta sulla magistratura, che ci fa stare fermi mentre tutti possono mangiare quanto vogliono, e il tangentometro cresce.


Altro "grande" politico che passa: Cirino Pomicino! Molto più noto di Longo, almeno per me al tempo. Perché diciamocelo, uno che si chiama Cirino Pomicino non può passare inosservato, se non altro perché alla causa principale della disgregazione della fiducia nelle istituzioni, Striscia La Notizia, era spesso perculato per via del cognome.


Ah, ed ecco Crax-Man, pronto a ingoiare danaro (per il partito, s'intende, non per sé). Intanto, i piccoli poitici a cui ho sparato due volte restano in mutande. Sì, posso capire la soddisfazione nell'idea di umiliare un politico in un videogioco. Già mi inquietò un po' di più quando lessi un articolo sul giornale in cui si raccontava che un membro del Pool di Mani Pulite si esaltava un casino con questo gioco. Non so, si dovrebbe tenere separato l'ambito del godimento personale da quello dell'efficienza professionale. 

Più tardi.


Ecco, l'azione è sempre uguale, non c'è altro da aggiungere. Arriviamo mestamente al 1993 (la GIF è stata accelerata)...


ed ecco un debriefing sugli avvisi di garanzia: 14 Longo, 4 Craxi, e 7 PCP. Più 36 politici minori del PLI, il che è piuttosto notevole se pensiamo che in Parlamento c'erano un totale di ben 14 liberali nella X Legislatura, 21 nella XI Legislatura.


Livello bonus! Il giudice De Petris entra nell'VFFICIO INSABBIATVRE a recuperare qualche pratica insabbiata, cercando di evitare i buchi nel pavimento.


Quello che facevo io era tenere le dita sullo schermo in corrispondenza dei buchi per ricordarmelo. Purtroppo non avevo post-it con cui segnarli, e ammetto che non ci avevo manco pensato. Diciamo che ero concentrato sull'esame di licenza elementare.


E via, recuperate tutte le pratiche! Verso il secondo livello...


...in cui stavolta siamo contro il PSDI dello stesso Longo, che non è reso più potente dal fatto che stavolta siamo contro il suo partito, anzi è il più flaccido dei tre grandi poltici. Chi pesta duro è PCP, che spara una raffica di scudi crociati (il cui effetto è quello di far scattare un'inchiesta sulla magistratura).

Più tardi.


Ah no? 38 Socialdemocratici "sanitizzati" e un tangentometro quasi a zero nel 1993. Peccato che Saragat sia passato a miglior vita nel 1998, ma sarebbe stato fiero di questa pulizia del suo partito. Forse. 


Di nuovo l'ufficio insabbiature. Anche qui disinsabbiamo tutte le pratiche. Anche qui ci stiamo annoiando, ma proseguiamo con lo smantellamento del Quadripartito, visto che ci rimangono due elementi...


...il primo è il PSI, ovviamente. Nuovo ostacolo è il fatto che si cominci nel 1970 anziché nel 1972, ma per il resto, a parte il logo dietro a cui si nascondono i piccoli politici, cambia ben poco.


E via che si continua, facendo fuori da bravo eroe-messia gli odiati politici. Mi racconta mia mamma che due delle vecchie zitelle che tanto mi rovinavano i pomeriggi, durante i mesi di Tangentopoli, erano grandi ammiratrici di Di Pietro, e la domenica all'uscita da messa compravano Famiglia Cristiana per leggere articoli su di lui. Immagino che nella loro fantasia malata stessero delegando al giudice il ruoo messianico di colui che le avrebbe riscattate, facendo fuori quella classe politica che la televisione indicava come capro espiatorio di ogni cosa, sperando che mettendo Craxi e soci dietro le sbarre immediatamente sarebbero tornate giovani, non zitelle e non barricate in casa al Vecchio Paese. La realtà, però, è sempre in agguato dietro l'angolo, e quando mesi dopo si resero conto che le loro aspettative non erano state attese, e la sbornia di giustizia a ogni costo era terminata, nacque un odio nei confronti di Di Pietro ben peggiore di quello contro i politici da lui condannati. 

D'altra parte, Gesù fu mandato alla crocefissione quando si resero conto che non avrebbe fatto niente per cacciare i Romani dalla Palestina.


Siamo di nuovo nel 1993 e abbiamo di nuovo fatto strage di socialisti. Lo stesso Di Pietro, nel 2017, dichiarò che con la paura delle manette aveva raccolto un grandissimo consenso (consenso che in precedenza veniva acquisito principalmente con "mance elettorali"). Tant'è che tutti i partiti "ad personam" che vennero a formarsi nel vuoto creato da Mani Pulite vollero offrirgli qualche poltrona, fino a quando Di Pietro stesso non creò il suo partito ad personam e scivolò nell'irrilevanza. 


Vabbè, ma chi sono io per disquisire di storia recente? La storia nei programmi scolastici continua a fermarsi alla Prima Guerra Mondiale, magari se a qualcuno nato dopo il 1993 (ma anche prima) dicessi che il Giudice De Petris era lì lì per risolvere il problema della corruzione in Italia, ma morì cadendo in un buco nell'VFFICIO INSABBIATVRE, molto probabilmente ci crederebbe...


...via, proviamoci. CLONK! È dunque morto il nostro magistrato? No, semplicemente non abbiamo recuperato tutte le pratiche insabbiate e prendiamo un bonus minore. Sbadiglione, ragazzi.


Altro livello, il quarto, con la DC! Beh, che è già finito il gioco? Ci sono altri partiti più grandi da abbattere dopo? Il PCUS, forse, con i finanziamenti illeciti al compagno Greganti? Ah no, è il 1993, l'Unione Sovietica si è sciolta. Boh, vediamo di annichilire la DC per vedere che ci sarà dopo...

Più tardi.


Voilà, 43 Democristiani smutandati e un bel pò di grandi politici avvisodigaranziati. Mi sto annoiando molto, ragazzi.


Vediamo di sbrigarci dunque con le INSABBIATVRE perché voglio vedere chi c'è al prossimo livello...


Nessuno. Nessuno? Nessuno! I partiti sono spariti e sono rimasti solo i grandi politici. Siamo dunque giunti nell'era dei partiti "ad personam" di cui si diceva? Oppure il gioco è stato ftto in fretta e furia e nessuno ha pensato a cosa potesse esserci dopo il livello 4?


La seconda, credo. Avrebbe avuto senso, eliminata anche la DC, ricostruire una classe politica orientata alle idee più che alla semplice conquista del consenso fine a se stesso. 

Caro Ex Videogiocatore, chiedo di intervenire brevemente.
Prego.

Nacque tutto nel lontano 79 a.C. quando Lucio Cornelio Silla, che fu dictator senza una reale situazione di emergenza, per poi essere nominato consoe guadagnandosi l'odio del popolo per via delle famose liste di proscrizione con cui aveva creato un vero e proprio regno di terrore. Si pensava che Silla avrebbe trasformato lo Stato romano da repubblica a monarchia, ma lui stupì tutti dichiarando di voler abbandonare il potere e ritirarsi a vita privata  per scrivere le sue memorie. Andandosene da Roma, fu ingiuriato da un uomo in mezzo alla folla. Dicono gli storici che dopo averlo rimproverato perché non avrebbe avuto il coraggio di insultarlo se fosse stato ancora al potere, aggiunse tristemente "Imbecille! Dopo questo gesto, non ci sarà più al mondo alcun dittatore disposto ad abbandonare il potere!". 

In effetti, nei secoli successivi il potere assoluto si è spesso ridotto a un mezzo per l'automantenimento, con conseguenze disastrose sulla popolazione. 


Beh, che dire? Sono così basito da quest'ultimo intervento e da come la storia, sostanzialmente, non cambi, che cerco una buca in cui tuffarmi. Sì, avete notato bene, il tono di questo articolo è un po' malinconico. Perché in quel periodo in cui stavo facendo l'esame di licenza elementare c'era nell'aria fiducia nel futuro, per quanto fosse fomentata da un'agitazione manettara. Non ricordo quando ci sia stata un'altra volta una situazione del genere. Forse quando nel 2011 Berlusconi si dimise, con la gente che si baciava nelle fontane?


Boh. Mi sono rotto un po' i maroni, ragazzi. La chiudiamo qui?


Sì, lasciamo arrivare il tangentometro al massimo ed ecco il game over. L'inchiesta è archiviata, la corruzione dilaga! Antonio Ricci fa un sacco di soldi senza sforzarsi di inventare nuove cose e il Bagaglino prosegue nel non far ridere. Tutto continua come sempre. E se invece avessimo retto fino all'ottavo ed ultimo livello.


Presto detto: ecco la schermata di vittoria: "ONORE al magistrato che con le proprie indagini rivscì a sradicare il cancro della corrvzione, donando nvova speranza all'Italia", dice la targa, dopodiché, il vuoto dei partiti viene riempito da altri partiti con nomi diversi ma con un livello di corruzione uguale o maggiore e siamo di nuovo al punto di partenza, con gli spettatori a casa, famelici di emozioni, che con la schiuma alla bocca votano per un concorrente perché godono delle rosicate dei sostenitori di un altro concorrente (era una metafora questa), o tifano contro l'eliminazione del grande antipatico del momento, cullandosi nella speranza che prima o poi, al posto suo, ci staranno loro. Tutto piuttosto sconfortante, ma così fatto è il grande guazzabuglio eccetera eccetera eccetera. Prossimo gioco!

È merda? Sì, senza dubbio. Fermo restando che il ridurre un'indagine più che legittima a uno sparaspara in cui si fa fuori i cattivi è moralmente discutibile, il gioco è schifosamente ripetitivo e orrendamente noioso. Come gadget per una campagna elettorale magari ci sta anche, ma come gioco fatto e finito, "io non ci sto". Merda.
Ci rigiocheresti? No.

10 commenti:

  1. Oggi hai tirato fuori veramente una 'chicca'. La prima propaganda sul computer! Roba da far impallidire il buon Casaleggio. Terribile la vicenda di Alfredino e terribile anche l'ignobile gaffe del corriere di informazione...roba che l'editore avrebbe dovuto chiudere il giornale il giorno stesso. Ricordo bene la 'mitizzazione' di Di Pietro (lo percepii anche io come un eroe) ed è veramente ignobile quel "ignobili personaggi hanno saccheggiato l'Italia DAL 1945".
    Sul gioco penso che il tuo giudizio sia incontestabile, anche a vederlo narrato risulta un'idea molto carina, ma solamente un divertissement di qualche minuto. Ripetitività massima e longevità zero.

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    1. Il corriere d'informazione era nato come un'edizione del pomeriggio del Corriere della Sera, ed effettivamente chiuse poco dopo, nel dicembre 1981, ma per ragioni economiche. Tutto questo per dire che la qualità della stampa era soggetta a cali drastici anche quarant'anni fa. Non so se quel "DAL 1945" sia un esplicito riferimento alla mitologia per cui quando c'era lui qui era tutto onesto, o se semplicemente è l'espressione del si stava meglio quando si stava peggio di molti vecchi di merda che non riescono a scindere la corruzione del mondo moderno dal decadimento fisico e mentale dei loro anni del tramonto. Il fatto che un membro del pool Mani Pulite si esaltasse a sparare a Craxi (anche solo virtualmente) la dice lunga, no?

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  2. Ah, che sei andato a ripescare! Di questo passo c'è speranza di vedere recensiti anche altri discutibili e/o ammiccanti giochi italiani dell'epoca che non sto a citare. Comunque il mio spirito di italica curiosità mi spinge a ricercare su google che fine abbiano fatto i colpevoli di questo gioco, ma trovo un forse omonimo finito a recensire acque curative e mi fermo. Comunque, chissà se avranno inserito la partecipazione a questo videogame nei CV?

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    1. Sono abbastanza convinto che quello delle acque curative sia comunque lui, come già ho scritto a proposito di manettarismo / medicina alternativa. Purtroppo il mio archivio di discutibili giochi italiani dell'epoca tende a essere carente, e la disponibilità online è quello che è (uno dei lati negativi dell'aver lasciato il Vecchio Paese) quindi se hai qualche esemplare a disposizione contattami pure in privato (con l'apposito modulo "non perdiamoci di vista" sulla destra della versione browser del blog).

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  3. Mitico Pietro Longo! Uno dei politici che provano a portarsi a casa il voto del Rag. Ugo Fantozzi, se non erro...

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    1. Uno dei tanti, sì. Coincidentalmente, una tribuna politica in cui stava parlando lo stesso Longo fu interrotta per acclamazione dalla folla famelica di notizie da Vermicino. Netflixpolitik allora come oggi.

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  4. Ottima recensione ex-videogiocatore! Non solo e' una delle piu' esilaranti del blog ma, come si suol dire, lo hai proprio "pittato": descritto per quello che e'. Io personalmente non sono riuscito ad arrivare lontano a questo gioco, ma la presenza di soli "grandi personaggi" sembra essere involontariamente profetica. E' ammirevole poi notare non solo un primo uso dell'informatica per la propaganda ma anche come il sentimento "antipolitico" che ha cominciato a svilupparsi da tangentopoli, si riversi anche in questa forma d'arte che sono i videgiochi. In tal caso il gioco e' usato come strumento moltiplicatore dell'indignazione e la tua recensione lo pitta per bene.
    Infine i miei complimenti per notare l'allusione del 1945, quella mi era proprio scappata all'epoca!

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    1. Io penso che un grosso contributo allo sgretolamento della fiducia nelle istituzioni sia stato dato da Antonio Ricci, le cui trasmissioni hanno incarnato, secondo me, la peggio sfiga della popolazione italica, un bel mischione di voyeurismo bavoso, invidia sociale e ricerca di vendetta nei confronti di chi sta meglio. Praticamente quello che io chiamo "lo spirito del Vecchio Paese". Per quanto riguarda la storia del 1945, uno capirebbe se i personaggi ignobili avessero saccheggiato "La Repubblica Italiana" ma no, hanno saccheggiato "l'Italia". Sottile, ma piuttosto autoesplicativa, no?

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    2. Esattamente, ma come hai giustamente indicato tu, questo videogioco era pensato inizialmente come strumento di propaganda politica, se avessero scritto "Repubblica Italiana" si sarebbero giocati il fattore propagandistico che sotto-sotto volevano vendere comunque. La cosa interessante e' che la gran parte dei "contenuti" (se li possiamo chiamare cosi') di questo gioco ce li siamo ritrovati successivamente venduti ed amplificati dalla Casaleggio & Co., qui erano ancora in fase embrionale come lo era l'odio invidioso del vulgus verso l'elite, personificato appunto dalle aberrazioni generate da Ricci e compari. Su questo ci troviamo d'accordissimo.
      Mi ero dimenticato di fare il plauso anche all'analisi "narratologica" del ruolo del giocatore. Un perfetto esempio di culto del messia, che in Italia ci portiamo dietro fin dai tempi del fascismo, qui applicato alla figura de giudice/giocatore che, come dici tu, e' appunto l'eletto, il superuomo e la personificazione del bene, ruolo da te anche magistralmente pittato per come merita di essere raffigurato.

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    3. Sul culto dell'eroe come narrazione tossica ho scritto diverse volte, ed è veramente sconcertante, senza andare a scomodare "l'Uomo della Provvidenza" che tanto sembra piacere agli autori di questo gioco, come questo archetipo si rifletta anche nelle cose più piccole: tipo sul posto di lavoro, dove ho visto certi personaggi mediocri iniziare a lavorare seriamente solo nel tardo pomeriggio strillando in giro per i corridoi "Emergenza! Abbiamo un'emergenza!" quando una persona intellettualmente onesta avrebbe potuto lavorare su quella presunta emergenza con calma sin dalla mattina. Ma così ci sarebbe stata poca visibilità. Come sempre, certe cose sono un sintomo.

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