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lunedì 17 aprile 2017

Railroad Tycoon

I pazzi si distinguono in due tipi: quelli che credono di essere Napoleone e quelli che credono di risanare le Ferrovie dello Stato.

-Andreotti

Ora, di videogiochi sulle guerre napoleoniche non me ne vengono in mente al momento, ma uno in cui si risanano le ferrovie ce l'ho ben presente, ed è il gioco di oggi.



Il creatore di Railroad Tycoon, Sid Meier, è nel business da 35 anni e non accenna a smettere. Qualcosa significherà, suppongo, no? È anche uno dei pochi designer di videogiochi che usa il suo nome come marchio di qualità. L'altro che ci ha provato è stato John Romero, ma quando ha appoggiato il suo nome su quella ciofeca che è Daikatana, si è trasformato nel Re Mida della merda videoludica. Quindi, usare il proprio nome come brand è una strategia pericolosa, ma Sid Meier se ne sbatte e continua a fare i suoi giochi. Il brand è aiutato dal fatto che la maggior parte dei suoi giochi sono belli.

Pare anche che a dare l'idea alla Microprose di usare il nome di Sid Meier come marchio di fabbrica sia stata la buonanima di Robin Williams, l'attore, che era noto per essere un grandissimo nerd. Vabbè. Sigla?


No, non ancora. In quegli anni, questa schermata testuale iniziale era molto rassicurante quando lanciavi l'eseguibile di un videogioco, perché sapevi che sarebbe stato bello. Un po' come il logo Carolco Pictures prima di un film, solo che i film erano spesso molto violenti e dovevo guardare la TV di soppiatto. Poi mi spaventavo e mi prendevo a sberle da solo per aver voluto vederli. Da piccolo ero un gran cagasotto.

Però trovo molto bello che il gruppo di sviluppatori (MPS Labs) si presentasse come "i tuoi amici agli MPS Labs". Tutto molto bello. E adesso sigla, sul serio!


Microprose e MPS Labs. Quelli di Civilization, F15 Strike Eagle, Darklands, Pirates, etc etc etc. Uno si aspetta che il gioco non sia merda, ma io proverò a strapparmi via ogni pregiudizio ed essere obiettivo, senza subire influenze dagli occhiali tinteggiati di rosa della nostalgia. Cherchez la merde!


L'intro è molto semplice ma di effetto. Un motivetto in stile country/bluegrass di sottofondo se si ha la scheda audio, se invece si ha soltanto il glorioso pc speaker, il computer gracchia suoni che ricordano il rumore di una locomotiva.


Nei credit c'è Sid Meier con cappello a cilindro e qualche capello in più rispetto alla realtà. A dispetto del protagonismo di mettere il proprio nome nel titolo del gioco, a me Sid Meier non riesce a non stare simpatico per via della sua normalità.
Leggete la biografia su wikipedia, è quella di un banalissimo e noioso impiegato che fa il suo lavoro con passione, non si atteggia a rockstar, rispetta i tempi e le pianificazioni e fuori dall'ufficio è un normalissimo padre di famiglia che suona l'organo in chiesa.
Oh, poi magari dal vivo è uno stronzo, ma vuoi mettere con il già menzionato John Romero e il suo motto "Farò di te la mia puttana" ?

Suck it down.

O, chessò, Tim Schafer che prende per il culo i suoi finanziatori di Kickstarter? Quando gli fu chiesto che cosa stesse facendo con i soldi che gli erano stati anticipati dai fan, rispose così:

Suck it down.
Sid Meier invece è tutta un'altra pasta d'uomo. Ammette i suoi errori (Covert Action), e quando ha opinioni poco popolari le esprime con garbo, aspettandosi che vengano prese per quelle che sono, cioè opinioni.

Suck it down.


Al massimo una comparsata nel suo videogioco, il suo nome nel titolo, e basta così. Un uomo serio, con un lavoro poco serio, ma svolto in maniera seria, con in mente sempre il rispetto dell'utente. Almeno è così che si vende, e se fosse tutta una finta, beh, tanto di cappello perché sei riuscito a fregarmi per bene.

Ma sto divagando. Torniamo alla schermata di presentazione. I due tizi al fianco del buon Sid non ho idea di chi siano. Accendiamo un secondo il nostro trasmogrificatore dimensionale e trasferiamoci nell'universo parallelo dell'Amiga...


...ma guarda un po' !  Non solo ci sono più colori, ma c'è anche più gente. C'è anche il gradiente sullo sfondo che tanto piace agli amighisti. Sulla sinistra, uno che arrotonda lo stipendio facendo il sosia di Lemmy Kilmister alle fiere di paese. Non riesco a capire se quello/a all'estrema destra è una donna o un uomo lombrosianamente inquietante. Ma non importa. Queste due comparse le lasciamo a quei fighetti della Commodore e noi ce ne torniamo mesti mesti alla nostra EGA, lasciando che gli amighisti si diano le pacche sulle spalle a vicenda ridendo di noi possessori di PC IBM Compatibile.

Ma avremo modo di vendicarci.

Credo comunque che l'elitarismo dei giocatori per PC dal 2000 in poi, derivi principalmente dalle umiliazioni ricevute dagli amighisti a quei tempi. 


Siccome la mappa dell'Italia non c'è, andiamo più vicino possibile e scegliamo come scenario l'Europa continentale. Stabilito che si parte dall'anno 1900, dobbiamo scegliere il livello di difficoltà, rappresentato da uno dei quattro bari al tavolo di gioco. Io scelgo il livello più semplice, Investor, per due ragioni:

1) È quello che somiglia di più ad Andreotti.
2) Sono vergognosamente pigro.

Per la ragione 2, scegliamo anche il traffico su rotaia facilitato, con l'impossibilità di incidenti ferroviari. Altrimenti dovremmo installare pure gli scambi, i semafori e il tavò sarebbe insormontabile.


La mappa dell'Europa taglia via mezza Calabria e la Sicilia, il che viene comodo ad Andreotti, che è impazzito dalla fatica durante le gare di sci della settimana scorsa, e quindi ha deciso di risanare le Ferrovie dello Stato. Senza Sicilia sulla mappa, certe accuse decadono automaticamente e tutto diventa più semplice.


Iniziamo a costruire la ferrovia, partendo da Roma, che sono quattro casette in croce. Siccome questo gioco, come diversi altri, mi arrivò per vie "traverse", fu difficile capire come si costruisce una ferrovia. Bisogna premere i tasti freccia del tastierino numerico tenendo premuto lo shift. Con mesi di ritardo, iniziai ad apprezzare il gioco. Ora colleghiamo Roma a Napoli, in memoria della Napoli-Portici, la ferrovia che i polentoni ci invidiano. Uè!


Si possono costruire stazioni di diverse taglie. Più costa la stazione, più grande è il raggio delle cose che possiamo caricare. A seconda degli stabilimenti nel raggio d'azione, possiamo caricare anche diverse tipoligie di merci. Io però mi focalizzo sulla posta e sui passeggeri, per ora.


E infatti a Napoli costruiamo il nostro primo treno. Due carrozze passeggeri e una postale, perché la locomotiva fa quello che può e non vogliamo metterci una vita.


Tipo ora, che partiamo a marzo del 1900 e arriviamo... ad agosto. 5 mesi per arrivare a Roma partendo da Napoli, e il divo Giulio si chiede quale pazzia lo abbia spinto a cercare di sanare le ferrovie dello stato. Poi si ricorda e promette a se stesso di non sciare mai più.  Però il viaggio ci fa guadagnare più di 50.000 ... che monete sono quelle? Sterline? Bah. Facciamo finta che ci sia un altro taglietto nel collo della £ e che siano lire.

Durante la traversata, riceviamo l'edizione straordinaria di un giornale che ci annuncia la colonizzazione di nuovi territori. Questo aiuterà l'economia.


Un anno dopo, ci segnalano che c'è un carico prioritario di passeggeri per via di un "congressional junket", una trasferta parlamentare. Su Striscia la Notizia fanno andare a ripetizione totò che strilla "E io pago! E io pago!". Al Bagaglino, Oreste Lionello fa ironia sul viaggio di cinque mesi dei parlamentari organizzato da Andreotti. Il pubblico finge di ridere perché ha pagato fior di quattrini per un posto al Salone Margherita.

Se dovessimo riuscire a trasportare passeggeri da Napoli a Roma entro un certo limite di tempo, otterremmo il bonus che si trova scritto in basso a destra della schermata. Non preoccupatevi, abbiamo un anno di tempo. Questa è una licenza poetica che dobbiamo permetterci per evitare di vedere i treni sfrecciarci sotto gli occhi a velocità supersonica.

L'immersione è un po' rovinata, lo so, ma ce ne faremo una ragione. Certo, fosse andato più lentamente il tempo di gioco simulato, sarebbe stato meglio. Ancora meglio sarebbe stato pianificare il tracciato della ferrovia con il gioco in pausa e avere la ferrovia costruita automaticamente sul tracciato mentre il tempo va avanti.


E questo chi è? Arriva la concorrenza! Nella mappa ci sono fino a 4 compagnie ferroviarie possibili, tutte capeggiate da personaggi realmente esistiti che avevano a che fare coi treni. Qui abbiamo Isambard Kingdom Brunel, ingegnere inglese dell'epoca vittoriana. Ecco tutti i possibili avversari, scelti a caso dal computer.

  • Cornelius Vanderbilt - Magnate americano delle ferrovie. Nato povero, incarnò il sogno americano diventando uno degli uomini più ricchi di sempre.
  • Daniel Drew - Finanziere statunitense. Finì in miseria.
  • Jim Fisk - Imprenditore e investitore americano, noto per lo stile di vita decadente. Fu soprannominato "Big Jim" un secolo prima del pupazzetto Mattel.
  • Jay Gould - Magnate ferroviario e speculatore. Assieme a Fisk speculò sull'oro causando il "venerdì nero" del 1869.
  • Erastus Corning - Imprenditore ferroviario e politico statunitense durante la guerra di secessione.
  • J.Pierpont Morgan - Banchiere americano. Tra gli altri, finanziò Nikola Tesla. La banca da lui fondata è spesso menzionata dai complottisti.
  • J. Edgar Thompson - Ingegnere civile americano.
  • Jim Hilll - Magnate ferroviario canadese, naturalizzato statunitense. Fu anche agente segreto.
  • Jay Cooke - Finanziere statunitense, successivamente la guerra civile investì nella ricostruzione puntando (indovinate un po') sulle ferrovie.
  • John Forbes - Magnate e filantropo americano. Fu un convinto abolizionista.
  • Nicola II - Ultimo zar russo. Completò la Transiberiana. Si mormora che la moglie gli piantasse le corna con il monaco superdotato Rasputin.
  • Vladimir Ilich Lenin - Rivoluzionario e premier sovietico. Nazionalizzò le ferrovie. Da non confondersi con quello che cantava "Obladi Oblada".
  • Charles de Gaulle - Generale e presidente francese. Usò un modello di capitalismo di stato per ricostruire le ferrovie francesi nel dopoguerra.
  • Napoleone III - No, non è un pazzo appartentente alla prima categoria, ma è veramente il Presidente della Seconda Repubblica Francese e Imperatore dei francesi del secondo impero. Espanse e consolidò le ferrovie francesi durante il suo regno.
  • Otto von Bismarck - Cancelliere tedesco. Stimolò l'industria tedesca per favorire la crescita economica.
  • Benito Mussolini - Dvce. Faceva arrivare i treni in orario, o almeno così dicono i suoi fan.
  • George Stephenson - Ingegnere civile e meccanico inglese. Inventò il trasporto su rotaia trainato dalla locomotiva a vapore.
  • Robert Stephenson - Figlio di George. Progettò assieme al padre la famosa locomotiva Rocket.
  • Isambard K.Brunel - Menzionato sopra.
  • George S. Hudson - Imprenditore ferroviario e politico inglese. Soprannominato "il re delle ferrovie". Aveva belle basette.
  • Helmuth von Moltke - Feldmaresciallo prussiano. Aveva l'hobby delle ferrovie e diresse la linea Berlino-Amburgo.
  • Barone Rothschild - Rettiliano, banchiere e finanziatore di grandi opere tra cui, ovviamente, ferrovie.
Ora  che vi ho resi infinitamente più colti, vi mostrerò una bella animazione per premiarvi della vostra resistenza. Purtroppo, la stesura di questo blog è parte di un percorso di regressione che necessita di uno stile che a certuni potrà sembrare prolisso. Non posso farci nulla: se voleste i concetti già distillati con quattro frasi fatte con cui fare colpo alle apericene, c'è sempre la sezione "Trivia" di mobygames. Fermo restando che alle apericene nessuno ascolta gli altri, ognuno è troppo intento a parlare di sé.


La costruzione di un ponte. Oh, ai tempi questo era lo stato dell'arte.


Il pontone attraversa il Tevere, e da lì partiamo per Firenze. Ovvìa maremma maiala la hohahola hon la hannuccia horta, e tutte quelle cose là. Portata la ferrovia alla città medicea, Il Divo Giulio viene avvicinato da un giovane cacciatore di raccomandazioni.

Suck it down.
Liquidato il vile questuante con una frecciata delle sue, Giulio si rilassa leggendo il giornale.


Il solito sensazionalismo dei giornali scandalistici d'oltremanica. Nuovo territorio colonizzato! Corsa alle terre! Ci si aspetta un'economia moderata. Ah beh. Figuriamoci se andava male.


Resta da costruire la stazione a Firenze. Non abbiamo sufficiente liquidità, e la città si offre di comprare 10.000 azioni della nostra compagnia ferroviaria. Noi rifiutiamo e piuttosto andiamo in passivo.


Fine dell'anno contabile. Abbiamo infranto un sacco di record. Di velocità, di ricavi, e il valore delle azioni è cresciuto del 60%. Gli investitori sono in estasi e guardiamo dall'alto i nostri concorrenti. Ah, dimenticavo: all'inizio del gioco cominciamo con un debito di 500.000 £ a bilancio perché abbiamo emesso un'obbligazione per avere i fondi di partenza. Prima o poi l'obbligazione andrà ripagata.


Una cosa che adoro dei giochi della Microprose è che in base ai nostri successi veniamo valutati secondo una graduatoria. In questo caso sono i mestieri che svolgeremo una volta ritiratici dall'attività. Andreotti non ce lo vedo a fare il maggiordomo, quindi continuiamo a giocare.


Record di velocità! 45 miglia orarie, circa 72 km/h. Non male, per il 1904. Diamo un nome al treno e lo chiamiamo come il primo governo Andreotti, ovvero "Andreotti I".


Non paghi, espandiamo la nostra rete ferroviaria da Firenze a Bologna, e andiamo a portare un po' di Democrazia Cristiana a quei debosciati comunisti dell'Emilia Romagna. Ehi un momento, ho detto Democrazia Cristiana?


Dimenticanza imperdonabile. Il nome della compagnia ferroviaria può essere cambiato, di default viene assegnato il nome delle prime due città connesse.


Finisce un altro periodo contabile. Il tunnellone da Firenze a Bologna ci ha mandati in passivo con la liquidità, ma niente paura, abbiamo comunque un sacco di asset a pararci il didietro.


Ci viene offerto il lavoro di agrimensore. Un lavoro all'aria aperta, bello. Bella anche la parola "agrimensore". Nel caso di Belzebù il top della classifica, Primo Ministro, non è applicabile. Lui è Primo Ministro di default.


E via con la nuova stazione di Bologna. Migliaia di umarell criticano il cantiere dicendo che il buco lo avrebbero scavato un po' più in là. Poi si lamentano che Bologna non è più quella di una volta, e c'era proprio bisogno della stazione? E del treno? Tanto io vado dove mi serve in bicicletta, e di questo passo dove andremo a finire? Che roba, che roba. Il vescovo di Bologna, sentendoli, dichiara che la città è sazia e disperata, e tutti si offendono mugolando con voci nasali.


Nel frattempo viene inventata una nuova locomotiva. Bigger, Better, Faster. Faster mica tanto, ma è più potente. Rallenterà di meno in salita.


Ed è di nuovo record! Nel frattempo, la compagnia ferroviaria di Isambard K. Brunel è dissolta. Ne restano tre.


E mi offrono un lavoro da guardiacaccia. Sorvegliare il primo passo delle vecchie volpi verso la pellicceria? Mi intriga.


Intanto viene inventato il moto perpetuo. Permettetemi un lieve scetticismo.


Eh sì, Brunel è proprio scomparso. Restiamo in gara con il rettiliano Rothschild e Napoleone III, che opera in Germania. Boh.


Colleghiamo Bologna a Genova. Per via degli Appennini avremo una ferrovia un po' scoscesa. Costruiamo tunnel dove possiamo, ma i tunnel costano e siamo a corto di contanti.


Il treno successivo ci dà i profitti necessari a terminare il collegamento.Già che ci siamo, costruiamo la stazione di Genova, che ci rifornisce anche di carbone e di lana. Non avevo idea che ci fosse carbone in quel di Genova, ma non si finisce mai di imparare. Il Gabibbo cerca di opporsi alla costruzione della stazione, ma i genovesi vedono le potenzialità di profitto e linciano il loro mostruoso concittadino.

Purtroppo quest'ultimo paragrafo era frutto della fantasia, ma concorderete tutti con me che veder crepare il Gabibbo sarebbe bellissimo.


Siccome tra Bologna e Genova c'è un po' di dislivello, usiamo la locomotiva nuova per non faticare in salita.


E già che ci siamo modifichiamo la rotta. A Genova, per Bologna, carichiamo pure il carbone e soprattutto la lana, che così De Paz di via Ugo Bassi può rifornire la bologna bene di giacche di tweed e maglioni Shetland. 

Curiosità: il vostro ex videogiocatore ha tre cravatte di De Paz di lana che ama molto. Quando però le mette con una giacca di tweed, la moglie del vostro ex videogiocatore protesta perché pare un ottuagenario.


Intanto, una nuova compagnia ferroviaria apre i battenti a Trieste. Robert Stephenson è il presidente. Purtroppo non è uscito Mussolini, se così fosse stato Belzebù avrebbe detto certamente "Sono nato nel 1919, lo stesso anno del fascismo e del PPI di Don Sturzo. Di tutti e tre, sono rimasto io."


Intanto (2) dobbiamo portare un rarissimo vaccino da Napoli a Roma. Abbiamo solo 8 mesi di tempo per risolvere la crisi e festeggiare con un amaro Montenegro.


Ne bastano la metà per portare il vaccino a Roma, superando le proteste di Red Ronnie ed Eleonora Brigliadori che si sono incatenati davanti a Roma Termini. Hanno anche preparato il loro vaccino alternativo di colore giallo paglierino.


Vabbè. Abbiamo quasi 500.000 £. Vi andrebbe di fare un po' di speculazione? Avventiamoci come squali sul nuovo arrivato e iniziamo a comprare azioni.


E ancora azioni. Man mano che compriamo, il valore sale.


Abbiamo finito i liquidi in tempo per prendere diventare azionista di maggioranza di Stephenson. Se Andreotti fosse vendicativo, obbligherebbe Stephenson a fargli da lustrascarpe (con la lingua). Ma Giulio crede nel ruolo benefico della gente senza grinta ma capace di sorridere.


E quindi ci limitiamo a prosciugare, un quarto di milione alla volta, il cash della nostra controllata.


Ecchillo. Una volta che è a secco, vendiamo pure le azioni e raggranelliamo qualcosina.


Quasi un milione di utili da questa operazione. Non male, non male. Possiamo dichiarare il nostro lavoro terminato.


Giulio si ritira a vita privata, e il posto da guardacaccia lo cede generosamente al sodale Franco Evangelisti, che ha più il physique du role. Resta altro da fare?


Ah sì, ci viene chiesto il nome. Alla fine. Ci situiamo a metà della piccola classifica, e prima di uscire al dos, la Microprose ci invoglia a comprare altri suoi prodotti. F15 Strike Eagle II, Sword of the Samurai, F-19 Stealth Fighter e Silent Service 2. A due su quattro ci ho giocato, e forse li recensirò. Ma non oggi. Prossimo gioco!

È merda? Accidenti, ci ho provato a essere così obiettivo che in certi momenti cercavo di autoconvincermi che fosse merda. Ma mandando a quel paese ogni nostalgia, e cercando col lanternino ogni possibile magagna, niente, oh, mi sono divertito. Piccole cose frustranti ci sono, eh, sia chiaro. Ma il gioco è divertente oggi come lo era allora, quindi no. Non è merda.
Ci rigiocheresti? Sì, immagino di sì. In ere successive avevo pure giocato a Railroad Tycoon 2, che era in omaggio con The Games Machine. A quello non ho voglia di rigiocarci. A questo sì. Sarà la EGA? Boh.

6 commenti:

  1. Arrivato alla parte di "De Paz", ammetto di essere svenuto dalle risate. E via con il secondo svenimento ad immaginarmi la moglie dell'ex videogiocatore che rimprovera quest'ultimo per il suo look da anziano :D.

    Beh che dire, non ho mai avuto la fortuna di cimentarmi in"Railroad Tycoon", ma mi sembra un gioco che con la categoria "merda" abbia poco a che fare. Eravamo dei privilegiati: un gioco che insegnava a gestire una società, che intratteneva e insegnava qualcosa. I bambini di oggi non sono così fortunati.

    ps hai proprio ragione sulle apericene :D

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    1. I cosiddetti milordini, al Vecchio Paese, vestono tutti De Paz. Poi io non mi considero un milordino, ma è anche vero che nemmeno vivo più al Vecchio Paese quindi posso andare al lavoro senza che qualche ultrà mi lanci addosso dei kiwi mentre sono in pausa pranzo (riferimento che capiranno in pochi, temo).

      Per quanto riguarda la tua osservazione su Railroad Tycoon e su come fossimo privilegiati, beh, nulla impedisce al bravo genitore moderno di attaccare alla tv un computer con Dosbox anziché la console. Anche solo per far capire al proprio pargolo che prima della wii esisteva altro. Oh, io coi giocattoli di mia nonna mi ci divertivo pure.

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  2. Risposte
    1. Ne parleremo quando sarà il momento, ma tendenzialmente, senza averci rigiocato, sono d'accordo con te. Unica cosa fastidiosa era che l'alta risoluzione in isometrico su un CRT mi faceva sanguinare gli occhi. Lui e Simcity 2000. Ma al tempo.

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  3. Sembra grazioso, e la speculazione finale l'ho trovata molto realistica e mi ricorda perché non giocherò mai in borsa.
    Belli, come sempre, i riferimenti al Divo e alla sua democrazia cortigiana :P

    Certo che la lista dei mestieri era terrificante XD oggi, un manager che frutta poco non rischierebbe di diventare spazzacamini o maggiordomo!

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    1. Al giorno d'oggi nella lista dei mestieri, in fondo, ci sarebbe "CEO di me stesso (laureato all'Università della Vita).

      La democrazia "feudale" andreottiana resta comunque la più compatibile con la mentalità italiana.

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