Quando ho aperto questo blog sapevo che prima o poi questo momento sarebbe arrivato. Che ci sono certi mostri sacri, nel cuore dei videogiocatori e degli ex videogiocatori, che sono praticamente intoccabili. D'altra parte i videogiochi, come tutte le cose che hanno segnato la nostra infanzia, non possono essere giudicate razionalmente senza essere influenzati dal fattore nostalgia.
Molto spesso rimpiangiamo anni che ci sembrano meravigliosi per il semplice fatto che in quegli anni non avevamo grosse preoccupazioni e il senso di responsabilità non ci alitava sul collo. Il 1992 è stato l'anno delle stragi mafiose, la guerra era al di là dell'Adriatico, l'Italia era uscita dal sistema monetario europeo e ci fu il prelievo forzoso dai conti correnti. Però avevo 10 anni, facevo la quinta elementare ed era uscito il più bel videogioco di sempre (quale? un giorno forse ve lo dirò). Io e i miei amici leggevamo The Games Machine e K, e la cosa peggiore che ci poteva capitare era un problema di matematica difficile e la conseguente cazziata da parte del nostro maestro (ci avevamo il maestro unico, peraltro. Che tempi, ragazzi, che tempi).