lunedì 11 giugno 2018

Wing Commander (Seconda Parte)

Nella scorsa puntata del blog dell'ex videogiocatore!

Alieni felini!

Esplosioni spaziali!

Simmetria assiale!

Sfiga!
Ed ora, la conclusione!




Dove eravamo rimasti? Ah sì! Il Divo Giulio ha concluso la sua prima missione accompagnato dalla timida scolaretta giapponese Spirit, il cui vero nome è Mariko Tanaka, e viene da Sapporo. Stando al manuale del gioco, Mariko non si considera una samurai ma cerca di applicare il codice del Bushidō al volo spaziale. Sì amici, è uno stereotipo, tant'è che ora la troviamo al bar a suonare lo shamisen mentre un tizio con le basette degne del mio amico Pier le sta fumando un sigaro in faccia (lei ovviamente non dice nulla, sarebbe disonorevole).


Ma prima, spettegoliamo con Sam detto Shotglass. È uno spettegolatore da poco, e riempie Spirit di complimenti, è prudente, segue gli ordini e ha i nervi saldi come roccia. Mah. Si vede che è 600 anni nel futuro, perché il bis-bis-[omissis]-bisnonno di Shotglass, al giorno d'oggi, direbbe che secondo lui Spirit è frigida e affetta da problemi cronici di secchezza vaginale. E tutti riderebbero e gli darebbero pacche sulle spalle. Viva il futuro!


Ma ora parliamo con quella che il mio amico Alessandro C. (quello che mi disegnava enormi cazzi sul libro di filosofia col pennarello indelebile) chiamerebbe la "Cinciullai". (era pur sempre quello che mi disegnava enormi cazzi sul libro di filosofia col pennarello indelebile). Lo stereotipo continua, e come la sua amica Jeannette detta Angel, la ragazza di Sapporo non è in grado di dire "buongiorno" e "signore" in inglese. Subito 'sta lecchina mi riempie di complimenti. Che palle ragazzi, non c'è manco un po' di confronto in questa nave? No, lo dico perché ho recentemente fatto un corso di leadership e vorrei mettere in pratica le parti di gestione dei conflitti.


"Non c'era bisogno di lodarmi con Halcyon, però, onorevole tenente di secondo livello. Il merito per il successo di una missione va al leader, non ai suoi assistenti. Vedo dalla tua espressione che non mi credi. Ti assicuro che sto dicendo ciò che è nel mio cuore". Intermezzo!


Capisco che di fronte ad Andreotti la reazione è spesso quella di totale asservimento, ma mi sono scesi i coglioni sotto il livello del mare.


Questo è Ian St. John da Brisbane, in Australia. È molto meno servile di Spirit, ma ahimé, è anche lui uno stereotipo ambulante. "G'DAY, MATE" un par di coglioni.


Hunter fa un rapido "elevator pitch" della sua personalità. Lui ama volare, e delle formalità se ne frega. Il Divo Giulio commenta sardonico: "La stabilità è l'obiettivo naturale per ogni espressione di potere politico ed è una finalità indispensabile per una nazione che ha conosciuto cinquanta anni fa le conseguenze nefaste di un periodo di estrema debolezza governativa, crisaiola e poco concludente." A Ian va di traverso il sigaro.


Altro briefing! Stavolta saremo la squadra Epsilon, Andreotti e Spirit, e dovremo scortare un camion spaziale di classe Drayman. Il contenuto?

L'unica cosa bella di un film di merda
No, in realtà non lo sappiamo, ma importa veramente saperlo? Dobbiamo scortare la nave cargo al "punto di salto", perché in questo universo l'iperspazio non è accessibile da qualsiasi punto, come accade in Star Trek o Guerre Stellari, ma ci si può saltare da diversi punti in particolare del sistema solare, e ogni "punto di salto" ha una e una sola direzione. È un po' il concetto di "wormhole" se vogliamo, di cui ha parlato il film "Interstellar" che non ho visto perché avevo paura di morire di noia.


Una volta che il cargo è arrivato a Nav 2, salterà nell'iperspazio e potremo tornare a casa. Facile, no?


No, Madama Butterfly subito chiede come mai non si può andare direttamente a Nav 2 senza passare da Nav 1, ma Halcyon ha pronta la risposta: c'è un campo di asteroidi in mezzo, e bisogna deviare perché per un cargo (qui abbreviato in 'sport, troncatura di transport, e ovviamente al tempo ci misi una vita a capirlo) passare in mezzo agli asteroidi non  è salutare.


Tutti si alzano, e via di scramble! Stavolta non c'è un coloured, ma un ragazzo che dalla silhouette  e dal taglio di capelli dimostra 14 anni. Probabilmente sotto alla tuta spaziale in poliestere ha una camicia di flanella e la maglietta dei Nirvana.


Via che si parte! Rallentiamo subito per non finire nel culo dell'Iveco spaziale...


...e una volta entrati in formazione, via verso Nav 1! Lo Scania delle stelle ci segue mansueto...


...fino a quando non ci troviamo di fronte dei Salthi, Con il suo solito stile servile a livelli pressoché fantozziani, Mariko detta Spirit ci segnala che sono arrivati i Salthi, e subito il divo Giulio, non avendo inteso la H muta di "Salthi" ricorda al felino astrale che l'inventore del jogging è morto d'infarto. Il felino risponde con il tono passivo-aggressivo tipico di chi prova ad essere sarcastico senza essere arguto...


...ma proprio come nei litigi sui social media, l'apparente superiorità del Kilrathi nasconde un bruciaculo enorme, e subito il nostro nemico si logga su Meower e scrive un post intitolato "[THREAD] Non sono minimamente offeso, (parte 1 di 57)"


Ma ahimè, la battuta arguta è una cosa, la capacità di mirare un laser è un'altra, e se per la prima il Divo Giulio è un fenomeno, per la seconda io faccio abbastanza cagare, e quindi non riusciamo a impedire che il Salthi danneggi il bilico.


Ma vabbè, riusciamo ad allontanare i gattacci e via verso nav 2 mentre scoppiettiamo per via dei danni. Assieme ai Salthi arrivano pure le ciambelle Dralthi, e siamo di nuovo punto e daccapo...


...ma fortunatamente le ciambelle sono poco armate sul davanti e sul didietro, quindi riusciamo a farne saltare una. Urrà! Per citare Nanni Loy in "Specchio Segreto", il Divo Giulio con il Dralthi fa zuppetta.


Vabbè. Mettiamoci in coda alla ciambella cercando di farla fuori coi nostri laserini, quando all'improvviso il gatto che la pilota ci comunica "il giusto fato per un codardo". A chi si riferisce? Guardo il radar e il Drayman è stato fatto fuori. Porca puttanghera! Missione fallita. Che si fa, dunque?


Eiettiamoci! Il Divo Giulio dà prova di grande resilienza sopravvivendo nello spazio con addosso un paio di jeans e un giubbotto in crosta di pelle. Mentre fluttuiamo, il nostro Hornet viene fatto fuori, e possiamo solo sperare di venire recuperati.

Più tardi.


Halcyon convoca il Divo Giulio nel suo ufficio (che peraltro è grandissimo, cazzarola). Praticamente la prima volta che eiettiamo ci danno una medaglia per il semplice fatto di essere sopravvissuti, ma solo perché questa è la procedura, in realtà l'uso dell'eject fa incazzare tutti quanti perché comunque buttiamo via un caccia che costa milioni. Quindi, la prima volta ok, poi se lo rifai ti pelo il culo. Che se ci pensate è una cosa pessima per l'educazione, dato che crea un messaggio contrastante che fa sì che la mente di un bambino vada in cortocircuito. "All'educazione dei miei figli ci ha pensato mia moglie: si può dire che il 99% sia suo, e il mio 1% potrebbe essere un'esagerazione", commenta il Divo mentre si stira la camicia buona per accogliere la medaglia.


Ed eccoci qua! Nell'hangar, Halcyon convoca Andreotti su un podio per consegnargli il Sole d'Oro, per aver coraggiosamente sacrificato il suo vascello mettendo a repentaglio la propria vita. "Meglio tirare a campare che tirare le cuoia", commenta Giulio gonfiando il petto e raddrizzandosi per un brevissimo istante...


...e subito Halcyon appunta il Sole d'Oro sulla camicia del Divo. Praticamente è l'equivalente del "Purple Heart" dell'esercito americano. Ora, la cosa bella di Wing Commander è che pur avendo perso la missione potremmo andare avanti con la missione successiva, e in base ai successi collezionati nelle varie missioni, la trama procede su sentieri diversi secondo un "albero" piuttosto complesso. Molto meglio che in X-Wing, dove se la missione viene fallita bisogna rigiocarci per forza. 
Però il Divo vuole salvare quel maledetto cargo Drayman per poi bere un amaro Montenegro con Cirino Pomicino e Sbardella, quindi carichiamo il gioco e ritentiamo la missione. Questa abitudine era molto comune presso i giocatori di Wing Commander 1, e gli sviluppatori si resero conto che certi rami dell'albero delle missioni non se li cagava nessuno. Quindi nei vari seguiti l'albero fu estremamente semplificato. Peccato. Oh beh, riproviamo!

Molto più tardi.


Stavolta siamo arrivati a Nav 2 con il TIR spaziale ancora intatto. Attendiamo, attendiamo, attendiamo e *SCIAFF* veniamo accecati da un flash non dissimile dal photored di Sesto Calende (VA) a cui donai 300 euro diversi anni fa. Spero che al sindaco la riga di coca che si è comprato con la mia multa gli sia andata in gola facendogli venire il raspino. Ma sto divagando: il bilico spaziale è saltato nell'iperspazio e ora possiamo fiondarci direttamente all'Artiglio...


...non prima di passare dal campo di asteroidi con cui facciamo un frontale. Ops! Tutto ok, tutto ok, come dissi io la prima volta che cercai di parcheggiare la macchina in garage, mentre un sinistro rumore di parafango che striscia contro lo stipite risuonava nell'aria. Oh, che dire, ero alle prime armi e a scuola guida non ti insegnano a centrare un garage che è largo esattamente quanto una Golf.


Vabbè, usciti dal campo di asteroidi, pilota automatico e siamo di nuovo all'Artiglio. Via che si atterra trionfanti!

Poco dopo.


Halcyon si congratula con Giulio e Mariko dicendo che lo 'sport ha saltato secondo programma. Il Divo risponde, come al solito, che i suoi amici che facevano sport sono tutti morti. Ad Halcyon sanguina silenziosamente il naso e solo grazie alla sua enorme disciplina riesce a non farsi esplodere la testa...


...dopodiché siamo alla solita gara di leccaculismi e falsità tipiche della politica da Pentapartito. "Se c'è la candidatura dell'amica Mariko, la mia non sussiste" dice Giulio. "Se c'è la candidatura dell'amico Giulio, la mia non sussiste", dice Mariko. Manca che Il Divo prenda Halcyon a braccetto e siamo alla Prima Repubblica... NELLO SPAZIO! Fortunatamente Halcyon taglia corto le cortesie dei due con un "vabbè sticazzi, avete volato bene".


Nella fattispecie, durante la missione rigiocata che non avete visto, Andreotti ha fatto fuori quattro gattacci, e Spirit soltanto uno. E in tutto questo, il Drayman è riuscito a saltare senza troppi danni. Bellissimo. Halcyon conclude invitando Il Divo nel suo ufficio. COSA VORRÀ MAI DIRE?


Poche ore dopo, Halcyon ci dà una buona notizia, stamattina è arrivato l'ordine dalle alte sfere per promuovere Il Divo a Presidente del Consiglio tenente di primo livello (1st Lieutanant). Dopo solo due missioni! D'altra parte, in accademia, l'Ammiraglio De Gasperi ebbe a dire di Andreotti che è "Un ragazzo talmente capace a tutto, che può diventare capace di tutto".


"Grazie mille, signore, farò del mio meglio" ringrazia Giulio, per poi aggiungere sottovoce "Posso avere compiuto degli errori, non dei peccati."


Già che ci siamo, Halcyon ci comunica la grande inculata: il Divo verrà riassegnato a un altro squadrone, i Blue Devil, su un caccia di medie dimensioni, classe Scimitar. Giulio dice "Signorsì, non ve ne pentirete!" con un sorriso estremamente stiracchiato. E invece ce ne pentiremo, perché lo Scimitar (SPOILER ALERT!) fa stracagarissimo.

Poco dopo.


Usciti dall'ufficio di Halcyon ci fiondiamo nell'hangar, dove stavolta ci viene data una medaglia per "condotta meritoria". La confederazione terrestre ci consegna la (pepperepeppeppè) Stella di Bronzo! Bellissimo.


Halcyon ci appunta la medaglia e con un saluto militare ci fa le congratulazioni. Ovviamente per il 1990 questa grafica era qualcosa di meraviglioso, specie vista la concorrenza. Ci si sentiva proprio lì, nell'hangar del Tiger's Claw, a ricevere gli applausi da parte di tutta la "criù", e magari a fantasticare che Jeannette detta Angel ci stesse guardando con occhi sognanti. Ma cosa dico, tutte le donne guardano Andreotti con occhi sognanti!

<3
Ma sto divagando.


Guardando nell'armadietto possiamo vedere la nostra collezione di medaglie. Utile anche la descrizione del sistema solare in cui ci troviamo. Da Enyo, teatro delle prime due missioni, siamo passati a McAuliffe, sistema probabilmente dedicato a Christa McAuliffe, la prima astronauta senza background militare della storia americana, tragicamente scomparsa nel disastro del Challenger, sei anni prima della pubblicazione di questo gioco.


Tronfi della nostra medaglia, torniamo al bar. Sam detto Shotglass ci introduce i due piloti al bancone, che sono Knight e Iceman. Knight è il classico legnaiolo di centrocampo, un Oriali del volo, se vogliamo ricondurci alla nosta e sopravvalutata canzone di Ligabue. Uno che non ha particolari fronzoli, ma su cui si può fare affidamento. Iceman, invece, oltre a prendere il nome dall'antagonista di Top Gun, è il miglior pilota dell'Artiglio. Vive per volare e combattere, ed è talmente freddo ai comandi che si è preso questo originalissimo soprannome.


Parliamo con Knight, al secolo Joseph Khumalo, sudafricano. Fortunatamente lui non è uno stereotipo ambulante e non parla come 50 cent, non mangia pollo fritto e cocomero, e non ha un debole per le ciccione. Anzi, in realtà è una persona piuttosto noiosa, tant'è che ci parla bene della Scimitar, dicendo che ci piacerà sicuramente, dato che non è veloce o agile, ma ha un'artiglieria più pesante e una maggiore armatura.


A questo punto, Iceman interviene dicendo che controllare una Scimitar è come cavalcare un maiale del fango di Alpha Centauri. Joseph detto Knight subito ci spiega le due scuole di pensiero. Iceman preferisce un caccia più agile. Knight preferisce una roba più solida. Andreotti non si sbilancia (tipico suo) ma mi viene da pensare che, visto il suo amore per la stabilità, sia d'accordo con il sudafricano.


E ora parliamo con Iceman, il cui nome è Michael Casey e viene da Vancouver. Anche lui non è uno stereotipo ambulante e non parla di sciroppo d'acero, tronchi, hockey e non dice "eh". Dai, stiamo migliorano. Secondo il manuale ha 31 anni, ma ne dimostra almeno 50. Probabilmente l'invecchiamento precoce è dovuto al fatto che i Kilrathi hanno distrutto il pianeta in cui abitava (che non è il Canada). Il discorso è comunque quello: lo Scimitar fa cagare, a me piacciono gli Hornet (su
cui abbiamo volato) i Raptor (su cui non abbiamo volato) e i nuovissimi Rapier (vedi sopra).

Mancano all'appello ancora due membri dello squadrone a bordo del Tiger's Claw, che però non vedremo. Il primo dei due è tale Kien Chen detto Bossman, di Taiwan (non cinese perché sono tutti comunisti) e a differenza di Spirit non parla come uno stereotipo ambulante tipo Tomas Milian in "Delitto al Ristorante Cinese". L'altro è Todd Marhsall, detto Maniac, l'unico a non essere nato sulla Terra ma attorno a Proxima Centauri. Come dice il nome, è psicologicamente instabile e questo lo rende inaffidabile. Ci viene assegnato come wingman solo quando la campagna sta andando a puttane, e questo non aiuta a cercare di ripigliarsi quando c'è la comoda funzione "carica gioco". La ragione, in realtà, per cui Maniac è famoso è che a partie dal terzo episodio sarà interpretato da Tom F. Wilson, il Biff Tannen di Ritorno al Futuro.

Ma questo non c'entra con la nostra prossima missione.


Appunto, la prossima missione. Il nostro uomo d'ala non sarà più Mariko detta Spirit, ma il baffuto scozzese Paladin, che subito fa il pagliaccetto/primo della classe dicendo "Colonnello, non vedo l'ora di volare con il mio superamico Giulio detto Il Divo!" Che poi ero un po' così pure io da piccolo. Che vergogna.


Alla sviolinata di James detto Paladin, Halcyon risponde con uno scoglionatissimo "Right." che ammetto mi fa molto sorridere.


La missione è una solita pattuglia, ma stavolta al posto di un campo di asteroidi abbiamo il campo minato, ovvero asteroidi... CHE ESPLODONO! *incipit della Nona di Beethoven*.


Montiamo sul maiale del fango Centauriano, che dalla linea squadrata lascia intuire tutta la sua scarsa manovrabilità.


Persino il cruscotto interno, così squarato, ricorda la linea dell'ultima serie della Fiat 131 Supermirafiori (quella degli anni 80), di cui sono abbastanza sicuro di avere avuto il modellino della BBurago. Se mai dovessi ritrovarlo sarà mia premura non passarlo a Sinjin Malvineous Giulio Ex Videogiocatore (non è il suo vero nome). Intanto andiamo di autopilota e vediamo anche il culone enorme delle nostre astronavi. 


All'arrivo dei pancake volanti apriamo il fuoco, e notiamo che stavolta non abbiamo i cannoni laser dell'Hornet, ma abbiamo i cosiddetti "mass driver" ovvero a proiettili solidi catapultati elettromagneticamente. Infatti il suono che fanno è un "pìu pìu" molto silenzioso. In realtà nello spazio non dovrebbero sentirsi i suoni, ma Chris Roberts giustificò gli effetti sonori con il fatto che il computer di bordo dei nostri caccia i suoni li improvvisava lui in modo da garantire una maggiore concentrazione da parte del pilota. Che sfigato, ragazzi.


Il mass driver è molto più potente del laser, ma allo stesso tempo ciuccia un casino di energia, quindi non possiamo sparare con la stessa frequenza con cui lo facevamo sull'Hornet. Dunque questo significa che (fatico a dirlo) devo prendere la mira? Gulp!


Fortunatamente facciamo rapidamente fuori un pancake che manovra ancora peggio di noi e subito quel rompipalle di Paladin ci fa i complimenti in scozzese stretto. Non so se sia più fastidioso lui o la scarsa manovrabilità della Scimitar.

Poco dopo.


Liberatici dai Kilrathi di guardia, autopilotiamoci verso il campo minato. Gli ordigni hanno un aspetto molto più inquietante degli asteroidi, ed è estremamente difficile (se non impossibile) distruggerle a cannonate. Dovremo dunque schivarle! Visto quanto è maneggevole il nostro caccia, è una passeggiata, vero?


...vero?


Vaffanculo, gioco.


Mentre il Divo Giulio entra nell'Aldilà a non rispondere né di Moro né della mafia né di Pecorelli, Halcyon fa l'elegia al Divo con la stessa ipocrisia di chi aveva eletto Scalfaro al Quirinale. La Carriera del Divo Giulio, dice il colonnello, aveva tutta l'aria di essere brillante. Ora è stata tagliata corta. Anche questo discorso funebre mi sembra un po' tagliato.


"Chi può dire che cosa avrebbe potuto fare il Divo per la Confederazione?" Eh, caro Halcyon, coi se e coi ma la storia non si fa. Che posso aggiungere in tutto questo? Non molto. Sto cercando di pensare a un altro pretesto per sottolineare la sfiga di Chris Roberts, ma non mi viene in mente niente. Vabbè, voi fate finta che l'abbia trovato e meditate qualche minuto sulla sfiga di Chris Roberts. Prossimo gioco!

È merda? Ah, ma certo che no. La dinamica di gioco può essere un po' ripetitiva, se vogliamo, il modello di volo è molto arcade e poco simulato, se volete qualcosa di realistico (ma quanto può essere realistico un simulatore di volo del 27esimo secolo?) ma la trama è bellissima, il gioco è divertente, i comandi sono ben calibrati e coi personaggi, per quanto stereotipati, si riesce persino a sviluppare una forma di attaccamento. E non mi riferisco alla pseudo-cotta che mi ero preso per il personaggio di Jeannette detta Angel.
Ci rigiocheresti? Non lo escludo.

7 commenti:

  1. Confermo le mie impressioni positive, in base alla tua recensione. L'attenzione al dettaglio (anche negli stessi personaggi, vanno bene anche con gli stereotipi) e alle parti intermedie tra una missione e l'altra. Comunque il gioco mi avrebbe messo in difficoltà, specie in questa parte. Sono uno che ha sempre puntato sullo sparo frequente piuttosto che sullo sparo potente ma che richiede massima precisione :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, ricordo che avevo il tuo stesso problema. Poi successivamente ci saranno altri tipi di sparo potenti ma da centellinare che saranno molto meno irritanti del mass driver, che ha come maggior difetto il fatto di non fare un effetto sonoro soddisfacente, con la conseguenza che quando spari non si sentono le sberle ai nemici. Questo per me è un requisito fondamentale per un buon sparacchino, cerebrale o meno, quasi quanto il fallo laterale in un gioco di calcio.

      Elimina
  2. Ho aspettato la seconda parte così da leggerle entrambi d'un fiato. Diciamo anche un paio.

    Come te. anche io l'ho potuto giocare in ritardo, acquistato presso l'edicola nella collana Big Games della Jackson. L'effetto che mi produsse fu diverso rispetto alla prima volta che lo vidi sul PC di un mio amico. All'epoca della pubblicazione di WC (1990) non vedevo il PC come macchina da gioco: l'Amiga era tutto ciò che potessi permettermi e ne ero molto soddisfatto. Quando vidi Wing Commander mi cadde la mandibola inferiore a terra. Appassionato di volo, l'importante che sia "incivile", insomma che si potesse andare a zonzo per i cieli ad abbattere un po' di mucchi di pixel e primi poligoni.

    Wing Commander fu pubblicato anche per Amiga e girava da schifo. Fu per me la prima avvisaglia che la macchina Commodore era alla fine del suo ciclo di vita.
    Insomma Wing Commander, a parte l'impatto che ebbe a livello di storytelling cinematico, rappresenta un momento topico nella mia vita da videogiocatore.
    L'impatto di questo primo WC però non fu così devastante come l'avevo immaginato. Ho verificato la data di pubblicazione nel manuale della Jackson e sicuramente parliamo del 1994 in poi. Nel 1994 avevo già giocato a X-Wing e Tie-Fighter. A parte l'impianto grafico (il Gourad shading piaceva tanto ai recensori che si facevano fighi con i tecnicismi), la "simulazione" (per quanto si possa considerare tale) viaggiava a un paio di anni luce rispetto a Wing Commander che è un onesto sparacchino con duelli basati su: primo passaggio frontale e una continua serie di virate strette. Come hai concluso, si tratta di un arcade come gran parte dei simulatori di combattimento spaziale (inclusi X-Wing e Tie Fighter), a eccezione di Warhead (Amiga) e i due I-War (PC) in cui viene "simulato" il volo inerziale nel vacuum.
    Ho terminato tutti i WC a eccezione del secondo, che ho acquistato per due spicci su GOG. Resta una serie una spanna sotto la serie Totally Games per LucasArts (senza considerare il franchise di Star Wars) perciò se dovessi consigliare a qualche giovane appassionato di archeologia video-ludica, la prima scelta ricadrebbe su Tie-Fighter. Allora è merda?
    Ecco, questo è un caso in cui la tua rituale domanda ha un limite di fondo.
    Comprendo lo scopo della terapia dell'ex-giocatore e la provocazione, ma WC è l'esempio che il viaggio indietro nel tempo per i videogiochi non ne può riprodurre in toto l'effetto, l'"esperienza" se non attingendo al particolare contesto, anche personale. Concordo con te che se un gioco era una merda ieri (magari sopravvalutato dalle riviste dell'epoca) è sicuramente una merda oggi; ma se il gioco non era una merda ieri, ha molte probabilità di risultarlo oggi a chi non ne ha fatto anche esperienza "emotiva".
    Star Wars visto per la prima volta nel 1978 non ha lo stesso effetto visto oggi anche se per la prima volta. Mi hai dato lo spunto per scriverci su e approfondire la lunga quaestio della nostalgia-nostalgia-canaglia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma guarda, se leggi la pagina che cos'è la merda? scrivo più o meno quello che pensi tu nei tuoi ultimi paragrafi. E più che provocazione l'esercizio che sto facendo è di decostruzione: in un periodo storico in cui la celebrazione acritica del passato sta invadendo anche lo svago, mi pare giusto fermarci un secondo e chiedersi "si stava davvero sempre meglio quando si stava peggio?" la risposta è ovviamente no, ma ti stupiresti, leggendo certi altri blog, nel vedere quanta gente si taglierebbe le palle pur di venire catapultata 30 anni nel passato.

      Elimina
    2. Con tutto che Tie Fighter mi piaceva un casino fors'anche più dei Wing Commander, X-Wing invece decisamente meno, ma la cosa che mi faceva veramente scendere le palle dei giochi Lucasarts era il fatto che ogni volta che si falliva una missione il gioco ti costringesse a rigiocarla. La marcia in più dei giochi Origin è che qui la guerra va avanti, a prescindere dal fatto che si vinca o si perda una missione. Poi si può opinare su come le intere sorti della guerra dipendano dall'esito delle missioni del nostro Bluehair, ma tant'è.

      Elimina
  3. Dopo essere atterrato sul tuo blogo, avere letto il primo post,ne ho letto anche il manifesto. L'obiettivo dichiarato non può essere messo in discussione e la tua opinione sul nostalgismo l'abbiamo condivisa in altre occasioni.
    Quanto parlo di "limite" non è necessariamente una critica, ma ritengo anzi che i "limiti" rappresentino i confini contigui di due opinioni o punti di vista diversi. WC, più di molti altri titoli, potrebbe ricadere nell'una o nell'altra più maleodorante categoria.
    WC è un simulatore (per quanto arcade) di combattimenti aerei nello Spazio. Oggi gli appassionati di questo genere sono un loculo (nemmeno alla "nicchia" posso ambire), nessuno sviluppatore sviluppa un titolo tripla A da anni. L'unico è il citato Chris e condivido che si sta seriamente candidando per la seconda solenne fregatura della storia dei videogiochi dopo E.T.
    Consigliare questo come un "classico da giocare" ai più giovani rischia - a prescindere dei noti limiti tecnici - di deludere.
    I gattoni non reggono come nemico temibile, il combattimento è - come descrivevo - praticamente sull'asse orizzontale, la storia oggi è qualcosa di già visto e rivisto. Difficile trovare un motivo per consigliarlo quando c'è TIE Fighter Freespace Conflict 2.
    Allora è una merda?
    No, l'impatto all'epoca per quanto hai anche evidenziato è l'approccio cinematico che è una caratteristica di tutti gli episodi successivi, portandosi dentro anche la "febbre" per i filmati con attori reali.
    Prova WC 3 oggi: i fimati sono tremendi. L'immagine interlacciata in un "fazzoletto" di schermo, non riesce a trasmettere la sospensione d'incredulità che anche i profani ricevevano. Ricordo un amico che aveva una Playstation che usava solo per Formula 1. Provò la mia copia di WC3 (non avevo un PC adeguato) e me lo riportò dicendo meravigliato: "Ma è come un film!".
    Perciò citavo anche Star Wars nel 1978. Non c'era nulla si simile prima di allora.
    In altri termini, se sia merda o no,nel caso di WC non è applicabile se lo rivolgi al lettore esterno.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh certo, ma è il sense of wonder che rendeva tutto spettacolare e ci faceva stracciare le vesti per Wing Commander nonostante i suoi difetti. Proprio come per il primo Star Wars, che aveva una trama piuttosto semplicistica, dei dialoghi patetici e una recitazione ridicola (a parte alcune eccezioni). Ma lasciava a bocca aperta. Poi io nel 1978 non ero ancora nato, ma quando beccai per la prima volta uno Star Wars accendendo per caso la tv dopo una certa ora (penso che fosse L'Impero Colpisce Ancora) ci rimasi basito, perché i film visti fino ad allora erano delle mattonate nelle palle in cui la gente parlava e si diceva cose pallose parlando in una lingua che non esisteva (il cosiddetto "doppiaggese"). Stesso sense of wonder che mi capitò quando provai per la prima volta "Megarace" (Lo trovi qui). È la meraviglia.

      Poi a Wing Commander ci ho giocato, con la tastiera e il touchpad di un laptop, e ti dirò che mi sono divertito e il livello di vaffanculi tirati al pc è rimasto sotto il livello di guardia. La grafica è invecchiata abbastanza bene (più quella degli intermezzi che quella in-game, ma ok) e la storia e i personaggi sono sempre gradevolissimi, quindi a prescindere da tutto, anche ora, senza occhiali rosa del nostalgismo, non era merda.

      E comunque, se avessero fatto X-Wing o Tie Fighter con il mission tree e i personaggi di Wing Commander lo avrebbe polverizzato.

      Elimina

Sicuro di aver letto bene il post? Prima di postare, rileggi.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...