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lunedì 10 aprile 2017

The Games - Winter Challenge

Lo studio dei social media è completamente inutile, tranne per una cosa: lo studio della diffusione di certi tormentoni (oggi si dice "meme") presso gli utenti. È interessante vedere come mai un modo di dire prende più piede rispetto a un altro, tramite lo studio delle cosiddette "reti sociali". Il problema è che qualsiasi studio fatto al giorno d'oggi sarebbe completamente falsato, sia per la presenza di influencer di professione, sia per i robot (che rubano lavoro agli influencer e quindi vanno tassati!!1!), sia per la presenza di utenti finti che si può facilmente comprare in qualche fabbrica di click situata in un capannone in Bangladesh. Quindi, lo studio dei social media è completamente inutile.

È più interessante invece lo studio della diffusione dei concetti mediante l'analisi della diffusione di un videogioco tramite canali non propriamente convenzionali. Sta di fatto che il gioco di oggi ce l'avevano TUTTI. A cosa poteva essere dovuto ? Semplice: il poco impegno. Pure prendersi un gioco piratato era uno sbattimento, e il fatto che questo gioco risiedesse su un dischetto ad alta densità aiutava molto. Inoltre, concettualmente il gioco era assai semplice e senza troppo impegno si iniziava subito a giocare col cervello spento. E quindi veniva fatto girare!!!111!!!11!!! Sigla.




Certo che la Accolade ne ha fatti uscire di giochi. Piccola curiosità: il nome Accolade fu scelto, apparentemente, perché in ordine alfabetico veniva prima di Activision. Successivamente la Acclaim fu fondata per precedere la Accolade. Purtroppo non si è arrivati a creare una software house chiamata Aabacab, come negli annunci delle massaggiatrici sui giornali.


Ed ecco l'intro. Come detto, semplice. La grafica è pulitissima e ai tempi sembrava pure fotorealistica. Notare che il nome del gioco era semplicemente "The Games", perché non c'era alcuna sponsorizzazione da parte del CIO. Inoltre nel 1991 era troppo presto per associare un gioco alle olimpiadi invernali di Albertville, quindi non se ne fece nulla, e questo divenne, assieme a molti altri, "IL GIOCO DELLO SCI".


Molto bene. Finita la presentazione, poche pugnette e si salta al menu principale. Lo sfondo fa uso sapiente della VGA e sembra una di quelle mappe pieghevoli con le piste che si trovano nelle scuole sci del Trentino Alto Adige. Io in quegli anni andavo in settimana bianca a Marilleva e con questo gioco un po' mi ci ritrovavo. Si può decidere di fare pratica (Train) o organizzare un "Torneo". Ma non chiamatelo olimpiade eh. È il trofeo Birra Moretti della neve. Anzi, visto che siamo in Trentino, è il trofeo Forst. Ma quanto cazzo è buona la Forst?


Cominciamo col torneo. Si può personalizzare il proprio personaggio con nome, nazionalità (che incide sul colore della tuta da sci) e ritratto. Il ritratto non dipende dalla nazionalità, quindi possiamo avere dei giapponesi neri. Tra i vari ritratti ci sono anche alcune donne, il che presuppone che queste siano "olimpiadi" miste, in cui le donne e gli uomini gareggiano da eguali. Bello, oserei dire utopico.
Nel frattempo, sui social network, sedicenti difensori dei diritti del maschio si indignano e organizzano una rivoluzione, ma dopo due minuti si mettono a litigare tra di loro e la cosa finisce lì.


Al tempo non ci si sbatteva a giocare contro gli anonimi personaggi controllati dal computer (che come è noto imbroglia sempre), e quindi si faceva a gara con se stessi (o tra amici, quando ci si ritrovava. Il gioco in rete era ancora un lontano miraggio). Che nomi usavamo per i nostri personaggi? Indovinate un po'...


Eccolo qui, il pentapartito. Ci sono i governi balneari e immagino ci sia il loro equivalente di settimana bianca. Alcuni nomi troppo lunghi sono stati troncati dalla schermata riassuntiva e la cosa mi irrita non poco. Per chi osservasse che De Mita è nero, ciò è dovuto all'accento nuscano che somiglia molto allo stereotipo africano impersonato da Isaac George che andava di moda anni fa.


Ed ecco la cerimonia di apertura! Molto colorata, molto sobria, senza fronzoli né rigurgiti nazionalistici da parte dell'ente organizzativo. D'altra parte, mica sono le olimpiadi queste. Quindi, cantiamo tutti in coro: "O puro bianco di cime nevose, soave olezzo di vividi fior, rosseggianti su coste selvose, dolce festa di vaghi color". Bene! Fuori le colombe, fuori i palloncini, tirate fuori i campanacci che si va a sciare, ostrega.

Il bello della semplicità. Confrontate con l'ultima cerimonia d'apertura che ho visto interamente, quella di Londra 2012, e la sua celebrazione dei social media come unici forieri di un'era di pace e di amicizia universale, terminata con Tim Berners-Lee che in mezzo allo stadio twittava "This is for everyone". Un marchettone alla Silicon Valley così zuccheroso da risultare ripugnante. Ma davvero pensavano che una cosa del genere non sarebbe andata in merda? Libro consigliato: "Internet non salverà il mondo", di Evgeny Morozov, con cui non concordo al 100% ma ha molti spunti interessanti..


Non importa, cominciamo. Gli sport a disposizione sono otto, ma condensando per bene potremmo ridurli a 5, poi vedremo anche perché. Cominciamo da sinistra, con lo slittino.


Il primo in ordine di iscrizione, e primo in generale fra tutti, è il Divo Giulio. "Come ben sapete, tutti i miei amici che facevano sport sono morti", dice lui. Ma il suo immobilismo gli impedisce di ritirarsi e fare gesti rivoluzionari, e quindi si lancia. Con le frecce si controlla la posizione laterale all'interno della pista. A seconda della posizione dello slittino, si guadagna velocità. In base alle mie osservazioni empiriche (e a una dose di buon senso) posso dire che in curva bisogna stare sul lato esterno, e sui rettilinei bisogna stare in centro. Certo, guadagnando velocità si rischia di cadere, e in questo caso il Divo crolla a meno di un terzo del percorso. Un urlo di sgomento attraversa la folla.

Diverse discese più tardi.




Finita la gara, c'è la premiazione. E la medaglia d'oro va a... Andreotti! Ma come, non era caduto precedentemente? In effetti sì, ma nel frattempo il gioco mi era andato in crash e ho dovuto rifare.
"Considero il sopravvivere una grazia di Dio" commenta Giulio.  Passiamo ora a quella che senza dubbio è la migliore delle discipline presenti nel gioco. Il salto con gli sci.


Parte Andreotti: purtroppo, la gobba è un discreto freno aerodinamico, e Belzebù non riesce a prendere sufficiente velocità. Lo scopo infatti è tenersi al centro e avere una discesa sulla rampa più pulita possibile, in modo da avere velocità sufficiente per il salto. Vabbè, 68 metri non sono male, ma il record è di 92.1 metri. Si può fare di meglio.


È il turno di Craxi. Stavolta Cinghialone a parte una deviazione a sinistra all'inizio (deviazione a sinistra di cui si vergognerà a vita, ma tant'è) riesce a tenersi al centro e acquisire velocità, ma il risultato resta deludente. 67.2. Cosa c'è che non va?


Ah giusto, il salto vero e proprio! Bettino e Giulio si sono lasciati cadere dolcemente dal trampolino senza darsi la spinta necessaria. Forlani, da bravo osservatore silenzioso qual è, nota il loro errore e dà un bel colpo di reni al momento dello stacco. Per saltare bisogna premere il tasto giù. 87.9 metri e la folla infoiata agita peluche a forma di coniglio mannaro. E campanacci.


De Mita col sostegno della base della DC perfeziona il salto di Forlani e con uno stacco imperioso arriva a 92 metri. Quasi record, e subito Ciriaco ordina la costruzione di un trampolino per gli sci a Nusco mentre il cugino calzolaio gli lucida gli scarponi.


La parte divertente del salto con gli sci però è far cadere i concorrenti. Per riuscire ad atterrare senza rompersi qualche osso è necessario premere Enter quando l'ombra dello sciatore appare sulla pista. In questo caso, Altissimo lo ha premuto troppo presto e quindi fa uno stramazzo spettacolare. D'altra parte, più in altissimo stai, maggiore è il casino che fai quando cadi. "Allora è un Altissimo coglione." commenta Craxi.

Più tardi.


De Mita ha vinto con il suo quasi record. Secondo Spadolini e tutti si chiedono come abbia fatto a volare così in alto vista la zavorra che si porta addosso. Vabbè, prossimo sport.


Discesa libera! Qui dovremmo essere al top della velocità. Però, non so se sia per mie deficienze o se è così proprio il gioco in sé, ma l'impressione è che si vada giù leeeeeeeeenti. D'altra parte la munta massima che tocco è di quasi 80 km/h, quando negli anni 80 Zurbriggen andava giù a 130. C'è qualcosa che mi sfugge.

Diversi capelli bianchi più tardi.


Andreotti arriva alla fine con quasi 30 secondi di ritardo sul record. Un'altra cosa che non mi piace è che la pista è delimitata dalle porte dello slalom, mentre la discesa libera che ricordo io, quella in cui si guardava Tomba (l'unica occasione in cui mio papà era disposto, la domenica a pranzo, a non guardare Linea Verde con Federico Fazzuoli), a delimitare la pista c'erano dei paletti di legno mortali all'impatto.


Tocca a Craxi. Lo stile è più aggressivo e si vola molto di più e finiamo guadagnando 5 secondi esatti su Andreotti.


Forlani è il prossimo. Appena iniziata la discesa, Arnaldo dice "Se c'è la candidatura dell'amico Giulio, la mia non esiste" ed esce di pista. Prossimo sport.


Il pattinaggio di velocità è stato per molti anni un passatempo popolare in Olanda, prima di essere soppiantato dalle canne (battuta banale, lo so.)


Questa disciplina è il classico massacro del joystick (o della tastiera, fate vobis). Bisogna premere Enter il più velocemente possibile per far correre il nostro atleta. Monotono, ma almeno si ha l'idea della velocità, che nella discesa libera non c'era.


La parte difficile è evitare la forza centrifuga al momento delle curve. Andreotti la sottovaluta e finisce scaraventato fuori dal palaghiaccio, rivelando una wasteland di cemento al di fuori. Un'altra triste storia di speculazione edilizia per eventi sportivi che ha creato ecomostri.


È il turno di Bettino. Gli sviluppatori, canadesi, hanno associato i colori delle tute a quelli della bandiera. Quindi, in questo universo parallelo non sponsorizzato dal CIO, gli italiani gareggiano vestiti come ultrà della Ternana. Fantozzi non potrà più millantare di essere stato azzurro di sci, e dire "sono stato verde acido di sci" non fa lo stesso effetto sulla signorina Silvani.

Tanto ho divagato che non facevo più attenzione allo starter e ho cannato la partenza. Ma d'altra parte passatempo olandese, cannare, lol.


Nessuno è arrivato alla fine, il podio resta tristemente vuoto. Prossimo sport? Prossimo sport.


Bob a due! E qui compare la magagnona del gioco, a prescindere da quello che dice la descrizione sul fatto che il peso dei due bobbisti rende la discesa più rapida.


Concettualmente è esattamente uguale allo slittino. Andreotti corre con un innominato gregario, che mi piace pensare sia Sbardella. Nonostante i 130 km/h di punta sbandierati dalla descrizione, l'impressione che si coglie, anche qui, è di insostenibile lentezza.


Attenzione, prendiamo velocità! Tanta velocità! TROPPA VELOCITÀ, CAZZO! Il bob con Andreotti e Sbardella vola via, e i dorotei sono pronti ad accogliere lo Squalo in segno di riconoscenza per l'azione di sabotaggio compiuta nei confronti della corrente andreottiana.


Tocca a Craxi, aiutato dal fedele Martelli. Mi rendo conto solo ora che nei partecipanti mi sono dimenticato di De Michelis e ci ho messo Cossiga. Vabbè. Nel frattempo pure Craxi esce di pista. Bettino sbuffa tremando dal freddo e dice che a lui sono più consoni i climi meno infami, tipo quello della Tunisia.


Forlani, invece, coadiuvato da Gava, fa sfoggio del suo basso profilo e si limita a cadere in mezzo alla pista, con discrezione, senza strombazzate e voli pindarici. Mi son rotto i coglioni, andiamo avanti.


Tocca allo slalom gigante! Andreotti è chiaramente fuori forma e manca clamorosamente la prima porta. In realtà sono io che avevo calibrato male la pressione del tasto direzionale.


Lo slalom è la disciplina in cui più di tutte si sente la lentezza. Uno si aspetta una discesa fluida, rapida e adrenalinica, ma le porte sono troppo distanti tra di loro e troppo larghe: nello spazio tra una porta e la successiva si riesce benissimo a fare un'inversione a U. In realtà, più che a scendere con gli sci, l'impressione è di stare guidando un gatto delle nevi.


Craxi prosegue nel lentissimo slalom curvando a spazzaneve come facevo io a 6 anni sul campo scuola "Biancaneve".

La pista "Biancaneve".

Mentre Bettino fa dei curvoni da paura, mi trovo a inclinarmi sulla sedia come a dargli idealmente la spinta. Uno direbbe che così c'è più senso di immersione, ma io non vedo l'ora di arrivare alla fine.


Dopo un minuto e cinquantacinque secondi che nessuno mi ridarà mai più indietro, finalmente alla fine ci arrivo. Applausi, corni alpini, campanacci. Gli spettatori si contano le rughe e se ne trovano una decina in più rispetto a quando Craxi era partito dal cancelletto.


Tutti gli altri gliela danno su, e Bettino trionfa solitario. Dagli spalti il pubblico lancia monetine verso il podio.


Prossima disciplina, lo sci di fondo. Se prima c'era la sensazione di lentezza, qui l'associazione nazionale urologi e andrologi avvisa l'utenza dell'alto rischio di orchite. Per avanzare, bisogna premere Enter ritmicamente, cercando di beccare il momento in cui la barra più alta è colorata di bianco. Almeno credo.

Un tempo indefinito più tardi.


La cosa che odiavo di più dello sci è la risalita a spina di pesce, vi pare che debba pure trovarmela in un videogioco? Passare sotto la seggiovia dovrebbe essere un modo per spezzare la monotonia, ma non ci riesce. Piuttosto mi chiedo: Quando le sedie blu arrivano a monte, vengono colorate di rosso?

Diverse imprecazioni e propositi suicidi dopo.


Andreotti arriva alla fine. Tutti gli altri sono già tornati al rifugio a bersi un bombardino. Craxi nel bombardino ci ha messo l'Amaro Ramazzotti.


Ultima disciplina a Dio piacendo! Biathlon! CHE È UN ALTRO CAZZO DI SCI DI FONDO MA PORCA PUTTANA ARGH


Non è proprio uguale, il nostro sciatore di fondo si porta dietro un fucile. Non da puntare contro gli organizzatori di questa olimpiade del testicolo gonfio, ma contro il bersaglio. Non so se sia per la fatica o se sia un principio di Parkinson, ma al Divo Giulio la mano trema non poco. Il commento sardonico del Divo: "E dire che noi abbiamo sudato lacrime e sangue per fare la riforma agraria e per dare la terra ai contadini. Invece, oggi vogliono dare il contadino al contadino." che non c'entra niente con la situazione ma il debito d'ossigeno gioca brutti scherzi.


3 e mezzo su 4. Non male, non male. Ma adesso basta che mi son rotto le balle.


La cerimonia di chiusura! Finalmente! Tutti applaudono, le luci si spengono, partono i fuochi d'artificio dal finto fiaccolone (se ci fate caso infatti è spento) dei giochi rigorosamente non olimpici perché non abbiamo l'autorizzazione. Negli anni 90 un sacco di giochi si concludevano coi fuochi d'artificio. Io vorrei avere una frase ad effetto per chiudere l'articolo, ma mi sento completamente svuotato. Prossimo gioco.

È merda? Sì. Ma come! - direte voi. Sì, è merda. Mi ci sono divertito un casino ai tempi, sia da solo che con gli amici, ma a ben pensarci si giocava soltanto al salto con gli sci, e le altre discipline erano più o meno ignorate. Un sottogioco da solo è bello, ma non salva tutto il pacchetto. Se le quattro discese (libera, slalom, bob e slittino) avessero dato più l'idea della velocità, allora il gioco si sarebbe salvato anche a dispetto dell'orchite causata dallo sci di fondo. Ma così è merda.
Ci rigiocheresti? Soltanto al salto con gli sci.

9 commenti:

  1. Ebbene sì, anche io sono stato un giocatore di "The Games". Un mio carissimo amico possedeva la versione pc: ed era un giocatore abbastanza accanito. A me sostanzialmente annoiava: non mi pare un gioco dalla grande longevità. Ma essendo sparito dai ricordi del mio amico (a differenza di altri titoli come "Stunt"), deduco che anche per lui l'accanimento sia stato momentaneo e in assenza di altri titoli più entusiasmanti. Va detto che il gioco del pattinaggio era quello in cui andavo meglio, perché serviva la quantità (il massacrare meglio il tasto "Enter") che la qualità. E al salto con gli sci, ero terribilmente scarso.

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    1. Il bello del salto con gli sci, che tu fossi sacrso o no, era massacrare il povero saltatore contro gli alberi.

      Per la gioia del tuo amico, arriverà anche l'articolo su Stunts.

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    2. Grande, lo leggerò con piacere e glielo passerò attraverso Telegram (lui Whatsapp non lo usa :))

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    3. La sera di Pasquetta è venuto a trovarmi proprio quel mio amico, per una serata videoludica (fifa 2006, ahhah). Gli ho detto di The Games: confermo che ha pochi ricordi. "Sì c'erano delle discipline che erano impossibili", mi ha detto

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  2. Come è merda?!?!?!?! nessun gioco ambientato in Trentino (reale o virtuale) può essere merda. è la regola!

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    1. Il Trentino (vero) è così bello che a confronto ogni imitazione non può che essere merda.

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    2. Salvato in corner. Comunque a me questo gioco piaceva.

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  3. Come tutti i giochi delle olimpiadi (autorizzate o meno) longevità zero. L'illusione di avere tanti giochi in uno ma l'unica vincitrice alla fine è la noia.

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    1. Anche perché quasi sempre i sottogiochi decenti sono uno o due in questi multievento. Gli altri sono principalmente dei filler.

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